Titolo originale | The Card Counter |
Anno | 2021 |
Genere | Azione, |
Produzione | USA, Gran Bretagna, Cina |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Paul Schrader |
Attori | Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan, Willem Dafoe, Ekaterina Baker Marlon Hayes, Billy Slaughter, Joel Michaely, Amye Gousset, Alexander Babara. |
Uscita | venerdì 3 settembre 2021 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,49 su 22 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 3 settembre 2021
Un giocatore d'azzardo decide di aiutare un ragazzo in cerca di vendetta. Il film è stato premiato a National Board, In Italia al Box Office Il collezionista di carte ha incassato 410 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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William Tell ha trascorso un decennio in prigione, dove si è letto a fondo le meditazioni di Marco Aurelio e ha imparato a contare le carte, ovvero a tenere traccia di ogni carta giocata durante una partita. Una volta uscito mette a frutto la sua abilità girando per i casinò d'America e partecipando a numerosi tornei di poker. Non si fa cacciare dai gestori dei casinò perché sa mantenere obiettivi modesti: punta poco, vince (e perde) poco, e s allontana quando il gioco si fa duro. Ma la prorompente La Linda, finanziatrice in cerca di un mago delle carte, gli propone di entrare a far parte della sua squadra e lo convince ad alzare la posta.
"Il poker è tutta una questione di attesa" e lo è anche il cinema di Paul Schrader, che costruisce personaggi in bilico portandoli fino all'orlo del salto nel vuoto.
Il tema di Schrader, sceneggiatore e regista, è il senso di colpa (calvinista) accompagnato da un desiderio ossessivo di redenzione, e William Tell, che ha il nome dell'eroe nazionale svizzero capace di centrare una mela con una freccia, non fa eccezione. La sua calma apparente nasconde un fuoco interiore difficile da tenere a freno, e la sua colpa è di quelle che non si cancellano, né per un uomo, né per una nazione.
Senza voler rivelare troppo della trama, c'entrano Guanatanamo e un certo fanatismo patriottico yankee, anche al tavolo verde (che fa da sfondo ai titoli di testa), e si parla di responsabilità, individuale e collettiva, nei confronti delle proprie azioni, il cui peso "non può essere rimosso". L'incontro fra William, un ragazzo animato dal suo stesso fuoco vendicatore e La Linda, che risveglia in lui una componente (anche fisica) a lungo tenuta a freno, metterà in moto per William un meccanismo inarrestabile di rivalsa.
Oscar Isaacs si inserisce con insospettabile perfezione nel filone di antieroi solitari iniziato con il Travis Bickle di Taxi Driver (di cui Schrader è stato sceneggiatore per Scorsese, che figura fra i produttori de Il collezionista di carte) e proseguito con il Julian Cole di American Gigolo e il John LeTour di Light Sleeper (il finale di Il collezionista di carte richiama quello di questi ultimi due film).
La sua malinconia esistenziale è quella caratteristica di Schrader, da sempre disincantato rispetto al mondo e in particolare agli Stati Uniti, ma ancora dotato di un profondo afflato romantico che permea il suo film, così come la cupezza all'interno di un mondo fasullo fatto di non-luoghi dalle luci al neon e i soffitti ribassati, che ostenta sicurezza ed allegria quando non possiede nessuna delle due. A corroborare l'atmosfera cupa e straziante è la colonna sonora di Geoff Barrow dei Portishead (qui con Ben Salisbury), cui la comica Tiffany Haddish fa da delizioso controcanto nel ruolo di La Linda: finalmente una protagonista le cui curve generose non sono mai oggetto di ulteriore speculazione.
In particolare Schrader denuncia quel modello politico e sociale in cui, più che le mele, sono marci i cestini, e pur non assolvendo la responsabilità dei singoli, la contestualizza nell'incoraggiamento ricevuto dall'alto a compiere le peggiori nefandezze. I capri espiatori pagano, i loro mandanti naturalmente no, ed è a questo tipo di ingiustizia che il regista-sceneggiatore e i suoi antieroi si ribellano. Tuttavia Schrader non sfugge alla sgradevole realizzazione che chiunque può riconoscere in se stesso l'istinto primordiale verso la violenza e la sopraffazione, a prescindere dagli ordini ricevuti.
Torna spesso anche il tema del debito, in cui tutti (non solo gli americani) siamo immersi, che è non solo monetario ma esistenziale, e mostra come l'esaltazione del sistema capitalistico ignori il fatto che proprio sul debito di molti si costruiscono (e accrescono) le ricchezze di pochi.
Stati Uniti, oggi. William Tell è un ex militare americano con un passato terrificante alle spalle: excarceriere ad Abu Ghraib, si è reso colpevole di orrendi maltrattamenti ai prigionieri e fatica a convivere con i suoi demoni. Non averla fatta franca non lo ha aiutato: nonostante abbia pagato il suo debito con la giustizia - otto anni di detenzione ottenuti in seguito alla condanna in tribunale per i suoi crimini - William è distrutto, non riesce ad andare oltre i suoi errori passati. Di conseguenza, non è in grado di darsi pace, né tantomeno ricominciare.
Per non rimanere costantemente in balia dei suoi pensieri, l'ex soldato ha deciso di guadagnarsi da vivere come giocatore di poker professionista, vagando come un cacciatore notturno tra un casino e l'altro. Il dover contare le carte e gestire la tensione delle partite impegna il suo cervello al punto da riuscire a "spegnere" i suoi ricordi di Abu Ghraib. Un giorno, però, il suo passato oscuro torna a tormentarlo in un modo che non aveva previsto: nella città in cui soggiorna, appare il maggiore John Gordo, suo ex superiore che era l'autorità della prigione in materia di interrogatori e di torture. Questa sua "competenza" lo rendeva anche il mentore di Tell e di tantissimi suoi commilitoni. Tra questi, c'era anche un uomo che, tornato negli USA, è diventato violento e tossicodipendente, distruggendo la vita alla sua famiglia: suo figlio Cirk è sulle tracce proprio del maggiore per vendicarsi.
Notando il comportamento di Tell nel corso di un incontro con le forze di polizia proprio tenuto da Gordo a cui partecipa per rimanere alle sue calcagna, Cirk intuisce come il reduce nasconda un passato simile a quello di suo padre e lo avvicina nella speranza di trovare un nuovo alleato. William, a sua volta, intravede nel ragazzo una possibilità di riscatto e si propone di prenderlo sotto la sua ala, sperando di distoglierlo dai suoi foschi propositi di vendetta, e lo prende con sé per proseguire insieme l'avventura sui tavoli da poker professionali, mettendo ben presto nel mirino le World Series di Poker di Las Vegas.
Regista e autore della sceneggiatura de Il collezionista di carte è quel Paul Schrader che è stato uno dei collaboratori più stretti di Martin Scorsese e ha messo lo zampino nei copioni di film come Taxi Driver e Toro scatenato, oltre a girarne oltre venti in prima persona dalla fine degli anni 70 a oggi (tra cui American Gigolò, per citarne uno).
Anche questa sua ultima fatica autoriale è incentrata sui leitmotiv della colpa e su quello della redenzione, due nuclei tematici ricorrenti nella sua carriera che, stavolta, sono intrecciati con tematiche molto ingombranti per la sensibilità americana come quello dei crimini contro i diritti umani nelle carceri militari USA o del rapporto quanto meno ambiguo che gli statunitensi hanno con il gioco d'azzardo.
Per quanto invece riguarda il cast, agli ordini di Schrader c'è un parco attori di altissimo livello: a cominciare dal protagonista Oscar Isaac, per l'occasione accompagnato dal talento cristallino e senza bisogno di presentazioni di Willem Dafoe ma anche dall'astro nascente di Tye Sheridan, appena venticinquenne ma attivo in campo cinematografico sin dall'ormai lontano 2013. L'attrice principale è invece la comica Tiffany Haddish, che sta vivendo una stagione di enorme successo al cinema da ormai qualche anno dopo una gavetta piuttosto lunga.
IL COLLEZIONISTA DI CARTE disponibile in DVD o BluRay |
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€7,25 | – | |||
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Con la sua ultima pellicola, “The Card Counter”, Paul Schrader torna su temi che lo ossessionano da sempre e di cui ha infarcito le sue più belle e migliori sceneggiature, quei capolavori come “Taxi Driver” o “Toro scatenato”, ma anche i film da lui diretti come “American Gigolò” o “Affliction”, e stavolta non scava soltanto [...] Vai alla recensione »
“Il collezionista di carte” (The Card Counter, 2021) è il ventunesimo lungometraggio del regista-sceneggiatore del Michigan Paul Schrader. ‘Niente mele marce il problema è la cesta’. ‘Come mai tu e io insieme?’ ‘Punta poco che perdi poco’. Il ‘fuori-onda’ che ingombra e spiega, lima e scurisce, avvicina e scudo di un teatro [...] Vai alla recensione »
Un ex militare, condannato ad otto anni e mezzo di reclusione per gli scandali di Abu Grahib, scopre di esser tagliato per la vita carceraria, il suo ordine e la sua routine. Ivi fa letture alte ed impara a contar le carte; così, quando esce, si procura da vivere girando per i vari casinò e pernottando in modesti motel. Si accontenta di vincere poco al blackjack, in modo tale da non esser [...] Vai alla recensione »
Dramma lento e ossessivo dell’uomo schiacciato da una colpa non perdonabile e che dispera che per lui vi possa essere redenzione, “Il collezionista di carte” (titolo italiano incomprensibile: il protagonista non colleziona ma conta il valore delle carte del piatto, per controllare sempre il gioco) è l’ultimo film del regista Paul Schrader.
William Tell ha un passato oscuro fatto di sevizie praticate nel carcere di Abu Ghraib. Sevizie per le quali ha scontato otto anni di carcere impiegati per apprendere l’arte di contare le carte, una tecnica che gli è tornata utile nel momento in cui, una volta uscito intraprenderà la carriera di giocatore professionista di poker.
Un film che ricalca nella maniera più assoluta il tipico modus operandi di Schrader ( che lo ricordiamo per aver iniziato la carriera cinematografia come sceneggiatore, ed aver scritto capolavori quali Taxi Driver, Toro scatenato etc... ): dunque cosa otteniamo? Voice-over, personaggi in piena crisi esistenziale, che fanno lavori labili, in piena astinenza sessuale ( topos che sviscera molto [...] Vai alla recensione »
Dramma della colpa, dell' autopunizione e della vendetta. Il protagonista, William Tell, segue coerentemente il principio per cui le colpe si pagano su questa terra, senza compromessi. Un fato beffardo dapprima gli concede la possibilità di redimersi, per poi rimischiare beffardamente le carte - come a un tavolo da poker - lasciandolo cosi' in pasto ai suoi demoni. Vai alla recensione »
Dramma della colpa, dell' autopunizione, della vendetta.Il protagonista, William Tell, segue coerentemente il principio per il quale siamo condannati a pagare le nostre colpe su questa terra, senza compromessi.Tuttavia, un fato beffardo lo illude, dapprima concedendogli la possibilità di redimersi, per poi rimischiare beffardamente le carte, come a un tavolo da poker, lasciandolo nudo in pasto ai suoi [...] Vai alla recensione »
Dramma della colpa, dell' autopunizione, della vendetta.Il protagonista, William Tell, segue coerentemente il principio per il quale siamo condannati a pagare le nostre colpe su questa terra, senza compromessi.Tuttavia, un fato beffardo lo illude, dapprima concedendogli la possibilità di redimersi, per poi rimischiare beffardamente le carte, come a un tavolo da poker, lasciandolo nudo in pasto ai suoi [...] Vai alla recensione »
Non so...c'è qualcosa che non mi convince in questo film. Ricordavo Schrader come un regista più incisivo, più diretto, invece qua vedo un continuo cincischiare con poca carne al fuoco. I rapporti, le situazioni, le problematiche, le motivazioni... è tutto blando...slavato...annaquato. Il poker c'è, ma visto da lontano, il rapporto con La Linda esiste, [...] Vai alla recensione »
Il Collezionista di Carte è il film più importante di Paul Schrader dai tempi di Affliction (1997), attualizzando una riflessione cinquantennale sul rapporto tra responsabilità individuale e condizionamento etico-morale, con chiare implicazioni politiche. Lo fa, servendosi di soluzioni formali innovative che si piegano a uno script denso di contenuti ma volutamente sospeso nello [...] Vai alla recensione »
Il Collezionista di Carte è il film più importante di Paul Schrader dai tempi di Affliction (1997), attualizzando una riflessione cinquantennale sul rapporto tra responsabilità individuale e condizionamento etico-morale, con chiare implicazioni politiche. Lo fa, servendosi di soluzioni formali innovative che si piegano a uno script denso di contenuti ma volutamente sospeso nello [...] Vai alla recensione »
Mi avvicino ai film con la mente e il cuore aperti all’emozione. La storia di questa pellicola è ricca di silenzi malcelati, di emozioni compresse, fino alla scena finale che illumina un mondo sostanzialmente arido. E come un fiore che stenta a sbocciare, inaspettatamente vede una luce che redime ogni anima. Ottima la colonna sonora.
Ordinary America of the casinos e non solo. Un film che merita di essere visto sia in lingua originale che in italiano con cast di attori bravissimi.
Ho apprezzato la recensione, ma il carcere di cui si parla nel film non è a Guantanamo (Cuba), bensì ad Abu Ghraib (Iraq).
inneggia il vincitore, nato in Lituania, ora rivestito di stelle e strisce. Slavo cerebrale, sa far due conti per portar via un gruzzoletto ai tavoli di poker. "Parlava" del film, l'ho capito dopo. Agli incolti si impartiscono rudimenti di Texas hold'em. Volenteroso, Schrader inizia anche ai segreti del card counting a blackjack: non ci provate, richiede facoltà non comuni, [...] Vai alla recensione »
interessante commento con un ottica precisa sull'America del gioco.
Non si sfugge al proprio destino, e forse nemmeno al proprio cinema. Però si può cercare di capirlo, tirarlo per la giacca, trovargli un senso. Il destino di William Tell, ovviamente un nome d' arte, è nascosto dal vizio del gioco e da quello, più insolito, per le vincite contenute. Al metodico William infatti interessa continuare a vincere. I soldi sono solo un piacevole effetto secondario.
Presentato in concorso alla 78a Mostra del Cinema di Venezia sotto l'egida produttiva di Martin Scorsese, Il collezionista di carte (titolo che travisa l'originale The Card Counter) segna il ritorno alla regia e alla sceneggiatura di Paul Schrader a quattro anni dal capodopera teorico First Reformed. Un ritorno che è giocoforza anche ai temi e alle ossessioni che da sempre animano il suo cinema, a [...] Vai alla recensione »
Dalla Mostra di Venezia arrivano buone notizie e qualche speranzella in più si materializza per gli utenti cittadini. La riconquista del piacere del rito della sala resta l' obiettivo numero uno per chi ha a cuore le sorti del cinema ed è chiaro che la disponibilità di titoli diversificati, ambiziosi, appetibili, al di là del giudizio che resta sempre personale, ne costituisce il fattore propulsivo [...] Vai alla recensione »
Dopo la fuggevole incursione bergmaniana di First Reformed, Paul Schrader è tornato al progetto della maggior parte dei suoi film da quarant'anni a questa parte: fare incrociare Ozu e Bresson. Se l'ennesimo rifacimento di Pickpocket del finale non è una sorpresa, è inedito il richiamo già sui titoli di testa ai fili intrecciati in tessuto (qui: il verde di un tavolo da gioco) di tanti opening credits [...] Vai alla recensione »
Sembra un miraggio di questi tempi: un film classico-moderno, alla Aldrich, con un eroe (dalle molte macchie e paure) a tutto tondo. Nelle serie tv o nei film Marvel il cattivo affronta il vero mostro e quest'ultimo vince e conquista anche la simpatia del pubblico. Qui invece il duello - narrazione lineare, racconto espressionista - ricompone un quadro etico profondo, impegnato, "gesuitico" (per un [...] Vai alla recensione »
Conosciamo Paul Schrader e il suo rigore morale di stampo calvinista che al cinema si traduce, soprattutto negli ultimi anni, in una severità altrettanto evidente, anzi teorizzata come dall'insegnamento del suo Bresson al quale ha idealmente dedicato quel film così fuori tempo eppure drammaticamente attuale come First reformed tanto acclamato alla Mostra di qualche anno fa e tanto rapidamente sparito [...] Vai alla recensione »
L' abbiamo rivisto - sempre alla Mostra di Venezia - nella parte di Leto Atreides in "Dune" di Denis Villeneuve: comanda una pericolosa missione, con una fissità di sguardo superiore al dovuto. Per lo spareggio bisognerà vederlo nel remake del bergmaniano "Scene da un matrimonio" ( produzione Hbo, dal 20 settembre su Sky). "Collezionista di carte" sta per "Card Counter", giocatore di poker che sa tener [...] Vai alla recensione »
William Tell (bel paradosso nella scelta del nome) è stato all'inferno ed è, in qualche modo, sopravvissuto.. Ex militare, ha toccato con mano la disumanizzazione assoluta nel famigerato carcere iracheno di Abu Ghraib, partecipando in prima persona a ciò che di turpe vi accadeva. Il gioco d'azzardo è la sua attuale "occupazione", fonte di sostentamento nonché unico possibile terreno di affermazione [...] Vai alla recensione »
L'inevitabilità della consequenzialità degli eventi, il fardello generato dagli errori del passato, l'espiazione, la provvidenza e la grazia. Tornano in Il collezionista di carte, tutte le ossessioni del cinema di Paul Schrader, declinate, questa volta, attraverso la metafora del gioco d'azzardo. Ma è nella sottotrama legata al passato militare del protagonista del film, un ottimo Oscar Isaac, che [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Paul Schrader è attraversato da figure solitarie e oppresse dai sensi di colpa, che quasi mai riescono a scendere a patti con le imperfezioni morali del mondo. Figure taciturne, chiuse in sé stesse, ascetiche nello stile di vita e nella predilezione per forme confessionali di scrittura, a partire dalla redazione di un diario dove far confluire le proprie impressioni.
Che Paul Schrader sia un grande sceneggiatore e anche un grande regista lo sappiamo da decenni. Con "The card counter", anch'esso in Concorso, il regista statunitense affronta l'ennesima variazione sul tema della colpa e della redenzione, qui agganciata alle famose violenze subite dai prigionieri iracheni ad Abu Ghraib da parte dei soldati americani, con William Tell (Oscar Isaac), un ex militare, [...] Vai alla recensione »
Dopo quattro anni di silenzio, Paul Schrader ritorna a Venezia - e lo fa con un romanzo dalle tinte talmente fosche da risultare abbacinanti: The Card Counter, infatti, è il più recente prodotto dell'ormai rodatissima collaborazione fra il regista e Martin Scorsese, qui immortalato nelle vesti di produttore esecutivo, nonché di grande e onnisciente demiurgo.
C' è un mistero nella vita di William Tell ex detenuto in una prigione militare dove ha imparato a contare le carte. L' abilità conquistata gli permette una volta uscito di rinchiudersi in un altro universo parallelo, quello del gioco d' azzardo tra casinò e motel anonimi dove nulla scalfisce la sua solitudine, gioca quel tanto che basta per vincere bene evitando però di farsi notare.
Nel frattempo Paul Schrader con The Card Counter - Il collezionista di Carte da oggi nelle sale, ritrova la sua vena migliore. Sotto l' ala produttiva di Scorsese, il settantacinquenne cineasta disegna un altro dei suoi rigorosi ritratti di uomo sulla china dell' autodistruzione in un film dal plumbeo e intenso fascino. Interpretato da un ottimo Oscar Isaac, l' ascetico William Tell è un giocatore [...] Vai alla recensione »
Sul finale di Affliction, il cinema di Paul Schrader ha conosciuto la sua frattura più profonda. L'ultimo scontro tra il figlio, Nick Nolte, e il padre, interpretato da un James Coburn ai suoi massimi, era il preludio a un nuovo millennio feroce, dove il massacro sostituiva il sentimento, la violenza era l'unico linguaggio conosciuto, in una provincia innevata, con la tragedia alle porte.
William Tell (!) è un giocatore di carte professionista. Viaggia per le highways d'America, gira per i casinò, tra le luci ipnotiche di Atlantic City o di qualche altra città "folle" e vince a blackjack senza dare troppo nell'occhio. Ogni tanto una puntata ai tavoli da poker e il gioco è fatto. Nessun rischio inutile, nessun'ambizione da grande colpo.
A 75 anni compiuti, Paul Schrader è uno dei più "giovani" registi americani in circolazione. Per spirito, intendo. Nella sua curiosa carriera, di sceneggiatore prima e regista poi, ha conosciuti enormi successi e sonori tracolli; certo non poteva mancare in concorso alla Mostra il suo nuovo film, "Il collezionista di carte", che esce in contemporanea nelle sale italiane.
A 75 anni compiuti, Paul Schrader è uno dei più "giovani" registi americani in circolazione. Per spirito, intendo. Nella sua curiosa carriera, di sceneggiatore prima e regista poi, ha conosciuti enormi successi e sonori tracolli; certo non poteva mancare in concorso alla Mostra il suo nuovo film, "Il collezionista di carte", che esce in contemporanea nelle sale italiane.
William Tell ha un passato tormentato che lo ha portato in prigione. Ora sbarca il lunario giocando a poker e blackjack. Grazie alla sua abilità nel contare le carte riesce a vincere quanto basta per campare senza attirare l'attenzione dei casinò. La sua vita controllata e sotto traccia cambia quando incontra Cirk, un giovane che conosce il suo passato e che medita vendetta contro una loro comune conoscenza [...] Vai alla recensione »
Lo dico subito perché non vi sfugga: dal 3 settembre è nelle sale italiane con Lucky Red, a poche ore dal passaggio in concorso a Venezia, "The Card Counter - Il collezionista di carte" di Paul Schrader, per me e non solo per me autentico colpo di fulmine. È la più bella America 'minore' portata sullo schermo da anni, quella dei motel di passo e dei casinò periferici che il governo americano ha dato [...] Vai alla recensione »