Matteo Galli
Close-Up
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Al più tardi a partire dal successo della serie Babylon Berlin il periodo della repubblica di Weimar, i ruggenti Anni Venti, è tornato ad essere quello che è sempre stato ovvero un periodo capace, come pochi altri, di produrre nella cultura europea del Novecento un'autentica mitologia, neanche la Parigi del '68 e la Roma della "Dolce Vita" hanno saputo dar vita a una costellazione così compatta di stili, miti, figure tipologiche come la Berlino degli anni '20. Proviamo ad elencarne alcune pescando a caso: la ridefinizione dei ruoli di genere e più in generale una profonda ambiguità sessuale, la cultura del cabaret, del divertimento, dell'eccesso (alcool, droga) la centralità dei media (cinema, teatro, radio, manifesti pubblicitari, i giornali, il collage, la musica jazz, spesso con una produttiva e innovativa interpolazione dei vari media), lo sport, nel quadro di una più generale attenzione al corpo, per la prima volta visto come movimento di massa che rientra a tutti gli effetti fra gli svaghi con cui una nuova generazione di impiegati e di impiegate trascorre il proprio libero, quegli impiegati e soprattutto impiegate, studiati in tempo reale dai sociologi del tempo (Siegfried Kracauer avanti a tutti) che raggiungono una nuova consapevolezza identitaria, la cosiddetta "neue Frau", e poi ovviamente la moda, il design d'interni (chi non ricorda gli interni dei film di Fritz Lang, o di Georg Wilhelm Pabst), vabbè potremo andare avanti all'infinito. [...]
di Matteo Galli, articolo completo (9742 caratteri spazi inclusi) su Close-Up 30 agosto 2021