Anno | 2011 |
Genere | Avventura, |
Produzione | USA |
Durata | 125 minuti |
Regia di | Martin Scorsese |
Attori | Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Asa Butterfield, Chloë Grace Moretz, Ray Winstone Emily Mortimer, Jude Law, Johnny Depp, Michael Pitt, Christopher Lee, Michael Stuhlbarg, Helen McCrory, Richard Griffiths, Frances de la Tour, Angus Barnett, Gulliver McGrath, Edmund Kingsley, Eric Moreau, Mihai Arsene, Emil Lager, Shaun Aylward. |
Uscita | venerdì 3 febbraio 2012 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,91 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 13 marzo 2015
Un orfanello vive nascosto tra le mura di un'affollata stazione ferroviaria di Parigi occupandosi di orologi. Dal romanzo vincitore della medaglia Randolph Caldecott del 2008. Il film ha ottenuto 12 candidature e vinto 6 Premi Oscar, 2 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, 3 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 9 candidature e vinto 2 BAFTA, 11 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office Hugo Cabret ha incassato 7,6 milioni di euro .
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Il piccolo Hugo Cabret vive nascosto nella stazione di Paris Montparnasse. Rimasto orfano, si occupa di far funzionare i tanti orologi della stazione e coltiva il sogno di aggiustare l'uomo meccanico che conserva nel suo nascondiglio e che rappresenta tutto ciò che gli è rimasto del padre. Per farlo, sottrae gli attrezzi di cui ha bisogno dal chiosco del giocattolaio, un uomo triste e burbero, ma viene colto in flagrante dal vecchio e derubato del prezioso taccuino di suo padre con i disegni dell'automa. Riavere quel taccuino è per Hugo una questione vitale.
Con l'adattamento di "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret", Martin Scorsese si ritrova e si perde allo stesso tempo, andando alla ricerca del tempo perduto, lui che il meccanismo del tempo, al cinema, lo ha messo alla prova più di altri. Tra le centinaia di persone che affollano il cosmo della stazione ferroviaria, immagini di una cartolina animata da un illusionista, è difficile riconoscere di primo acchito il regista, prestato a stantii siparietti tra ufficiali e fioraie, signore col cane e pretendenti col giornale, che avremmo visto meglio in un film di Jeunet. Quello che non è difficile riconoscere, invece, è il suo amore per la settima arte, profondo come un abisso.
Ed è proprio in quell'abisso che ci fa sprofondare l'incipit del film, in un crescendo d'incanto: la tecnologia tridimensionale smette di essere sfoggio e diviene bullone imprescindibile della costruzione; d'altronde, il film incrocerà di lì a poco Georges Meliès, il padre degli effetti speciali e dell'animazione dell'inanimato.
Ma padre non è solo un modo di dire, non in questa circostanza. Il film, infatti, si presenta letteralmente come un'avventura da cinéfils, nel senso che Daney dava al termine, essendo la storia di un ragazzo che, cercando il proprio padre, trova il cinema. Eppure è proprio su questo punto che Hugo Cabret rischia di perderci e di vederci abbandonare il vagone. Non è tanto la fine consistenza della trama (non era certo un cinema della narrazione, quello degli esordi) e non sono solo i dialoghi artefatti. Più che mai, a frenare l'emozione, è l'abito da film per cinefili cucito su un film per neofiti.
Al cinefilo viene qui sottratto il godimento principe, quello di partecipare ad una missione clandestina, dove l'oggetto del desiderio è qualcosa da andarsi a cercare, lontano dal plauso della critica. Nella rilettura di Scorsese del bell'ibrido cartaceo di Brian Selznick, la magia dell'esperienza cinematografica è esplicitata e ribadita ogni pochi minuti e lo stesso trattamento è riservato al mistero e all'avventura, con effetti a dir poco ridondanti. S'invita lo spettatore ad ammirare lo spettacolo sensazionale, ad emozionarsi di fronte al meraviglioso, ma di fatto lo si tira per un braccio lungo un cammino prestabilito e didattico, che nulla ha di perturbante e molto di accattivante.
Più che dietro gli occhi del giovane Hugo, il regista sembra essersi messo al posto dell'imbonitore di un tempo, colui che, quando il cinematografo era ancora uno spettacolo da fiera, sbandierava la natura straordinaria dell'invenzione per portare gente al proprio baraccone. Di fronte a questa presa di posizione (e a questo posizionamento), si può allora legittimamente avvertire o decidere una presa di distanza, perché se il film non può non piacere è anche perché è studiato per farlo.
I percorsi didattici
» Mago, inventore, regista, attore e poi, dimenticato da tutti, venditore di giocattoli alla stazione di Parigi. Fino al riscatto finale. Tutto quello che il film racconta su Georges Méliès è vero. Prova a saperne ancora di più sulla vita da romanzo del padre del cinema d'invenzione.
» Ricordi il film che René Tabard mostra a Hugo e Isabelle dopo il loro incontro in biblioteca? Si vede un razzo che si conficca nell'occhio della luna. Quello è il film più famoso di Méliès: si intitola Viaggio nella luna (1902) ed è considerato la prima pellicola di fantascienza della Storia del Cinema. Cerca di scoprire qualche curiosità su un titolo così importante.
» Hugo immagina il mondo come un grande meccanismo in cui ogni parte è necessaria e ha una sua funzione. Perché lui e Isabelle si chiedono quale parte del meccanismo loro rappresentino? E' importante avere uno scopo nella vita?
» Perché Méliès è una specie di pezzo rotto del meccanismo? Ha ancora uno scopo nella vita? Oppure, avendo dovuto rinunciare a ciò che amava, è diventato infelice? Chi lo “aggiusta”?
» Ricordi la scena in cui George e Jeanne vedono un film in cui appare un treno? L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (1896), dei fratelli Lumiere, è uno dei primi film della storia del cinema e, a quanto sembra, la reazione degli spettatori fu proprio quella che si vede in Hugo Cabret: scapparono dalla sala urlando, perché pensavano che il treno uscisse dallo schermo e li investisse. Ti rendi conto di quale “prodigio” rappresentasse il cinema per i primi spettatori?
» Jeanne spiega a Isabelle che Viaggio nella luna è a colori perché ogni fotogramma (cioè ogni singola immagine impressa sulla pellicola) è stato colorato a mano. Negli Studios di Méliès si faceva proprio così, con l'aiuto di una lente d'ingrandimento, tinte speciali e tanta pazienza. Ma Méliès ha inventato molti altri “effetti speciali”, come la “stop motion” o la “dissolvenza”. Prova a farti spiegare dai tuoi genitori o da un tuo insegnante in che cosa consistono queste tecniche.
» Secondo Isabelle i libri sono un modo meraviglioso per vivere avventure con la fantasia. Hugo invece preferisce il cinema. E tu come la pensi?
» Sei un supercinefilo? Allora sappi che il film che Hugo e Isabelle vedono insieme al cinema (quello con l'uomo sospeso nel vuoto) è un gioiellino del muto: si intitola Preferisco l'ascensore (Safety Last, 1923) ed il protagonista è il celebre Harold Lloyd. Ci sono un sacco di curiosità sulla sua realizzazione: perché non ti diverti a scoprirle?
» Vuoi leggere il romanzo illustrato da cui è tratto il film? Allora goditi il bellissimo “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret”, di Brian Selznick.
» Ricordi che cosa dice Méliès al giovane René sul set di uno dei suoi film? “Se ti chiedi da dove vengano i tuoi sogni, guardati intorno: qui è dove si fabbricano”. Non pensi anche tu che il cinema sia un meraviglioso sogno ad occhi aperti?
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XX secolo, stazione di Parigi. Il piccolo Hugo, rimasto solo dopo la morte dei genitori, vive dietro i macchinari degli orologi che ha imparato a sistemare grazie agli insegnamenti dello zio. Non gli rimane nulla per cui vivere, se non un piccolo robot meccanico, l'unica cosa che gli aveva lasciato il padre prima di morire. Quando il proprietario del negozio di giocattoli della stazione sottrae [...] Vai alla recensione »
Partiamo dalla fine, quando il titolare del negozio di giocattoli della stazione di Montparnasse si palesa come George Meliès, uno dei primi e più geniali registi della storia del cinema. Ex mago e illusionista, Meliès riusciva a trasporre nelle sue pellicole l'universo surreale, colorato e fantastico che ricreava nei teatri quando si esibiva nei suoi spettacoli di prestidigitazione.
Difficile dire se sia emozionante o no, suggestivo o no, in una parola, se sia UN FILM A CUI LE GENERAZIONI GUARDERANNO COME UN PUNTO DI RIFERIMENTO (come è successo per "E.T.") ma una cosa è certa: LA SUA QUALITA' e in un'epoca di squallore diffuso non è poco. In un'epoca di piccoli, piccolissimi ideali veicolati in modo pomposo e a volte spocchioso oppure volgare e meschino LA DELICATEZZA E' PLATINO, [...] Vai alla recensione »
Storia magica di un ragazzino orfano di padre, che gli ha lasciato -oltre alla passione per la meccanica- un automa capace di disegnare la scena dell'atterraggio di un'astronave nell'occhio destro della luna, con tanto di firma: GEORGES MELIES. Magica è anche la scena in cui,una volta riparato l'automa e inserita la chiave d'accesso, il disegno si concretizza.
Ci sono alcuni film destinati a rimanere impressi nel cuore e nella mente. La storia del piccolo Hugo che, dopo la morte del padre (la madre era già deceduta qualche tempo prima), si trasferisce assieme allo zio nella stazione dei treni di Parigi. Qui, anche dopo la scomparsa del suo ultimo parente, continua ad occuparsi della manutenzione degli orologi.
Martin Scorsese omaggia la storia del cinema con un’opera fantastica come il personaggio cui è dedicata. Parigi, anni 30. Hugo Cabret è un orfano che vive nella stazione di Montparnasse. Si occupa segretamente del funzionamento degli orologi, conosce ogni minimo recesso del luogo e scruta – imboscato dietro le quinte- i comportamenti e la routine delle persone [...] Vai alla recensione »
L’amore di Scorsese per il cinema rappresentato in un incantevole film (il suo 1° in 3D) che omaggia un pioniere della 7^ arte e della fascinazione cinematografica: George Méliès. Il film, una toccante opera di bellezza inventiva e poesia suggestiva, tratto dal romanzo illustrato di Brian Selznick, ha molti meccanismi che funzionano a dovere: dalla ricchezza di allusioni e citazioni, [...] Vai alla recensione »
Parigi, anni Trenta. Un giovanissimo orfano, Hugo (Asa Butterfield), vive tra i vecchi cunicoli dimenticati della stazione dei treni di Parigi-Montparnasse, dove continua il lavoro di orologiaio del padre (morto) e dello zio (ubriacone). Solo al mondo, Hugo vive di furtarelli e di un sogno: rimettere in funzione un misterioso automa umanoide sul quale stava lavorando col padre al momento della morte. [...] Vai alla recensione »
Hugo Cabret Hugo Cabret è un ragazzino orfano che vive da solo nei meandri di una stazione ferroviaria parigina negli anni Trenta. Dopo essersi imbattuto in un macchinario da ricostruire e in una ragazza eccentrica, il ragazzino entrerà in contatto con un anziano e misterioso gestore di un negozio di giocattoli, finendo risucchiato in una magica e misteriosa avventura. [...] Vai alla recensione »
Difficile dire se sia emozionante o no, suggestivo o no, in una parola, se sia UN FILM A CUI LE GENERAZIONI GUARDERANNO COME UN PUNTO DI RIFERIMENTO (come è successo per <<E.T.>>) ma una cosa è certa: LA SUA QUALITA' e in un'epoca di squallore diffuso non è poco. In un'epoca di piccoli, piccolissimi ideali veicolati in modo pomposo e a volte spocchioso oppure [...] Vai alla recensione »
Hugo Cabret è uno di quei film destinati a rimanere impressi nella tua testa.La storia,abbastanza semplice,racconta la storia dell'orfano Hugo che "lavora" presso una stazione ferroviaria e cerca disperatamente di riparare un qualcosa (non mi ricordo il nome dell'oggetto!) per scoprire dei segreti del papà deceduto anni prima,ovviamente qualcosa scoprirà ma da [...] Vai alla recensione »
Sono sicuro che Martin Scorzese rimase folgorato quando ebbe fra le mani " Hugo Cabret ", il libro di Brian Selzinick vincitore della medaglia Caldecott,” l'OSCAR” del libro illustrato per ragazzi , capì che poteve diventare un Film memorabile nella storia del cinema. Infatti egli sapeva di portare al collo quella “chiave [...] Vai alla recensione »
Se i Lumiere inventarono il cinematografo, fu Melies ad inventare il cinema. Forte della sua esperienza di prestigiatore e mago, costruì una rudimentale macchina da presa e inventò il primo studio, girandovi piccole fiction, ideando e mostrando sconosciuti effetti speciali, realizzando i primi esperimenti di colorazione. Insomma, dopo le pioneristiche riprese documentaristiche della realt&agra [...] Vai alla recensione »
Leggo all'inizio che è un film per ragazzi e storco il naso. Vado a vederlo molto prevenuta e di mala voglia pensando alla solita noia che sfrutta la fama di un regista eccellente. Sopresa: il film è incantevole, bellissimo, delicato, complesso, coinvolgente! E' tutto eccellente: la fotografia, il montaggio, i costumi, la scenografia, il cast.
Per chi studia cinema Hugo Cabret rappresenta una delle massime essenze della cosiddetta 'settima arte'. Questo film è un continuo rimando a tutto quello che rappresenta il cinema per l'uomo. Gli orologi della stazione che supervisiona Hugo sono sinonimo dell'ossessione dell'uomo di controllare e di modellare il tempo e di come il cinema stesso ci provi a farlo.
Martin Scorsese, dopo aver parlato di gangster, uomini distrutti, psicopatici, ladri affronta la storia di un bambino alla ricerca di un messaggio da parte del padre. Hugo Cabret è un bambino che vive nel grande orologio nella stazione di Parigi (una Parigi degli anni '20 ricostruita in modo spettacolare) poichè il padre defunto era un orolagiaio.
Com'è strano poter vedere un film di questo tipo nella marea di prodotti commerciali e fracassoni di oggi, semplicemente gustando una storia semplice e meravigliosa, come le storie di una volta. Scorsese ha la felice intuizione non solo di ispirarsi al bel libro di Brian Selznick (fatto di disegni in sequenze e testo narrativo) quanto soprattutto di ritornare alle origini della settima arte [...] Vai alla recensione »
Premesso che ritengo questo ultimo film di Martin Scorsese posizionarsi tranquillamente su livelli ottimali, mi sento anche abbastanza d'accordo con il pensiero critico espresso da Marianna Cappi nella sezione "Scheda" di questo sito. In effetti guardando questo film, anch'io ho notato una sorta di autocompiacimento nella forma, soprattutto nella prima parte del film in cui il regista si diletta negli [...] Vai alla recensione »
A due anni dal buon "Avatar" e quel capolavoro incompreso che era "Coraline e la porta magica" arriva "Hugo Cabret", la nuova opera magna di Scorsese interamente in tre dimensioni. Per cominciare a parlare di tale film bisogna porre le basi del discorso (Platone parlava di "definire"). Il film è un'omaggio al cinema del passato, quello di Méliè [...] Vai alla recensione »
Con Hugo Cabret, Scorsese si cimenta in un genere assente nella sua inimitabile filmografia. Dopo aver sperimentato il thriller/psicologico con 'Shutter Island', il regista italoamericano adatta per il grande schermo le atmosfere di 'La straordinaria invenzione di Hugo Cabret', romanzo di Brian Selznick. L'occhio dello spettatore attento noterà da subito il "solito" [...] Vai alla recensione »
Visto in lingua originale, si possono apprezzare le interpretazioni dei due bravissimi ragazzini. Tantissima grafica, tantissima scenografia, tantissima magia. I personaggi si muovono in una spazio che ruota loro attorno, fisicamente e psicologicamente, ma nulla ci appare lontano se è nostra la capacità di immergerci nel fantastico. Eppure tutto è reale, tutto è possibile, [...] Vai alla recensione »
La prima volta che sono entrato in un cinema avevo 8 anni...fu amore a prima vista. Perchè avevo capito che quello era un posto magico,in cui sarebbe stato semplice sognare...e fuggire... Questa magia -ancora oggi- continua. Mi immergo nel buio di una sala e mi lascio trasportare...e,per lunghi momenti,mi sottraggo alle bruttezze della realtà circostante.
Martin Scorsese ci racconta la vita del giovane e sveglio Hugo (Asa Butterfield), orfano parigino amante della meccanica che scoprirà presto un nuovo amore, il cinema. "Hugo Cabret" lo definirei un piccolo capolavoro a metà. Non basta il dolce e bravo Asa Butterfield, nè le scenografie e gli effetti speciali comunque favolosi ed eccellenti.
Attraverso il romanzo di Selznick Brian,Martin Scorsese porta in scena una riflessione autoreferenziale sul cinema e cosa potrebbe rappresenta ancora oggi. L'avventura dei due bambini ambientata in una stazione (anche qui, chiaro riferimento al cinema delle origini di Lumière)con un sistema di innumerevoli citazioni e rimandi che solo un autore della Nuova Hollywood poteva azzardare, [...] Vai alla recensione »
Artisticamente e tecnicamente pellicola ineccepibile e questo,come già detto, sotto ogni profilo. Film ben dosato e ben calibrato inerente con la dose giusta di atmosfera che accludeva quella sensazione quasi d' impulso a tuffarsi dentro e toccare/vivere quella "realtà" cosi artisticamente NAIF. L'unica imperfezione a mio avviso, si è riscontrata nella lunghezza delle sequenze, senza omettere a tal [...] Vai alla recensione »
Maestro assoluto del cinema contemporaneo cambia registro: non più hard boiled, noir e psyco - thriller ma la fiaba - omaggio d'avventura mostrano le capacità di un grande regista (che, fra l'altro, ci regala un cameo "alla Hitchcock" proprio durante il film). E sì, è proprio di Martin Scorsese, e della sua ultima fatica "Hugo Cabret" (tratto dal romanzo - graphic novel di Brian Selznick), omaggio [...] Vai alla recensione »
Al mattino, quando si guarda allo specchio facendosi la barba. Lì, almeno, il buon Martin se lo confessa. Macchè storia intrigante, bisogno di sperimentare strade mai percorse, voglia di giochicchiare con il 3D: questo film nasce dal desiderio di sfogare la propria, devota cinefilia. Un vero e proprio atto d’amore nei confronti della magia del cinema, quella che, nel buio della [...] Vai alla recensione »
Quando i trailer riportano il nome di Martin Scorsese ci sono sempre altissime aspettative. E' capitato con il recente Shutter Island e si è ripetuto con quest'ultimo Hugo Cabret. Questa volta, osservando le anticipazioni dell'ultima pellicola del maestro Scorsese, c'è stata gente che stentava a credere che potesse davvero trattarsi di un suo film.
"Il passato ha bisogno che lo si aiuti, che lo si ricordi agli immemori, ai superficiali, agli indifferenti" (Vladimir Jankèlèvitch). In un film in 3D, ultima frontiera dell'attuale tecnica cinematografica, Scorsese ci ricorda (e ci fa conoscere) le origini, il padre degli effetti speciali, precursore del colore. Lo stesso Scorsese entra nella narrazione per immortalarne [...] Vai alla recensione »
Il pittoresco scorcio di un minicosmo ferroviario, incorniciato in una fiabesca quanto favolosa Parigi anni trenta. Il turbinio di emozioni e meraviglie che oscillano vorticosamente tra il cuore del protagonista e quello dello spettatore. Il tema della solitudine, dell’amicizia e dello stupore innocente dell’infanzia che avvolge e contagia l’universo adulto.
Se i Lumiere inventarono il cinematografo, fu Melies ad inventare il cinema. Forte della sua esperienza di prestigiatore e mago, costruì una rudimentale macchina da presa e inventò il primo studio, girandovi piccole fiction, ideando e mostrando sconosciuti effetti speciali, realizzando i primi esperimenti di colorazione. Insomma, dopo le pioneristiche riprese documentaristiche della [...] Vai alla recensione »
Hugo vive nascosto nei cunicoli di una stazione di parigi; dopo che suo padre è morto lo ha preso in affidamento lo zio, che regola gli orologi del terminale, ma l'uomo è scomparso e hugo, per non farsi spedire in orfanotrofio dal capo della polizia ferroviaria, fa il suo lavoro nell'ombra. Del padre gli è rimasto solo un automa, che il ragazzino è deciso a rimettere [...] Vai alla recensione »
Scorsese ha confezionato, stavolta, una favola; ma una favola che non è destinata ai bambini (anche se i protagonisti lo sono) ma agli adulti che tanto spesso sono più affannati a rincorrere il presente invece di voltarsi indietro e guardare a quello che di buono è stato fatto in passato. E' come se il regista abbia voluto fare critica (più o meno feroce.
Quando mi hanno proposto di andare a vedere questo film di Scorsese in dicembre [a Parigi, N.d.R.], il mio entusiasmo era meno di zero: l'ultimo prodotto di un regista che ammiro senza esserne un grande fan, in più in 3D e focalizzato su un bambino...ci sono andato controvoglia, e sono stato felice di essermi sbagliato. Come già sottolineato da altri, si tratta di una celebrazione [...] Vai alla recensione »
Il film intreccia più piani: c'è la storia di Hugo, orfano con l'obiettivo di riparare un automa, unica cosa lasciatagli dal padre; c'è Isabelle, ragazzina sveglia e intelligente, con la passione dei libri e tanta voglia di vita e di avventura, c'è papà George, un tempo esuberante, ora deluso e vinto dalla vita. E poi c'è il tema dei due ragazzini che cercano il loro posto nel mondo (Hugo fa il paragone [...] Vai alla recensione »
Ancora una volta Scorsese tratta il tema cosa vuol dire essere un artista vero. Lui lo è sicuramente. Al di là delle inutili scritiche sulla storia, i cinefili veri sanno apprezzare le "immagini" che sono le parole con il quale si dovrebbero esprimere tutti i film, e che molto spesso manconano, intendo immagini artistiche presentante come quadri, con un dipinti, come un enorme [...] Vai alla recensione »
Una pellicola in grado di rievocare il fanciullino che risiede nelle pieghe più inaspettate del nostro animo umano. Cosi’ in sintesi puo’ riassumersi, Hugo Cabret, recente vincitore di 5 Oscar (tra cui uno alla scenografia ad opera degli italiani Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo) dell'americano Scorsese, in questa occasione regista di una storia dal sapore fortemente [...] Vai alla recensione »
Parigi, 1931. Il giovane orfano Hugo vive solo nei meandri della Gare Montparnasse occupandosi dei suoi orologi ferroviari, tentando disperatamente di terminare la riparazione un bellissimo e misterioso automa, che il padre, prima di morire, aveva trovato abbandonato. Scoprirà ben presto che l'automa avrà più di un legame con lo strano proprietario di un negozietto di giocattoli [...] Vai alla recensione »
Parigi, inizio degli anni ’30. Hugo vive nella stazione di Montparnasse dove, all’insaputa di tutti, ha sostituito lo zio nel ruolo di tecnico orologiaio. Il ragazzino ruba numerosi pezzi di giocattoli per aggiustare un automa, che è convinto porti un messaggio del padre morto in un incendio. Colto in flagrante mentre cerca di rubare un topolino a molla, fa conoscenza del burbero [...] Vai alla recensione »
Emozionante e immenso per chi conosce il grande George Meliès e il cinema d'epoca , un ottimo kids d'avventura per tutti gli altri , distinzione obbligatoria ma non altezzosa. Un film alla "Jeunet" che comunque difficilmente lascia delusi. Nessuna lacrima strappata , ma tanto bel sorriso e curiosità. Scorsese continua a sorprendere nella sua artistica ecletticità [...] Vai alla recensione »
Il piccolo Hugo, rimasto orfano dopo un tragico incidente, viene confinato dal suo unico parente rimasto in vita, uno zio ubriacone, nell’ala abbandondata della stazione centrale di Parigi. Qui il ragazzo metterà in pratica i segreti del mestiere del padre orologiaio, rimettendo in sesto tutti gli ingranaggi degli orologi e cercando di riportare in vita un piccolo automa metallico al quale [...] Vai alla recensione »
Dal romanzo illustrato "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret" di Brian Selznick,un omaggio appassionato e commovente a uno dei primi geniali pionieri del cinema,e al cinema come settima arte,quando ancora agli albori era pura magia per lo spettatore.Scorsese(che appare nel ruolo del fotografo che immortala Mèliès e la moglie)segue dapprima la tradizionale storia del singolo [...] Vai alla recensione »
Una vera dichiarazione d'amore per la settima arte quella di Martin Scorsese, che racconta le avventure del piccolo Hugo Cabret (Asa Butterfield), orfano nella Parigi degli anni '30. Intelligente e determinato, vive nascosto nella stazione di Montparnasse; è alla disperata ricerca del messaggio nascosto in un automa meccanico, unico ricordo di suo padre.
Potrebbe essere davvero il miglior film dell'anno (non ho ancora visto The Artist)! Ma davvero molto bello, veloce, coloratissimo, dettagliatissimo, commovente, divertente, interessante e ricco di sorprese!! Un film difficile da commentare: ci sarebbero cento punti diversi da cui cominciare. Partiamo dalla storia: un film diviso in due, tra la storia del piccolo Hugo e quella di Georges Méli&egr [...] Vai alla recensione »
Scorsese ritrova nella letteratura il significato più intimo del cinema. Il messaggio trasmesso dal noto regista, mediante il giovane protagonista Hugo Cabret (Asa Butterfield), è abbastanza chiaro: come ingranaggi di un gigantesco orologio, ogni persona al mondo è destinata a trovare il proprio posto per svolgere una sua personalissima quanto essenziale funzione.
Da un regista come Martin Scorsese ci si può davvero aspettare di tutto e a conferma di questo assioma basterà dare un’occhiata alla filmografia del celeberrimo cineasta, il quale in tanti anni di onorato servizio alla settima arte non solo è riuscito ad imporsi come uno dei registi più apprezzati e di talento degli ultimi tempi, ma anche a rimanere nell’ [...] Vai alla recensione »
"Hugo Cabret"(Martin Scorsese, sceneggiatura di John Logan, tratto da un romanzo di Brian Selznick, 2011)attraverso la storia dell'orfano, dapprima di madre poi anche di padre Hugo Cabret, che vive nelle"retovie" di una delle stazioni ferroviarie di Parigi, che vive sia riparando varie"macchine"(tra cui un interessantissimo automa)sia , talora, rubacchiando , [...] Vai alla recensione »
Incanta e insegna il primo film tridimensionale del sommo Scorsese. Avvince grazie agli occhi ipnotici dell’orfanello Hugo (Asa Butterfield), segreto manutentore degli orologi della stazione parigina di Montparnasse, e allo spirito d’avventura dell’amica Isabelle (Chloe Grace Moretz). La visione del mondo come ingranaggio in cui ogni componente è indispensabile spinge il piccolo orologiaio prima a [...] Vai alla recensione »
Questo è un film apparentemente per bambini ma l' età avanzata e la profondità del regista, come al solito, gli conferiscono quel tocco di maestria che lo contraddistingue. La vicenda unisce le sue origini umili italiane, da cui la grande sensibilità con cui conferisce carattere al bimbo povero, fiero e scontroso, e quell' ideale/realtà americane secondo cui tutti ce la possiamo fare, il mito del self [...] Vai alla recensione »
Martin Scorsese, a settant’anni suonati continua stupire, dirigendo film che difficilmente potrebbero essere applicabili al suo stile e alla sua età. Cosa che riesce a fare in quest’ultimo “Hugo Cabret”, tratto da un romanzo per ragazzi, dove il buon Scorsese riesce a coniugare l’animo spensierato della trama con la sua passione cinematografica, ripresa assiduamente in citazioni del cinema degli albori. [...] Vai alla recensione »
Il cinema ha centodiciassette anni. È importante, è l'arte del Novecento e degli anni successivi. I cineasti, nei tempi, sono riusciti ad accreditarsi come artisti seri. Di tanto in tanto qualcuno decideva di richiamare l'attenzione sullo stato del cinema, del suo mondo, della tecnica e dell'arte, della funzione e del destino. Una revisione, un promemoria, un richiamo: ecco la radiografia, ecco i chiari e gli scuri, ma non dimenticate l'opzione primaria, il sogno.
Un 3D che lascia di stucco: il genio di Martin Scorsese si cimenta per la prima volta con una storia per bambini, ed è «come scoprire il cinema nuovamente». In videomessaggio al Festival del film di Roma per accompagnare la visione dei primi minuti di Hugo Cabret (quattro minuti, un backstage e il trailer), Scorsese ha definito il suo primo 3d, al cinema dal 3 febbraio, come «un'avventura eccitante, toccante, divertente, una sorta di festa per un film nato da un bellissimo libro per giovani e adulti».
Ci volevano i registi-autori per dimostrare che il 3D non è sempre un sovrappiù: Herzog, Wenders e adesso Scorsese, il quale deve aver provato un gusto matto a spedire treni contro la platea, come i Lumière agli albori del cinema. Che Marty ami la settima arte più di se stesso non è un mistero; a certificarlo ci sono anche la sua Fondazione per la salvaguardia del patrimonio cinematografico mondiale [...] Vai alla recensione »
L’orfano Hugo Cabret vive in una stazione parigina, tenendo in funzione gli orologi e cercando il pezzo mancante dell’automa che suo padre gli ha lasciato prima di morire. Un venditore di giocattoli sembra mettergli il bastone tra le ruote, ma proprio in lui si nasconde la verità che Hugo sta cercando. Martin Scorsese scrive in 3D una bellissima lettera d’amore al cinema, senza perdere neppure un istante [...] Vai alla recensione »
«Meccanico di precisione, versato nella fabbricazione di pezzi meccanici e di automi, non per questo gli era facile costruirli», George Méliès parla di sé e di come inventò la sua prima camera, proiezione e ripresa, «un dispositivo totalmente differente dal sistema Lumière». La descrive come «un vero monumento dal peso enorme», un Automa ruggente e vibrante, un enorme giocattolo da aggiungere alla [...] Vai alla recensione »
Non parlate, per favore, di nostalgia. Hugo Cabret di Martin Scorsese è tutto tranne che un film nostalgico. Perché la nostalgia è un sentimento che si volge all’indietro, mentre Hugo Cabret guarda in avanti. La nostalgia implica il desiderio di un ritorno, è il rimpianto per qualcosa che si teme di avere definitivamente perduto. E la percezione di una mancanza.
Alla ricerca del cinema perduto. Quando Martin Scorsese non ha per le mani un personaggio o un mondo abbastanza mitico per generare un film, guarda alla matrice da cui tutti quei miti sono nati: la settima arte. E quando non affoga la sua ispirazione in una trama troppo macchinosa (vedi Shutter Island) ma la cavalca facendone il motore del racconto, i risultati sono straordinari.
Nonostante l’inconfondibile poetica d’autore, Martin Scorsese è da sempre un appassionato estimatore del cinema altrui di ogni tempo e paese, vedi il suo impegno nel restauro delle vecchie pellicole. Cosicché non c’è bisogno di ricorrere a Freud per capire che cosa lo abbia attirato del romanzo grafico Hugo Cabret di Bryan Selznick: dove, nella Parigi Anni 30, si narra di un orfanello appassionato [...] Vai alla recensione »
Nato come una digressione di Martin Scorsese nell’universo, per lui inedito, del cinema per ragazzi e del 3D, Hugo Cabret è una vera lezione di magia e regia dedicata al pioniere del fantasy Georges Méliès ed è diventato il filmdell’anno, quello con maggior numero di nomination, 11, una più di The Artist, altra pellicola che ha nel dna il cinema muto.
Ha ragione Martin Scorsese: Georges Méliès (1861-1938) è il padre di tutto il cinema che si fa oggi. I Lumière – e con loro altri tecnici-imprenditori di fine ‘800, come Edison in America – inventarono i macchinari necessari per girare film, ma fu Méliès il primo a intuire che quella buffa invenzione avrebbe cambiato l’Immaginario del ‘900. Lui, mago prestidigitatore e imbonitore, cominciò a usare [...] Vai alla recensione »
Quest’anno, ad Hollywood, va di moda il retrò. Dopo The Artist, che celebrava, attraverso un fllm muto, l’avvento del sonoro (geniale), ecco il 3D d’autore di Martin Scorsese che fa rivivere il cinema in bianco e nero del passato con la magia del tridimensionale. La storia dell’orfano che vive nella stazione di Parigi non sarà, magari, esaltante come trama (anzi, all’inizio anche un po’soporifera) [...] Vai alla recensione »
L’apice del film in 3d di Scorsese arriva quando Hugo, un orfano di dodici anni, e la sua amica Isabelle sfogliano un libro sulla nascita del cinema. Le immagini sulle pagine all’improvviso prendono vita e diventano un film. Questa opera meravigliosa, tratta dal libro per bambini di Brian Selznick, unisce in modo dinamico due periodi. I primi anni trenta, quando il piccolo Hugo si nasconde nei recessi [...] Vai alla recensione »
Dal graphic novel per ragazzi di Brian Selznick, un’avventura fantastica adatta a Spielberg (nel bene) o a Columbus (nel male) diventa l’immagine-tempo di Scorsese. La sua passione per la storia del cinema è un’emozione e un impegno: emozione sensuale e archetipica che lo lega da decenni alle immagini fondative, quel tuffo al cuore che prende chi sente il «tempo» nella celluloide; impegno, perchè [...] Vai alla recensione »
Parigi, anni ’30: Hugo, orfano l2enne, vive dentro il meccanismo dall’orologio della stazione. Solitudine, ricordi del padre morto in un incendio, che gli ha lasciato un automa rotto che sembra “rivelargli” molto dell’animo del genitore. Poi l’incontro con l’affascinante mondo del proprietario di un negozio di giocattoli (che altri non è che Méliès) gli cambia la vita.
I film più osannati quest’anno, nonché i più premiati con le nomination agli Oscar, The Artist e Hugo Cabret, rispettivamente di Michel Hazanavicius e di Martin Scorsese, sono reverenti omaggi all’arte del cinema e alla sua nascita. Due opere toccanti, di straziante amore per le magie del grande schermo. È un caso? O non piuttosto il sintomo di un rimpianto malinconico, o del mal della lontananza chiamato [...] Vai alla recensione »
Hugo Cabret, l’ultima fatica di Martin Scorsese candidata a undici premi Oscar, è molto più che un film: è un romanzo illustrato, un pop-up book, una scatola magica, un giocattolo meccanico d’antiquariato, un trucco da prestigiatore, un’attrazione turistica. Eppure, al suo centro e al suo cuore, c’è la specifica magia del cinema, e il grande amore che il quasi settantenne Scorsese nutre ancora oggi [...] Vai alla recensione »
Magia, incantamento. sogno, illusione: sono le parole più usate per ‘Hugo Cabret”, la favolona di Martin Scorsese candidata a 11 premi Oscar ma non proprio un successo negli Usa: 55 milioni dollari a fronte di un budget tre volte tanto. Fatidica, infatti, scatta una frase che piacerebbe a Veltroni: «I film hanno il potere di catturare i sogni». Può darsi, e di sicuro “Hugo Cabret”, con i suoi prodigi [...] Vai alla recensione »