Titolo originale | Steve Jobs |
Anno | 2015 |
Genere | Biografico, |
Produzione | USA |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Danny Boyle |
Attori | Michael Fassbender, Kate Winslet, Seth Rogen, Jeff Daniels, Michael Stuhlbarg Katherine Warerson, Sarah Snook, Adam Shapiro, Perla Haney-Jardine, Ripley Sobo, Makenzie Moss, John Ortiz. |
Uscita | giovedì 21 gennaio 2016 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,58 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 22 gennaio 2016
Michael Fassbender è il protagonista di un film dedicato alla figura rivoluzionaria di Steve Jobs e alle sue brillanti intuizioni. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, 4 candidature e vinto 2 Golden Globes, 3 candidature e vinto un premio ai BAFTA, 3 candidature a Critics Choice Award, 2 candidature a SAG Awards, 1 candidatura a Writers Guild Awards, In Italia al Box Office Steve Jobs ha incassato 1,2 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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È il 1984 e manca pochissimo al lancio del primo Macintosh. Poi sarà la volta del NeXT nel 1988 e del iMac nel '98. Scortato dal suo braccio destro, la fedelissima Joanna Hoffman, nel backstage che muta col mutare dei decenni e dei costumi, Steve Jobs affronta gli imprevisti dell'ultimo minuto, immancabili contrattempi che si presentano sotto forma di esseri umani e rispondono al nome di Lisa, sua figlia, di Chrisann Brennan, la madre di Lisa, Steve Wozniak, il partner dei leggendari inizi nel garage di Los Altos, John Sculley, CEO Apple, Andy Hertzfeld, ingegnere del software.
Non poteva non dotarsi di un perfetto design strutturale, ovvero di un'eccellente e funzionale idea "grafica", il film di Danny Boyle sull'imprenditore visionario che ha inventato il mouse, le icone, l'iPhone, l'iPod e l'iPad, incarnando una concezione dell'innovazione che non inseguiva mai l'omologazione ma santificava l'anomalia. E non poteva non parlare, come tutto il cinema di Boyle, di un caso di "campo di distorsione della realtà", per usare le parole del biografo di Jobs, Walter Isaacson, a cui si ispira liberamente il film. Ma non è distorcendo le immagini, come ha fatto in passato, che Boyle poteva raccontare questa storia: per sorprenderci andavano rovesciate le carte in tavola e ci voleva un grande drammaturgo, un Aaron Sorkin, per esempio.
Birbante intelligenza, anziché annoiarci con il racconto a tutti già noto di un successo professionale accompagnato da una serie di insuccessi sul fronte umano e personale, Sorkin racconta appunto il contrario: un successo umano, ottenuto faticosamente, attraversando anni di insuccessi professionali, aspettative frustrate, persino umiliazioni pubbliche. Certo, Jobs è testardo, arrogante, sfruttatore, "incompatibile" con il resto del mondo, e non c'è bisogno di rettificare: consapevole delle sue debolezze, saldo nei suoi difetti, solo così il ritratto di Steve Jobs è quello di un essere umano, imperfetto come ogni altro, creatore, però, di prodotti imperituri, senza peccato originale. In questa consapevolezza dei propri limiti morali e comportamentali, che Sorkin affida al protagonista del racconto, c'è quasi un'idea di sacrificio, per cui il leader rinuncia all'umana comprensione e al gradimento del popolo per lasciare un segno nella storia, a beneficio dei posteri. Cresceranno e capiranno, come Lisa, che assurge così a emblema dello spettatore critico, destinato a cedere al fascino dell'intelligenza al lavoro.
Ambientato interamente dietro le quinte, Steve Jobs ci illude magicamente di entrare a conoscenza di un retroscena mitizzato, dove le dure parole degli amici vanno effettivamente a segno dietro le lenti di Fassbender, anche se non c'è il tempo di leccare la ferita, e dove pagare una follia per smussare gli angoli di un cubo di plastica è una questione vitale, perché incarna quell'idea di bellezza e di "moto all'uomo" che Windows non ha mai contemplato (geniale la stringa di dialogo con la quale Jobs liquida lo schematismo del sistema operativo concorrente). Così facendo, il film racconta davvero, con più sapienza che retorica, un direttore d'orchestra, e non lascia che la metafora resti una frase vuota, ad uso di critici cinematografici senza fantasia. Racconta un artista la cui personalità fa la differenza; qualcuno che possiede tanto la tecnica quanto la capacità interpretativa e sa alla fine far suonare ogni singolo strumento in accordo con la propria concezione generale dell'opera d'arte.
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Prendete Danny Boyle, il regista di The Millionaire, del cult Trainspotting, dello struggente 127 Ore, aggiungeteci uno sceneggiatore il cui nome non passa inosservato, Aaron Sorkin, vincitore di un premio Oscar per una delle pellicole più apprezzate degli ultimi anni, The Social Network di David Fincher, e, infine, date loro tutto il tempo e lo spazio necessario per raccontare la storia [...] Vai alla recensione »
Il terzo film dedicato al CEO della Apple, dopo Jobs (2013) e il documentario Steve Jobs: The Man in the Machine (2015), il film doveva inizialmente essere realizzato dalla stessa squadra di The Social Network ma, a seguito dell'abbandono di David Fincher, la regia è passata a Boyle che, schiacciato sotto il peso dell'"ingombrante" sceneggiatura di Sorkin, non si fa troppo [...] Vai alla recensione »
“Vuoi guaradare da dietro le quinte?”Questa è la domanda che Steve Jobs, interpretato da Michael Fassbender, pone alla figlia Lisa, in una delle ultime scene dell’omonimo film realizzato dal regista inglese Danny Boyle. Se è vero che, guardando questo film, non si può dire di trovarsi di fronte ad un’opera di teatro, è altrettanto evidente che [...] Vai alla recensione »
NO SPOILER: Sarò sincero, guardando dal trailer mi aspettavo di vedere una biografia su Steve Jobs nel quale viene narrato il suo successo ed il come sia diventato un tale pilastro della tecnologia a livello mondiale (siccome non ho letto il libro), ma quando sono entrato in sala mi son ritrovato davanti ad un’ opera completamente diversa.
Sicuramente il mio giudizio farà inorridire molti: considero il film Jobs del 2013 molto migliore di questo. Certo, Jobs era un biopic convenzionale e forse un pò scontato, ma per lo meno era interessante in quanto narrava - per chi non la conosceva ancora - la vita di SJ e la creazione, perdita, riconquista ed esplosione di Apple. Inoltre la somiglianza di Ashton Kutcher, che a livello [...] Vai alla recensione »
Film dal ritmo frenetico: a volte si fa fatica a stare dappresso ai dialoghi sputati fuori come dalla bocca di una mitragliatrice. Questo aspetto lo considero un limite: una violenza dello spettatore che viene stordito con cifre e nozioni che non è tenuto a conoscere. A parte questo il film mi è piaciuto. Bravi tutti gli interpreti ed un plauso al regista ed allo sceneggiatore [...] Vai alla recensione »
Li ho visti nascere i computer. Nel 1977 perforavo centinaia di schede e le consegnavo all'operatore del centro di calcolo che dopo un po' mi restituiva un tabulato con un lungo elenco di errori di compilazione. Nel 1985 il programma lo scrivevo a video e lo inviavo al sistema operativo che mi rispondeva in pochi minuti. Nel 1990 convinsi il mio capo ad acquistare Windows e Word della [...] Vai alla recensione »
Un film che mi ha deluso profondamente. Anche se Danny Boyle ha cercato di raccontare a modo suo la vita di Steve Jobs, purtroppo in 2 Noiosissime Ore è riuscito a dirigere un film confusionario, mischiando la carriera professionale del protagonista alla sua problematica situazione famigliare con la figlia Lisa. Non c'è emozione, non ci sono dialoghi che reggono (lunghi e noiosi).
Steve Job è raccontato attraverso i tre momenti che hanno preceduto le convention per il lancio dei suoi prodotti. Nel 1984 si inizia con il Macintosh, per proseguire con il NeXT del 1988 e chiudere con l’IMac del 1998. Osserviamo l’evoluzioni questo personaggio visionario, geniale, duro, controverso, intollerante, contraddittorio dietro le quinte, nelle relazioni con i suoi collaboratori [...] Vai alla recensione »
Film magistralmente diretto, Danny Boyle è una garanzia ormai, anche l'interpretazione di Fassbender è superlativa. L'unico neo, non da poco, è si dice che il film sia ispirato alla più famosa biografia di Steve Jobs, quella scritta da Walter Isacson, editorialista del New York times. In parte sì, ossia nei lati più peggiori.Il libro l'ho letto. Non si cita il fatto che abbia creato la Pixar, oppure [...] Vai alla recensione »
Film adrenalinico senza essere d'azione: non sempre le biografie sono sostenute da un buon ritmo, eppure questa tiene lo spettatore sull'attenti. Ogni battuta del protagonista, così come dei personaggi secondari, può rivelare un'ironia tagliente ed inaspettata, oppure una profondità appena intuibile. Magnifico lo scambio di battute tra Fassbender e Sculley, [...] Vai alla recensione »
“Steve Jobs” è un film del 2015 diretto da Danny Boyle. Dopo lo storico e affascinante spot pubblicitario inserito tra quelli proiettati all’interno del Super Bowl, la società di informatica, chiamata “Apple”, nel 1984 decide di lanciare all’interno del mercato l’innovativo computer denominato Macintosh.
Ci voleva un’idea diversa. Era necessaria una trovata geniale per metter un punto definitivo sulla biografia di Steve Jobs, uno degli uomini più importanti a cavallo tra due secoli, le cui invenzioni occupano fisicamente e mentalmente il nostro presente e saranno inevitabilmente una presenza costante anche del nostro futuro. Per raccontare un genio serviva un altro genio.
Tre episodi della vita di Steve Jobs, visti dal backstage dei teatri in cui sta per presentare un suo prodotto, sempre straordinariamente elegante e innovativo. Le vicende professionali di Steve Jobs sono molto complesse e per spiegarle è necessario rivangare vecchie storie oscure e poco onorevoli. Occorre anche ricostruire gli ultimi trent'anni dell'informatica, dal punto di vista del personal computer. [...] Vai alla recensione »
LO MEJOR DE UNA PERSONA ESTA EN LOS SENTIMIENTOS (También lo peor) “STEVE JOBS”,film de Dany Boyle, Usa, 2015 Quizás lo mejor de una persona se manifiesta en lo que esa persona se lleva de esta experiencia de vida. Y también en lo que deja, si deja. En algunos, el arte con su aura magnifica, no los deja irse de la tierra porque permanecen [...] Vai alla recensione »
"Steve Jobs" ci porta nei backstage pochi minuti prima dei lanci dei tre prodotti più significativi della carriera di Jobs: il Macintosh nel 1984, il NeXTcube nel 1988, l'iMac nel 1998. E per tre volte compaiono, in questi minuti, ostacoli e difficoltà, sotto forma delle persone più importanti della sua vita, con le quali Jobs intrattiene intense discussioni, a [...] Vai alla recensione »
Steve Jobs osservato in tre momenti importanti della sua carriera. Nel 1984 prima del lancio del Macintosh, nel 1988 per Next e 1998 per IMac. Boyle realizza un piccolo capolavoro costruendo intorno alla figura di Steve Jobs un ritratto che non è nè un panegirico nè una damnatio memoriae. Jobs viene osservato prima della presentazione di tre importantissime sue creature mostrandone [...] Vai alla recensione »
Spiazzante e' il ritratto che questo film fa dell'ideatore della Apple,Rievocando il periodo della vita di Jobs dal 1984 al 1998 attraverso il lancio di nuovi sistemi informatici, la pellicola di Boyle delinea,o cerca di farlo,il carattere del personaggio e dei suoi difficili rapporti con i collaboratori nonche' il suo cinismo verso la sua compagna e la figlioletta,quasi costrette [...] Vai alla recensione »
Dopo la morte del grande Steve Jobs sono state girate svariate pellicole per ricordare la figura di questo grande innovatore per ciò che concerne il campo dell'informatica. L'ultima uscita nelle sale cinematografiche è quella del regista Danny Boyle che porta il titolo del nome stesso dell'importante figura a cui è stata dedicata.
Un omaggio all'uomo che l'intera umanità dovrebbe ringraziare per come siamo,difficile interpretare il sentimento di chi viaggia come la sua mente alla velocità della luce,rispetto a noi esseri normali.Per certi versi la sua vita è paragonabile ad un film di fantascienza che ci proietta nel futuro,forse non tutti ricordano che prima di morire lasciò idee e progetti per le produzioni future.
Il secondo film in pochi anni sul co-fondatore della Apple e grande personaggio, di cui si è parlato ancora di più dopo la scomparsa nel 2011, è diretto e scritto da due premi Oscar. Danny Boyle cura la regia a suo modo, con quello stile da “montagne russe” che ha contraddistinto le sue grandi opere come Trainspotting o The Millionaire.
Film strutturato perennemente all'interno del suo camerino e del "dietro le quinte" dei suoi insuperabili keynotes. Sicuramente Fassbender riesce a far trapelare il genio e soprattutto arroganza e l'essere superiore che indirettamente Steve Jobs pretendeva di essere rispetto al resto della gente. Unico nel farsi amare, ma unico anche nel farsi odiare.
Ho rischiato di perdere un film molto bello ma alla fine come con un colpo di fortuna l'ho visto ed ho fatto proprio bene . Qualche volta la pubblicità ed il clamore suscitato ad arte intorno ad alcuni film ti distraggono e uno ci casca . Vai vederli , sono ben fatti, grandi produzioni ma spesso l'entusiasmo è un'altra cosa .
Steve Jobs era un uomo dispotico, presuntuoso, ingrato ed egocentrico e non faceva nulla per piacere. Anche il film si adegua perfettamente alla sua antipatia e, allo stesso modo, non fa nulla per piacere. E nel debole sforzo di essere creativo adotta una scelta stilistica a dir poco irritante. È tutto raccontato nel backstage dei teatri prima delle grandi presentazioni dei vari prototipi, [...] Vai alla recensione »
Come da titolo, una parola sola, fenomenale, riferito a tutto: sceneggiatura, regia, montaggio, interpretazione da brividi. La prova provata che gli Oscar non significano niente.
Uno dei migliori film di Danny Boyle,Fessbender ci ha regalato una delle sue migliori intepretazioni,e lo stesso vale per Kate Winslet. Il film riesce a parlare delle emozioni e delle difficoltà affrontate da Jobs per raggiungere i suoi scopi. In poche parole un film fortissimo diretto e interpretato perfettamente
Ma possibile che a questo povero Jobs tutti i rompiballe gli si presentassero sempre davanti 10 minuti prima che aprisse una convention di presentazione di qualcosa? Tutto il film mi pare girato in un palco, dove si alternano persone che hanno a che dirgli e rimproverargli qualcosa: la vecchia compagna, la figlia, la sua segretaria-badante che gli gestisce anche la vita privata, il vero genio informatico [...] Vai alla recensione »
Film teatrale che affronta tre momenti della vita di Jobs nel momento della presentazione di 3 nuovi prodotti. Tutto si svolge nel backstage e si mescolano motivi familizri, di amicizia e di lavoro. Ottima recitazione e pregevole sceneggiatura. Un film da vedere su di un uomo così controverso.
Un buon film, ben recitato, ma appare molto romanzato, di difficile credibilità. Complessivamente ho apprezzato maggiormente Jobs.
Grande ritratto di un uomo. Da vedere. Narrato con sapienza.
bello, intenso, vero. una bellissima ricostruzione da vedere
Un grande regista per raccontareun grande genio. Film girato molto bene che, non stanca mai, ben recitato......un bel film
Dato che Mymovies non pubblica le repliche, almenon non le mie, lo dico qui. Debboschi, grazie per quello che hai detto e per il modo perfetto in cui l'hai detto. E grazie per aver parlato dell tensione che corre lungo tutto il film, è una cosa a cui ho subito pensato, dopo, e cioè che il film ha più pathos dimolti thriller.
Premesso: non siamo davanti (per fortuna) alla classica biografia che racconta in ordine cronologico tutti i passaggi della vita di Jobs, cosa già vista e rivista. Il film di Boyle, scritto dal premio Oscar Aaronsorkin, ambisce ad una visione più alta: descrivere la mente e la visione del mondo del fondatore di Apple. Film molto discorsivo, dove il dialogo prevale sull'immagine, [...] Vai alla recensione »
Il film è bello ma salta alcuni passaggi importanti della vita di steve jobs. Il film non va fino alla fine della vita della vita di steve jobs, infatti si ferma agli anni 2000
Succedono tante cose in questo film e si dicono tante di quelle battute che non si riesce a capirne a fondo una, che immediatamente dopo se ne pronuncia un'altra; battute a raffica, con rimandi a fatti, personaggi, avvenimenti che non c'é neanche il tempo di comprendere e assimilare completamentee compiutamente. Poi flashback brevissimi e velocissimi che si susseguono l'un [...] Vai alla recensione »
L'esperto regista Danny Boyle racconta sapientemente la storia di Steve Jobs visionario e controverso personaggio che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia. Sfruttando appieno l'abilità della coppia Fassbender Winslet (per entrambi performance da oscar) il film si snoda in una sorta di funambolico dietro alle quinte dei momenti topici della vita del curioso protagonista.
Delusione! il film ripercorre alcune tappe della vita professionale di steve jobs che ruotano in realtà attorno al rapporto con la figlia lisa! una visione estremamente parziale e tagliata male che vuole dirci quanto steve jobs fosse ricco e quindi cattivo, anaffettivo ed insopportabile! il suo talento è messo in ombra da una relazione che non incise sul suo lavoro e nè sulle sue doti, ma banalizza [...] Vai alla recensione »
A differenza del film "Jobs" con A.Kutcher in cui c'è un classico racconto della vita di Steve Jobs fin da giovanissimo; in questa opera più complessa, Danny Boyle entra nello specifico, concentrandosi su tre date in particolare connesse a tre importanti presentazioni dei nuovi prodotti di Jobs: 1984,1988 e 1998; è tutto un dietro le quinte, un percorso che ricostruisce [...] Vai alla recensione »
Punto primo, spero che il mio commento vada al posto giusto, cioè sotto il suo intervento, che non ho ancora capito come si fa a sottocommentare! Venendo a noi sig. Alberto58. TROPPO ENTUSIASMO!, sig. Alberto per questo Paradiso in terra che sono gli Stati Uniti... Ho purtroppo svariati zii e zie che sono dovuti andare in quelle lande per fuggire dalla miseria del nostro meridione.
Un'altro capitolo della saga Steve Jobs. A differenza degli altri film, ci mostra il lato da DIETRO LE QUINTE della vita privata e lavorativa di Steve jobs . La sceneggiatura diciamo passabile, la scelta degli attori si poteva fare di meglio . Magari era meglio scegliere, gli stessti attori del film Jobs . Comunque merita vederlo per chi ha gia visto gli altri film .
“prima mi ubriaco e poi ti dico cosa penso di te”, ecc ecc … film capolavoro perche’ ti spiazza, ti racconta tra chip byte e binari la vita umana, da Cupertino nasce una grande idea e la follia di chi l’ha avuta, Steve Jobs e’ un genio terribile? Forse, intanto va in scena con questo film un’opera teatrale vigorosa, niente di biografico, ma uno dei migliori film intimistici di sempre.
Mi piacciono i film parlati. Qui si va alla velocità della luce, veloci come nei pochi minuti che precedono il lancio di un prodotto che cambierà la storia. Davvero staordinario il dialogo risolutore tra Jobs ed il suo ex amministratore delegato: come a teatro si avrebbe voglia di applaudire, quando i due attori toccano il climax e si congedano con un chiaro vincitore e un vinto.
francamente mi aspettavo meno teatro e più film,la storia disteve jobs ormai si conosce anche grazie al film del 2013,da fassbender mi aspettavo forse più azione,in alcune scene l'ho trovato un pò statico,la candidatura non mi sembra da urlo,neanche quella della winslet,infine,ne esce una storia personale,quella di jobs,di un'uomo visionario e convinto della sua genialità,altrettanto fallimentare la [...] Vai alla recensione »
Al contrario dell'altro film su Steve Jobs, Danny Boyle architetta una biografia meno sistematica ma pur sempre analizzando le varie fasi del successo di S.Jobs. Michael Fassbender è perfetto per la parte e mette in scena un personaggio talentuoso ma che si perde nelle piccole cose : il rapporto con la figlia, gli amici , i colleghi... Film interessante per chi non conoscesse la storia di [...] Vai alla recensione »
È una verità storiografica. Se si vuole ragionare su una ipotetica estetica degli anni 90 (del secolo scorso), due film sono preponderanti: Pulp Fiction di Quentin Tarantino (1994) e Trainspotting di Danny Boyle (1996). Un regista statunitense e un inglese di origine irlandese che gira in slang scozzese: mondi divisi dalla stessa lingua. E uniti da una energia visiva controcorrente, più originale e alla distanza "filosofica" quella di Tarantino, più mainstream e d'effetto quella di Boyle, con una idea di montaggio sincopato subito metabolizzata dalla pubblicità (ricordate lo spot della Superga intitolato "The Challenge" diretto da Tarsem nel 1997, con la stessa musica dei Prodigy?). Ma al di là delle riserve, Trainspotting è lì, è storia, una pietra miliare imprescindibile. Oggi il cineasta di Manchester, classe 1956, anche alla luce del biopic Steve Jobs con Michael Fassbender, nelle sale dal 21 gennaio, appare normalizzato. Un autore certamente personale, sempre alla ricerca di modalità espressive che facciano in qualche modo sensazione, ma capace soprattutto di sorprendere per la superficie, la buccia, con poca sostanza se alle prese con progetti particolarmente ambiziosi.
In Steve Jobs, Boyle si mette invece al servizio della sceneggiatura d'acciaio di Aaron Sorkin, fresco di Golden Globe, con una regia più neutra, un po' da biopic
Il suo acclamato The Millionaire (2008) si aggiudica 8 Oscar, tra i quali miglior film e miglior regia, uno dei punti più bassi dell'Academy degli ultimi anni. Storia di un ragazzino povero che trionfa all'edizione indiana di Chi vuol essere milionario?, sembra il bigino di un cinema esotico a uso e consumo del pubblico occidentale più pigro, l'equivalente di un viaggio organizzato attraverso gli stereotipi di Bollywood. Il successo coglie forse impreparato lo stesso Danny Boyle, che aveva decisamente sbagliato un altro film in precedenza (The Beach con Leonardo DiCaprio e Virginie Ledoyen, 2000), e per motivi non troppo diversi. Tenta di rimettersi in gioco con un lavoro invece molto interessante, 127 ore, con James Franco (2010: per inciso, una delle migliori performance dell'attore). Appassionato di trekking e biking, un giovane finisce in un crepaccio di roccia dove resta incastrato. Dopo 5 giorni di deliri (anche) formato selfie, si amputa il braccio con un coltellino e si salva la pelle. Tutto vero. Il film è adrenalinico e ansiogeno: un action sugli sport estremi giocato sul paradosso di un protagonista completamente immobile.
Hollywood si sta abituando a trasformare le classiche biografie in frammenti, istantanee, raccontando i personaggi attraverso pochi, ma efficaci episodi. E' il caso di questo geniale biopic, dal taglio teatrale, su Jobs (un grande Fassbender), dalla sceneggiatura formidabìle, che con tre momenti chiave (la presentazione del primo Mac, quella del primo Next, e quella dell'iMac), traccia il suo ritratto [...] Vai alla recensione »
"Stay hungry, stay foolish". Suona banale ma il sottotitolo del film Steve Jobs a firma Danny Boyle sembra proprio questo. Sottilmente, il regista inglese e soprattutto il grande sceneggiatore all'origine dell'opera, Aaron Sorkin, decidono di tenere lo spettatore affamato fino alla follia attraverso la visione del loro film sul padre della Apple, che tutto può definirsi tranne che un biopic.
Chi fu Steve Jobs? Un genio che, pur privo di vera competenza scientifica, rivoluzionò lo scenario tecnologico globale? Un perfezionista maniacale? Un uomo dall'ego sconfinato, indifferente a qualsiasi sollecitazione affettiva? Per portare sullo schermo una figura così complessa ci voleva giusto uno sceneggiatore del livello di Aaron Sorkin che, vagamente ispirandosi alla monumentale biografia di Walter [...] Vai alla recensione »
Se il cinema è un montaggio dei momenti più importanti della vita, il regista di "Trainspotting e "The Millionaire" fa una scelta drastica, correndo il rischio di riduzione e teatralità, per raccontare la storia di una personalità complessa e geniale, anche se qui si mette in dubbio il tipo di genialità a cui, per convenzione mitica, ci si riferisce pensando a Jobs: ingegnere inventore promulgatore [...] Vai alla recensione »