Titolo originale | War for the Planet of the Apes |
Anno | 2017 |
Genere | Fantascienza, Azione, |
Produzione | USA |
Durata | 140 minuti |
Regia di | Matt Reeves |
Attori | Gabriel Chavarria, Woody Harrelson, Andy Serkis, Steve Zahn, Judy Greer, Sara Canning Max Lloyd-Jones, Terry Notary, Aleks Paunovic, Alessandro Juliani, Amiah Miller, Chad Rook, Karin Konoval, Timothy Webber, Mercedes de la Zerda, Michael Adamthwaite, James Pizzinato. |
Uscita | giovedì 13 luglio 2017 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | 20th Century Fox Italia |
MYmonetro | 3,21 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 9 febbraio 2018
In una guerra infinita tra uomini e scimmie c'è chi continua a combattere per la libertà, per la famiglia, per il pianeta. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a BAFTA, 2 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, In Italia al Box Office The War - Il pianeta delle scimmie ha incassato 3,7 milioni di euro .
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Nonostante la morte di Koba, la guerra scatenata da questi tra le scimmie e gli umani procede senza sosta. I soldati americani, guidati dal Colonnello, vogliono catturare Cesare, geniale condottiero dei primati super-intelligenti, e ristabilire il primato della razza umana.
Era inevitabile che la conclusione della trilogia di Cesare, prequel del capitolo originario della saga de Il pianeta delle scimmie, si accompagnasse a battaglie, esplosioni e spargimenti di sangue.
Quel che forse era meno lecito attendersi è la rivendicazione di una natura smaccatamente postmoderna, che va ben oltre i riferimenti da B movie di Kong: Skull Island o il post-tutto che porta Quentin Tarantino a riscrivere la storia. Matt Reeves, regista (non-)autore del cinema contemporaneo, risolve il problema di un modello ingombrante scrivendo, letteralmente, sui muri il proprio debito. L'"Ape-ocalypse Now" graffito nel tunnel, sotto il campo di prigionia, vanta pochi precedenti in termini di citazionismo palese, non fossero bastati i monologhi di un Woody Harrelson più kurtziano del colonnello Kurtz. E con lui il western, il prison movie, Sturges, i classici di Renoir (La regola del gioco e La grande illusione): tutti trovano spazio in un affresco ambizioso che molto accumula ma poco rielabora, in linea con la tendenza al sincretismo e la condanna alla superficialità dei franchise contemporanei.
Ma rispetto a questi ultimi The War vanta almeno una caratteristica tale da renderlo unico: lo straordinario lavoro compiuto su Cesare da Andy Serkis, Lon Chaney del terzo millennio, rappresenta un mutamento storico del linguaggio cinematografico e del ruolo dell'attore. Se si possono imputare dei passaggi a vuoto, specie nel terzo segmento ambientato nello pseudo-gulag gestito dal Colonnello, il problema non è mai rappresentato dalla credibilità dei protagonisti scimmieschi. Molti i primi piani e gli scambi, anche muti, tra i personaggi di Cesare, Maurice e Rocket che reggono buona parte del film sulle proprie spalle. Tra le molte letture possibili - il relativismo filosofico, che garantisce la visione della vicenda da ogni punto di vista e porta a comprendere anche le ragioni del villain - vi è quella della segregazione razziale.
Notevole in questo senso l'introduzione di Bad Ape, lo "zio Tom" del gruppo di primati: un ex scimpanzé dello zoo, talmente abituato alla cattività sotto gli umani da accettare come nome un insulto. Un personaggio quasi slapstick nelle sue goffe movenze che ancora una volta rimanda alle origini del cinematografo e all'utilizzo in chiave circense di animali come Bad Ape, obbligato qui a convivere con una nuova ed emancipata generazione di primati.
Una prova di audacia insolita per il cinema mainstream americano, concentrata più sugli aspetti strutturali e tecnologici che su quelli strettamente narrativi e di sceneggiatura.
Dopo un primo capitolo che sembrava un film di prigionia e un secondo modellato sul cinema di guerra, ora sembra esserci il western a fare da base per The War - Il pianeta delle scimmie, terzo film della serie che allarga la mitologia dell'originale con Charlton Heston (a sua volta capace di generare un felice filone di seguiti). Le scimmie sono organizzate intorno a Cesare e in guerra con gli uomini, i quali appaiono in grande difficoltà, sono in minoranza e stanno perdendo. Il colpo finale (e quindi la pace auspicata) potrebbe arrivare eliminando uno tra loro, rifugiatosi in un ultimo fortino. Come fosse Kurtz di Apocalypse Now!.
Il western a fare da base al terzo film della serie de Il pianeta delle scimmie
Quattro scimmie, a cui si unirà una bambina umana muta e poi una quinta scimmia che non conoscevano e che loro stessi sono molto stupiti di scoprire che è anch'essa intelligente come loro, vagano a cavallo per lande innevate alla ricerca di quest'ultimo fortino. Troveranno molto di più di quello che cercano.
Se il mondo della serie era limitato a San Francisco e alla foresta lì vicino, la trincea in cui avevamo visto scontrarsi gli uomini e la forma di vita evoluta che minaccia di rimpiazzarli, ora tutto si amplia e vediamo cosa è accaduto al resto del pianeta.
È lo stesso Matt Reeves ad introdurre le due clip per un totale di una ventina di minuti che abbiamo potuto vedere in anteprima. Materiale non finito, con effetti speciali ancora provvisori (significa che le scimmie in alcune inquadrature sembravano brutti cartoni animati e in altre ancora non erano state nemmeno inserite, c'erano solo gli attori che gli prestano i movimenti) ma definitivo in tutto il resto, è stato sufficiente a capire alcune cose di questo terzo capitolo della serie.
La prima è che come nel precedente Matt Reeves continua ad inserire la complessità nelle scimmie e non tra gli uomini. Gli umani sono figurine nette e definite, sono i cattivi oppure i buonissimi, sono angeli o demoni, sono lì per fare da spalla, generare reazioni o mettere in difficoltà i veri protagonisti: le scimmie. Sotto il riflettore ci sono i personaggi digitali che si muovono con i movimenti di veri attori e hanno le espressioni che hanno loro, solo mascherate da un volto animalesco realizzato al computer. La seconda è che Woody Harrelson fa Woody Harrelson. È lui il comandante dell'ultimo assembramento umano, una specie di Kurtz con il volto pieno di trucco mimetico, che si rade la testa pelata mentre guarda avanti a sé spietato. Un personaggio pienamente sopra le righe per un attore che ha dimostrato in tutta la carriera di trionfare proprio lì, di saper lavorare benissimo sul tratto grosso ed esagerato. La terza è che molto più del precedente stavolta c'è un tono autunnale da fine della mitologia, cavalli che marciano stanchi, colpi di fucile sparati a sorpresa e morti che pesano come macigni. Dopo una prima scena in cui una pattuglia umana tenta l'assalto a Cesare (capo delle scimmie), finendo malamente massacrata dall'arrivo dell'esercito dei primati, la seconda più desolata e solitaria, che vede la compagnia a cavallo solcare luoghi deserti, spiagge invernali al tramonto o piccoli villaggi innevati in cui sembra non esserci nessuno, dà la misura di un mondo post-apocalittico. Come lo stesso regista, nel presentare le clip, ha avuto modo di ricordare, la saga si sta avvicinando al film originale, cioè sta andando verso la creazione di un mondo di relitti umani in cui le scimmie dominano e qualche esemplare degli uomini è tenuto in gabbia come animali, in cui le vestigia del mondo che è stato sono relegate in una zona in cui nessuno si avventura e ogni segno della presenza umana è cancellato.
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La trilogia reboot iniziata con “L’alba del pianeta delle scimmie” e proseguita con “Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie”, si conclude ora con questo “The War”, diretto come il precedente da Matt Reeves, con coerenza di stile, contenuti, registro e atmosfere, in pieno rispetto filologico e emotivo, portando al cupo, maturo, atto finale lo scontro inevitabile tra esseri umani e scimmie geneticamente [...] Vai alla recensione »
Ottima conclusione di una trilogia in crescendo, The War – Il pianeta delle scimmie è un caso più unico che raro di 3° capitolo più che riuscito: si pone tranquillamente tra i primi tre per qualità nella lunga serie di film sulle scimmie iniziata nel lontano 1968 con il film di Schaffner. Reeves, che ritorna per la seconda volta al timone, costruisce un film [...] Vai alla recensione »
Film veramente molto riuscito in ogni suo aspetto, grandissima ancora una volta l'interpretazione di Andy Serkis ormai in stato di grazia. Molto bravo anche un potente Woody Harrelson nel ruolo del duro comandante. Non sono da meno però anche gli altri attori. Colonna sonora strumento fondamentale nella riuscita del film insieme ad una intensa regia di Matt Reeves, bravo regista anche del secondo film. [...] Vai alla recensione »
Terzo capitolo della trilogia prequel de "Il pianeta delle scimme" (classico del 1968, che ancora devo vedere), torna Andy Serkis nel ruolo di Cesare e alla regia ritroviamo Matt Reeves, già regista del secondo. Rispetto a quest'ultimo si cerca di scavare più affondo sui sentimenti delle scimme ma anche degli umani, gli ultimi rimasti, e lo si fa in maniera [...] Vai alla recensione »
Ho visto molte recensioni positive e siccome sono un appassionato del genere fantascienza ho deciso di andarci per il mio completanno (53). La storia e' abbastanza nota e non ha senso che la ripeta: mi limito a qualche impressione e annotazione. I costumi sono molto realistici, tanto che forse si tende ad indulgere troppo su questo aspetto diciamo esteriore.
Omaggio esplicito ad “Apocalypse Now” (1979) del grande maestro Francis Ford Coppola, “War for the Planet of the Apes”, scritto dai bravissimi Mark Bomback, Matt Reeves e Pierre Boulle, è certamente un film bellissimo da più punti di vista. Non solo per i cinefili amanti dei generi fantasy, action, war, ma per tutti i veri appassionati di settima arte [...] Vai alla recensione »
“The war. Il pianeta delle scimmie” (War for the Planet of the Apes, 2017) è il quinto lungometraggio del regista-sceneggiatore statunitense Matt Reeves. Al nono film della serie (inizio nel 1968 con il primo ‘Il pianeta delle scimmie’ di Franklin Schaffner e l’immagine icona di Charlton Heston) [...] Vai alla recensione »
Con The War – Il pianeta delle scimmie, il regista Matt Reeves porta a conclusione una trilogia che ha emozionato gran parte di pubblico e critica sin dal capitolo d’apertura, guidato nel 2011 da un egregio Rupert Wyatt. Reeves, sulla falsa riga del secondo episodio sempre condotto da lui, assegna primaria importanza alla drammaticità e all’introspezione dei personaggi, soprattutto [...] Vai alla recensione »
Scritta sull'elmetto di un umano. Più gentile di quella accanto (Monkey Killer). Souvenir del Vietnam. La prima anche titolo di una commedia del 1951. Passata in Italia come Bonzo la scimmia sapiente. Attore principale, Ronald Reagan. Utilizzata nei decenni successivi per varie canzonature più o meno scorrette. Matt Reeves fa cinema così.
il film non lo si puo paragonare ella trilogia di Heston della quale solo il primo lo ritengo buono mentre gli altri due sono di tono minore...il primo film di heston gioca un racconto che sta in piedi grazie a un soggetto molto originale oltre alla ottima recita di Heston ...dove un astronauta viene dal passato e trova un futuro molto amaro...pura fantascienza.
Il film War for the Planet of the Apes è il terzo della serie reboot iniziata nel 2011. La prima e fortunata serie risale al 1968. Un film è quasi più psicologico che di azione, un po’ eccessivamente claustrofobico. The war – il pianeta delle scimmie trae spunto da una serie di citazioni filmiche: il cattivissimo Colonnello interpretato da Woody Harrelson è [...] Vai alla recensione »
Si è vero,ci aspettavamo di più da questo terzo capitolo,sulla base del titolo,la promessa era quella di una storia tattica e adrenalinica;Il film,pur mantenendo alto il livello scenografico tanto realista per l'argomento e le scene,resta saldo per tutto il tempo ad uno stampo troppo sentimentalista,con scene spicciole e una trama sinceramente debole e scontata,il cattivo Nerone con [...] Vai alla recensione »
La domanda sembra un assurdo, ma si sa, quando si ripercorrono filoni di successo la tentazione di creare un nuovo sequel o prequel spesso prende il sopravvento.Nell'insieme il film e' godibile e ben fatto. Forse in alcuni tratti troppo "melenso"Ma comunque un degnissimo terzo episodio.D'altronde amo questa serie.
Matt Reeves chiude con i fuochi d'artificio la trilogia dedicata alla nascita de Il Pianeta delle scimmie. Il regista si concede qualche minuto in più, nonché la presa in prestito di alcune citazioni cinematografiche. Su tutte, i riferimenti ad Apocalypse Now. Il tenente ormai impazzito, che vuole uccidere sia scimmie che soldati che vogliono ostacolarlo, somiglia non poco a quel colonnello Kurz visto [...] Vai alla recensione »
Film che induce lo spettatore a filosofie Fantozziane.... Dopo 40 minuti sono uscito perchè non sopportavo piu la pellicola, che dell'originale film storico con Chaltron Heston ha in comune soltanto le scimmie... mi ha ricordato quando da ragazzino andavo al cinema in quei pomeriggi d'estate a vedere i film western con Tomas Milian che erano di una bruttezza assoluta.
Cinema all'aperto, serata caldissima, ringraziando polifemo un'estate di fine agosto che sembra i primi di luglio, tipo estate 2003, si boccheggia tra ventagli e gelati, sedie di plastica leggermente scomode cui si fatica ha trovare una posizione decente, neppure un filo d'aria, e non mancano le zanzare, nonostante tutto un bellissimo clima di festa.
C'è molto Joseph Conrad in questo The War - il pianeta delle scimmie, ma c'è anche molto Coppola e i richiami alla celebre pellicola che trasportava "Cuore di tenebra" nelle giungle del Vietnam sono numerosi e frequenti. Quello più evidente e diretto è certamente il personaggio del colonnello interpretato da Woody Harrelson, palesemente ricalcato sul Kurtz di Marlon Brando, del quale eredita la fisicità, le movenze e soprattutto la lucidissima pazzia, ma non l'ambiguità enigmatica che impediva di etichettarlo come un puro e semplice antagonista e che invitava lo spettatore a un'analisi più approfondita delle ragioni del folle militare. Qui infatti, probabilmente per ragioni di fruibilità, la malvagità del colonnello concede poco spazio ai dubbi. Se tuttavia il contesto bellico del libro di Conrad (e del film di Coppola) rimaneva una semplice ambientazione in cui inscenare una vicenda esistenziale dai toni socio-politici, nella pellicola in questione la guerra è invece viva e presente e costituisce quindi, come già il titolo dichiara, il vero centro delle vicende. Matt Reeves inscena e dirige dunque con grande abilità tecnica un war-movie capace persino di far dimenticare la componente fantascientifica, tanto risultano umanizzati i primati protagonisti (non solo grazie all'ottima motion-capture abile nel dare grande espressività alle intelligenti scimmie, ma anche per merito di una sceneggiatura che non dimentica di stratificare la caratterizzazione dei personaggi).
La battaglia tra uomini e scimmie che si presagiva già nel primo capitolo della saga e che era andata intensificandosi nel secondo, scoppia qui in tutta la sua potenza, senza tuttavia cadere nel manicheismo dei buoni e dei cattivi, fatta eccezione appunto per il manipolo di combattenti capitanati da Harrelson, che tuttavia non rappresentano l'intero fronte degli uomini, ma solo una piccola e isolata cellula.
E tuttavia la guerra non si svolge soltanto nel campo di battaglia, ma anche nell'interiorità del condottiero Cesare: è una guerra con sé stessi, uno scontro tra un sentimento oggettivo di giustizia e un personale desiderio di vendetta; tra l'aspirazione a leader imparziale e ragionevole e il risentimento sempre pronto a fare irruzione nell'anima. Lo spettro di Koba (la scimmia traditrice che nel secondo capitolo aveva dato inizio alla guerra con gli umani) tormenta i sogni del protagonista: anche lui è messo di fronte al rancore e all'odio, ma per il bene del suo popolo deve mettere da parte i conflitti del proprio sé. Anche questo elemento avvicina il film al romanzo dello scrittore polacco, il cui protagonista combatte una guerra interiore tra la necessità di portare a termine un comando imposto dall'alto e la volontà di conoscere e venire a più intimo contatto col nemico. Certo, alcune tematiche sono molto diverse, ma è uguale lo schema con cui vengono costruite. Questo parallelismo tuttavia non toglie una propria indipendenza alla pellicola, la cui statura, all'interno dell'ambiente dei blockbuster, risulta essere notevole.
I franchise sono sempre più all'altezza dei palati esigenti dei cultori. Prendiamo The War - Il pianeta delle scimmie, ultimo capitolo di una trilogia prequel che - se può essere considerata meno carismatica del primo, epocale Il pianeta delle scimmie - dal punto di vista della serie supera di gran lunga i sequel degli anni Settanta. In questo ultimo film, Matt Reeves e gli altri sceneggiatori si sono preoccupati di saldare questo universo a quello rappresentato nel capostipite del 1967, facendo tornare (quasi) tutto, dal mutismo degli uomini ai personaggi di Cornelius e Nova.
Certamente non è solo lo sforzo di diventare "universe" o l'attenzione verso la timeline originaria a costituire il principale merito della saga e in particolare di questo terzo, riuscito capitolo. Anzitutto, la scelta radicale di sposare integralmente, e definitivamente, il punto di vista narrativo delle scimmie, non va considerata un'opzione qualsiasi. Lo sguardo è tutto, specie in prodotti di massa dove si pensa ingenuamente che il fattore produttivo sia preponderante rispetto a quello narrativo - se così fosse, il cinema non sarebbe più un'impresa creativa ad alto rischio.
Ancora una volta, poi, il cinema contemporaneo va alla ricerca di catastrofi e palingenesi per cercare uno spiraglio a un presente ansiogeno, e a un globalismo che sembra aver distrutto ogni altrove. Le apocalissi nel cinema di oggi non devono essere per forza considerate un dato negativo, o pessimistico. Anzi, in molti casi nascondono un desiderio di rinascita e di utopia che, nel dibattito degli ultimi anni, sono del tutto assenti dalle speranze collettive.
Parliamo di apocalisse non a caso, visto che in una delle inquadrature più sorprendenti del film, il muro di un sotterraneo reca una scritta con lo spray dove si legge "Ape-calypse now", un gioco di parole tra la scimmia (ape, in inglese) e Apocalypse Now. Non solo: la scritta è graficamente identica a quella, riconoscibilissima, delle locandine e dei titoli di testa del capolavoro di Francis Ford Coppola. Quindi, dal punto di vista del racconto, ci stanno dicendo che The War - Il pianeta delle scimmie si svolge nel nostro universo, un mondo nel quale le persone hanno visto Apocalypse Now. A questo punto, il personaggio del Colonnello (interpretato dal sempre affidabile Woody Harrelson) non è semplicemente una citazione del Kurtz di Marlon Brando, ma va considerato un protagonista che sceglie a bella posta di comportarsi come la celebre icona del cinema.
Terzo capitolo della rinata saga delle scimmie iniziata nel 2011 con L'alba del pianeta delle scimmie diretto da Rupert Wyatt vede ancora una volta Matt Reeves alle prese con le vicende di Cesare, Maurice e gli altri primati dopo Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie. Matt Reeves, regista del non dimenticato Cloverfield, non aveva convinto tutti con il suo precedente film.
Non ho iniziato io questa guerra». È vero. Lo scimpanzé Cesare era solo un cucciolo prodigio svezzato da scienziato progressista ne L'alba de il pianeta delle scimmie (2011). Poi aveva iniziato a essere leader in Apes Revolution (2014), litigando con la scimmia bonobo Koba, più aggressivo circa la guerra da muovere contro il genere umano in un Terra contagiata da un virus così potente da indebolire [...] Vai alla recensione »
Dopo che esperimento andato male ha infettato e ucciso milioni di persone consentendo alle scimmie di sviluppare un'intelligenza umana, i sopravvissuti, al seguito del feroce Colonnello, e i primati, guidati dal carismatico Cesare, sono allo scontro finale. A dispetto del titolo, l'ultimo capitolo della trilogia prequel del film del 1968, The War - Il pianeta delle scimmie diretto da Matt Reeves, più [...] Vai alla recensione »
Da tempi immemori, e ben prima della diffusione del Darwinismo, l'uomo aveva intuito il suo rapporto di contiguità con la scimmia: volta a volta considerata specchio deformante, incarnazione di istinti primordiali, essere diabolico, simbolo alchemico di trasmutazione. Non c'è quindi da stupirsi del successo di Il Pianeta delle scimmie (1963) di Pierre Boulle, fantascientifico che gioca questo tema [...] Vai alla recensione »
Cesare non deve morire. E non morirà, a prescindere da quanto accadrà nell'ultimo (forse) capitolo della (finora) trilogia de Il pianeta delle scimmie, new edition. Troppo profondo è il livello di coscienza sviluppato dal primate evoluto perché di lui si possano perdere le tracce a causa di una guerra, vile e volgare, decisa e manovrata da un Colonnello pazzo e criminale, non casualmente umano.
Tra tutti i reboot, termine utilizzato per indicare il riavvio di una saga cinematografica, quello de Il pianeta delle scimmie è, senza dubbio, uno dei migliori. Fin dal primo L'alba del pianeta delle scimmie, così come nel precedente Apes Revolution, ci si è trovati di fronte a un prodotto che sapeva unire gli stilemi tipici del blockbuster a una arguta analisi, politica e non solo, su una umanità [...] Vai alla recensione »
È sano di mente chi concepisce di riunire in un solo film il western classico e il Vietnam di Coppola, la Bibbia e il muro di Donald Trump? Forse no, ma va benissimo se il risultato è The war-Il pianeta delle scimmie, nono episodio del media-franchise tratto dal romanzo di Pierre Boulle nonché il miglior blockbuster di questa stagione (peccato solo che da noi arrivi domani, nel periodo dell'anno in [...] Vai alla recensione »