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Ultimo aggiornamento martedì 24 ottobre 2017
Dal regista de L'appartamento spagnolo, una storia familiare ambientata tra gli splendidi scenari dei vigneti della Borgogna. In Italia al Box Office Ritorno in Borgogna ha incassato 182 mila euro .
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Dieci anni fa Jean ha lasciato la famiglia, proprietaria di un grande vigneto a Meursault in Borgogna, per girare il mondo. A causa della malattia terminale del padre, decide di lasciare temporaneamente l'Australia, dove viveva con la moglie e il figlio, per tornare a casa e riunirsi con la sorella Juliette e il fratello Jérémie. Ma la morte del padre poco prima dell'inizio della vendemmia carica i fratelli di nuove responsabilità, tra le quali la necessità di raccogliere una grossa somma di denaro con la quale pagare le tasse di successione.
Cédric Klapisch torna ancora una volta a farci degustare i diversi sentori dei sentimenti o, meglio, di quei legami a cui fa riferimento il meno geografico e più diretto titolo originale. Lo fa appunto facendoci attraversare le varie fasi della vinificazione rapportandole a quelle del re-incontro del figliol prodigo con il fantasma del genitore e con la presenza di fratello e sorella minori.
Ancora una volta il cinema francese ci propone la campagna, i suoi spazi, i ritmi stagionali. In questo caso lasciando ampio spazio alla Natura, al paesaggio, a quei filari di viti così armoniosamente allineati mentre non lo sono altrettanto le vite dei tre fratelli. Jerémie deve confrontarsi quotidianamente con un suocero vignaiolo e dirigista e con una suocera gentilmente invadente. Julie, che ha la giusta sensibilità della vinificatrice, ha sempre dei maschi con cui fare i conti per cercare di convincerli delle sue buone ragioni. Poi c'è Jean che ha girato il mondo per fuggire da un padre che pensava non avesse alcuna considerazione per lui e che prende spunto dalla sua dipartita per sfuggire ancora una volta a un ruolo che è ora quello di compagno e padre a sua volta.
È un cinema classico quello di Klapisc ma proprio per questo riesce a innestare su un plot di base piuttosto convenzionale una serie di destabilizzazioni che vanno anche oltre i rapporti parentali e dicono di una contemporaneità in cui sono talvolta i più giovani a cercare, pur tra mille incertezze, di salvare ciò che c'è di positivo nella tradizione. Mentre chi ha più anni pensa alle spa e agli anticrittogamici da utilizzare a dismisura. Tutto ciò senza dimenticare un'attenzione tutta francese ai vitigni e alle procedure che affrontano il tempo a differenza di un'Australia in cui tutto, anche il vino, deve essere giovane.
RITORNO IN BORGOGNA disponibile in DVD o BluRay |
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Film lieve e garbato, ma poco più. Con occhio affettuoso, ma – come è sua consuetudine - divagante e quasi distratto, Klapisch, il regista de L’appartamento spagnolo, rappresenta qui il problema della perdita e del recupero di “quello che ci lega”, il senso rassicurante di appartenenza ad una famiglia che definisce la tua personalità, ti [...] Vai alla recensione »
“Ogni vino è una storia che andrebbe raccontata, ma la grandezza di un vino non è determinata unicamente dalla sua bontà, bensì da quell'intreccio di storie che si dipanano da esso.” Jorge Luis Borges Tre fratelli. Tre calici di Pinot nero. Jean, Juliette e Jérémie si riuniscono dopo dieci anni attorno al [...] Vai alla recensione »
Ritorno in Borgogna è una piacevole commedia sulla riscoperta dei legami familiari e sulla passione per il vino. Jean, allontanatosi dalla patria per 10 anni, torna a casa. Qui ritrova i fratelli Juliette e Jean, ma soprattutto ritrova la Borgogna, con le sue stagioni, i suoi vigneti e i suoi abitanti, uniti dalla comune passione per il vino.
"Ritorno in Borgogna" , l'ultimo film del regista francese Cédric Klapisch, presente ora nelle sale cinematografiche, racconta di tre fratelli che, in occasione della morte del padre si riuniscono nella propria casa d'infanzia, appunto in Borgogna, dove producono vini pregiati. In realtà, colui che ritorna nella dimora dell'infanzia è il fratello maggiore [...] Vai alla recensione »
Un film che coinvolge e che sospende lo spettatore in un piccolo paradiso tra le colline francesi. Una storia d'amore, di fratellanza e di buon vino che costituisce una validissima alternativa a tutti quei blockbuster che stanno riempiendo le sale in questi mesi. Assolutamente da non perdere.
ben diretto, bella fotografia bravi gli interpreti storia di affetti famigliari ritrovati senza banalità o luoghi comuni gradevole come è spesso il cinema francese ultimamente
p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 12.0px Helvetica} I film francesi non deludono e anche questo film non è da meno. Attori molto bravi e anche belli!
Una storia abbastanza insolita ed in fondo niente male. Perdipiù aggiungerei un momento importante per apprendere tutto sul vino. Che dire: si parte dalla coltivazione delle viti, dalla loro potatura, dalla vendemmia fino ad arrivare alla spremitura dell'uva e fermentazione dotta e complessa. Gli sceneggiatori di certo si saranno avvalsi di tecnici sulla produziuone del vino dal punto di [...] Vai alla recensione »
Jean (Pio MarmaI) ha lasciato la famiglia, proprietaria di un vigneto a Meursault in Borgogna, per girare il mondo. A causa della malattia del padre, decide di tornare a casa dopo dieci anni e riunirsi con la sorella Juliette (Ana Girardot) e il fratello Jérémie (Francois Civil). Ma la morte del genitore prima della vendemmia ricoprirà i fratelli di nuove responsabilità.
La sensualità del vino è vero che a un certo punto, tra vigneti, vendemmie, affari e lutti di famiglia, qualcuno dice la fatidica battuta: «L'amore è come il vino, serve tempo, deve fermentare». Però è una piccola caduta in un buon taglio di cinema sul "far vino" come avventura e cultura, sapienza e sacrificio, lontano dagli standard per esempio di Ridley & Co.
Cédric Klapisch, dopo numerosi film che hanno ritratto le città più belle di sempre e i loro abitanti - come Rompicapo a New York, L'appartamento spagnolo, Bambole russe e Parigi - questa volta ci accompagna in un inedito viaggio attraverso il verdeggiante paesaggio che caratterizza la campagna francese della famosa regione vinicola della Borgogna. Ritorno in Borgogna (titolo originale Ce Qui Nous [...] Vai alla recensione »
Jean ha lasciato il fratello, la sorella e l'azienda vinicola di famiglia in Borgogna. Ha una compagna e un figlio in Australia. Torna dopo quasi cinque anni perché il padre odiato-amato è in fin di vita. Partecipando al rito della vendemmia, si riconcilia con il passato, ritrova con orgoglio le sue radici, brinda. Delicato, affettuoso, non per astemi. Da Tu Style, 5 ottobre 2017
Ah, come ci si annoia dolcemente tra le verdi campagne della Borgogna. Qui approda dopo dieci anni, al capezzale di papà morente, l'indebitato Jean, che in Australia ha lasciato moglie e figlio. A occuparsi dell'immenso vigneto sono rimasti i fratelli Juliette e Jérémie. Vendiamo o no? Una elegante commedia familiare, tra vendemmie, rancori e degustazioni.
Cédric Klapisch, autore una quindicina di anni fa del brillante e fortunato L'appartamento spagnolo (diventò il manifesto della generazione Erasmus), racconta in Ritorno in Borgogna di Jean che dopo anni di fuga e di un'altra vita costruita altrove fa ritorno presso la tenuta vinicola di famiglia, nel momento in cui il padre padrone amato odiato sta per morire.