La poliziotta Anna segue le tracce di un serial killer. Le trova agli Uffizi, dove, di fronte a certe opere d'arte, perde i sensi (la famosa sindrome di Stendhal, che svenne davanti alla Sibille del Volterrano nella cappella Nardini di Firenze). Espandi ▽
La poliziotta Anna segue le tracce di un serial killer. Le trova agli Uffizi, dove, di fronte a certe opere d'arte, perde i sensi (la famosa sindrome di Stendhal, che svenne davanti alla Sibille del Volterrano nella cappella Nardini di Firenze). È l'assassino a trovare Anna, la tiene prigioniera in una grotta e la tortura. La ragazza si libera e uccide il mostro, o crede di averlo ucciso. Continuano le morti violente. Alla fine Anna, completamente posseduta dalla personalità del killer, in una sorta di identificazione alla Norman Bates di Psyco, è diventata a sua volta assassina. Argento ha rimaneggiato un libro di Graziella Magherini per un risultato lontano dai bei tempi. Recensione ❯
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Un contrappasso esilarante che mette in fila una serie di gag intrattenendoci con leggerezza. Commedia, Italia2024. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il sequel di Mollo tutto e apro un chiringuito, con protagonista ancora l'iconico "Signor Imbruttito". Espandi ▽
Nella speranza di ottenere il posto di nuovo CEO, che sarà assegnato dal milionario Brusini e dal figlio - il Nano - più "imbruttito" di lui, Imbruttito prova a cambiare volto e incarnare gli ideali di inclusività e attenzione all'ambiente. Ma non ci crede fino in fondo e deride con battute razziste un rider in ritardo, Martin, finendo per perdere il posto. Anche la moglie lo lascia, e così Imbruttito si trova a dover ripartire da zero, trovando ospitalità proprio nella casa di periferia di Martin, che nel frattempo ha soccorso dopo un incidente.
Storia di un contrappasso esilarante, che mette in fila una serie di gag, in cui il Milanese Imbruttito si trova a dover svolgere goffamente i lavori più umili e constatare come si stia dall'"altra parte".
Il film, scritto e diretto dal gruppo comico Il Terzo Segreto di Satira, insiste sui consueti punti forti - la milanesità deteriore, il suo razzismo strisciante, la degenerazione di una società priva di valori - e li cavalca con tenue spirito critico e un pizzico di ambigua complicità. Recensione ❯
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In camera di Sally si materializzano dei demoni che saltano fuori da un programma televisivo, mentre lei sta dando una festicciola. Espandi ▽
Potere demoniaco della televisione. In camera di Sally, ragazza sedicenne, si materializzano dei demoni che saltano fuori da un programma televisivo, mentre lei sta dando una festicciola. La giovane si tramuta in un mostro il cui sangue, corrodendo il pavimento, provoca un black-out che terrorizza gli inquilini. Demoni ed esseri umani si scontrano in feroci allucinanti battaglie fin quando un giovane capisce che l'orrore viene dai video e distrugge tutti quelli in circolazione. Recensione ❯
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Un giallo ricco di colpi di scena e dal finale imprevedibile. Espandi ▽
Rebecca Zuin, una ricca imprenditrice nel settore framaceutico, viene trovata morta nella sua lussuosa villa, ma il suo corpo sparisce dall'obitorio, e l'ispettore capo Cosser è chiamato a investigare sulla misteriosa sparizione. Bruno, il vedovo, è un uomo più giovane di Rebecca che grazie a lei ha fatto carriera. Dunque comincia a sospettare che la sua scomparsa sia uno scherzo di pessimo gusto della consorte capricciosa, che sembra continuare a lasciargli messaggi che riguardano la loro vita privata.
La svolta finale rende più comprensibili le numerose implausibilità della trama che la precede, ad esempio il fatto che Bruno, per quanto sospetto, possa circolare liberamente all'interno di un obitorio.
Ma la vicenda risulta comunque poco convincente e molto artefatta, e rimane del tutto in superficie anche quando tratta di sofferenze personali profonde e di dilemmi morali. Ed è un peccato, perché la scena iniziale in cui Rebecca, il giorno del matrimonio con Bruno, gli fa un perfido scherzo, avrebbe fatto sperare in una narrazione più ironica e meno improntata al... melodramma noir in salsa asiatica (nonostante la matrice originale fosse ispanica). Recensione ❯
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Un ragazzo finisce in un giro di combattimenti clandestini sotto la guida di uno spietato allenatore. Espandi ▽
Una notte, all'improvviso, il diciottenne Davide viene rapito e rinchiuso nella buia centina di un camion,
dove si trova costretto a lottare con uno sconosciuto e a ucciderlo a mani nude. Il suo rapitore, Minuto,
diventa per lui un padre putativo, lo allena a lottare e lo fa entrare in un circuito di combattimenti
clandestini organizzati per appagare la sete di sangue degli spettatori. Solo l'amore, forse, potrà
salvarlo. Recensione ❯
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Invitate al cinema da un uomo misterioso, con la faccia per metà coperta da una maschera, Sharon e una sua amica precipitano nel terrore. Espandi ▽
Invitate al cinema da un uomo misterioso, con la faccia per metà coperta da una maschera, Sharon e una sua amica precipitano nel terrore che, dallo schermo, dilaga in platea. Mutazioni mostruose, porte murate, mostri e sbudellamenti, nel nome della maledizione di Nostradamus. Sharon e un ragazzo conosciuto in sala riescono a fuggire, ma lei è ormai contagiata dalla demoniaca profezia. Recensione ❯
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Il Fantasma dell'Opera, innamorato della bella cantante Christine, cercherà in tutti i modi di aiutarla nella carriera ma il barone De Chagny gli impone la sua presenza. Espandi ▽
Parigi, fine Ottocento. Un bambino abbandonato, salvato e allevato dai topi nelle fogne di Parigi, diventa, una volta cresciuto, il Fantasma dell'Opera (Julian Sands). Il Fantasma, che vive nei sotterranei del teatro ed è tuttora in ottimi rapporti con i topi, si innamora della giovane cantante Christine Daaé (Asia Argento) e decide di aiutarla, a tutti i costi, nella sua carriera. Sulla ragazza ha però messo gli occhi anche il giovane barone Raoul De Chagny (Andrea Di Stefano). Recensione ❯
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Un melodramma barocco su un intrigo di relazioni amorose tossiche con, sullo sfondo, la criminalità organizzata. Drammatico, Italia2025. Durata 107 Minuti.
La storia della giovane Mary, che si ritrova invischiata in una relazione di cui si pente molto. Espandi ▽
Mary (Giulia Schiavo) è la giovane amante del pregiudicato Nunzio (Simone Susinna), sposato a sua volta con la capoclan Carmela (Antonella Carone). Quando la ragazza
incontra Giulio (Simon Grechi), il nuovo insegnante di equitazione del maneggio che frequenta, trova la forza di troncare questa relazione tossica. Nunzio, in attesa di uscire dal carcere da dove continua a gestire i suoi business e traffici illeciti, invia il suo sgherro Michele (Antonio Orlando), amico d’infanzia di Mary, per metterla in guardia e cercare di farle cambiare idea. Ma Mary vuole sentirsi libera e decide di andare via per qualche giorno. La sua partenza scatenerà Nunzio, che, uscito di galera, darà sfogo a tutta la sua ira. Opera prima di Francesca Schirru, Malamore costruisce un melodramma barocco su un intrigo di relazioni amorose tossiche con, sullo sfondo, la criminalità organizzata. La regia porta esteticamente alle estreme conseguenze, con una coerenza ammirabile ma con una ridondanza melodrammatica, la narrazione della sceneggiatura. L’utilizzo di una fotografia patinata insieme all’abuso dell’utilizzo dei droni e a quello delle musiche pervasive cerca di aumentare, da un lato, l’efferatezza delle azioni del protagonista e, dall’altro, la melodrammaticità dell’assunto rischiando però di finire in una sottolineatura didascalica di stereotipi narrativi da cui non sfugge neanche la direzione attoriale di alcuni interpreti. Recensione ❯
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Una fuga nucleare contamina un'intera città, trasformandone gli abitanti in altrettanti zombie assetati di sangue. Qualche interessante sequenza horro... Espandi ▽
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"Senso '45", ovvero il tentativo di rifarsi una verginità da parte di Tinto Brass. Non di quella sessuale stiamo parlando (ormai persa nella notte dei tempi) quanto piuttosto di quella cinematografica. Espandi ▽
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Abatantuono all'apice del suo periodo demenziale per uno tra i film più amati dai patiti del trash comico-demenziale italiano anni '80. Comico, Italia1982. Durata 102 Minuti.
Ardarico detto Attila guida la sua banda di scapestrati alla conquista di Roma. Abatantuono in un classico del trash: geniale o insulso? Espandi ▽
Segrate, nel milanese: le truppe dei Romani saccheggiano l'accampamento della sgangherata banda di barbari capitanata da Ardarico, portando via con sé la bella Uraia, amante del nostro. Ardarico, sentendo da una fattucchiera la previsione della venuta di un barbaro di nome Attila, che schiaccerà i Romani e lascerà dietro di sé terra bruciata, cambia il suo nome in Attila, e parte con la sua banda di matti alla volta di Roma. Recensione ❯
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Dario Argento racconta la passione, a volte malsana, per i videopoker, le chat, il voyeurismo in rete. E come sempre scava nelle nostre più torbide pulsioni per raccontare i suoi incubi. Espandi ▽
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Thriller ambientato nel mondo dell'arte contemporanea, girato tra Roma e la provincia di Latina. Espandi ▽
Roma. Carlo Paris è un celebre critico d'arte, e la sua compagna è la bellissima ballerina Giada. Durante un vernissage Carlo si imbatte in Peter Drago che si tratterrà nella dependance della magnifica casa al mare che il critico possiede a Sabaudia. Ma diventa quasi subito evidente che fra Peter e Giada c'è un passato comune. Intorno a loro ci sono l'ambiente fatuo e spocchioso dell'arte contemporanea e le rivalità più o meno nascoste fra artisti, curatori, critici e direttori di musei, in una lotta per farsi notare.
Gioco pericoloso mette in scena anche un triangolo amoroso, approfittando della presenza seducente di Elodie che incarna il ruolo di Giada con il giusto mix di vulnerabilità e pericolo, confermando, a questa sua seconda prova d'attrice dopo Ti mangio il cuore, un talento in crescita.
La regia di Lucio Pellegrini procede per suggestioni che hanno più a che fare con l'aderenza alla forma del genere noir (come la pioggia incessante) che con un contenuto che dovrebbe funzionare come un congegno ad orologeria, e invece colleziona improbabilità. Recensione ❯
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Una troupe parte per l'Amazzonia ma non fa più ritorno. Due mesi dopo, la produzione finanzia una spedizione di recupero e soccorso guidata dall'antropologo professor Monroe. Espandi ▽
Film controverso e divisivo come pochi altri nella storia del cinema, Cannibal Holocaust rappresenta insieme l’apice creativo nella carriera di un regista personale come il da poco scomparso Ruggero Deodato e l’apice di un particolare sottogenere dell’horror avventuroso come il cannibal movie. Se nella prima parte non mancano qualche ridondanza e alcune lungaggini, è nella seconda parte che un Deodato in grande forma sfodera un’efficacia registica esemplare, ricca di aspra vivacità e di cinica inventiva, non arretrando di fronte a nulla per raggiungere il suo obiettivo di scioccare e sorprendere il pubblico. Non può sfuggire l’ambiguità di un film che nella sostanza condanna in modo non banale e anche incisivo lo sfruttamento della violenza nei media e nello stesso tempo sfrutta a fini commerciali e spettacolari l’oggetto stesso della sua condanna, ma queste sono valutazioni e riflessioni che non inficiano le qualità della messa in scena. Il film, inutile ribadirlo, non è certo per tutti ed è fortemente sconsigliato a chi non tollera scene di violenza estrema. Recensione ❯
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