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cinema
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giovedì 17 marzo 2011
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contrasto tra perfezione e personalità
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LA TRAMA MOSTRA SUBITO CIò CHE DARREN ARONOFSKY VUOLE MOSTRARE ATTRAVERSO IL FILM:IL CONTASTO TRA LA PERFEZIONE E IL LATO NASCOSTO DI NINA,INTERPRETATA DA UNA STUPENDA E BELLA
NATALIE PORTMAN,CHE CON IL SUO SGUARDO SOTTILE E FRAGILE RIESCE A MOSTRARE LA SUA FRUSTAZIONE VERSO IL RUOLO DEL CIGNO NERO,L OSSESSIONE "DEL RIVALE" VERSO LILY.
LE FERITE SUL CORPO DI NINA SONO I SIMBOLI PIU SIGNIFICATIVI DEL PARALLELISMO TRA IL MONDO DEL CIGNO NERO E QUELLO DI NINA,CHE SI FORMA DURANTE IL FILM,ALTRO SEGNO LE ALQUANTO INQUIETANTI ALLUCINAZIONI CHE NINA SULLA RIVALE LILY,CHE è IL PASSAGGIO PIU IMPORTANTE DALLA BELLA E FRAGILE NINA AL SUO LATO OSCURO PIU PROFONDO.
OLTRE A TUTTO QUESTO SI AGGIRA ANCHE UN ATRA FRUSTRAZIONE CHE NINA DEVE SOPPORTARE TUTTI I GIORNI:L IPERPROTETTIVITà DI SUA MADRE CHE VEDE IN LEI SOLTANTO UNA "RIVINCITA" SULLA SUA CARRIERA FALLITA.
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LA TRAMA MOSTRA SUBITO CIò CHE DARREN ARONOFSKY VUOLE MOSTRARE ATTRAVERSO IL FILM:IL CONTASTO TRA LA PERFEZIONE E IL LATO NASCOSTO DI NINA,INTERPRETATA DA UNA STUPENDA E BELLA
NATALIE PORTMAN,CHE CON IL SUO SGUARDO SOTTILE E FRAGILE RIESCE A MOSTRARE LA SUA FRUSTAZIONE VERSO IL RUOLO DEL CIGNO NERO,L OSSESSIONE "DEL RIVALE" VERSO LILY.
LE FERITE SUL CORPO DI NINA SONO I SIMBOLI PIU SIGNIFICATIVI DEL PARALLELISMO TRA IL MONDO DEL CIGNO NERO E QUELLO DI NINA,CHE SI FORMA DURANTE IL FILM,ALTRO SEGNO LE ALQUANTO INQUIETANTI ALLUCINAZIONI CHE NINA SULLA RIVALE LILY,CHE è IL PASSAGGIO PIU IMPORTANTE DALLA BELLA E FRAGILE NINA AL SUO LATO OSCURO PIU PROFONDO.
OLTRE A TUTTO QUESTO SI AGGIRA ANCHE UN ATRA FRUSTRAZIONE CHE NINA DEVE SOPPORTARE TUTTI I GIORNI:L IPERPROTETTIVITà DI SUA MADRE CHE VEDE IN LEI SOLTANTO UNA "RIVINCITA" SULLA SUA CARRIERA FALLITA.
CASSEL è FORSE IL PERSONAGGIO MENO MISTERO DI TUTTI,CHE ATTAVERSO LA SEDUZIONE FA INNAMORARE D Sè NINA,E LA SCENA IN CUI LUI E MILA KUNIS(LILY)FANNO SESSO ALLA VISTA DI NINA
è LA SECONDA,IMPORTANTISSIMA TAPPA DEL FILM:IL PRINCIPE CHE SI INNAMORA DELLA RAGAZZA SBAGLIATA,E LA SEQUENZA FINALE è LA MIGLIORE CHE DARREN POTESSE METTERE,CON LA MORTE DI NINA CHE DICE A CASSEL:"ERA PERFETTO".
UN FILM ANGOSCIANTE CHE INDAGA NELLA MENTE DI NINA,MOSTRANDO LA METAMORFOSI SUL BALLETTO CHE CARATTERIZZA IL FILM,ANCHE SE CERTE SCENE COME QUANDO NINA E LILY FANNO SESSO SI POTEVANO BENISSIMO TOGLIERE
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cinema 1
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giovedì 17 marzo 2011
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un cigno perfetto ma non libero
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Una trama che mostra subito ciò che darren aronofsky vuole trasmettere:il contrasto tra se stessa(il cigno nero) e la perfezione(il cigno bianco)di nina,interpretata da una natalie portman stupenda,che riesce a trasmettere con il suo sguardo tutta l angoscia che prova nina,l ossessione verso lily e la frustante rocerca della perfezione.Imostra sopratutto il parallelismo tra "il lago dei cigni" e la trasformazione della personalità di nina dalla fragile ma perfetta ballerina al suo lato oscuro,con scene alquanto inquietanti all apparenza,ma che sono indispensabili per esprimere il dolore che nina praticamente si crea da sola,con allucinazioni su una trasformazione reale in ciò che lei vuole raggiungere quasi costretta dalla madre,che con quella sua ossessiva iperprotetttività costringe nina a chiudersi in stessa,vedendo in lei la sua rivincita per la "sconfitta"che se stessa ha avuto.
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Una trama che mostra subito ciò che darren aronofsky vuole trasmettere:il contrasto tra se stessa(il cigno nero) e la perfezione(il cigno bianco)di nina,interpretata da una natalie portman stupenda,che riesce a trasmettere con il suo sguardo tutta l angoscia che prova nina,l ossessione verso lily e la frustante rocerca della perfezione.Imostra sopratutto il parallelismo tra "il lago dei cigni" e la trasformazione della personalità di nina dalla fragile ma perfetta ballerina al suo lato oscuro,con scene alquanto inquietanti all apparenza,ma che sono indispensabili per esprimere il dolore che nina praticamente si crea da sola,con allucinazioni su una trasformazione reale in ciò che lei vuole raggiungere quasi costretta dalla madre,che con quella sua ossessiva iperprotetttività costringe nina a chiudersi in stessa,vedendo in lei la sua rivincita per la "sconfitta"che se stessa ha avuto.
Un film chemostra quanto un ossessione possa rovinare se stessi e il proprio corpo,come si vede nella sequenza finale ,in qui nina,suicidatasi,dice:era perfetto.
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postino70
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giovedì 17 marzo 2011
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scandaloso
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ma come fanno a consiliare di vedere sta […]? poche volte ho visto di peggio film sconsigliatissimo
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kinder83
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mercoledì 16 marzo 2011
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da censura!
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Come puó vincere un premio un film del genere?! Lo farei censurare xkè è un pessimo esempio di vita x i giovani e soprattutto x le ragazzine che ballano danza classica!
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(di hollyver07)
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il poeta marylory
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lunedì 14 marzo 2011
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film per la tv...
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Un film non consigliabile ai giovani ma alle persone mature...
Un film che in TV si può paradossalmente vederlo...
il Poeta
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fabiooo12
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lunedì 14 marzo 2011
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doppia personalità
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Un film unico che racconta un mondo controverso e ricco di spunti come quello della danza. L'approccio stavolta è completamente diverso, Aronofsky non pensa neanche per un secondo di compatire la piccola Nina ma rende normalità gli atteggiamenti psicotici, l'anoressia, la solitudine e la lontananza dal mondo reale. In questo contesto si celebra il passaggio crudo e mai così reale dal cigno bianco al cigno nero. Un film altamente drammatico che ti ipnotizza per un'ora e mezzo davanti al maxischermo come in un vortice di emozioni nel quale rimaniamo in conflitto tra cosa stiamo vedendo e cosa realmente dovremmo vedere. Davvero una chicca.
Buona Visione
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(di postino70)
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enrico omodeo salè
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lunedì 14 marzo 2011
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corpo, passione, abnegazione e sangue.
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Black Swan (Il cigno nero) è l'altra faccia di The Wrestler, il film precedente di Darren Aronofsky con Mickey Rourke. Entrambi sono film sui corpi e sulla sofferenza che sta dietro ai corpi che vengono usati per una disciplina (il wrestling e la danza). Il cigno nero però è più caldo, più femminile e molto più allucinogeno, come la pastiglia (non sembra un pò la pillola rossa di Matrix?) che viene offerta alla protagonista Nina, interpretata dalla straordinaria (come sempre) Natalie Portman. Il corpo dunque, misto alla passione, all'abnegazione, al sangue che si versa per l'amore. Un amore che Nina, cigno bianco "frigido" per eccellenza, impara a scoprire entrando via via dentro il suo corpo (anche ahinoi con l'autoflagellazione), guardando il proprio lato oscuro, prendendo la forma e la sostanza del cigno nero.
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Black Swan (Il cigno nero) è l'altra faccia di The Wrestler, il film precedente di Darren Aronofsky con Mickey Rourke. Entrambi sono film sui corpi e sulla sofferenza che sta dietro ai corpi che vengono usati per una disciplina (il wrestling e la danza). Il cigno nero però è più caldo, più femminile e molto più allucinogeno, come la pastiglia (non sembra un pò la pillola rossa di Matrix?) che viene offerta alla protagonista Nina, interpretata dalla straordinaria (come sempre) Natalie Portman. Il corpo dunque, misto alla passione, all'abnegazione, al sangue che si versa per l'amore. Un amore che Nina, cigno bianco "frigido" per eccellenza, impara a scoprire entrando via via dentro il suo corpo (anche ahinoi con l'autoflagellazione), guardando il proprio lato oscuro, prendendo la forma e la sostanza del cigno nero. Lasciamo perdere le innumerevoli citazioni che si potrebbero fare sui libri e i film che trattano la doppiezza dell'essere umano: non è l'elemento più importante. L'importante è il modo con cui il regista Aronofski (così come il coreografo del film Leroy, alias Vincent Cassel) affronta la sua opera, "spogliandola di ogni orpello", mettendo in scena un classico in modo incredibilmente nuovo. Aronofksy-Cassel rivisitano il tema del doppio in modo visionario e non a caso Nina scopre sè stessa dopo aver provato il "trip" della pastiglia e dopo aver sperimentato l'erotismo con il coreografo Leroy. Le visioni fulminee in realtà accompagnano tutto il film, segno della presenza sin dall'inizio di un elemento luciferino, nero, dentro il corpo di Nina. Il finale del film poi è spettacolare, quasi shakspeariano, con la messa in scena del volo del cigno nero che, tragicamente, chiude perfettamente questa impressionante parabola che dovrebbe far riflettere ognuno di noi. Aronofsky pretende molto dallo spettatore, non lo lascia passivo. Proprio per questo a molti questo film non piacerà. L'asse Aronofsky, Gondry, Ozon si dimostra ancora una volta l'unica in grado di raccontare in modo onirico i mali del nostro tempo.
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eugenio
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lunedì 14 marzo 2011
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dentro di noi...
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Due anni dopo i muscoli di Rourke in “The Wrestler”,Aronofsky ritorna prepotentemente alle scene con l’ultima sua fatica: “Black Swan” presentato in apertura alla 67° mostra del cinema di Venezia che ha valso l’Oscar come miglior attrice protagonista a Natalie Portman,la bella ballerina del New York City Ballet.Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi in cui l’attrice,tredicenne,camminava con piantina al seguito a fianco del rude killer Jean Reno di Leon.. piccole donne crescono e occorre dire che il one girl show non delude grazie anche alla abilità registica del cineasta statunitense.La trama è imperniata sulla vicenda di una giovane frigida ballerina,Nina (Portman), che sogna l’emancipazione e il riscatto attraverso la danza aspirando al ruolo di protagonista nella versione rinnovata de“Il Lago dei cigni”.
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Due anni dopo i muscoli di Rourke in “The Wrestler”,Aronofsky ritorna prepotentemente alle scene con l’ultima sua fatica: “Black Swan” presentato in apertura alla 67° mostra del cinema di Venezia che ha valso l’Oscar come miglior attrice protagonista a Natalie Portman,la bella ballerina del New York City Ballet.Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi in cui l’attrice,tredicenne,camminava con piantina al seguito a fianco del rude killer Jean Reno di Leon.. piccole donne crescono e occorre dire che il one girl show non delude grazie anche alla abilità registica del cineasta statunitense.La trama è imperniata sulla vicenda di una giovane frigida ballerina,Nina (Portman), che sogna l’emancipazione e il riscatto attraverso la danza aspirando al ruolo di protagonista nella versione rinnovata de“Il Lago dei cigni”.Per tale ragione,alla ricerca di quella perfezione desiderata,la giovane arriverà a sottoporsi a estenuanti esercizi fisici sotto l’occhio attento ed esigente del coreografo Leroy (Cassel).
Quando,dopo qualche tempo,quest’ultimo notando la tenacia,la determinazione ma soprattutto l’istintualità repressa della ragazza le assegnerà la desiderata parte, per Nina inizierà un viaggio nell’abisso verso i recessi piu’ oscuri della sua anima.Imprigionata in una realtà deprimente a causa di una oppressiva madre che le impedisce ogni forma di libertà costringendola a una vita da “casa di bambola”, Nina maturerà ben presto un desiderio di rivalsa,una progressiva metamorfosi che, lenta, la muoverà da quel candore di cigno bianco verso il suo lato piu’ tenebroso,quella parte ignota cosi’ importante nello spettacolo cui non è possibile giungere attraverso normali esercizi. Cio’ che manca alla prima ballerina è la scioltezza,il lato disinibito, quel quid infernale che la giovane nel suo cristallino mondo ovattato non aveva mai conosciuto. Decisa a non deludere le aspettative di chi crede in lei e bisognosa di quel successo come della voglia di vivere, Nina intraprenderà un viaggio verso il mondo della trasgressione,accompagnata dalla mefistofelica e insidiosa rivale in nero Lily.In un continuo alternarsi tra sogno e realtà,Nina verrà travolta delle sue passioni,dalla sua incerta sessualità in un crescendo di violenza e paranoia che avrà uno sfogo doloroso anche sulla protettiva madre.
Pellicola spezzata in due parti distinte che tenderanno presto a unificarsi in una sola, a metà strada tra un musical e un thriller-horror,Aronofsky,dopo un inizio ex-abrupto sulla prove della giovane,muove svelto la macchina da presa concentrandosi sull’indagine psicologica della protagonista.
E’ facile riconoscere nella giovane delle somiglianze con il tormentato consigliere Goljadkin del Sosia di Dostoevskij, contestualizzato tuttavia a una realtà odierna di sesso e droga che fa da paio speculare all’eterea purezza dei balletti. Non è un caso che il regista ponga particolare accento sulla duplicità,sul tema del doppio cosi’ caro alla letteratura della crisi ottocentesca. Nel film, sono infatti frequenti le scene in cui la protagonista è ripresa dinanzi allo specchio (davanti al quale vede la sua proiezione malvagia), o in acqua,due luoghi simbolo dell’incertezza che sembrano quasi avvertire lo spettatore circa la veridicità di alcune scene.L’unico punto saldo è la bravura di una convincente Portman,sensuale e pura che nell’apoteosi finale,mostrerà a se’ stessa e agli altri, il fallimento di quella mimesis ottenuta al prezzo della sua stessa vita.
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alberto1988
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lunedì 14 marzo 2011
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l'anima percossa in punta di piedi.
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Non una passeggiata, Il cigno nero. Si avverte, si insinua nella mente dello spettatore, la prende a pugni e la risolleva delicatamente, la sconvolge fino alla fine, e anche oltre. Proprio come la "doppia" Natalie Portman, protagonista superba, il film regala tutto questo, scuotendo coi suoi contrasti.
Assaporando i titoli di coda, non ci sono le classiche interpretazioni multiple, le vie di fuga che possono consolare le attitudini e i gusti personali degli astanti. C'è la realtà, finalmente emersa in tutto il suo drammatico e luminoso splendore, dopo che un crescendo di delirio e di schegge di ossessioni la vela sempre più follemente.
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Non una passeggiata, Il cigno nero. Si avverte, si insinua nella mente dello spettatore, la prende a pugni e la risolleva delicatamente, la sconvolge fino alla fine, e anche oltre. Proprio come la "doppia" Natalie Portman, protagonista superba, il film regala tutto questo, scuotendo coi suoi contrasti.
Assaporando i titoli di coda, non ci sono le classiche interpretazioni multiple, le vie di fuga che possono consolare le attitudini e i gusti personali degli astanti. C'è la realtà, finalmente emersa in tutto il suo drammatico e luminoso splendore, dopo che un crescendo di delirio e di schegge di ossessioni la vela sempre più follemente. Un climax che bisogna saper affrontare lucidamente fino alla chiusura del sipario, non c'è dubbio.
La storia è quella di Nina, talentuosa ballerina di danza classica soffocata da una madre oppressiva, che arriva a coronare il sogno di una vita guadagnandosi il ruolo di etoile nella messa in scena del "Lago dei cigni" di Tchaikovsky. Ma la sua indole casta e pura poco si concilia con la parte doppia che dovrà interpretare: Odette-Odile. Cigno bianco con cigno nero. Innocenza contro passione e seduzione. Per coronare la sua carriera, la giovane danzatrice deve esplorare a fondo sè stessa, ricercando dolorosamente quel lato di sè, il cigno nero appunto, che troppo spesso è stato soffocato. Una ricerca fastidiosa, cruda, nella quale tentazioni, sensi di colpa, timori di affrontare il proprio io, e una faticosa emancipazione, trafiggono la fragile anima della protagonista, fino all'apice finale.
Aronofsky raccoglie gli ingredienti migliori per arrivare a quello che vuole: un cast di prim'ordine, con Vincent Cassell e Winona Ryder a svolgere decorosamente i loro compiti, Mila Kunis ammaliante, e la regina degli Oscar a incantare, nel Bene e nel Male. Aggiunge una trama che, nonostante la molta carne al fuoco, spesso di natura onirica, risulta esaustiva e completa, più che complessa. Sceglie temi impegnativi intorno ai quali far ruotare la sua opera. E infine, per ottenere un film di classe, si immerge -o si eleva, a seconda dei punti di vista- tra le fila di un teatro newyorkese, facendoci gustare il mondo romantico del balletto e una colonna sonora di classe, giocata su variazioni di Tchaikovsky. Ciò da solo potrebbe non bastare, ma il regista rampante dosa il tutto sapientemente, ne ricava una pellicola tra il thriller e il dramma psicologico, con spruzzate di eros e horror (che la renderanno "non televisionabile" ma che non intaccano per nulla l'aurea dell'opera), e con il continuo rimando alla tematica del "doppio" ci porta sulla strada della follia, grazie ad una Portman ossessionata ed ossessiva, da applausi ad ogni inquadratura, distruttiva nell'emulare l'adorata-odiata Kunis, e divina nell'interpretare ogni sfumatura del conscio e del subconscio.
Il gioco su cui scommette Aronofsky è antico, lo stratagemma è quello della "storia nella storia"; ma il risultato è memorabile. Black Swan è la proiezione del "Lago dei cigni" nella vita della protagonista del "Lago dei cigni". La realtà si confonde col balletto, e soprattutto con la psiche in frantumi di Nina. Qualcosa che ricorda il Mozart di "Amadeus". Con un sapore epico, per quanto l'eroismo sia, nel contesto, del tutto soggettivo. La protagonista si perde sempre più, e con sempre maggiore sofferenza, nella ricerca dell' "io-mancante", e poco importa il prezzo da pagare: la sera della prima arriva, e con una personalità in estremo ricomposta nella follia, Nina raggiungerà la tanto agognata perfezione, e, tra l'acclamazione del pubblico, e di chi la vede per la prima volta nella sua "interezza", si esibirà, riconciliandosi con sè stessa, nel suo canto del cigno. Potenza assoluta. Lo spettatore si alza, spaesato. E mentre si allontana, ha il sospetto di aver assistito ad un capolavoro.
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