Titolo originale | Fabian oder Der Gang vor die Hunde |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania, Austria |
Durata | 176 minuti |
Regia di | Dominik Graf |
Attori | Tom Schilling, Albrecht Schuch, Saskia Rosendahl, Anne Bennent, Luise Aschenbrenner Eva Medusa Gühne, Thomas Dehler, Petra Kalkutschke. |
Uscita | giovedì 18 agosto 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | PFA Films, RS Productions |
MYmonetro | 3,48 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 14 agosto 2022
In una Berlino tormentata, Fabian coltiva i suoi sogni ideologici. In Italia al Box Office Fabian - Going To the Dogs ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 10,9 mila euro e 5,7 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Berlino, 1931. Provinciale con una laurea in lingua tedesca, il trentenne Jacob Fabian si mantiene scrivendo testi pubblicitari per sigarette. La sera, in compagnia dell'amico Stephan, comunista amante delle emozioni forti tanto in politica quanto nel sesso, passa da un bordello all'altro mantenendo al contrario un atteggiamento distaccato, innocente e al tempo stesso indifferente. Mentre la città è in fermento, sempre più segnata dalla violenza dell'emergente movimento nazista, Jacob abbandona il proposito di farsi solamente sfiorare dalla vita per amore di Cornelia, che però finirà per spingere fra le braccia di un ricco avvocato per consentirle un futuro nel cinema...
Tratto dall'omonimo romanzo di Erich Kästner, pubblicato nel 1931 e messo poi al rogo dalla Gestapo, il film di Graf allestisce un esplicito parallelo con il presente a partire dal piano sequenza iniziale, che dalla metropolitana di Berlino dei giorni nostri passa senza soluzione di continuità all'inizio degli anni Trenta.
Un movimento unico collega due epoche storiche, la nostra e quella di quasi cento anni fa, posta tra la fine della Repubblica di Weimar e l'ascesa del nazismo. La storia del moralista Jacob Fabian - dal sottotitolo del romanzo "Die Geschichte eines Moralisten", mentre quello del film fa riferimento al titolo originariamente pensato da Kästner, "Der Gang vor den Hunde", poi comparso nella riedizione del 1981 in Italia tradotto in "L'andata a puttana" - è la storia dell'uomo comune di fronte all'incedere della storia, osservatore intelligente e acuto pronto però a lavarsi le mani delle proprie responsabilità. Jacob Fabian oppone la sua unicità e, al tempo stesso, il suo anonimato d'individuo al tumulto dei tempi in cui vive. Nel volto inquieto del bravo Tom Schilling (già protagonista di Opera senza autore), che non a caso nella prima sequenza del film è ripreso mentre ansima per strada, si coglie la consapevolezza di un peso impossibile da portare che in qualche modo, però, si cerca di sostenere. Fabian attraversa case di piacere, uffici, circoli intellettuali, salotti buoni e bassifondi sempre cercando un distacco orgoglioso ed evidentemente colpevole. Tocca soprattutto allo stile scelto dal regista Dominik Graf mettere a nudo le illusioni del protagonista e trasmettere le intemperie di una nazione sull'orlo del baratro. Girato con una camera mobile e nervosa, illuminato da una fotografia a bassa definizione, che con la sua asprezza sottolinea l'atemporalità della ricostruzione storica, il film ha la foga di un'opera delle Nouvelle Vague o più ancora degli albori della rivoluzione digitale. Graf non cerca dunque l'eleganza della Berlino d'epoca, ma al contrario la tensione di una metropoli al centro del mondo e pronta a fare un salto nel buio.
La chiave del film è dunque la sua stessa trasparenza: non solo il citato parallelismo tra passato e presente, ma anche i passaggi simbolici della trama (a cominciare da quello in cui Fabian lascia che Cornelia si avvicini all'avvocato che la conquisterà durante la visita della madre) e soprattutto l'evidenza di uno stile che cerca il contrasto tra leggerezza e letterarietà, voce narrante d'origine romanzesca e montaggio frenetico, filmati d'archivio e ricostruzioni sommarie. Più che il monito sull'eterno ritorno del passato, alla base della riflessione di Graf e del suo sceneggiatore Constantin Lieb c'è dunque l'incapacità di scorgere l'evidenza della storia, i suoi rapporti di forza e le sue derive. Nel caso di Fabian - Going to the Dogs, come già nel romanzo originale (da recuperare, come una delle letture più profonde sull'ascesa del nazismo), c'è soprattutto la coesistenza colpevole fra un'alta borghesia che spera nella definitiva affermazione attraverso il nuovo regime e una società di massa - composta da tanti individui anche onesti come Jabob Fabian - incapace di stare nel proprio tempo. O forse, al contrario, così disposta ad accoglierlo, il proprio tempo, da finirci annegata, mentre alle sue spalle il male avanza...
Graf è un cineasta tedesco molto segreto. La sua attività, soprattutto televisiva, è nota solo a pochi appassionati ed esperti. Fabian, presentato a Berlino, è probabilmente la sua opera più generosa e radicale. Tratto dal romanzo di Erich Kästner del 1931, il film segue le vicende di un reduce della Prima Guerra Mondiale. A dispetto dell'ambientazione storica, il regista non segue in quasi nulla i [...] Vai alla recensione »
Presentato in concorso al Festival di Berlino nel 2021, Fabian: Going to the Dogs è uno dei quei lavori che difficilmente possono trovare il successo in sala, risentendo paradossalmente dell'atmosfera festivaliera e del clamore critico che di solito tende ad allontanare le case di distribuzione (soprattutto in Italia). In questo caso, però, le cose sono andate diversamente e grazie all'impegno di PFA [...] Vai alla recensione »
Quando si riflette sulla Storia, di qualsivoglia epoca, si tende a considerare i fatti piuttosto che soffermarsi ed empatrzzare con le conseguenze che questi hanno avuto su chi li ha vissuti, o meglio, subiti. Il cinema, inteso come mezzo esplicativo, ha spesso cercato di mettere in atto una sorta di rovesciamento gerarchico dell'assioma causa-effetto, dedicandosi ad esplorare le ripercussioni implicite [...] Vai alla recensione »
Tutto accade in un arco temporale ristretto, un frammento del 1931, anno in cui è ambientato Fabian - Going to the Dogs (da giovedì scorso in sala dopo essere stato in concorso al festival di Berlino del 2021), il nuovo lungometraggio del settantenne regista tedesco Dominik Graf. Un periodo preciso, quello che vede l'inizio dell'ascesa del nazismo in Germania, viene portato in primo piano da un film [...] Vai alla recensione »
Con l'ultimo film di Dominik Graf Fabian - Going to the Dogs, già presentato alla Berlinale 2021, il cinema tedesco contemporaneo mette il dito ancora una volta nella piaga della storia del paese, in particolare in quella della sua parentesi più tragica. Lo fa, stavolta, in forma di melodramma, attraverso la vicenda di un amore che ha per sfondo la Berlino del 1931; quella che, preda della crisi economica, [...] Vai alla recensione »
Due serie nate per la televisione, la storica versione per immagini di Berlin Alexanderplatz firmata da Rainer Werner Fassbinder partendo dal romanzo di Alfred Doblin, a il recente successo di Babylon Berlin, tre stagioni di racconto poliziesco sullo sfondo dell'ascesa del nazismo in Germania, hanno confermato la straordinaria forza narrativa ed evocativa del periodo della repubblica di Weimar, i Ruggenti [...] Vai alla recensione »
Berlino, 1931. Jakob (Tom Schilling), rimasto senza lavoro, passa il tempo tra bordelli e locali con il ricco amico Labude. Una sera conosce Cornelia (Saskia Rosendahl) e tra i due il colpo di fulmine è inevitabile. Felicità a tempo. Lei vuole diventare attrice e cede al suo produttore. In città, intanto, ascende il nazionalsocialismo. Due attori in stato di grazia che rappresentano al meglio la caduta [...] Vai alla recensione »
Ultimi bagliori del crepuscolo della Repubblica di Weimar. È il 1931 ed Erik Kastner pubblica il suo romanzo Fabian. Going To The Dogs che è lo specchio fedele di una società che si sta dissolvendo per lasciare spazio alla follia del nazismo. Dominik Graf affronta il tema del libro partendo dalle vicende di Jakob Fabian (Tom Schilling), un reduce della Prima Guerra Mondiale con un disturbo da stress [...] Vai alla recensione »
I primi brividi arrivano dopo pochi secondi. Metropolitana, oggi. Saliamo, con un unico movimento di macchina senza stacchi, e andiamo indietro di più di 90 anni, nell'eponimo, grande romanzo di Erich Kästner (1931), con un sinistro passante che grida al protagonista l'arrivo, imminente, di un'altra grande guerra. Più ci caliamo nella Berlino degli anni di Weimar grazie alla scenograficamente accuratissima, [...] Vai alla recensione »
fabian **/* Al più tardi a partire dal successo della serie Babylon Berlin il periodo della repubblica di Weimar, i ruggenti Anni Venti, è tornato ad essere quello che è sempre stato ovvero un periodo capace, come pochi altri, di produrre nella cultura europea del Novecento un'autentica mitologia, neanche la Parigi del '68 e la Roma della "Dolce Vita" hanno saputo dar vita a una costellazione così [...] Vai alla recensione »
Il punto di fuga è la Germania di oggi - ma potremmo anche dire l'Europa... È evidente da come Dominik Graf apre Fabian - Going to the Dogs, il film che ha tratto dal romanzo del 1931 di Erich Kästner, presentato in Concorso nei giorni scorsi alla Berlinale 71: tra i pochi non visibili sul sito della Berlinale, singolare destino di sottrazione e oscuramento per un'opera basata su un libro che quando [...] Vai alla recensione »