È la storia di un giovane ivoriano occidentalizzato che tenta di placare la propria angoscia esistenziale e le proprie paure sessuali allucinatorie attraverso tradizionali metodi di guarigione africani e moderna psicoanalisi occidentale. Secondo Bassori il film è "un'esperienza personale e il risultato di molteplici osservazioni della vita". Il ciclico intrecciarsi di due storie che si svolgono in un clima d'incertezza psicologica concepito per sviare e disorientare lo spettatore. La trama principale riguarda un giovane borghese ivoriano che soffre di incubi psicotici nei quali ricorre l'immagine di una donna con un coltello. Il disturbo schizofrenico produce un'alienazione sociale e psicologica apparentemente incurabile. L'intreccio secondario ruota attorno a un africano più anziano in smoking (senza dubbio una caricatura dell'appropriazione solenne e artificiale della civiltà occidentale) che passeggia senza meta nelle strade e nei caffè di Abidjan. L'uomo in smoking illustra metaforicamente l'alienazione culturale e psicologica. Non è altro che un riflesso del protagonista, anch'egli intrappolato tra i costumi tradizionali africani e la modernità occidentale. Recensione ❯
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