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zafirazeb
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giovedì 10 marzo 2011
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anche no
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Portman troppo piagnucolosa. Cassel bello e dannato ma poco credibile come maestro di danza (che tra l'altro non muove un passo per fortuna). Personaggi tratteggiati in modo superficiale e un po' manicheo: la mamma cattiva come la matrigna di Cenerentola, l'amica sex bomb, la Portman repressa, la Ryder sul viale del tramonto come una vecchia senza speranza con niente da insegnare al mondo. Poca complessità nel delineare i personaggi. Regia e fotografia mediocri.
Scontato il plot e i dialoghi. Banalotto il messaggio: uccide sé stessa, credendo di uccidere il suo alter ego (l'amica). Io speravo che almeno avesse freudianamente ucciso la madre.
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Portman troppo piagnucolosa. Cassel bello e dannato ma poco credibile come maestro di danza (che tra l'altro non muove un passo per fortuna). Personaggi tratteggiati in modo superficiale e un po' manicheo: la mamma cattiva come la matrigna di Cenerentola, l'amica sex bomb, la Portman repressa, la Ryder sul viale del tramonto come una vecchia senza speranza con niente da insegnare al mondo. Poca complessità nel delineare i personaggi. Regia e fotografia mediocri.
Scontato il plot e i dialoghi. Banalotto il messaggio: uccide sé stessa, credendo di uccidere il suo alter ego (l'amica). Io speravo che almeno avesse freudianamente ucciso la madre.
E la Portaman come ballerina... maaah nemmeno a "ballando con le stelle" :)
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artnico
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mercoledì 9 marzo 2011
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gli orrori più indicibili sono nella nostra mente
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Il cigno nero è uno di quei film che ti tiene inchiodato alla sedia, non per la suspence ma perchè in qualche modo gli uomini sono attratti dalla altrui sofferenza, e nel film di sofferenza se ne dispensa a palate, è uno spettro che non lascia mai la protagonista e che ci costringe a guardare attraverso i suoi occhi un mondo troppo aggressivo per potergli resistere. Inevitabile non mettersi nei panni di questa donna e chiedersi come mai molti di noi continuano a farcela, forse è vero che ognuno ha di noi le risorse necessarie per superare qualsiasi problema, è anche vero però che i drammi di natura psichica non seguono le normali regole, e quando seguo i percorsi della giovane Nina, a momenti devo far forza su me stesso e ricordare di aver avuto la fortuna di crescere bene senza che ad una certa età, sotto una pressione comune per molti di noi, scattasse un demone impossibile da sconfiggere.
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Il cigno nero è uno di quei film che ti tiene inchiodato alla sedia, non per la suspence ma perchè in qualche modo gli uomini sono attratti dalla altrui sofferenza, e nel film di sofferenza se ne dispensa a palate, è uno spettro che non lascia mai la protagonista e che ci costringe a guardare attraverso i suoi occhi un mondo troppo aggressivo per potergli resistere. Inevitabile non mettersi nei panni di questa donna e chiedersi come mai molti di noi continuano a farcela, forse è vero che ognuno ha di noi le risorse necessarie per superare qualsiasi problema, è anche vero però che i drammi di natura psichica non seguono le normali regole, e quando seguo i percorsi della giovane Nina, a momenti devo far forza su me stesso e ricordare di aver avuto la fortuna di crescere bene senza che ad una certa età, sotto una pressione comune per molti di noi, scattasse un demone impossibile da sconfiggere.
Bravissima l'attrice, convincente e sincera, Cassel superbo come sempre, fotografia e regia perfetti... da vedere
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francesca.geloso
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mercoledì 9 marzo 2011
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avvincente
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Si entra nel mondo schizzofrenico della protagonista dove realtà e allucinazione si sovrappongono, la leggerezza dei corpi e la pressione psicologica, il viso angelico e i demoni interni, l'universo infantile cristallizzato e la spietatezza del mondo dello spettacolo sono i contrasti che coinvolgono e trascinano lo spettatore nel vorticare dei passi di danza e della vita di Nina.
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francesco2
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martedì 8 marzo 2011
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afronovsky? come sofia........
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Come "Somewhere", è stato presentato all'ultimo Festival di venezia, ma credo che ancora più del film della Coppola l'accoglienza sia stataeperplessa; complici, dando per scontata(?) la buonafede dei giornalisti, che fosse l'atteso film d'esordio della Mostra; ma forse anchela barocca, e fastidiosa, inconsistenza dell' "Albero della vita",di Afronovsky, l un vero o presunto amore lesbico che attirava il sospetto di cinema "A la page". E anche, secondo chi scrive, un assurdo Leone d'Oro per l'onesta pellicola "The Wrestler".
In realtà, fermo restando che anche chi ami un film così estremo dovrebbe capire che lo si possa odiare, ho come l'impressione che certuni nel prenderlo di mira abbiano quasi riscritto la(meritata) recensione perplessa sul film interpretato dalla moglie.
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Come "Somewhere", è stato presentato all'ultimo Festival di venezia, ma credo che ancora più del film della Coppola l'accoglienza sia stataeperplessa; complici, dando per scontata(?) la buonafede dei giornalisti, che fosse l'atteso film d'esordio della Mostra; ma forse anchela barocca, e fastidiosa, inconsistenza dell' "Albero della vita",di Afronovsky, l un vero o presunto amore lesbico che attirava il sospetto di cinema "A la page". E anche, secondo chi scrive, un assurdo Leone d'Oro per l'onesta pellicola "The Wrestler".
In realtà, fermo restando che anche chi ami un film così estremo dovrebbe capire che lo si possa odiare, ho come l'impressione che certuni nel prenderlo di mira abbiano quasi riscritto la(meritata) recensione perplessa sul film interpretato dalla moglie. A costo di fare un accostamento che può apparire facile, paragono l'inizio a quello di un altro grande film incompreso "The Company" di Altman, non a caso consigliatogli da un'attrice come Neve Campbell, che prima ballerina lo era per davvero. C'è, al contempo, una differenza di fondo: se la memoria non m'inganna, Qqell'incipit esprimev mancanza di tensione, Un vero o presunto clima rilassat durante il film. Qui, invece, Nina soffre perché non vorrebbe soffrire e perchè si llude stoicamente di (s) fuggiore dalle passioni, o perlomeno questo pensa il suo istruttore; essendo un'artista e più specificatamente una BALLERINA, si illude di diventare un(s)oggetto plasticamente perfetto, esattamente come voleva il protagonista maschile per la sua amata (?) nel "Primo amore" di Garrone. Però lì la cosa avveniva per induzione, qui è Nina stessa che la ricerca, mentre il pigmalione cerca di dissuaderla da questa perfezione "Parnassiana", e di convertirla ad un'arte dove non rinunci alla dimensione emotiva.
Un altro accostamento potrebbe essere con la Clarissa del "Silenzio degli innocenti", che corre a perdifiato nella prima scena, e che cercando un serial-killer finirà per trovare sé stessa. Anche Nina segue lo stesso percorso, ma la sua vorrebbe essere una liberazione, (e) semplificata magari troppo facilmente con le ferite fisiche che si autoprocura. La chiave di lettura del film non è la madre, figura non originalissimo ma comunque utile nell'inquietudine che lascia trapelare(La scena della torta, o il risveglio di Nina dopo la vera o presunta notte lesbica). Al di là di interessanti spunti come la Ryder, la cui virulenta apparizione contrasta con la delicatezza ella statua osservata dalla ragazza, o l'investimento di una delle ballerine, è il personaggio della Kunys. Sarebbe facile dire che incarna ciò che Nina non vorrebbe esere (La perversione, la ricerca di trasgressioni discutibili); no, è un personaggio DOPPIO, la cui ambiguità viene non a caso svelata solo alla fine; Nina, invece, è capace solo di essere BIANCA senza scoprire la dimensione del NERO, che la terrorizza anche sotto forma di OMBRA. Come dimostra un incubo notturno questa aspirazione/incubo incarna varie anime femminili, forse la madre stessa, forse la Ryder, o forse qualcun altro ancora. Il film è DOPPIO sin dal titolo("Il cigno nero"), ma proprio in questa chiave si può anche leggere che non sappiamo se certe cose siano sogno o realtà L'autosistruzione , graduale prima e repentina poi, è il solo modo in cui la giovane,persa nel suo mondo di conigli bianchi e perfezionsismo nelle piccole cose, come allacciarsi una scarpa,raggiungerà quella perfezione che le era sempre sfuggita.
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hollyver07
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martedì 8 marzo 2011
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no problem!
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- r. y. -
Ciao. Per quanto mi riguarda nessun problema, ci mancherebbe, posso esser di tutto e un pò ma certamente non il local inquisitore! La mia era pura curiosità (garantisco non un'accusa) e non era necessario che tu rispondessi; inoltre al termine della mia frase di lancio mancava il "?", quindi la mia era semplicemente una domanda, non per fare chissà quali illazioni. Eliminare il commento...?! Non so proprio se si possa fare... e non penso sia necessario. Se ti fai un giro sulle "pagine" dei vari film, noterai frequenti "votazioni" multiple fatte da soggetti assai "accorati" nel "difendere" i propri punti di vista.
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- r. y. -
Ciao. Per quanto mi riguarda nessun problema, ci mancherebbe, posso esser di tutto e un pò ma certamente non il local inquisitore! La mia era pura curiosità (garantisco non un'accusa) e non era necessario che tu rispondessi; inoltre al termine della mia frase di lancio mancava il "?", quindi la mia era semplicemente una domanda, non per fare chissà quali illazioni. Eliminare il commento...?! Non so proprio se si possa fare... e non penso sia necessario. Se ti fai un giro sulle "pagine" dei vari film, noterai frequenti "votazioni" multiple fatte da soggetti assai "accorati" nel "difendere" i propri punti di vista. Senza entrare nel merito delle loro specifiche motivazioni, non crucciarti per la doppia votazione che la cosa lascia davvero il tempo che trova. Ad ogni buon conto, tuo post molto corretto. Saluti a te
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marezia
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martedì 8 marzo 2011
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recensione di marzia gandolfi
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A leggerla con attenzione c'è una sorta di velenosità nata, a parer mio, dalla frustrazione 1) di non poter collocare la pellicola in un genere preciso e 2) di doverci mettere del proprio. Il fatto che non sia un film facile ed immediato ha innervosito la nostra apripista che, evidentemente, ad un certo punto ha mollato la presa predisponendosi ad un giudizio NE' NEGATIVO NE' POSITIVO MA SCONCERTATO... SCONCERTATO MA SCONCERTANTE, però! Povera Marzia, fatele recensire film più semplici la prossima volta....
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beataffe
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martedì 8 marzo 2011
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la fragilità che uccide
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Proprio ieri sera ho pensato fosse arrivato il momento di cominciare a vedere la carrellata degli ultimi film da Oscar: "Il cigno nero" la storia di una ballerina che, ottenuta la parte di Odette per il classico balletto "Il lago dei cigni", verrà travolta dalla sua stessa fragilità.
Apprezzando il fatto che dal titolo originale a quello italiano non vi sia alcuna differenza, questo è un film che presenta un profondo dramma psicologico che viene focalizzato (a mio parere) sia dall'interno della protagonista (Nina) che dall'esterno, ossia il punto di vista razionale del pubblico che si deve render conto dello stato psicologico della ragazza e non travisi le sue rappresentazioni psicologiche con la realtà.
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Proprio ieri sera ho pensato fosse arrivato il momento di cominciare a vedere la carrellata degli ultimi film da Oscar: "Il cigno nero" la storia di una ballerina che, ottenuta la parte di Odette per il classico balletto "Il lago dei cigni", verrà travolta dalla sua stessa fragilità.
Apprezzando il fatto che dal titolo originale a quello italiano non vi sia alcuna differenza, questo è un film che presenta un profondo dramma psicologico che viene focalizzato (a mio parere) sia dall'interno della protagonista (Nina) che dall'esterno, ossia il punto di vista razionale del pubblico che si deve render conto dello stato psicologico della ragazza e non travisi le sue rappresentazioni psicologiche con la realtà.
Imprevedibile e complesso, dà una visione della danza classica diversa, che non arriva al pubblico di fatto ignaro della fatica, dei sacrifici e delle angosce che affliggono le ballerine.
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peter wilson
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martedì 8 marzo 2011
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unico e inimitabile
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Un film che non ha genere, perché è un'ottima commistione di tanti generi. Alterna momenti di intensa drammaticità ad altri che sfiorano l'horror. Alcune sequneze sono da manuale. Bellissimo e ottimamente recitatto. Veramnte chiamrlo thriller è riduttivo
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orazioblur
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lunedì 7 marzo 2011
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tensione e mimesi
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Ottimo film! Mette tantissima tensione! Un capolavoro che secondo me meritava l'oscar al posto del discorso del re!
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mariangela sansone
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lunedì 7 marzo 2011
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danzando sulle punte fino all'orlo del baratro
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Superare il limite, perdersi per conoscere meglio se stessi, lanciarsi nel vuoto per raggiungere la perfezione, quella perfezione che va oltre la tecnica, ma si confonde nell'errore per essere più vera. Dopo l'acclamatissimo The Wrestler, Darren Aronofsky si cimenta nuovamente con un soggetto a lui molto caro, l'uomo che si confronta con le proprie paure,mettendosi a dura prova, estremizzando i propri sforzi sino alla mutazione fisica e psicologica.In Black Swan, la bravissima Natalie Portman, nel ruolo della ventottenne Nina, ballerina classica, viene scelta per interpretare il ruolo del cigno bianco e la sua antitesi, il cigno nero, nella rappresentazione del Lago dei cigni dal direttore artistico Thomas Leroy, un cinico e sensuale Vincent Cassell.
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Superare il limite, perdersi per conoscere meglio se stessi, lanciarsi nel vuoto per raggiungere la perfezione, quella perfezione che va oltre la tecnica, ma si confonde nell'errore per essere più vera. Dopo l'acclamatissimo The Wrestler, Darren Aronofsky si cimenta nuovamente con un soggetto a lui molto caro, l'uomo che si confronta con le proprie paure,mettendosi a dura prova, estremizzando i propri sforzi sino alla mutazione fisica e psicologica.In Black Swan, la bravissima Natalie Portman, nel ruolo della ventottenne Nina, ballerina classica, viene scelta per interpretare il ruolo del cigno bianco e la sua antitesi, il cigno nero, nella rappresentazione del Lago dei cigni dal direttore artistico Thomas Leroy, un cinico e sensuale Vincent Cassell. Nina è un angelo quando danza sulle punte, un animo puro e fragile, legata ad una madre soffocante in un rapporto morboso e castrante per la piccola "sweet heart". Alla continua ricerca della perfezione stilistica, costringendo la sua femminilità e negandola a sé stessa ed agli occhi degli altri; Nina dedica tutto il suo tempo al balletto, non c'è spazio per la vita. Perfetta nel ruolo del Cigno Bianco, la sua purezza ben si sposa col carattere della principessa Odette, ma per interpretare il cigno nero, Nina deve scoprire la sua parte più ferina, deve imparare a "perdersi". L'unico ostacolo al raggiungimento della perfezione, per Nina, è se stessa, scoprire la sensualità, accettare il suo lato oscuro, è il passo ultimo, ma non è indolore; lo sforzo sta nel far coesistere la sua natura prettamente apollinea con un lato di se che ancora non conosce; la sua indole dionisiaca è ben nascosta negli antri più reconditi della sua mente e grida per manifestarsi. Il regista ama addentrarsi tra le pieghe dell'animo e come pochi riesce a raccontare le paure e le sofferenze di quegli uomini che si spingono oltre i propri limiti, fisici e psicologici; lo fa con poesia quando racconta la carne in pieno disfacimente di un lottatore di wrestling che cerca di recuperare i sentimenti ed i rapporti che si era negato negli anni; lo fa con crudezza ed una punta di cinismo quando si approccia allo spirito femminile di una trentenne che ha rinunciato per paura al suo lato femmineo e sensuale per dedicarsi al balletto, porto sicuro dove nascondersi dai mostri generati dalle sue angosce.The Wrestler e Black Swan sono due film strettamente legati, un dittico che rappresenta uno spaccato sulla difficoltà di vivere. In entrambi i film il corpo è mortificato, tormentato dallo sforzo del lavoro fisico; tumefazioni, ferite che sanguinano e cartilagini che scricchiolano in una danza, ora su un ring, ora su un palco, tra la vita e la morte.Il film si avvale di una colonna sonora fatta dalle note dell'opera di Cajkovskij e dall'ottimo lavoro di remix compiuto da Clint Mansell; gli effetti sonori coinvolgono emozionalmente lo spettatore, così il battito d'ali, il sangue che pulsa ed il battito del cuore sono ottimi "personaggi" sapientemente gestiti e dosati dal regista. La Portman, in questo film, offre un'ottima prova di recitazione, senza sbavature, riesce a gestire bene entrambe le parti, a suo agio nelle vesti del Cigno Bianco ma anche, e soprattutto, in quelle del suo doppleganger, il cupo Cigno Nero. Black Swan, Il Cigno Nero, è un thriller fortemente intriso di erotismo, fatto di ossessioni che prendono vita, è un film che merita di essere visto perchè stupisce e coinvolge, pura furia passionale che rapisce e seduce.
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