spalla
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mercoledì 14 aprile 2010
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discreto horror nostrano
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Horror italiano di discreta fattura. Dario Argento compare nel ruolo di produttore e sceneggiatore, e questa è già una mezza garanzia. Poi, è ottima l'idea di base di ambientare la vicenda in un cinema in cui viene proiettato un film dell'orrore, con gli spettatori che si trasformano in demoni proprio come nel film, creando una sorta di parallelismo tra la scena proiettata e la realtà. Lo svolgimento della storia poi, con un numero sempre maggiore di persone che vengono uccise o si trasformano in mostri, ricorda molto quello quello di altri horror precedenti, forse primo fra tutti "La Notte Dei Morti Viventi", da cui mi sembra si sia compiata qualche idea, come le barricate contro i mostri, i falliti tentativi di fuga e via dicendo.
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Horror italiano di discreta fattura. Dario Argento compare nel ruolo di produttore e sceneggiatore, e questa è già una mezza garanzia. Poi, è ottima l'idea di base di ambientare la vicenda in un cinema in cui viene proiettato un film dell'orrore, con gli spettatori che si trasformano in demoni proprio come nel film, creando una sorta di parallelismo tra la scena proiettata e la realtà. Lo svolgimento della storia poi, con un numero sempre maggiore di persone che vengono uccise o si trasformano in mostri, ricorda molto quello quello di altri horror precedenti, forse primo fra tutti "La Notte Dei Morti Viventi", da cui mi sembra si sia compiata qualche idea, come le barricate contro i mostri, i falliti tentativi di fuga e via dicendo. Tuttavia, pur non essendo proprio il massimo dell'originalità, questo svolgimento sembra essere sempre molto gradito dagli amanti dell'horror, ne è la prova il fatto che sia stato sfruttato anche per diversi horror successivi, quali "Dal Tramonto All'alba" o "28 giorni dopo". Un alto livello di tensione e di respiri trattenuti è quindi assicurato. La storia è poi supportata da efficaci effetti speciali (soprattutto considerando il fatto che nel 1985 ancora non vi era ancora la tecnologia digitale) e da belle colonne sonore. Peccato che l'epilogo della vicenda sia forse un po' troppo precipitoso e inverosimile. Il maggior difetto del film sta comunque nel fatto che per creare la tensione si sia puntato più sugli effetti speciali e sulle scene macabre che non sulla storia che, a tratti, è un po' esile. Anche i personaggi in generale non hanno molto spessore, alcuni addirittura, come il tipo che distribuisce gli inviti, non si sa nemmeno chi siano. Si sarebbe dovuto cercare di caratterizzarli meglio e di definire meglio la loro personalità, come avviene di solito negli altri horror simili già citati. Gli interpreti nel complesso se la cavano abbastanza bene, ma stando così le cose appunto, i loro ruoli non erano certo molto impegnativi. "Demoni" nel complesso rimane sempre un horror discreto che piacerà sicuramente ai fan del genere ma, come ha appunto notato la critica, è davvero un peccato che abbia queste mancanze, perchè altrimenti aveva tutte le carte in regola per diventare un vero piccolo classico.
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onufrio
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giovedì 1 settembre 2016
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una sala demoniaca
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Numerosa gente si riversa al cinema "Metropole", invitata da un misterioso uomo dal viso mezzo mascherato, per la proiezione di un film a sorpresa. Il film in questione è un horror, e passo dopo passo, ciò che accade nella pellicola accade anche fra gli spettatori all'interno del Metropole. Tutta colpa di una maschera demoniaca all'entrata della sala che una volta indossata darà il via ad una possessione demoniaca che invaderà prima gli stessi spettatori della sala cinematografica per poi diffondersi a macchia d'olio anche al di fuori di essa. Horror italiano pieno di sangue e vistosi effetti speciali, il regista si diverte con le scene più crudeli, peccato per la recitazione collettiva abbastanza scadente e per una trama che in fin dei conti risulta un pò scarna.
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Numerosa gente si riversa al cinema "Metropole", invitata da un misterioso uomo dal viso mezzo mascherato, per la proiezione di un film a sorpresa. Il film in questione è un horror, e passo dopo passo, ciò che accade nella pellicola accade anche fra gli spettatori all'interno del Metropole. Tutta colpa di una maschera demoniaca all'entrata della sala che una volta indossata darà il via ad una possessione demoniaca che invaderà prima gli stessi spettatori della sala cinematografica per poi diffondersi a macchia d'olio anche al di fuori di essa. Horror italiano pieno di sangue e vistosi effetti speciali, il regista si diverte con le scene più crudeli, peccato per la recitazione collettiva abbastanza scadente e per una trama che in fin dei conti risulta un pò scarna.
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dandy
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domenica 2 settembre 2018
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scorrevole.
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Un'idea davvero intrigante,che però Bava(sceneggiatore tra gli altri,con Dario Argento)riesce a sfruttare solo nella prima mezz'ora.Dopodichè forzature e nonsense si sprecano,e tutta la parte finale è esagerata:da antologia del trash i protagonisti che,in sella a una moto,scorrazzano a destra e a manca affettando i mostri con una katana.Gli interpreti sono manichini,e le musiche inadatte(ad opera di Claudio Simonetti,ma anche con brani di Scorpions,Saxon,Billy Idol,Motley Crue,Accept ecc che faranno felici i fan dell'heavy metal).E certi personagi fanno sorridere,come il vecchio cieco o la banda di punk cocainomani(però la sequenza della lametta fa ancora un certo effetto).
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Un'idea davvero intrigante,che però Bava(sceneggiatore tra gli altri,con Dario Argento)riesce a sfruttare solo nella prima mezz'ora.Dopodichè forzature e nonsense si sprecano,e tutta la parte finale è esagerata:da antologia del trash i protagonisti che,in sella a una moto,scorrazzano a destra e a manca affettando i mostri con una katana.Gli interpreti sono manichini,e le musiche inadatte(ad opera di Claudio Simonetti,ma anche con brani di Scorpions,Saxon,Billy Idol,Motley Crue,Accept ecc che faranno felici i fan dell'heavy metal).E certi personagi fanno sorridere,come il vecchio cieco o la banda di punk cocainomani(però la sequenza della lametta fa ancora un certo effetto).Il ritmo frenetico e i copiosi effettacci splatter di Stivaletti (ancora oggi assai discreti)lo rendono comunque abbastanza piacevole e gustoso.Un classico esempio di horror nostrano del periodo d'oro.Grande successo all'epoca(con un sequel ufficiale ed uno apocrifo),è oggi considerato un cult dali appassionati.Dario Argento è anche produttore.Sua figlia Fiore è Hannah.Michele Soavi è l'ambiguo bigliettaio(con un look che ricorda vagamente quello di Winslow Lee)e uno dei protagonisti del film nel film.2 anni più tardi Bigas Luna ne terrà conto per il suo "Angoscia".
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nicolòmatta
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domenica 2 maggio 2010
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dèmoni
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Il cinema italiano pullula di figli d'arte che spesso stanno dietro l'ombra del padre: il fato ha voluto anche per Lamberto Bava, figlio del più celebre Mario, un futuro da cineasta relegato però solo al campo dell'horror e del fantastico. L'esordio con Macabro, scritto con i fratelli Avati, non nascondeva una certa accuratezza per i particolari raccapriccianti, con tanto di teste mozzate nel frigorifero, ma al tempo stesso anche un buon mestiere e una certa sagacia nel puntare più sull'atmosfera che sullo splatter per la ricerca della suspense. Dopo tre film poco memorabili (il film per la TV La casa con la scala nel buio, il fantascientifico Blastfighter e Shark: Rosso nell'oceano dove i richiami a Spielberg sono evidenti), è la volta di Dèmoni in cui può contare, sotto l'ala protettiva di Dario Argento produttore e cosceneggiatore, su una squadra di prim'ordine con in testa il mago dei trucchi Sergio Stivaletti e il compositore Claudio Simonetti.
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Il cinema italiano pullula di figli d'arte che spesso stanno dietro l'ombra del padre: il fato ha voluto anche per Lamberto Bava, figlio del più celebre Mario, un futuro da cineasta relegato però solo al campo dell'horror e del fantastico. L'esordio con Macabro, scritto con i fratelli Avati, non nascondeva una certa accuratezza per i particolari raccapriccianti, con tanto di teste mozzate nel frigorifero, ma al tempo stesso anche un buon mestiere e una certa sagacia nel puntare più sull'atmosfera che sullo splatter per la ricerca della suspense. Dopo tre film poco memorabili (il film per la TV La casa con la scala nel buio, il fantascientifico Blastfighter e Shark: Rosso nell'oceano dove i richiami a Spielberg sono evidenti), è la volta di Dèmoni in cui può contare, sotto l'ala protettiva di Dario Argento produttore e cosceneggiatore, su una squadra di prim'ordine con in testa il mago dei trucchi Sergio Stivaletti e il compositore Claudio Simonetti. Il soggetto, vagamente ispirato a Zombi di George A. Romero, vede un gruppo di spettatori che, durante la visione di un film dell'orrore in una sala cinematografica di Berlino, vengono contagiati tramite una maschera maligna (la stessa del film che stanno guardando) da un virus micidiale che li trasforma in demoni orripilanti. Da notare il presunto moralismo: il male (nel contagio del morbo) arriva da una prostituta che s'è ferita con la maschera, esposta all'ingresso del cinema Metropol. Nonostante l'idea di base del copione (che Argento e il regista firmarono con Franco Ferrini e Dardano Sacchetti) funzioni, il film avanza a colpi di macelleria truculenta non lasciando niente di efferato all'immaginazione - con l'apice nel pus che scoppia e nel demone che esce dalla schiena - per un excursus nell'orrore in cui il contributo della squadra di Stivaletti è un'arma a doppio taglio: da un lato sfama i più assetati di gore tra gli spettatori, dall'altro penalizza il lavoro di Bava junior che, comunque, schiaccia troppo sul pedale dell'eccesso. E alla fine anche i trucchi per quanto efficaci stuccano e rivelano la piattezza di un film privo di suspense e spessore psicologico, con un cast di attori tanto giovani quanto incapaci (il fin troppo espressivo Barberini ricorda i marmi greci) con qualche vecchia conoscenza del cinema di Dario Argento: la figlia Fiore (la prima vittima di Phenomena) e Nicoletta Elmi, la bambina che torturava gli insetti in Profondo rosso. "Il sonno della ragione genera mostri", dice una voce fuori campo citando Goya. Quel che è certo è che Bava la sua ragione non l'ha mai avuta.
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