Il racconto della riscoperta dell'arte tra le macerie della guerra trova spazio nel nuovo lavoro del documentarista tedesco Vetter. Espandi ▽
Quando il regista tedesco Marcus Vetter decide di andare a Jenin, in Palestina, per raccontare la storia di Ismael, il cui figlio era stato ucciso per errore da un soldato israeliano, scopre con sorpresa che la città un tempo aveva un cinema, dove la gente faceva la fila per vedere i film nazionali e internazionali. La Palestina aveva una volta una fiorente industria cinematografica, collassata con la prima Intifada nel 1987. Vetter, Ismael e un gruppo di altri palestinesi, decidono così di riportare in vita il vecchio cinema, e farlo diventare un luogo di aggregazione culturale e sociale. Il film racconta questa incredibile avventura.
Mani che contrabbandano pane tra le fessure della "barriera di separazione". Foto di figli e nipoti che crescono al di là, preclusi allo sguardo. Microfoni che registrano voci da recapitare oltre gli sbarramenti. Scale improvvisate che, notte e giorno, valicano il Muro che la retorica vuole invalicabile, unica garanzia contro la violenza del terrorismo. Basta un film a sfatare il poroso mito della sicurezza, tra le certezze fondative dello Stato di Israele? Low-tech e libero, filmato con ogni mezzo possibile, dagli stessi "trasgressori", Infiltrators racconta di una pericolosa lotta quotidiana, quella per la libertà di movimento dei palestinesi della Cisgiordania. Un film che realizza l'ideale di Edward Said, il "contrabbando incontrollato di idee al di là delle linee".
Il simbolo della convivenza tra Israele, Libano e Palestina esiste già: è l'hummus. Espandi ▽
È nell'hummus il segreto per la pace in Medio Oriente? Per scongiurare la minaccia di una nuova guerra tra Israele, Libano e Palestina sulla paternità della più famosa crema di ceci al mondo, il documentarista Trevor Graham ha percorso il Medio Oriente in lungo e largo, per arrivare alla conclusione che il simbolo della convivenza esiste già: non fate la guerra, preparate un piatto gigantesco di hummus e sedetevi insieme a gustarlo.
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L'estetica low fi finisce per produrre un effetto dissonante con il prestigioso contesto artistico di riferimento.
Documentario,
Palestina 2012.
Durata 52 Minuti.
L'artista Khaled Hourani ha impiegato due anni per realizzare il suo progetto di esporre, per la prima volta nella storia, un'opera di Pablo Picasso a Ramallah. Il film, presentato a Documenta 13 (Kassel 2012), è parte integrante di questo progetto e racconta il viaggio del dipinto "Buste de Femme" (1943), dal Van Abbemuseum di Eindhoven agli spazi dell'International Academy of Art Palestine e ritorno, passando per le numerose complicazioni burocratiche e difficoltà logistiche affrontate dagli organizzatori della mostra, inaugurata al pubblico nel giugno 2011 e divenuta un vero e proprio caso. Attorno a questo evento, e alle molteplici riflessioni da esso sollecitate, si concentra la conversazione finale con protagonisti Hourani, il filosofo Slavoj Žižek e il curatore del Van Abbemuseum Remco de Blaaij.
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Louie, 32 anni, Abdu, 24 anni, e Faris, 32 anni, sono tre gay che vivono clandestinamente in Israele, da uomini invisibili. Espandi ▽
Pluripremiato documentario che racconta un aspetto sconosciuto del conflitto israelo-palestinese. Louie, 32 anni, Abdu, 24 anni, e Faris, 32 anni, sono tre gay che vivono clandestinamente in Israele, da uomini invisibili, dopo essere stati costretti a fuggire dalle loro famiglie e dalla Palestina, perché perseguitati. La loro unica via d'uscita è chiedere asilo lontano da Israele e Palestina.