Le ultime 24 ore

Travis Conrad è un agente speciale di Red Mountain, organizzazione paramilitare che conduce operazioni estreme al servizio del governo americano, ma si è ritirato dopo aver perso moglie e figlio. L'amico Jim Morrow riesce a convincerlo a tornare in azione: deve uccidere Lin, un'agente dell'Interpol. Travis esita e Lin gli spara per prima. Ma la Red Mountain riesce a riportare Travis in vita per altre 24 ore, durante le quali sarà versato molto sangue.

Il soggetto di Le ultime 24 ore grida la propria natura derivativa ad ogni passo.

Prendendo in prestito l'uccisione seriale e pirotecnica da John Wick, il ticchettio del tempo che scorre da Crank e il conto alla rovescia da polso di In Time, Brian Smrz riserva l'unica traccia di anomalia e originalità al casting. In primis per l'utilizzo di una sparring partner cinese e relativamente glamour, agevolato dalla natura del film, coproduzione tra Sud Africa e Hong Kong. Ma soprattutto perché a vestire i panni della macchina ammazzacattivi non è Keanu Reeves o Jason Statham, bensì Ethan Hawke, l'alter ego di Richard Linklater e beniamino del cinema indie.

Trattandosi di Hawke, il killer deve almeno recare con sé un'ombra di rimorso o una giustificazione plausibile per arrivare a commettere una strage. Ecco quindi il movente - la morte di moglie e figlio - e il fine - salvare un bambino rapito e svelare la natura criminale dell'organizzazione che lo ha tradito. Con tanto di scenografiche allucinazioni da premorte, grazie a cui Hawke vede suo figlio Adam che lo invita nell'aldilà, mentre il costante rumore di spari in sottofondo almeno per qualche istante si affievolisce.

Cambiano le ambientazioni, dai vari gradi di fascino esotico, mentre la trama si avvia stancamente verso l'unico finale possibile, senza un'ombra di sorpresa. Dopo l'interminabile sparatoria finale, girata con scarsa fantasia visiva da Smrz, resta - nonostante gli sforzi di Hawke - la sensazione di un action convenzionale, che non vanta un solo elemento tale da permettergli di brillare rispetto alla concorrenza interna al genere. L'epilogo apre allo spiraglio di un sequel, ma è difficile credere che ne verrà mai girato uno. 