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diego p.
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giovedì 29 marzo 2012
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più intossicante che capolavoro a mio avviso!
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BLACK SWAN
CRITICA DI: Diego Pigiu III
VOTO: 7
Eccezionale Natalie Portman che merita l'oscar come migliore attrice, film davvero intrigante e molto inquietante. Lei è una ballerina che per poter ottenere la parte più importante della sua vita deve, nonostante la sua perfezione tecnica, imparare cosa voglia dire essere femminile, e dovrà scoprire a sue spese quello che in anni porta una adolescente a diventare donna. Dovrà sconfiggere l'assurdo mondo creatole dalla madre e le sue piu grandi paure. Il film, recita la locandina, è "Uno strordinario, intossicante, capolavoro".. più intossicante che capolavoro a mio avviso, molto vicino al delirio di The Machinist a mio avviso, comunque ben riuscito, non è un film sulla danza la quale diventa solo cornice di un quadro piu profondo: gli scherzi di una mente disturbata figlia di una madre iperpossessiva, frustrata e non realizzata.
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BLACK SWAN
CRITICA DI: Diego Pigiu III
VOTO: 7
Eccezionale Natalie Portman che merita l'oscar come migliore attrice, film davvero intrigante e molto inquietante. Lei è una ballerina che per poter ottenere la parte più importante della sua vita deve, nonostante la sua perfezione tecnica, imparare cosa voglia dire essere femminile, e dovrà scoprire a sue spese quello che in anni porta una adolescente a diventare donna. Dovrà sconfiggere l'assurdo mondo creatole dalla madre e le sue piu grandi paure. Il film, recita la locandina, è "Uno strordinario, intossicante, capolavoro".. più intossicante che capolavoro a mio avviso, molto vicino al delirio di The Machinist a mio avviso, comunque ben riuscito, non è un film sulla danza la quale diventa solo cornice di un quadro piu profondo: gli scherzi di una mente disturbata figlia di una madre iperpossessiva, frustrata e non realizzata. Il film spesso tocca il cattivo gusto, a volte più vicino alla sensazione di orrore di un film horror.
Diego Pigiu III
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alexmolle
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mercoledì 14 marzo 2012
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spettacolare
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Film molto curato nella storia, ricco di colpi di scena ed anche di scene molto forti, il tutto mescolato alla danza. Capolavoro!
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mario conti
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venerdì 24 febbraio 2012
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mal di danza
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Nettiamo il film di qualche rutilante inserto onirico di troppo e concentriamoci sulla magniloquenza di un'esile e maiuscola attrice.
Mentalmente, quindi, proiettiamo la pellicola nel cinema battente bandiera tricolore. E reprimiamo un moto di humor castrante al pensiero di una (per dire, perché la più "nevrotizzata" delle nostre vedettes) Buy che danza sulle punte.
Fissati gli anni luce che separano certe distanze, diciamo pure che Aronofski è ruvido e declaratorio, che fa un uso delle musiche lievemente ricattatorio, che per cucinare una pietanza sapida rovescia sulla mdp tonnellate di chili.
Bene, siamo frastornati. E confusi. Un po'incazzati per la morale esibita dopo 5 (dicansi cinque minuti).
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Nettiamo il film di qualche rutilante inserto onirico di troppo e concentriamoci sulla magniloquenza di un'esile e maiuscola attrice.
Mentalmente, quindi, proiettiamo la pellicola nel cinema battente bandiera tricolore. E reprimiamo un moto di humor castrante al pensiero di una (per dire, perché la più "nevrotizzata" delle nostre vedettes) Buy che danza sulle punte.
Fissati gli anni luce che separano certe distanze, diciamo pure che Aronofski è ruvido e declaratorio, che fa un uso delle musiche lievemente ricattatorio, che per cucinare una pietanza sapida rovescia sulla mdp tonnellate di chili.
Bene, siamo frastornati. E confusi. Un po'incazzati per la morale esibita dopo 5 (dicansi cinque minuti). Ma con gli occhi rapiti, la mente conquistata da una idea di professionismo ignota a certe latitudini.
Abbiamo mangiato pesante, senza essere sazi. Miracoli di una bifronte e inquietante leggiadria muliebre
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fedinz
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venerdì 24 febbraio 2012
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ossessionante ricerca della perfezione
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Nina, ballerina del New York City Ballet, è una ragazza fragile con una madre soffocante che la induce a dedicarsi unicamente alla danza classica. Quando le viene offerto dal suo coreografo di interpretare il personaggio principale del Lago dei cigni, Odette, Nina entra in tunnel fatto di ossessioni e paranoie. Il suo unico scopo sarà quello di raggiungere la perfezione in ogni suo movimento. Il carattere troppo ingenuo e insicuro della ragazza però, se da un lato la aiuta ad esprimere il candore e la grazia del cigno bianco, dall’altra non le permette di immedesimarsi nella parte del cigno nero. Ci penserà Lily, ballerina passionale e provocante, a farle tirare fuori i desideri sessuali più sommersi che la trasformeranno in una creatura priva di ogni freno e pudore.
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Nina, ballerina del New York City Ballet, è una ragazza fragile con una madre soffocante che la induce a dedicarsi unicamente alla danza classica. Quando le viene offerto dal suo coreografo di interpretare il personaggio principale del Lago dei cigni, Odette, Nina entra in tunnel fatto di ossessioni e paranoie. Il suo unico scopo sarà quello di raggiungere la perfezione in ogni suo movimento. Il carattere troppo ingenuo e insicuro della ragazza però, se da un lato la aiuta ad esprimere il candore e la grazia del cigno bianco, dall’altra non le permette di immedesimarsi nella parte del cigno nero. Ci penserà Lily, ballerina passionale e provocante, a farle tirare fuori i desideri sessuali più sommersi che la trasformeranno in una creatura priva di ogni freno e pudore. Con un finale a sorpresa la bellissima Portman ci regala un’interpretazione molto forte e qualche scena eccessivamente angosciante, sfiorando quasi l’horror.
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mario conti
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giovedì 23 febbraio 2012
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mal di danza
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Nettiamo il film di qualche rutilante inserto onirico di troppo e concentriamoci sulla magniloquenza di un'esile e maiuscola attrice.
Mentalmente, quindi, proiettiamo la pellicola nel cinema battente bandiera tricolore. E reprimiamo un moto di humor castrante al pensiero di una (per dire, perché la più "nevrotizzata" delle nostre vedettes) Buy che danza sulle punte.
Fissati gli anni luce che separano certe distanze, diciamo pure che Aronofski è ruvido e declaratorio, che fa un uso delle musiche lievemente ricattatorio, che per cucinare una pietanza sapida rovescia sulla mdp tonnellate di chili.
Bene, siamo frastornati. E confusi. Un po'incazzati per la morale esibita dopo 5 (dicansi cinque minuti).
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Nettiamo il film di qualche rutilante inserto onirico di troppo e concentriamoci sulla magniloquenza di un'esile e maiuscola attrice.
Mentalmente, quindi, proiettiamo la pellicola nel cinema battente bandiera tricolore. E reprimiamo un moto di humor castrante al pensiero di una (per dire, perché la più "nevrotizzata" delle nostre vedettes) Buy che danza sulle punte.
Fissati gli anni luce che separano certe distanze, diciamo pure che Aronofski è ruvido e declaratorio, che fa un uso delle musiche lievemente ricattatorio, che per cucinare una pietanza sapida rovescia sulla mdp tonnellate di chili.
Bene, siamo frastornati. E confusi. Un po'incazzati per la morale esibita dopo 5 (dicansi cinque minuti). Ma con gli occhi rapiti, la mente conquistata da una idea di professionismo ignota a certe latitudini.
Abbiamo mangiato pesante, senza essere sazi. Miracoli di una bifronte e inquietante leggiadria muliebre
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burton99
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mercoledì 22 febbraio 2012
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tra film d'autore e cinema di genere
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Darren Aronofosky dopo "The Wrestler" aveva la stessa ambizione della Nina di questo film insolito e bizzarro, pellicola che ha fatto discutere ma indiscutibilmente ha raggiunto incassi notevoli per un prodotto del genere (non dimentichiamo il marchio di "film d'autore" e il divieto ai minori di 14 anni). Nina, per raggiungere la perfezione in due ruoli, esamina il suo io diviso in due parti, una candida e l'altra perfida, oscura, che non ha mai esplorato, che la porterà alla rovina, a conflitti interiori e infine al suicidio. Il film è un bel pasticcio, un mix di horror, dramma, thriller psicologico, tragico racconto di (de)formazione, senza contare l'introduzione del balletto, che complica le cose e fa del corpo il punto chiave del film.
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Darren Aronofosky dopo "The Wrestler" aveva la stessa ambizione della Nina di questo film insolito e bizzarro, pellicola che ha fatto discutere ma indiscutibilmente ha raggiunto incassi notevoli per un prodotto del genere (non dimentichiamo il marchio di "film d'autore" e il divieto ai minori di 14 anni). Nina, per raggiungere la perfezione in due ruoli, esamina il suo io diviso in due parti, una candida e l'altra perfida, oscura, che non ha mai esplorato, che la porterà alla rovina, a conflitti interiori e infine al suicidio. Il film è un bel pasticcio, un mix di horror, dramma, thriller psicologico, tragico racconto di (de)formazione, senza contare l'introduzione del balletto, che complica le cose e fa del corpo il punto chiave del film. Un film che del corpo ha però una visione totalmente diversa da quella del già citato "The Wrestler": se in quest'ultimo un corpo martoriato cerca la redenzione, ne "Il cigno nero" un corpo immacolato diventa marotoriato. L'interpretazione della Portman, straordinaria, regala lameno una stella a questo film.
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madelainee
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mercoledì 22 febbraio 2012
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nina
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nina: candida, fragile, insicura come un cigno soave e tremulo.proprio lei sara' destinata a prendere le sembianze del cigno nero, assumendo la manlsana sensualita'di quest''essere dalla suprema lascivia. questo fim narra la storia di una ragazza che deve cambiare la sua intima essenza, fondata sulla perfezione maniacale, sulla purezza controllata dei sentimenti e sulla puerile dolcezza, per diventare un tossico spirito oscuro e carnale. deve uscire da se stessa per piacere ad un mondo inquinato e meschino. nina lotta per un principe senza scrupoli, torbido e legato unicamente al piacere dei sensi. un uomo diverso dai suoi sogni di bambina in cui e' richiusa nonostante l'eta' di vent'anni.
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nina: candida, fragile, insicura come un cigno soave e tremulo.proprio lei sara' destinata a prendere le sembianze del cigno nero, assumendo la manlsana sensualita'di quest''essere dalla suprema lascivia. questo fim narra la storia di una ragazza che deve cambiare la sua intima essenza, fondata sulla perfezione maniacale, sulla purezza controllata dei sentimenti e sulla puerile dolcezza, per diventare un tossico spirito oscuro e carnale. deve uscire da se stessa per piacere ad un mondo inquinato e meschino. nina lotta per un principe senza scrupoli, torbido e legato unicamente al piacere dei sensi. un uomo diverso dai suoi sogni di bambina in cui e' richiusa nonostante l'eta' di vent'anni. deve lottare con una rivale ambigua e terribile che a volte prende le sue stesse forme. cosi' nel baratro delle allucinazioni provocate dalla convinzione di essere inadeguiata alla vita, si perde negli oscuri meandri di se' senza emergere mai piu'. alla fine riesce ad amalgamare due spiriti diversi nel suo corpo. atto irreale che cancellera' la sua stessa anima in preda a deliri inarrestabili.
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mangory
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martedì 21 febbraio 2012
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alla ricerca del "cigno nero"
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A me é piaciuto...quella ricerca del "cigno nero" cioé del lato oscuro mi ha interessata. Forse un po' scontato l'autolesionismo e la madre iper protettiva ma in complesso un bel film avvincente fino alla fine. L aPortman un po' rigida anche nelle scene di danza ma quella musica e la danza donano un tocco di magia al tutto. Da vedere!
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taxidriver
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martedì 21 febbraio 2012
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se il palco e la vita sono la stessa cosa...
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Con "The Wrestler", Aronofsky ci aveva già mostrato la sua visione dello spettacolo, nella sua accezione di Show Must Go On. La performance prima di tutto, il palcoscenico come verità, traguardo finale, fine ultimo, più vero della realtà, anzi trasfigurazione della realtà stessa elevata alla massima potenza.
La performance diventa così la rappresentazione della vita e dell'uomo-artista, che vive d'arte e per l'arte, ma proiettato verso gli altri, il pubblico, gli spettatori, a cui deve dare tutto, fino in fondo, senza riserve e compromessi. L'impegno e l'abnegazione devono essere totali, assorbire ogni aspetto della vita del performer, che in fondo sul palcoscenico, prima dello spettacolo, porta la sua stessa vita, se stesso, si dà e si espone, si mette a nudo, fino ad annullarsi completamente (e qui scatta il paradosso) per divenire entità astratta, archetipo universale.
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Con "The Wrestler", Aronofsky ci aveva già mostrato la sua visione dello spettacolo, nella sua accezione di Show Must Go On. La performance prima di tutto, il palcoscenico come verità, traguardo finale, fine ultimo, più vero della realtà, anzi trasfigurazione della realtà stessa elevata alla massima potenza.
La performance diventa così la rappresentazione della vita e dell'uomo-artista, che vive d'arte e per l'arte, ma proiettato verso gli altri, il pubblico, gli spettatori, a cui deve dare tutto, fino in fondo, senza riserve e compromessi. L'impegno e l'abnegazione devono essere totali, assorbire ogni aspetto della vita del performer, che in fondo sul palcoscenico, prima dello spettacolo, porta la sua stessa vita, se stesso, si dà e si espone, si mette a nudo, fino ad annullarsi completamente (e qui scatta il paradosso) per divenire entità astratta, archetipo universale.
"Il Cigno Nero" porta alle estreme conseguenze le intuizioni di "The Wrestler", forte di una regia iper-realistica e al contempo ultra-visionaria, dai marcati accenti psicologici-psicanalitici, un incubo freudiano reso attraverso allucinazioni e rappresentazioni mentali viste con gli occhi della protagonista, una bravissima Natalie Portman. In questo modo il regista vuole farci identificare con lei, rendendo quindi il tutto più inquietante e naturalmente coinvolgente, trascinandoci nei suoi incubi come se fossimo noi stessi a viverli.
Il soggetto del balletto, poi, fa il resto, attraverso il dualismo bene-male qui rappresentato da Cigno Nero-Cigno Bianco, vale a dire apollineo-dionisiaco, notte-giorno, innocenza-peccato e via dicendo, discendendo direttamente dalla tragedia greca. Film da vedere, assolutamente.
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