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etta calì
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lunedì 11 aprile 2011
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la metamorfosi verso la perfezione
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Nina riesce finalmente ad ottenere un ruolo che premi la totale dedizione con cui si dedica alla sua attività di ballerina: interpreterà Odette nella versione de "Il lago dei cigni" rivisitata da un esigente e determinato Thomas Leroy. Ma oltre alla candida e ingenua purezza che caratterizzano il cigno bianco e che, in buona parte, le appartengono personalmente, è necessario lavorare maggiormente per far emergere con la stessa naturalezza anche quegli aspetti che Nina teme e ripudia, essenziali per incarnare il sensuale cigno nero, nel quale si riflette il fascino provocante della ballerina Lilly (una Mila Kunis più che convincente).
Natalie Portman riesce ad esprimere, con eccellente bravura, il dramma di una giovane e promettente artista costretta a confrontarsi con il suo lato oscuro per raggiungere quella perfezione al quale ambisce, assimilandone sensazioni, pensieri e paure.
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Nina riesce finalmente ad ottenere un ruolo che premi la totale dedizione con cui si dedica alla sua attività di ballerina: interpreterà Odette nella versione de "Il lago dei cigni" rivisitata da un esigente e determinato Thomas Leroy. Ma oltre alla candida e ingenua purezza che caratterizzano il cigno bianco e che, in buona parte, le appartengono personalmente, è necessario lavorare maggiormente per far emergere con la stessa naturalezza anche quegli aspetti che Nina teme e ripudia, essenziali per incarnare il sensuale cigno nero, nel quale si riflette il fascino provocante della ballerina Lilly (una Mila Kunis più che convincente).
Natalie Portman riesce ad esprimere, con eccellente bravura, il dramma di una giovane e promettente artista costretta a confrontarsi con il suo lato oscuro per raggiungere quella perfezione al quale ambisce, assimilandone sensazioni, pensieri e paure. Ma la discesa nel suo Io più profondo si rivelerà pericolosa ed irrimediabilmente compromettente. Ed ecco che Thomas (un ottimo Vincent Cassel), col suo "appassionato rapporto artistico" con Nina, scoperchia inconsapevolmente il vaso di Pandora, già appartenuto ad una Winona Ryder che si fa notare dalla massa! Il suo personaggio è infatti altra espressione palpabile di quel dramma che il film sviluppa, suscitando in modo crescente la partecipazione dello spettatore.
Le intense ed espressive scene del balletto abbelliscono in modo sublime la storia, mentre le riprese coinvolgenti accompagnando uno sviluppo della trama che riesce a sorprendere di continuo (poco importa se positivamente o meno). Alcuni punti restano poco chiari, ma il risultato tralascia i dubbi: l'armonia diventa terrore, le vittime si trasformano in carnefici, l'eccellenza muta in trasgressione e il razionale in follia...tutto nel suo lato oscuro, con una maestria che lascia attonitamente soddisfatti. Ma la perfezione è equilibrio tra le diverse facce della medaglia: più che ottenerla, sarà possibile conviverci?
Etichettare il film assegnandolo ad un genere definito e delineato sarebbe un errore! Qui infatti convergono con bravura caratteristiche diverse che, fondendosi, regalano un senso di costruttiva irrequietezza riflessiva che accompagna oltre la sala per ore, a spettacolo concluso. Si, Aronofsky (e non solo) ha raggiunto la perfezione!
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bilbobaudo
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sabato 9 aprile 2011
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agghiacciante metamorfosi
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film assolutamente stupendo! Ottima la Portman. Suspence e ansia per tutto il film, letteralmente agghiacciante. Tiene col fiato sospeso per tutte le due ore. La perfezione viene raggiunta sia dalla protagonista sia dal regista.
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luana
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venerdì 8 aprile 2011
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a chi invoca la censura
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Lady Libro..che stai su questo forum da tanto quanto me per cui a quanto pare questo film qualcosa ti/mi HA TOCCATO..e che ti mostri scandalizzata (MA DE CHE...).. beh per restare in tema COL TUO NICK, suggerisco che il libro "Cime tempestose" ( e non a caso non cito Lawrence )con le sue profonde ramificazioni, è molto ma molto più "sconcio" del Cigno che è un "balletto" di immagini che si svolge in superficie.Oppure guardati il film "Boogie Nights"..lì sì che c'è da sconvolgersi..in positivo, per me. Bye.
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fueilles
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martedì 5 aprile 2011
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è sempre tutta colpa della mamma...e di nietzsche
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Una giovane promessa della danza classica, ottiene io ruolo di prima ballerina per il nuovo spettacolo della compagnia di danza di New York, "Il lago dei cigni" a scapito della "vecchia" etoile (non a caso Winona Ryder, una bella steccata al cinema hollywoodiano, non c'è che dire) e con suo o piacere (o di sua madre?) comincia a preparare i ruoli dI Odette, il cigno bianco e BUONO, e Odile, il cigno nero, CATTIVO (e in questa interpretazione freudiana del libretto, SENSUALE e SEDUTTIVO). La dolce ed ingenua Nina, perfetta per il cigno bianco, deve lottare per tirar fuori da sè il lato sensuale, provocare nel ballerino-principe, nel pubblico, nel coreografo( ma va?) la voglia di "scoparla".
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Una giovane promessa della danza classica, ottiene io ruolo di prima ballerina per il nuovo spettacolo della compagnia di danza di New York, "Il lago dei cigni" a scapito della "vecchia" etoile (non a caso Winona Ryder, una bella steccata al cinema hollywoodiano, non c'è che dire) e con suo o piacere (o di sua madre?) comincia a preparare i ruoli dI Odette, il cigno bianco e BUONO, e Odile, il cigno nero, CATTIVO (e in questa interpretazione freudiana del libretto, SENSUALE e SEDUTTIVO). La dolce ed ingenua Nina, perfetta per il cigno bianco, deve lottare per tirar fuori da sè il lato sensuale, provocare nel ballerino-principe, nel pubblico, nel coreografo( ma va?) la voglia di "scoparla"...Lo farà a suon di psicotiche visioni (vissute o meno, non è sempre chiaro) del suo doppio malefico, egocentrico, autolesionista, sessualmente represso, troppo a lungo soffocato da una vita votata al rigore ed alla innocenza, all'iperprotezione ed allo sguardo onnipresente della madre, ex ballerina che non realizzatasi per la gravidanza riversa sulla figlia le sue frustrazioni. Ora, al di là dei luoghi comuni fritti e rifritti da cinema & Co.( madre non realizzata e carnefice, mondo della danza classica terrificante, oscillante tra monastero e covo di vipere anoressiche e/o bulimiche dai piedi sanguinanti), il film veicola indubbiamente un messaggio non scontato ed interessante, sul rifuito del lato oscuro che soffocato a lungo prorompe in maniera distruttiva, sulla perfezione che non risiede mai solo da una parte etc.... Ma è troppo poco per far fronte ad una serie di temaiche (troppe) piazzate ( enon adeguatamente approfondite) lungo il doppio binario (un pò forzato) della vita di Nina e della vicenda della principessa-cigno che nella storia originale non viene scalzata da un cigno più sensuale di lei, ma da un cigno che si spaccia per lei grazie allo stesso mago che la imprigiona (in buona sostanza tutto il contrario del messaggio del film!)...ahimè anche questo è un ennesimo luogo comune, la dicotomia tra apollineo e dionisiaco ( e basta!), la purezza frigida (come se nel rigore e nel candore non vi sia erotismo!) e la sensualità pulsionale e imperfetta così "irresistibile". Impossibile conciliarle perfettamente nella realtà,come tenta di fare Nina, ma la pefezione non esiste e cercarla ad ogni prezzo può costare la vita..però questo si sa, non è certo una rivelazione...
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fueilles
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lunedì 4 aprile 2011
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è sempre tutta colpa della mamma...e di nietzsche.
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Una giovane promessa della danza classica, ottiene io ruolo di prima ballerina per il nuovo spettacolo della compagnia di danza di New York, "Il lago dei cigni" a scapito della "vecchia" etoile (non a caso Winona Ryder, una bella steccata al cinema hollywoodiano, non c'è che dire) e con suo o piacere (o di sua madre?) comincia a preparare i ruoli dI Odette, il cigno bianco e BUONO, e Odile, il cigno nero, CATTIVO (e in questa interpretazione freudiana del libretto, SENSUALE e SEDUTTIVO). La dolce ed ingenua Nina, perfetta per il cigno bianco, deve lottare per tirar fuori da sè il lato sensuale, provocare nel ballerino-principe, nel pubblico, nel coreografo( ma va?) la voglia di "scoparla".
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Una giovane promessa della danza classica, ottiene io ruolo di prima ballerina per il nuovo spettacolo della compagnia di danza di New York, "Il lago dei cigni" a scapito della "vecchia" etoile (non a caso Winona Ryder, una bella steccata al cinema hollywoodiano, non c'è che dire) e con suo o piacere (o di sua madre?) comincia a preparare i ruoli dI Odette, il cigno bianco e BUONO, e Odile, il cigno nero, CATTIVO (e in questa interpretazione freudiana del libretto, SENSUALE e SEDUTTIVO). La dolce ed ingenua Nina, perfetta per il cigno bianco, deve lottare per tirar fuori da sè il lato sensuale, provocare nel ballerino-principe, nel pubblico, nel coreografo( ma va?) la voglia di "scoparla"...Lo farà a suon di psicotiche visioni (vissute o meno, non è sempre chiaro) del suo doppio malefico, egocentrico, autolesionista, sessualmente represso, troppo a lungo soffocato da una vita votata al rigore ed alla innocenza, all'iperprotezione ed allo sguardo onnipresente della madre, ex ballerina che non realizzatasi per la gravidanza riversa sulla figlia le sue frustrazioni. Ora, al di là dei luoghi comuni fritti e rifritti da cinema & Co.( madre non realizzata e carnefice, mondo della danza classica terrificante, oscillante tra monastero e covo di vipere anoressiche e/o bulimiche dai piedi sanguinanti), il film veicola indubbiamente un messaggio non scontato ed interessante, sul rifuito del lato oscuro che soffocato a lungo prorompe in maniera distruttiva, sulla perfezione che non risiede mai solo da una parte etc.... Ma è troppo poco per far fronte ad una serie di temaiche (troppe) piazzate ( enon adeguatamente approfondite) lungo il doppio binario (un pò forzato) della vita di Nina e della vicenda della principessa-cigno che nella storia originale non viene scalzata da un cigno più sensuale di lei, ma da un cigno che si spaccia per lei grazie allo stesso mago che la imprigiona (in buona sostanza tutto il contrario del messaggio del film!)...ahimè anche questo è un ennesimo luogo comune, la dicotomia tra apollineo e dionisiaco ( e basta!), la purezza frigida (come se nel rigore e nel candore non vi sia erotismo!) e la sensualità pulsionale e imperfetta così "irresistibile". Impossibile conciliarle perfettamente nella realtà,come tenta di fare Nina, ma la pefezione non esiste e cercarla ad ogni prezzo puù costare la vita..però questo si sa, non è certo una rivelazione...
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fueilles
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lunedì 4 aprile 2011
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Una giovane promessa della danza classica, ottiene io ruolo di prima ballerina per il nuovo spettacolo della compagnia di danza di New York, "Il lago dei cigni" a scapito della "vecchia" etoile (non a caso Winona Ryder, una bella steccata al cinema hollywoodiano, non c'è che dire) e con suo o piacere (o di sua madre?) comincia a preparare i ruoli dI Odette, il cigno bianco e BUONO, e Odile, il cigno nero, CATTIVO (e in questa interpretazione freudiana del libretto, SENSUALE e SEDUTTIVO). La dolce ed ingenua Nina, perfetta per il cigno bianco, deve lottare per tirar fuori da sè il lato sensuale, provocare nel ballerino-principe, nel pubblico, nel coreografo( ma va?) la voglia di "scoparla".
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Una giovane promessa della danza classica, ottiene io ruolo di prima ballerina per il nuovo spettacolo della compagnia di danza di New York, "Il lago dei cigni" a scapito della "vecchia" etoile (non a caso Winona Ryder, una bella steccata al cinema hollywoodiano, non c'è che dire) e con suo o piacere (o di sua madre?) comincia a preparare i ruoli dI Odette, il cigno bianco e BUONO, e Odile, il cigno nero, CATTIVO (e in questa interpretazione freudiana del libretto, SENSUALE e SEDUTTIVO). La dolce ed ingenua Nina, perfetta per il cigno bianco, deve lottare per tirar fuori da sè il lato sensuale, provocare nel ballerino-principe, nel pubblico, nel coreografo( ma va?) la voglia di "scoparla"...Lo farà a suon di psicotiche visioni (vissute o meno, non è sempre chiaro) del suo doppio malefico, egocentrico, autolesionista, sessualmente represso, troppo a lungo soffocato da una vita votata al rigore ed alla innocenza, all'iperprotezione ed allo sguardo onnipresente della madre, ex ballerina che non realizzatasi per la gravidanza riversa sulla figlia le sue frustrazioni. Ora, al di là dei luoghi comuni fritti e rifritti da cinema & Co.( madre non realizzata e carnefice, mondo della danza classica terrificante, oscillante tra monastero e covo di vipere anoressiche e/o bulimiche dai piedi sanguinanti), il film veicola indubbiamente un messaggio non scontato ed interessante, sul rifuito del lato oscuro che soffocato a lungo prorompe in maniera distruttiva, sulla perfezione che non risiede mai solo da una parte etc.... Ma è troppo poco per far fronte ad una serie di temaiche (troppe) piazzate ( enon adeguatamente approfondite) lungo il doppio binario (un pò forzato) della vita di Nina e della vicenda della principessa-cigno che nella storia originale non viene scalzata da un cigno più sensuale di lei, ma da un cigno che si spaccia per lei grazie allo stesso mago che la imprigiona (in buona sostanza tutto il contrario del messaggio del film!)...ahimè anche questo è un ennesimo luogo comune, la dicotomia tra apollineo e dionisiaco ( e basta!), la purezza frigida (come se nel rigore e nel candore non vi sia erotismo!) e la sensualità pulsionale e imperfetta così "irresistibile". Impossibile conciliarle perfettamente nella realtà,come tenta di fare Nina, ma la pefezione non esiste e cercarla ad ogni prezzo puù costare la vita..però questo si sa, non è certo una rivelazione...
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davidev
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lunedì 4 aprile 2011
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lotta dentro di me !
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Visibilmente dimagrita per la parte la Portman offre un saggio magistrale su come utilizzare il metodo Stanislavskij per centrare il personaggio. Il dramma psicologico che vive Nina (Portman) in questo film, discretamente diretto da Aronofsky, porta il pubblico ad assistere ad un'interessantissimo conflitto interiore che emerge dall'inconscio del personaggio portandolo ad avere addirittura delle gravi allucinazioni. La protagonista infatti è persa in un limbo, vorrebbe vivere liberamente e far esplodere la propria sessualità ma al contempo non riesce a ribellarsi dall'ossessiva presenza della madre frustrata (ex ballerina fallita che da la colpa alla figlia per aver dovuto rinunciare ad una carriera mediocre) che la tratta ancora come un'adolescente.
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Visibilmente dimagrita per la parte la Portman offre un saggio magistrale su come utilizzare il metodo Stanislavskij per centrare il personaggio. Il dramma psicologico che vive Nina (Portman) in questo film, discretamente diretto da Aronofsky, porta il pubblico ad assistere ad un'interessantissimo conflitto interiore che emerge dall'inconscio del personaggio portandolo ad avere addirittura delle gravi allucinazioni. La protagonista infatti è persa in un limbo, vorrebbe vivere liberamente e far esplodere la propria sessualità ma al contempo non riesce a ribellarsi dall'ossessiva presenza della madre frustrata (ex ballerina fallita che da la colpa alla figlia per aver dovuto rinunciare ad una carriera mediocre) che la tratta ancora come un'adolescente. Nina conquista la parte perchè lei è realmente entrambi i cigni.
Il film è da vedere anche se i personaggi che satellitano attorno alla protagonista hanno poco spessore e le scene non presentano alcun tocco di originale novità. Impalpabile l'interpretazione di Vicent Cassel.
Oscar meritato per la bellissima e bravissima Natalie Portman.
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alessio trerotoli
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lunedì 4 aprile 2011
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ballando sull'instabile palcoscenico della vita
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Un’altra perla nell’universo degli antieroi di Darren Aronofsky: il cigno Natalie Portman danza leggero nel lago dell’immortalità cinematografica, seguendo le orme del lottatore Rourke, e delinea con questo nuovo capolavoro l’interesse quasi ossessivo del regista nei confronti di personaggi complessi, uomini allo sbando in cerca di riscatto, donne fragili all’inseguimento di un sogno, lottatori o ballerini sull’instabile palcoscenico della vita. Parlando de “Il Cigno Nero” appare inevitabile pensare a “The Wrestler”, fatica precedente di Aronofsky, altra faccia di una stessa medaglia: ma se il Randy Robinson di Mickey Rourke percorreva la maledizione del viale del tramonto e l’impossibilità di accettare il grigiore del proprio presente, la splendida Nina di Natalie Portman è lanciata verso il successo, ostacolato dalla paranoia e dall’incapacità di vivere il suo momento.
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Un’altra perla nell’universo degli antieroi di Darren Aronofsky: il cigno Natalie Portman danza leggero nel lago dell’immortalità cinematografica, seguendo le orme del lottatore Rourke, e delinea con questo nuovo capolavoro l’interesse quasi ossessivo del regista nei confronti di personaggi complessi, uomini allo sbando in cerca di riscatto, donne fragili all’inseguimento di un sogno, lottatori o ballerini sull’instabile palcoscenico della vita. Parlando de “Il Cigno Nero” appare inevitabile pensare a “The Wrestler”, fatica precedente di Aronofsky, altra faccia di una stessa medaglia: ma se il Randy Robinson di Mickey Rourke percorreva la maledizione del viale del tramonto e l’impossibilità di accettare il grigiore del proprio presente, la splendida Nina di Natalie Portman è lanciata verso il successo, ostacolato dalla paranoia e dall’incapacità di vivere il suo momento.
Un importante compagnia di balletto newyorkese sta preparando una nuova versione de “Il lago dei cigni”. Il direttore decide di sostituire l’autodistruttiva star Beth e di lanciare una nuova ballerina, Nina. Tuttavia per interpretare il ruolo principale la ragazza deve saper gestire non solo la parte del cigno bianco (che l’innocente Nina sa svolgere alla perfezione) ma anche quella della sua gemella malvagia, il cigno nero (al quale la protagonista non riesce però a conferire sensualità e sicurezza). La rivalità con la decisa Lily fa crescere in Nina la paranoia, la cattiveria, lasciando emergere lentamente il lato oscuro sepolto dentro di lei.
“Il Cigno Nero” di Aronofsky è un’ulteriore e necessaria indagine sull’ambiguità dell’essere umano, una splendida variazione sul tema del doppio che trova il suo contesto perfetto e ideale grazie all’opera di Tchaikovsky. Il regista trascina lo spettatore nell’abisso della sua protagonista, lo incanta con l’innocenza del cigno bianco, e lo seduce con il fascino del cigno nero, tramutando in immagini magnetiche ed inquietanti le pericolose allucinazioni di Nina. Un thriller psicologico (etichetta riduttiva) che colpisce alle viscere sin dalle prime scene, le tiene strette e non le molla fino all’uscita dalla sala, dove si sente il bisogno di tirare un lungo respiro. Signori, nel caso non l’abbiate capito, siamo di fronte ad uno dei film dell’anno.
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angelo umana
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domenica 3 aprile 2011
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punishment
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Per evidente ignoranza non so vedere il parallelismo tra la danza di Nina e la vicenda del cigno bianco e poi di quello nero; molti e molto qualificati lo fanno. Certo la protervia o violenza del cigno nero incombono su tutto il film, nei corridoi spettrali del teatro, nel vetro della metropolitana dove Nina si specchia, nella colonna sonora da thriller: qualcosa di inquietante, è sicuro, deve accadere.
Non comprendo nemmeno come una danzatrice perfetta, educatasi alla migliore scuola, un cigno bianco, possa “toccandosi” (non è mica una bambola) liberarsi dai cilici fisici e mentali da autodisciplina con cui è cresciuta; soprattutto dalla gelosia della mamma che a 28 anni smise la sua carriera da ballerina.
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Per evidente ignoranza non so vedere il parallelismo tra la danza di Nina e la vicenda del cigno bianco e poi di quello nero; molti e molto qualificati lo fanno. Certo la protervia o violenza del cigno nero incombono su tutto il film, nei corridoi spettrali del teatro, nel vetro della metropolitana dove Nina si specchia, nella colonna sonora da thriller: qualcosa di inquietante, è sicuro, deve accadere.
Non comprendo nemmeno come una danzatrice perfetta, educatasi alla migliore scuola, un cigno bianco, possa “toccandosi” (non è mica una bambola) liberarsi dai cilici fisici e mentali da autodisciplina con cui è cresciuta; soprattutto dalla gelosia della mamma che a 28 anni smise la sua carriera da ballerina. Mi piace osservare il dietro le quinte da Chorus Line della vita delle ballerine, le loro sofferenze per emergere, i mezzi che escogitano per prevalere, le tensioni da “donne sull’orlo di una crisi di nervi” fino alla morte di/per il successo. La protagonista recita bene, ha la faccia impaurita o da vittima sacrificale del "roi", il maestro Thomas (Vincent Cassel), o di se stessa che brama per quel ruolo. Come conservare allora lo sguardo seducente di Natalie Portman, se pur di diventare la prima ballerina, da cigno nero, essa diventa preda di ossessioni, di autopunizioni.
Già, ma è solo un film, la controfigura della protagonista l’ha accusata di non sapere nemmeno ballare. Non vedo emozioni (le mie) se non quelle esasperate che ci vengono mostrate per esigenze sceniche.
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kinder83
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sabato 2 aprile 2011
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da censura x sesso, autolesionismo e depressione..
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un cattivo esempio per le giovani ballerine!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
[+] non solo...
(di lady libro)
[ - ] non solo...
[+] eccoli qua!
(di marezia)
[ - ] eccoli qua!
[+] mamma mia
(di _melindo__)
[ - ] mamma mia
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