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marezia
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domenica 13 marzo 2011
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pipay,
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hai fatto usare l'account a tuo nipote per caso? Ti facevo più intelligente... Peccato! Un altro su cui mi sono sbagliata.
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pipay
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domenica 13 marzo 2011
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idiozia allucinante. evitate questo film!!!!
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La Portman sarà pure brava (ma non da Oscar!) ma il film è da buttar via dall'inizio alla fine. E non aggiungo altro perché non ne vale la pena.
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(di fidi88)
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mandevilla5
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domenica 13 marzo 2011
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evitatelo!
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Film cupo, non coinvolgente, non si capisce dov'è la realtà e dove l'immaginazione. Belli solo i balletti
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angelialcinema
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domenica 13 marzo 2011
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sogni proibiti e grandiosa paranoia
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Black Swan è un horror psicologico in cui più che il mondo del ballo, Aronofsky esamina il mondo della psiche sottoposta a pressioni ed esasperazioni, fino all’eccesso, che coincide con l’eccellenza ma anche con il disturbo. Nel film ci sono infatti solo nemici finti ben più pericolosi delle persone vicine perché impossibili da controllare. L’idea non è originale in nulla. La competizione accentuata da elementi erotici e perversioni represse o realizzate sembra ricalcare “Showgirls” di Verhoeven che pur sempre di ballo e vedette parla, anche se di altro tipo, Vincent Cassel e Mila Kunis più che membri del New York Ballett, potrebbero essere agenti segreti importati da Alias o da altri film di spionaggio, ma l'ispirazione e chissà se solo quella, della confusione tra realtà ed immaginazione, fra genialità ed anormalità è sicuramente tratta da Ron Howard ed il suo “A Beautiful Mind”, sebbene muoversi in una storia di drammatica fantasia sia più difficile che parlare di una storia già esistente.
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Black Swan è un horror psicologico in cui più che il mondo del ballo, Aronofsky esamina il mondo della psiche sottoposta a pressioni ed esasperazioni, fino all’eccesso, che coincide con l’eccellenza ma anche con il disturbo. Nel film ci sono infatti solo nemici finti ben più pericolosi delle persone vicine perché impossibili da controllare. L’idea non è originale in nulla. La competizione accentuata da elementi erotici e perversioni represse o realizzate sembra ricalcare “Showgirls” di Verhoeven che pur sempre di ballo e vedette parla, anche se di altro tipo, Vincent Cassel e Mila Kunis più che membri del New York Ballett, potrebbero essere agenti segreti importati da Alias o da altri film di spionaggio, ma l'ispirazione e chissà se solo quella, della confusione tra realtà ed immaginazione, fra genialità ed anormalità è sicuramente tratta da Ron Howard ed il suo “A Beautiful Mind”, sebbene muoversi in una storia di drammatica fantasia sia più difficile che parlare di una storia già esistente. Originale alla fine è solo la Portman con troppa enfasi ma sicuramente al top come attrice.
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[+] bella recensione
(di hollyver07)
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luke23
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domenica 13 marzo 2011
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la disturbante bellezza del cigno nero
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Disturbante, poetico, ipereale, catartico, viscerale. E’ il canto straziante e dannatamente intenso di Darren Aronofsky, assurto a nuovo Cronenberg, a cantore principe della fisicità disturbata, tumorale, sottocutanea.
Il suo cigno nero è cinema esplorativo, indagatore, psicoattivo, allucinato. Si palesa nell’utilizzo delle soggettive, dei controcampi, di telecamere a spalla, di movimenti continui e inquietanti, si concretizza in un clima di tensione fisica costante, di metamorfismo pronto ad accadere.
E’ cinema fatto di aggettivi, di grigi, di linee di confine, di separazioni e scissioni interne. E’ uno sguardo affilato che squarcia le carni per guardare dentro l’anima, coglierne psicosi, paure, dissociazioni.
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Disturbante, poetico, ipereale, catartico, viscerale. E’ il canto straziante e dannatamente intenso di Darren Aronofsky, assurto a nuovo Cronenberg, a cantore principe della fisicità disturbata, tumorale, sottocutanea.
Il suo cigno nero è cinema esplorativo, indagatore, psicoattivo, allucinato. Si palesa nell’utilizzo delle soggettive, dei controcampi, di telecamere a spalla, di movimenti continui e inquietanti, si concretizza in un clima di tensione fisica costante, di metamorfismo pronto ad accadere.
E’ cinema fatto di aggettivi, di grigi, di linee di confine, di separazioni e scissioni interne. E’ uno sguardo affilato che squarcia le carni per guardare dentro l’anima, coglierne psicosi, paure, dissociazioni. E’ un approccio alla narrazione capace di sfondare i generi, di confutarli e metterli in continuo contrasto.
Il cigno nero è il pianto di “requiem for a dream“, lo squarcio in testa di “pigreco il teorema del delirio“, la schizzofrenia di “the wrestler” e l’introspezione onirica di “the fountain“. E’ summa di linguaggi e concetti.
Il cigno nero è la bellezza che abbraccia il lato oscuro. E’ anoressia, bulimia, è stress, è paranoia, è ossessione per i propri obiettivi, il proprio corpo, il proprio essere. Tutto in una sola pellicola. Tutto in una sola, grandissima interpretazione, da storia del cinema. Tutto negli sguardi alluncinati di una ballerina (Natalie Portman), nel suo allucinante obiettivo finale che richiede il superamento del proprio io, delle proprie paure e delle proprie catene (materne, come in molte malattie).
E’ una storia moderna, fatta di malattie moderne, di allucinazioni, di sdoppimaento della personalità (cigno nero, cigno bianco) e ricerca di unificazione (cigno nero). E’ inquietudine fisica e morale.
Ed è abbandono.
Dannato, auspicato, liberatorio abbandono.
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luigi.blu
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domenica 13 marzo 2011
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un film che non lascia indifferenti
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Questo e' un film che non lascia indifferenti, lo si ama o lo si detesta. E come il cigno, o e' bianco o e' nero, non esiste il cigno grigio. Lo si puo' amare per l' eccellente recitazione di tutto il cast e della protagonista in particolare. Lo si puo' amare per le musiche di Tchaikovsky sapientemente montate e distribuite lungo tutto l'arco del film, e per le magnifiche sequenze di danza del piu' famoso balletto classico. Lo si puo' amare per la sapiente capacita' del regista di rappresentare lo stato d'animo di una persona che vive prima in ansia a causa della smania di coronare la propria carriera di artista, e poi nell' angoscia di non essere all'altezza dell' incarico ricevuto.
Lo si puo' invece detestare per quelle sequenze mozzafiato che unendo sapientemente immagini e suono, fanno sobbalzare lo spettatore sulla poltrona.
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Questo e' un film che non lascia indifferenti, lo si ama o lo si detesta. E come il cigno, o e' bianco o e' nero, non esiste il cigno grigio. Lo si puo' amare per l' eccellente recitazione di tutto il cast e della protagonista in particolare. Lo si puo' amare per le musiche di Tchaikovsky sapientemente montate e distribuite lungo tutto l'arco del film, e per le magnifiche sequenze di danza del piu' famoso balletto classico. Lo si puo' amare per la sapiente capacita' del regista di rappresentare lo stato d'animo di una persona che vive prima in ansia a causa della smania di coronare la propria carriera di artista, e poi nell' angoscia di non essere all'altezza dell' incarico ricevuto.
Lo si puo' invece detestare per quelle sequenze mozzafiato che unendo sapientemente immagini e suono, fanno sobbalzare lo spettatore sulla poltrona. Oppure lo si puo' detestare per il fastidio che si prova nel vedere la protagonista detestare se stessa, arrivando ad infliggersi torture corporali che sono la rappresentazione esterna della ferite che porta all' interno della propria psicologia.
In definitiva un film che merita di essere visto, non foss'altro che per dare il proprio contributo nell' alimentare la discussione e far pendere la bilancia dalla parte del cigno bianco o dalla parte di quello nero.
Luigi.
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[+] magnifiche sequenze di danza,,,
(di luana)
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fabio6
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sabato 12 marzo 2011
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finalmente un film coinvolgente!
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La forza del film è l'interpretazione di Natalie Portaman ( meritatissimo l'oscar ) , perfetta come ballerina, all'inizio del film traspaiono solo quelle che possono essere le normali preoccupazioni di una ragazza che vuole emergere a tutti i costi con la sua fragilità, le sue insicurezze, alle prese con uno straripante Vincent Cassel ( un attore che è sempre in crescendo nelle sue interpretazioni ) che se la rigirà un po' come vuole.
Poi le insicurezze diventano vere e proprie nevrosi, i limiti tra realtà e pazzia si infrangono e lo spettatore risulta essere smarrito, perso, le emozioni si sussegguono come un vortice fino a culminare nel finale.
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La forza del film è l'interpretazione di Natalie Portaman ( meritatissimo l'oscar ) , perfetta come ballerina, all'inizio del film traspaiono solo quelle che possono essere le normali preoccupazioni di una ragazza che vuole emergere a tutti i costi con la sua fragilità, le sue insicurezze, alle prese con uno straripante Vincent Cassel ( un attore che è sempre in crescendo nelle sue interpretazioni ) che se la rigirà un po' come vuole.
Poi le insicurezze diventano vere e proprie nevrosi, i limiti tra realtà e pazzia si infrangono e lo spettatore risulta essere smarrito, perso, le emozioni si sussegguono come un vortice fino a culminare nel finale.
Un film da vedere assolutamente!
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greg2
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sabato 12 marzo 2011
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thriller psicologico
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Il cigno nero è un thriller psicologico di altissimo livello che descrive in maniera eccellente la vera schizzofrenia degli artisti.
L'ansia per il ragiungimento della perfezione, la tensione, l'ossessione, una madre iperprotettiva, la rivalità con Lily condurranno Natalie Portman (oscar meritato) alla pazzia più estrema, descritta magnificamente dalla recitazione dell'attrice e dalla perfetta fotografia del regista.
Film davvero interessante, pur non essendoci azione trasmette parecchia tensione.
[+] la vera schizzofrenia degli artisti..
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[+] non concordo sulla schizzofrenia...
(di hollyver07)
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carlita
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sabato 12 marzo 2011
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la ricerca della perfezione restituisce la libertà
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E' un ottimo film il cigno nero. I presupposti per amarlo ci sono tutti: il dramma, la sofferenza, il balletto, l'ansia della suspence, la lotta per la libertà, il thriller. L'altra parte di noi, quella che non si mostra ma si sa che esiste, quella che vorremmo tanto estrapolare dal suo bunker ma contemporaneamente la si lascia marcire per paura di doverla amare, questo è the black swan. Odette cerca Odile come la purezza cerca la passione, come il bianco cerca il nero, come la frustrazione cerca l' esuberanza, come la prigione cerca la libertà, solo così sa di poter raggiungere la perfezione. Una perfezione faticosa, fatta di durissime prove fisiche ma ancor più duri riscontri mentali. La consapevolezza di aver scoperto la propria incompletezza fanno di Odette l'istancabile ricercatrice della libertà.
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E' un ottimo film il cigno nero. I presupposti per amarlo ci sono tutti: il dramma, la sofferenza, il balletto, l'ansia della suspence, la lotta per la libertà, il thriller. L'altra parte di noi, quella che non si mostra ma si sa che esiste, quella che vorremmo tanto estrapolare dal suo bunker ma contemporaneamente la si lascia marcire per paura di doverla amare, questo è the black swan. Odette cerca Odile come la purezza cerca la passione, come il bianco cerca il nero, come la frustrazione cerca l' esuberanza, come la prigione cerca la libertà, solo così sa di poter raggiungere la perfezione. Una perfezione faticosa, fatta di durissime prove fisiche ma ancor più duri riscontri mentali. La consapevolezza di aver scoperto la propria incompletezza fanno di Odette l'istancabile ricercatrice della libertà. Libertà che le verrà restituita solo con la morte.
Di un bellissimo cigno infelice.
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fabio2
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giovedì 10 marzo 2011
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straordinario universo femminile
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Viaggio costantemente in bilico tra la coscienza dell'essere e il voler essere. Natalie Portman, è Nina, ma allo stesso tempo la madre, Beth, Lilly. Tutto ci accompagna in un vortice senza fine, che trasforma il dolcissimo personaggio delle prime sequenze alla progressiva trasgressione della sua esistenza, fino alla autodistruzione. Tutto ruota intorno a Nina o è Nina che vorrebbe abbracciare ciò che ruota intorno a lei. L'oscar è strameritato.
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