Titolo originale | The Purge |
Anno | 2018 |
Genere | Azione |
Produzione | USA |
Durata | 60 minuti |
Regia di | Anthony Hemingway, Nina Lopez-Corrado, Michael Nankin, Julius Ramsay, David Von Ancken, Tara Nicole Weyr, Ernest R. Dickerson, Tim Andrew, Clark Johnson, Darren Grant |
Attori | Gabriel Chavarria, Jessica Garza, Hannah Emily Anderson, Colin Woodell, Reed Diamond Lili Simmons, Paulina Gálvez, Alison King, Amanda Warren, Andrea Frankle, Lee Tergesen, Derek Luke, Max Martini, Paola Núñez, Joel Allen, Rochelle Aytes, Charlotte Schweiger, Chelle Ramos, Jaren Mitchell, Jonathan Medina, Denzel Whitaker, Dominic Fumusa, Danika Yarosh. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 23 dicembre 2019
Una volta all'anno, tutti i reati, compreso l'omicidio,sono legali negli Stati Uniti per un periodo di 12 ore.
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CONSIGLIATO N.D.
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Un gruppo di persone si spinge oltre i limiti della propria moralità per riuscire a sopravvivere alle 12 ore in cui, per concessione del governo, tutti i reati diventano legali, omicidio compreso.
Una seconda stagione più ragionata e intelligente che esplora storie molto diverse da quelle viste finora al cinema
Recensione
di Andrea Fornasiero
Durante l'annuale "notte del giudizio", il Purge, il dottor Marcus Moore viene assalito da un assassino ingaggiato per ucciderlo; la banda di Ryan Grant è nel bel mezzo di una rapina, ma un suo uomo non riesce a uscire dal luogo del delitto prima che suoni la sirena, che segna la fine del periodo di legalità sospesa; Esme Carmona è addetta alle telecamere di sorveglianza ed è proprio lei a incastrare il compare di Ryan; Ben Gardiner è un ragazzo che non vuole uscire durante il Purge ma si lascia convincere da un amico, che però lo abbandona quando finisce in pericolo. Le conseguenze psicologiche su Ben saranno molto pesanti, così come la paranoia di Marcus, la sete di rivalsa di Ryan e quella di giustizia di Esme, che scopre come i Nuovi Padri Fondatori d'America, gli NFFA, stiano insabbiando indagini sui crimini che avvengono fuori dalla notte del Purge.
Torna congegnata in modo molto più intelligente la versione televisiva della serie cinematografica The Purge, che in questa seconda stagione trova modo di gettare luce su storie molto diverse da quelle viste finora al cinema.
Se la prima stagione, pur vantando la partecipazione alla scrittura dell'autore originale James De Monaco, aggiungeva poco e rimaneva confinata all'ennesima "notte del giudizio", questa volta si racconta invece cosa succede durante il resto dell'anno. Si assiste così al funzionamento di questo sistema distopico nei 364 giorni in teoria pacificati dalla notte di sfogo.
Vediamo quanto grottesca può essere la giustizia, come la corruzioni dilaghi anche sotto il regime di ferro degli NFFA e soprattutto quanto le conseguenze del Purge siano psicologicamente devastanti. Del resto se la messa in scena cinematografica di mattanze come quelle di questi film è catartica per le nostre paure, viverle davvero sarebbe sicuramente traumatizzante. La violenza genera violenza, dice la serie, e il messaggio arriva in un momento molto attuale visti i mass shooting, le stragi compiute da un pazzo armato, che in America non accennano a diminuire. Si parla in filigrana di fake news e del controllo delle armi, confermando il senso profondamente politico di questa serie.
Il cast ha facce da caratterista e da B-Movie, adatte al taglio della vicenda, inoltre regala un cameo di Ethan Hawke, protagonista del film che ha dato il via alla serie cinematografica. La cosa migliore però sono i prologhi, che con tono di satira sociale mettono in scena episodi da questo futuro come la prima lettura del messaggio della notte del Purge o la costruzione del sistema di sorveglianza. I più ficcanti sono la riunione di aziendale di una società che produce maschere per il massacro - e per esempio si preoccupa di non tagliare fuori la clientela LGBT+ - e un talk show dove gli ospiti si sentono tanto popolari quante più minacce di morte ricevono: dire che si vuole uccidere qualcuno nella notte del Purge è l'equivalente di essere un suo follower.
Non mancano nemmeno le questioni di divisione sociale basate sul senso e sull'etnia, anche se questa volta sono più implicite che gridate. Non ci sono insomma tirate retoriche su questi argomenti, ma basta avere gli occhi aperti per vederle in modo evidente. Per esempio il dottor Marcus è un nero in un quartiere ricco, dove non sono tutti bianchi ma quasi, e quindi non è così strano che veda nemici intorno a sé. La sorvegliante che cerca la verità sui NFFA è latino americana, un'immigrata destinata a una presa di coscienza davvero eroica. Il ragazzo che invece manifesta propensione alla violenza quasi da serial killer è, ovviamente, bianco, cosa comunque compensata dal ladro ex poliziotto bianco a sua volta ma pure nobile, con un ferreo codice d'onore.
I dialoghi continuano a non essere il massimo e gli episodi centrali sembrano a volte girare un po' a vuoto, ma il finale ripaga della pazienza riannodando i fili della varie trame e concludendo su un messaggio di resistenza. Visti gli ascolti molto più bassi di quelli della prima stagione non pare molto probabile che The Purge sia confermata per una terza annata e forse è giusto così, almeno la serie ha trovato il suo senso e chiuso in modo decoroso.
La serie sulla notte del giudizio
Overview di Andrea Fornasiero
Manca poco più di un'ora alla prossima "notte del giudizio" quella dei film The Purge in cui la giustizia è sospesa e tutti i crimini sono ammessi (tranne che contro personalità politiche importanti): è il momento in cui i cittadini possono sfogare la loro frustrazione e poi riprendere a essere ubbidienti il resto dell'anno. Gabriel e sua sorella Penelope sono figli di una famiglia coinvolta dalla prima "notte del giudizio", diversi anni prima, e hanno preso strade diametralmente opposte.
"La gran parte della serie è ambientata durante la notte del giudizio, mentre il 30% circa è costituito da vari flashback. Seguiremo quattro storie apparentemente separate ma grazie ai flashback potremo mostrare la vita degli americani negli altri giorni dell'anno e gli eventi che portano i nostri personaggi a fare quello che fanno nella notte del giudizio".
James DeMonaco
Gabriel è un ex marine che cerca di trovare la sorella prima che la notte inizi, ma scopre che lei è finita in un culto suicida, i cui membri si sacrificano lasciandosi massacrare da chi invece si scatena. L'altro personaggio che attraversa la città è il misterioso Joe, un uomo mascherato che ascolta le registrazioni motivazionali di un life coach mentre prende parte a modo suo nei crimini della notte.
Jane lavora nella finanza, ma è stanca di essere scavalcata da donne più accomodanti verso il capo, e decide così di approfittare della notte del giudizio per farlo eliminare da Serafina, una tostissima donna sicario. Ci sono infine Rick e Jenna, una coppia con progetti per nuove case popolari che viene invitata a una festa esclusiva dei "nuovi padri fondatori", dove spera di trovare gli investitori per il loro progetto. Qui però incontrano anche Lila, che ha vissuto con loro una notte di fuoco e ha i propri obiettivi per la serata.
La serie è ambientata tra il primo e il secondo capitolo della saga cinematografica e quindi diversi anni dopo il prequel La prima notte del giudizio, inoltre è sceneggiata e ideata da James DeMonaco, ossia l'autore dei film da cui trae origine, ma che qui non si è cimentato nella regia. Tutto nuovo anche il cast, dove i protagonisti non sono particolarmente famosi o riconoscibili e il caratterista più noto, Lee Tergesen (volto ricorrente in Tv da Oz e The Americans fino a Jack Ryan) recita con il volto mascherato.
Oltre alla piccola parte per William Baldwin, i volti più relativamente familiari sono quelli di: Colin Woodell apparso in vari episodi di The Originals; Reed Diamond recentemente visto in Designated Survivor; Lili Simmons, ragazza in fiore in Banshee e nella prima stagione di True Detective poi arrivata anche a Ray Donovan e brevemente in Westworld. È stata infine accreditata in tutti gli episodi della prima annata di The Leftovers Amanda Warren, qui nei panni di Jane, ma da allora è anche stata più o meno dimenticata, con soli piccoli ruoli per pochi episodi in altre serie.
La gran parte delle persone, dicono i produttori, non partecipa alla "notte del giudizio" e si nasconde o scappa in Canada, quindi la serie cerca di mostrare cosa succede a persone normali poste in circostanze straordinarie. Il tutto continuando a sviscerare il rapporto tra la democrazia americana e la fascinazione per la violenza, questa volta addirittura santificata da un culto di martiri. Non mancheranno però i colpi allo stomaco e gli autori garantiscono che in particolare il quinto e il sesto episodio saranno davvero scioccanti e attuali.
Se c'era una cosa che aveva davvero poco convinto della prima stagione di The Purge (spinoff seriale dell'omonimo franchise distopico cinematografico, da noi La notte del giudizio) era il suo incaponirsi nella cronaca dell'ennesimo Sfogo, con l'unica novità di mostrarci anche uno scorcio di come se la passino i ricchi e i potenti, visto che di solito il focus dei film è soprattutto sui più poveri e [...] Vai alla recensione »