Hugo Cabret
Hugo Cabret è un ragazzino orfano che vive da solo nei meandri di una stazione ferroviaria parigina negli anni Trenta. Dopo essersi imbattuto in un macchinario da ricostruire e in una ragazza eccentrica, il ragazzino entrerà in contatto con un anziano e misterioso gestore di un negozio di giocattoli, finendo risucchiato in una magica e misteriosa avventura.
Apparentemente film di genere favolistico su un ragazzo che deve trovare il suo posto nel mondo, e attraverso il mistero di un automa riuscirà nel suo intento nel trovare una famiglia, e nell’aiutare un certo Georges Mellies a ritrovare il suo passato e il suo scopo.
Ma Hugo Cabret è molto di più, oltre a essere uno dei migliori film dell’anno, è un blockbuster d’autore. Favola epica e uno dei migliori nella filmografia Scorsesiana, è una favola sul cinema, sulla sua genesi, sull’incanto e la voglia di stupire che non ha mai cambiato la settima arte pur cambiando i mezzi per raccontare; così si compie il discorso meta cinematografico di Scorsese omaggiare il cinema delle origini con il nuovo, con il futuro, raccontare il passato con il presente e lo fa al meglio visto che il 3D di Hugo è meraviglioso, ma oltre a tale riflessione, il film è uno dei più personali del regista, che assume varie personalità in questo film, lui è Hugo, con la passione di aggiustare le cose che non funzionano come il regista che si prodiga nel restauro di pellicole classiche, Scorsese è Mellies, diversi strumenti, uguale obbiettivo rendere magica l’esperienza cinematografica, infine Scorsese è anche tutti noi, che ci stupiamo e meravigliamo di fronte al rumore di un proiettore.
Hugo trasuda amore per il cinema per tutta la sua durata, il cinema visto come arte , come “fabbrica dei sogni”, come poesia, Hugo è pura passione, fin dalla prima inquadratura una carrellata su Parigi, poi lo sguardo “cinematografico” di Hugo che osserva la vita nella stazione, come noi osserviamo il film.
Pieno di citazioni che non appaiono mai ne intellettualistiche ne didascaliche ma ne ampliano solo il valore artistico e la sincerità del progetto, e il profondo amore per tale arte. Da i film di Méliès, come “Vojage Dans La Lune”, o i fratelli Lumiere e “L’arrivo del treno alla stazione”, all’automa che ricorda Metropolis, all’Harold Lloyd di Safety Last, Charlie Chaplin, Buster Keaton e tanti altri.
Tutto il cast in splendida forma, dal protagonista Asa Butterfield brillante sognatore alla scoperta dell’incanto cinematografico, il talento puro di Chloe Moretz, l’omaggio-tributo di Sacha Baron Cohen ai grandi caratteristi del muto, e infine un mostruoso Ben Kingsley che interpreta il grande pioniere Méliès.
Dal punto di vista tecnico il film è pura perfezione , sfarzoso e barocco nella messa in scena, ogni aspetto eccelle dalla fotografia luminosa e brillante di Richardson, alle mirabolanti scenografie della coppia Ferretti-Lo Schiavo, al montaggio denso di ritmo, alla ricostruzione minuziosa degli ambienti ,all’utilizzo degli effetti speciali quasi artigianali, alla sempre virtuosistica regia di Martin Scorsese, che ci invita in questo suo omaggio, vero, poetico e strabiliante al cinema.
[+] lascia un commento a riccardo t. »
[ - ] lascia un commento a riccardo t. »
|