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davidino.k.b.
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venerdì 27 marzo 2015
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film appassionante
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2 stelle da parte dei dizionari, 2 stelle e 1/2 da parte della critica, vuol dire un bel film da vedere. Ballo appassionante che fa amare la danza anche ad un profano della Classica. Attori molto bravi. complimenti come sempre alla lucida e mai pregiudizievole critica, obiettivissima come sempre, soprattutto con i film dei non soliti amici
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evildevin87
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sabato 6 dicembre 2014
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lucida follia negli occhi dello spettatore
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Aronofsky mette in scena ancora una volta l'essere schiavi di un'ossessione, in questo caso la maniacale ricerca dell'ossessione, i mostri interiori e la rivalità.
Nina (Natalie Portman) è una ballerina modello, precisa, brava ed elegante. Ha un unico limite: è sempre e solo in cerca della perfezione e questo la rende rigida e non si lascia mai andare all'amore per il ballo. Questo suo problema verrà fuori quando si ritroverà a dover essere sia la protagonista che l'antagonista (il cigno nero appunto) dello spettacolo "Il Lago dei Cigni" di Tchaikovsky. Ebbene, per interpretare il cigno nero come vuole il suo insegnante Thomas (Vincent Cassel) Nina dovrà far uscire fuori il suo lato oscuro e affrontare le sue paure più recondite, il che però la porterà alla follia e infine all'autodistruzione.
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Aronofsky mette in scena ancora una volta l'essere schiavi di un'ossessione, in questo caso la maniacale ricerca dell'ossessione, i mostri interiori e la rivalità.
Nina (Natalie Portman) è una ballerina modello, precisa, brava ed elegante. Ha un unico limite: è sempre e solo in cerca della perfezione e questo la rende rigida e non si lascia mai andare all'amore per il ballo. Questo suo problema verrà fuori quando si ritroverà a dover essere sia la protagonista che l'antagonista (il cigno nero appunto) dello spettacolo "Il Lago dei Cigni" di Tchaikovsky. Ebbene, per interpretare il cigno nero come vuole il suo insegnante Thomas (Vincent Cassel) Nina dovrà far uscire fuori il suo lato oscuro e affrontare le sue paure più recondite, il che però la porterà alla follia e infine all'autodistruzione.
Il film mette in scena in maniera clamorosa tutta l'ossessione e la follia della protagonista, interpretata in maniera magistrale dalla Portman, al punto da immergere lo spettatore nella sua psicologia contorta con immagini forti e disturbanti. Una messa in scena davvero eccelsa da parte di Darren Aronofsky, che mette sù un film perennemente in bilico tra follia e lucidità efficacissimo nel dichiarare i suoi intenti grazie ad una regia eccelsa e curata nei minimi dettagli.
Pellicola davvero forte e ben fatta, psicologica ma non particolarmente difficile da decifrare, il che la rende alla portata di tutti.
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stefano capasso
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mercoledì 28 maggio 2014
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la conoscenza dell'ombra
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Nina è un ottima ballerina; il suo limite è la rigidità emotiva che la rende poco espressiva nei momenti in cui è importante lasciarsi andare al sentimento prima ancora che ballare bene. Per questo non è la principale candidata ad interpretare “Il lago dei cigni” dove se riesce bene nel cigno bianco grazie alla sua perfezione stilistica, manca nell'impatto emotivo del cigno nero. Riesce grazie alla sua tenacia ad ottenere comunque la parte; inizia da questo momento un lungo e drammatico conflitto col suo cigno nero, la sua ombra, tutta la sua parte emotiva repressa che dovrà riuscire a conoscere ed integrare.
Il film di Aronofsky può essere interpretato su diversi piani di lettura.
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Nina è un ottima ballerina; il suo limite è la rigidità emotiva che la rende poco espressiva nei momenti in cui è importante lasciarsi andare al sentimento prima ancora che ballare bene. Per questo non è la principale candidata ad interpretare “Il lago dei cigni” dove se riesce bene nel cigno bianco grazie alla sua perfezione stilistica, manca nell'impatto emotivo del cigno nero. Riesce grazie alla sua tenacia ad ottenere comunque la parte; inizia da questo momento un lungo e drammatico conflitto col suo cigno nero, la sua ombra, tutta la sua parte emotiva repressa che dovrà riuscire a conoscere ed integrare.
Il film di Aronofsky può essere interpretato su diversi piani di lettura.
E’ il racconto di una borderline, che si infligge ferite di ogni genere per riuscire a “sentire” qualcosa, a percepirsi come entità corpo emozione. Come lei tutti quelli che gli sono intorno oscillano continuamente tra il bianco e il nero. A cominciare dalla madre che se da una parte vorrebbe vederla trionfare laddove lei non è riuscita dall’altra la soffoca, la opprime e ne è gelosa. E poi le sue colleghe; una su tutte, Lilly, che diventa colei che la accompagna tra amicizia e rivalità, nel passaggio dalla Nina pudica e rigida a quella che riesce a liberare tutta la sua passionalità.
Fondamentalmente tutte le figure che le ruotano intorno non sono altro che proiezioni della sua difficolta di integrare le due parti. E il suo percorso di preparazione allo spettacolo fino al giorno della prima diventa la trasposizione reale di quello che lei interpreta; i suoi percorsi emotivi e le difficoltà ad esso collegate sono quelle della storia che dovrà interpretare e che come nell’opera arriveranno ad un epilogo drammatico che comporterà il sacrificio della bambina incerta e perfezionista che ne limita la crescita.
C'è molta carne al fuoco, sia come contenuti che come stile narrativo, forse troppa. Se “Il cigno nero” mantiene alta la tensione grazie la forte impatto thrilling di base, il carico eccessivo di strutture ne limita la possibilità di una elaborazione soddisfacente.
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jacopo b98
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mercoledì 30 aprile 2014
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film estremo e coraggioso, con una grande portman
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Nina (Portman), ballerina classica a New York, ottiene la parte principale ne Il lago dei cigni di Tchaikovsky. Succube di una madre (Hershey) estremamente protettiva e delle sue paure, l’allenamento estremo per interpretare sia il cigno bianco che quello nero la farà crollare psicologicamente. Alla fine sarà perfetta ma pagherà la perfezione con la vita. Sceneggiato da Andrès Heinz, Mark Heyman e John McLaughlin, è un film che vuole suscitare e suscita scandalo per numerosi motivi: innanzitutto le numerose scene di masturbazione molto esplicite, accompagnate da esagerate scene di sesso, anche saffico, e autolesionismo. Ha aperto in concorso Venezia 67 e ha partecipato agli Oscar con cinque nomination, miglior film, regia, fotografia, montaggio e attrice protagonista, l’unico poi riconosciuto dall’Academy, peraltro meritatamente, ad una Portman memorabile che in una sofferta interpretazione mette tutta se stessa, impegnandosi anche in complesse scene di ballo.
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Nina (Portman), ballerina classica a New York, ottiene la parte principale ne Il lago dei cigni di Tchaikovsky. Succube di una madre (Hershey) estremamente protettiva e delle sue paure, l’allenamento estremo per interpretare sia il cigno bianco che quello nero la farà crollare psicologicamente. Alla fine sarà perfetta ma pagherà la perfezione con la vita. Sceneggiato da Andrès Heinz, Mark Heyman e John McLaughlin, è un film che vuole suscitare e suscita scandalo per numerosi motivi: innanzitutto le numerose scene di masturbazione molto esplicite, accompagnate da esagerate scene di sesso, anche saffico, e autolesionismo. Ha aperto in concorso Venezia 67 e ha partecipato agli Oscar con cinque nomination, miglior film, regia, fotografia, montaggio e attrice protagonista, l’unico poi riconosciuto dall’Academy, peraltro meritatamente, ad una Portman memorabile che in una sofferta interpretazione mette tutta se stessa, impegnandosi anche in complesse scene di ballo. Difficile è attribuire un genere a questa controversa regia di Aronofsky, è un horror? In parte, sono molte le scene davvero inguardabili, ma non solo. Ci sono il melodramma e il thriller, oltre a numerosi sottogeneri. Quello che però è innegabile è che Il cigno nero è un’opera piena di ambizioni e che in realtà l’horror è solo una via per raccontare una storia di frustrazione psicologica, la storia di una bambina mai cresciuta grazie ad una madre troppo protettiva. In fondo non è esagerato dire che il film è un racconto di formazione. Un crudo racconto di formazione, in cui Aronofsky sicuramente si prende le sue discutibili libertà, ma realizza un film di abissale profondità che coinvolge, inquieta, spaventa e fa riflettere. Grazie poi alla magnifica colonna sonora di Clint Mansell, che riarrangia splendidamente le musiche di Tchaikovsky, il finale raggiunge davvero una dimensione epica e quell’ultima battuta del copione, quell’era perfetto!,raggiunge davvero alti livelli di emozione e partecipazione. Ottima fotografia di Matthew Libatique. Tutti bravissimi gli attori e, a parte la Portman di cui abbiamo già parlato, anche la Kunis si fa notare e vince il Premio Mastroianni a Venezia come attrice esordiente. Oltre all’Oscar la Portman, per la sua magistrale prova, ha ricevuto altre decine di riconoscimenti internazionali, tra cui Golden Globe e BAFTA. Il coreografo del film, Benjamin Millepied (che compare anche in una piccola parte), nel 2012 ha sposato la Portman.
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cinemamoremio
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giovedì 28 novembre 2013
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piacevolmente meravigliato!!!
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Non conoscevo affatto la trama, è stata mia figlia, ballerina classica, a proporre la visione del film, anche per lei era la prima volta. Conoscendo ormai da oltre 13 anni l'ambiente della danza, non ho vosto molta differenza con la realtà dell'ambiente. Le gelosie, le rivalità, la voglia talvolta maniacale di raggiungere la prefezione, credo che con questo film abbiano dato un nuovo input a mia figlia che vive di danza, mentre parla danza, mentre mangia danza, va a dormire e danza.
Alcune scene, a mio avviso non hanno molto senso, come, ad esempio, l'uomo in metrò che fa gesti osceni a Nina, oppure quelle di sesso saffico, del tutto gratuite.
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Non conoscevo affatto la trama, è stata mia figlia, ballerina classica, a proporre la visione del film, anche per lei era la prima volta. Conoscendo ormai da oltre 13 anni l'ambiente della danza, non ho vosto molta differenza con la realtà dell'ambiente. Le gelosie, le rivalità, la voglia talvolta maniacale di raggiungere la prefezione, credo che con questo film abbiano dato un nuovo input a mia figlia che vive di danza, mentre parla danza, mentre mangia danza, va a dormire e danza.
Alcune scene, a mio avviso non hanno molto senso, come, ad esempio, l'uomo in metrò che fa gesti osceni a Nina, oppure quelle di sesso saffico, del tutto gratuite. L'angoscia interiore, il soffocamento della madre, la fatica fisica sono cuciti perfettamente addosso alla protagonista. I graffi sulla spalla, già dalla prima apparizione li avevo subito abbinati ad un'inizio di ali, come le dita dei piedi palmate mi sono sembrate scontate, per questo, in alcuni punti il film è un po' prevedibile. Vincent Cassel è molto espressivo nel solito ruolo di uomo rude, macho, ma poco credibile come coreografo. In generale mi è piaciuto molto, ben realizzato con una trama interessantissima. Spero però che mia figlia non debba fare quel percorso per avere le soddisfazioni che desidera!!!
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lia_manelli
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sabato 12 ottobre 2013
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meno fiaba e più verità
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Fin troppo abituati a vedere tutu, corpi perfetti che si muovono nell’aria apparentemente senza sforzo, volando quasi, ci dimentichiamo del sacrificio che si nasconde dietro tutto quello che percepiamo come naturale e spontaneo. Quello che Aronofsky vuole mostrare è quello che si cela dietro le quinte del mondo della danza, tutt’altro che fiabesco e ovattato.
Pudico e sensuale, inquietante e affascinante, candido e sanguinoso, agghiacciante e bellissimo. I contrasti sono d’altronde il fulcro attorno al quale la storia prende vita. Questi aggettivi estremi riescono a rappresentare la complessità e l’intensità dei tormenti interiori di una Natalie Portman eccezionale, meravigliosa che interpreta due ruoli allo stesso tempo, l’innocenza e il lato oscuro che si nasconde nell’animo di una ballerina dotata, perfetta ma che non è in grado di lasciarsi andare e lasciarsi trasportare dalle sue emozioni e dalle sue sensazioni.
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Fin troppo abituati a vedere tutu, corpi perfetti che si muovono nell’aria apparentemente senza sforzo, volando quasi, ci dimentichiamo del sacrificio che si nasconde dietro tutto quello che percepiamo come naturale e spontaneo. Quello che Aronofsky vuole mostrare è quello che si cela dietro le quinte del mondo della danza, tutt’altro che fiabesco e ovattato.
Pudico e sensuale, inquietante e affascinante, candido e sanguinoso, agghiacciante e bellissimo. I contrasti sono d’altronde il fulcro attorno al quale la storia prende vita. Questi aggettivi estremi riescono a rappresentare la complessità e l’intensità dei tormenti interiori di una Natalie Portman eccezionale, meravigliosa che interpreta due ruoli allo stesso tempo, l’innocenza e il lato oscuro che si nasconde nell’animo di una ballerina dotata, perfetta ma che non è in grado di lasciarsi andare e lasciarsi trasportare dalle sue emozioni e dalle sue sensazioni. Un viaggio verso la consapevolezza della propria femminilità, della propria sensualità e sessualità con scene crude, intense e che ci mostrano come la danza classica non sia immacolata e incorrotta. La fatica, il dolore, la ricerca della perfezione, l’esigenza verso se stessi, il confronto con gli altri e la concorrenza hanno un ruolo predominante nella vita di un ballerino. Ecco cosa c’è dietro ad una performance eccelsa.
Un lago dei cigni che fa da cornice a questo percorso fino alla tragica, spettacolare fine.
L’interpretazione della Portman le fa arrivare nella notte del 27 Febbraio agli Academy Awards l’Oscar come miglior attrice protagonista, meritato c’è poco da dire, soprattutto considerato l’impegno e le straordinarie doti di un’ex ballerina che si è rimessa in gioco, con un risultato che soddisfa, assolutamente.
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albydrummer
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lunedì 7 ottobre 2013
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swanpsyco
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Interessante film...la rivalità nel mondo femminile..,l'ossessione,l'arrivo ad una popolarità ,essere famosa a tutti i costi. una madre possessiva...,,,,tutto ciò prima poi porta l'autodistruzione... Molto brava la Portman!!
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williamdionisi
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venerdì 16 agosto 2013
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psicologicamente forte
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"Il cigno nero", thriller psicologico, in alcuni tratti horror, definibile con due semplici parole: impressionante, forte. Un film che ti resta dentro e ti fa riflettere. Magistralmente diretto da Darren Aronofsky ti ingloba in un mare di emozioni, facendoti trattenere il fiato, quasi come in apnea. La storia ha come protagonista Nina (eccellentemente interpretata dalla premio Oscar miglio attrice protagonista Natalie Portman), ballerina di New York emotivamente fragile che per paura di perdere la parte del prossimo spettacolo teatrale, sprofonda in una crisi nervosa.
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pissiare
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martedì 6 agosto 2013
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triste e noioso
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visto in dvd,non sono riuscito a finirlo,troppo banale.
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mymichelle
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lunedì 24 giugno 2013
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es, io e superio
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Nina è una giovane ballerina di New York, fortemente repressa, incapace di ogni approccio sessuale o autoerotico.
Ha sempre vissuto con la madre, una ex-ballerina, che non è mai riuscita a diventare qualcuno, dando la colpa alla sua nascita: è da lei inconsciamente frenata.
La madre vuole che si impegni per diventare un'ottima ballerina, e la limita nell'etichetta di "Sweet girl" , dolce bambina, per questo Nina sopprime il suo lato istintivo (Es) fino a diventare unicamente (Io); la figura materna le grava addosso come un'ombra, non lasciandole modo di liberare la sua vera natura ed equilibrare la sua personalità, fungendo da Superio imposto.
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Nina è una giovane ballerina di New York, fortemente repressa, incapace di ogni approccio sessuale o autoerotico.
Ha sempre vissuto con la madre, una ex-ballerina, che non è mai riuscita a diventare qualcuno, dando la colpa alla sua nascita: è da lei inconsciamente frenata.
La madre vuole che si impegni per diventare un'ottima ballerina, e la limita nell'etichetta di "Sweet girl" , dolce bambina, per questo Nina sopprime il suo lato istintivo (Es) fino a diventare unicamente (Io); la figura materna le grava addosso come un'ombra, non lasciandole modo di liberare la sua vera natura ed equilibrare la sua personalità, fungendo da Superio imposto.
Il suo superio, inteso come "Ideale dell'Io" è Beth, la ballerina perfetta, con una profonda carica autodistruttiva; è interessante notare il gioco psicologico di luci ed ombre: Nina rappresenta ciò che succede alla personalità quando si esclude l'ES, Beth è il suo estremo opposto, in quanto la parte dell'Io è in lei assente.
Nina ha difficoltà nell'intrecciare rapporti con le persone, e in particolare, con i maschi: affronta la questione del sesso con timore e reticenza, relegando nella parte sepolta di lei quella carica irrazionale che non riesce ad accettare e quando viene scelta per interpretare la parte della "Swan Queen" la sua difficoltà nell'accettare il suo Es viene alla luce.
Nina attraversa una fase di blocco quando l'arrivo di Lily cambia le carte in tavole.
Un Aronofsky magistrale ci lascia presagire dall'inizio la verità per quanto riguarda il rapporto tra Nina e Lily: quest'ultima è infatti la ragazza della metropolitana, che Nina vede come una se stessa più libera e seducente.
In un vero e proprio dramma stregato (Tanizaki) tutti i personaggi rientrano nel loro ruolo perfettamente: Nina è il cigno bianco e Lily la gemella cattiva di cui il principe (Thomas) si innamora.
Le ferite che Nina si autoproduce si ingrandiscono mano a mano che il cigno nero si manifesta, prendendo il posto della sua identità ufficiale.
Sin dal suo arrivo Nina vede in Lily la sua principale rivale, seppure sia sgraziata e imprecisa: lei ha quello che le manca, il giusto equilibrio tra Io ed Es e il fascino che porta Thomas a preferire lei.
La controversa scena onirica saffica tra Nina e Lily è la prima battaglia vinta dal cigno nero, che finalmente riesce a far valere le sue pulsioni, dando persino idea a Nina di essere riuscito a prevaricare l'imposizione materna, e serve anche da trampolino di lancio per la riconquista dell'Es, che riesce a liberarsi del Superio, a prendere il posto del cigno bianco (parlo della scena in cui Nina uccide Lily); Nina si perde, uccide la sua parte innocente e nella morte diventa finalmente una persona libera, raggiungendo la perfezione tanti desiderata.
Aggiungo solo una cosa: ho letto che il mondo del ballo è insorto contro questo film, sostenendo che trasmetta un'immagine negativa della danza.
In realtà lo scopo del film era un altro, e secondo me, il mondo del ballo fa solo da cornice; era interessante per Aronofsky giocare sul tema del doppio tra cigno nero e cigno bianco, e secondo me lo ha fatto egregiamente.
Scusate se mi avete trovata prolissa e se ho fatto un uso errato della punteggiatura.
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[+] brava
(di paolo salvaro)
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