La storia del fumettista italiano Hugo Pratt nei suoi anni in Argentina. Espandi ▽
Figlio di un militare di carriera, il disegnatore Ugo Eugenio Prat (1927-1995), più noto come Hugo Pratt, cresce tra Venezia e l’Etiopia. Esordisce nel disegno alla fine della Seconda guerra e dopo il ritorno in Italia, su invito dell’editore Cesare Civita, approda nel 1949 a Buenos Aires, in pieno peronismo.
Sceneggiato dal regista Stefano Knuckel e dallo scrittore Marco Steiner, collaboratore di Pratt nell’ultima fase produttiva, Hugo in Argentina è la seconda parte di un’ideale trilogia aperta da Hugo en Afrique. Affascinato fin da ragazzino dalla figura di Corto Maltese, marinaio apolide e disincantato, il personaggio prattiano più conosciuto e sorta di alter ego di Pratt, Knuckel indaga il suo oggetto d’amore con un film lirico, amoroso e documentatissimo, immersione multiforme nella sensibilità di un anarchico puro, affidandosi ad archivi storici e a testimonianze dirette e indirette. Un ritratto parziale e raffinato, non convenzionale, di un vero anarchico. Un irrequieto, affabulatore, seduttore, assetato di vita.