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the man of steel
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lunedì 28 febbraio 2011
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oscar
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Giustissimo l'oscar a Natalie che se lo è meritato appieno, così come quello di tutti gli altri attori. D'altronde sulle categorie della recitazione non ho mai nulla da dire...
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andrearuberto
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domenica 27 febbraio 2011
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il lato oscuro
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E' quando una pellicola cinematografica riesce a trasportarci in una vera esperienza audio visiva che la settima arte si manifesta in tutta la sua maestosità. Aronofsky merita quindi a ragion veduta il titolo di artista. Il cigno nero è un esperienza angosciante; l'inquietudine è palpabile e permea la sala di trepidazione, paura, tormento. La fatidica lotta tra il bene e il male, il grande scontro tra il cigno bianco e quello nero è rappresentata in modo brillante ed impeccabile dalla bellissima Natalie Portman, dai cui occhi trapela tutta l'angoscia del vivere presente nel cuore di ognuno di noi che si rivela, impetuosa, trovando riscontro nella ricerca della perfezione e nelle paure della ballerina.
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E' quando una pellicola cinematografica riesce a trasportarci in una vera esperienza audio visiva che la settima arte si manifesta in tutta la sua maestosità. Aronofsky merita quindi a ragion veduta il titolo di artista. Il cigno nero è un esperienza angosciante; l'inquietudine è palpabile e permea la sala di trepidazione, paura, tormento. La fatidica lotta tra il bene e il male, il grande scontro tra il cigno bianco e quello nero è rappresentata in modo brillante ed impeccabile dalla bellissima Natalie Portman, dai cui occhi trapela tutta l'angoscia del vivere presente nel cuore di ognuno di noi che si rivela, impetuosa, trovando riscontro nella ricerca della perfezione e nelle paure della ballerina. Un' analisi psicologica incredibile, un percorso che passa per il cuore, giungendo alla follia. Introspezione alla quale il regista ci aveva già abituato in passato, ma che questa volta si manifesta ancora più irruenta, attraverso l'esasperata oppressività di una madre che ha visto i propri sogni infranti, la tentazione e l'invidia di una ragazza trasgressiva, a tratti crudele, la rigidità della danza e di colui che la insegna in un intreccio tra odio, amore, dolore. Non un film da vedere, ma da vivere, lasciatevi trasportare e, forse, scoprirete che anche dentro di voi c'è un cigno nero che attende di inarcare le proprie ali oscure.
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vivi46
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domenica 27 febbraio 2011
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assolutamente uno schifo
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Un film così orribile non l'ho mai visto... Cioè lei, la protagonista, la Portman merita l'Oscar per l'interpretazione ed è l'unico punto positivo di questo film.
Ossia del film salverei solo la sua recitazione, nemmeno la sua Parte, solo come la recita. Uno schifo, assolutamente da vietare sotto i 18 anni, è uno schifo che non l'hanno proibito. A parte aver incentrato tutto l'intero film non sul balletto vero e proprio, ma su scene orrende (piene di sangue), esplicite e troppo pesanti. Ricco solo di parolacce, non c'è una sola frase recitata senza un qualcosa che riferisca esplicitamente al sesso quello volgare (non sto qua a specificare, ma diciamo cose molto POCO fini) oppure parolacce.
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Un film così orribile non l'ho mai visto... Cioè lei, la protagonista, la Portman merita l'Oscar per l'interpretazione ed è l'unico punto positivo di questo film.
Ossia del film salverei solo la sua recitazione, nemmeno la sua Parte, solo come la recita. Uno schifo, assolutamente da vietare sotto i 18 anni, è uno schifo che non l'hanno proibito. A parte aver incentrato tutto l'intero film non sul balletto vero e proprio, ma su scene orrende (piene di sangue), esplicite e troppo pesanti. Ricco solo di parolacce, non c'è una sola frase recitata senza un qualcosa che riferisca esplicitamente al sesso quello volgare (non sto qua a specificare, ma diciamo cose molto POCO fini) oppure parolacce.
La storia sarebbe anche carina, se solo si evitasse di strafare. Ma l'esuberanza non aiuta, anzi. E quello che poteva essere un pomeriggio si sano divertimento, e di sana cultura legato a questo mondo che seppur difficile e lontano dal comune (il mondo delle opere di danza), può essere spiegato, in modo seppur realistico un po' meno CRUDO di quello che è stato rappresentato in questo film.
L'intrerpretazione è buona, ma le scene di horror (sangue a fiotte, fin troppo) e di sesso esplicito molto spesso (soprattutto quello dopo una notte di sfrenesia fra droga, alcool e discoteca) si ritrova a vivere un'intensa notte con la ballerina. Una notte che potevano farci benissimo far "pensare", ma non far vedere in un modo così esplicito.
Assolutamente negativo, non porterei mai a vedere un minorenne un film del genere, perchè non ha nulla da insegnare. Solo una cosa: quando si cerca di strafare si rischia sia la propria sanità di mente, che cose ben peggiori. Questo è quello che è trapelato dal film, il vero insegnamento. Insegnamento però che il registra, scenografo, e soprattutto sceneggiatore non hanno imparato.
Un film che farà parlare molto di sè, ma assolutamente NEGATIVO, assolutamente AMORALE, non fine e che non ha nulla da trasmettere.
Insomma dopo un quarto d'ora la sensazione è quella di voler uscire dalla sala, restando le cose non migliorano. Si perde solo un pomeriggio cercando di trovare lati positvi, in un film in cui ripeto l'unico lato positivo è la sola interpretazione da Oscar della Portman.
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ripagrandeluca
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domenica 27 febbraio 2011
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oscar dei picchiatelli
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esagerato uso dell'autolesionismo in questo momento storico non se ne sente il bisogno regista e temi ripetitivi facile farsi belli con colonne sonore del genere
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brian77
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domenica 27 febbraio 2011
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questo ci sa fare con le immagini
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I primi film di Aronofsky mi tediavano mortalmente con la loro pretenziosità stucchevole. Ma con The Wrestler e Black Swan credo che stia riuscendo a dimostrare il talento che ha. E sul quale mi sembra difficile avere dubbi. Certo, è un furbastro, un manipolatore, uno che le prova tutte pur di colpire lo spettatore. Ma nonostante l'abuso della micidiale macchina a mano, riesce a risucchiarci eccome nelle sue immagini. Che sono notevoli, perché ci sa fare, e parecchio. Oggi leggo di un famigerato critico (quello che nell'edizione domenicale di un giornale passa da anni il tempo a raccontarci le trame e i personaggi, senza mai parlare di cinema) che esalta Gianni Di Gregorio e dileggia Aronofsky.
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I primi film di Aronofsky mi tediavano mortalmente con la loro pretenziosità stucchevole. Ma con The Wrestler e Black Swan credo che stia riuscendo a dimostrare il talento che ha. E sul quale mi sembra difficile avere dubbi. Certo, è un furbastro, un manipolatore, uno che le prova tutte pur di colpire lo spettatore. Ma nonostante l'abuso della micidiale macchina a mano, riesce a risucchiarci eccome nelle sue immagini. Che sono notevoli, perché ci sa fare, e parecchio. Oggi leggo di un famigerato critico (quello che nell'edizione domenicale di un giornale passa da anni il tempo a raccontarci le trame e i personaggi, senza mai parlare di cinema) che esalta Gianni Di Gregorio e dileggia Aronofsky. Ecco, andiamo avanti così, elogiamo il cinema da festival del cortometraggio e liquidiamo quello di chi sa osare... A me il simil-artistico pretenzioso e kitsch non pioace di certo, ma se uno dimostra di avere del talento come si fa a non riconoscerlo?
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akane-chan
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domenica 27 febbraio 2011
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buona la trama, penoso e pretenzioso lo sviluppo
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Scene splatter lasciate assolutamente al caso. Uno stile decadente martoriato con effetti scenici puralmente INUTILI. E nello stile si è cercato di copiare, male ed inutilmente, Dorian Gray.
Le premesse per realizzare una buona storia c'erano tutte. Ma l'enfasi ossessiva su certi dettagli, ripetuti fino alla nausea, l'evoluzione della storia senza un nesso logico (e vi informo che ANCHE l'ascesa alla pazzia deve avere un qualche filo conduttore che la guidi), hanno fatto rasentare il paradossale ed il patetico ad un film davvero deludente.
Se l'enfasi su certe scene o punti narrativi viene calcata e forzata, non risulta più ascetica e poetica, ma IRRITANTE.
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Scene splatter lasciate assolutamente al caso. Uno stile decadente martoriato con effetti scenici puralmente INUTILI. E nello stile si è cercato di copiare, male ed inutilmente, Dorian Gray.
Le premesse per realizzare una buona storia c'erano tutte. Ma l'enfasi ossessiva su certi dettagli, ripetuti fino alla nausea, l'evoluzione della storia senza un nesso logico (e vi informo che ANCHE l'ascesa alla pazzia deve avere un qualche filo conduttore che la guidi), hanno fatto rasentare il paradossale ed il patetico ad un film davvero deludente.
Se l'enfasi su certe scene o punti narrativi viene calcata e forzata, non risulta più ascetica e poetica, ma IRRITANTE.
La follia non è stata lasciata alla frenesia di una qualche sorta di evoluzione (resa solo in parte dal montaggio), ma dal caso.
Sconsigliato!
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critika.altervista.org
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domenica 27 febbraio 2011
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"c'è il cigno bianco e il cigno nero". punto.
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La pubblicità prometteva di tutto: facce famose adatte ai ruoli, la ragazzina innocente e il duro mondo del balletto, i disturbi alimentari (con un’attrice tanto bella e già filiforme che per esigenze di copione pare sia dovuta calare di 10 chili), la droga, il sesso, i baci lesbici trasgressivi, la dannazione, la dicotomia bianco-nero:basica ma sempre accattivante per la sua immediatezza. Eppure il film non è l’insieme fluido di stereotipi che mi aspettavo. No. La prima parte è una guida livello 1 per l’(auto)erotismo femminile. Il regista maschietto per aiutarci a superare quello che lui pensa sia un tabù, ci fornisce una serie di inquadrature della patata della protagonista con varie mani che ci ravanano: la sua propria,quella del coreografo,quella dell’amica,nella vasca,nel letto.
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La pubblicità prometteva di tutto: facce famose adatte ai ruoli, la ragazzina innocente e il duro mondo del balletto, i disturbi alimentari (con un’attrice tanto bella e già filiforme che per esigenze di copione pare sia dovuta calare di 10 chili), la droga, il sesso, i baci lesbici trasgressivi, la dannazione, la dicotomia bianco-nero:basica ma sempre accattivante per la sua immediatezza. Eppure il film non è l’insieme fluido di stereotipi che mi aspettavo. No. La prima parte è una guida livello 1 per l’(auto)erotismo femminile. Il regista maschietto per aiutarci a superare quello che lui pensa sia un tabù, ci fornisce una serie di inquadrature della patata della protagonista con varie mani che ci ravanano: la sua propria,quella del coreografo,quella dell’amica,nella vasca,nel letto..insomma un po’ tutte varianti della stessa scena(sbadigli). Il processo di dannazione non si insinua subdolamente; ancor prima che le parti per “il lago dei cigni” siano assegnate la mente inferma della futura prima ballerina le gioca brutti scherzi: scene horror incalzanti senza un perché, un perenne delirio. Non sono riuscita a trattenere un attacco micidiale di ridarella. Dopo le immagini riflesse negli specchi che vivono di vita propria,una tipa che si pugnala la faccia..così,tanto per battere la concorrenza giapponese sul genere. Solo il momento della totale trasformazione in cigno nero sul palcoscenico (dura poco,perciò non bilancia il resto),mi fa desistere dal definire questo film un comune espletamento delle funzioni intestinali. I dialoghi sono da under 14,proprio la fascia di pubblico alla quale la visione è stata vietata.
p.s. il mio nickname è anche il mio blog di recensioni,nel caso voleste darci un'occhiata
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(di hollyver07)
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hidalgo
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domenica 27 febbraio 2011
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il (deludente) lato oscuro di aronofsky
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La bella e brava Natalie Portman è Nina, ballerina che sogna il ruolo che le potrebbe cambiare la vita. Ragazza volenterosa, ingenua e innocente, ma dalla vita privata assai difficile e confusa. Viene scelta per interpretare la principessa Odette in una nuova versione del Lago dei Cigni, ma la sua natura buona e candida le impedisce di entrare nella parte del cigno nero. Comincerà così un folle viaggio alla scoperta della sua vera natura, che si rivela essere oscura, tenebrosa, autodistruttiva. Pronta a tutto pur di arrivare al successo, Nina perderà la sua anima (nera come il cigno) tra droghe, ossessioni, paranoie e fantasie lesbo. Alla fine perderà pure la vita, dopo la salute mentale. Aronofsky getta nel calderone un pò di tutto.
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La bella e brava Natalie Portman è Nina, ballerina che sogna il ruolo che le potrebbe cambiare la vita. Ragazza volenterosa, ingenua e innocente, ma dalla vita privata assai difficile e confusa. Viene scelta per interpretare la principessa Odette in una nuova versione del Lago dei Cigni, ma la sua natura buona e candida le impedisce di entrare nella parte del cigno nero. Comincerà così un folle viaggio alla scoperta della sua vera natura, che si rivela essere oscura, tenebrosa, autodistruttiva. Pronta a tutto pur di arrivare al successo, Nina perderà la sua anima (nera come il cigno) tra droghe, ossessioni, paranoie e fantasie lesbo. Alla fine perderà pure la vita, dopo la salute mentale. Aronofsky getta nel calderone un pò di tutto. Horror, dramma, pseudo psicologia, sesso. Ne esce fuori un film di cattivo gusto,soporifero, prevedibile, a tratti ridicolo e sgradevole. Ma la cosa che più colpisce,in modo negativo, è il totale e compiaciuto trionfo del male sul bene. Il lato oscuro che domina, il cigno nero che vince su quello bianco, la sconfitta della purezza. Di peggio, Aronofsky non poteva fare.
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[+] sono perfettamente d'accordo con te
(di critika.altervista.org)
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[+] troppo buona :)
(di hidalgo)
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[+] assolutamente in disaccordo
(di jackdonpe)
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[+] lascia perdere aronofsky: non è il tuo genere ..
(di dck1x)
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nosfer
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domenica 27 febbraio 2011
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una boiata pazzesca
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Da dove iniziare? Dalla trita storia dell'artista che non è artista se non è pazzo, oppure potremmo discorrere dell'insulsaggine di ogni scena, ogni passo, persino ogni ballo dei personaggi. Tutto finto, ridicolo, dilettantesco, girato da cani, privo di qualsiasi regola di grammatica cinematografica, senza senso, inutile. Una vera, enorme boiata, Statene alla larga, o non smetterete più di ridere.
[+] sono scoppiata a ridere sul serio
(di critika.altervista.org)
[ - ] sono scoppiata a ridere sul serio
[+] perchè, le scene splatter ogni 2 secondi?
(di akane-chan)
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