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Lisa Azuelos

Lisa Azuelos è un'attrice francese, regista, produttrice, produttrice esecutiva, sceneggiatrice, è nata il 6 novembre 1965 a Neuilly-sur-Seine (Francia). Lisa Azuelos ha oggi 58 anni ed è del segno zodiacale Scorpione.

Una regista attenta ai rapporti familiari e amorosi

A cura di Fabio Secchi Frau

Solo nel 2017, il 23,3% dei lungometraggi realizzati in Francia furono firmati da registe.
Secondo un rapporto di quell'anno, operato dal Centre National de la Cinématographie, che aveva esaminato ogni aspetto della rappresentanza femminile nel settore cinematografico e televisivo, il numero di film diretti da donne era aumentato del 62,8%, da 43 film all'anno a ben 70. Mentre le produzioni dirette da uomini erano cresciute del 32,2%. Sempre secondo quello studio, il numero era destinato a crescere, anche alla luce di una nuova generazione di autrici che era emersa nell'ultimo decennio.
Oggi, questa importante fetta del cinema francese, composta da nomi come Aida Begic, Hélène Cattet, Valérie Donzelli, Pelin Esmer, Sophie Letourneur, Katell Quillévéré, Axelle Roppert, Amanda Sthers e Rebecca Zlotowski, si è fatta più solida, anche alla luce di grandissimi risultati. È il caso Lisa Azuelos che, nel 2008, con la commedia LOL - Il tempo dell'amore portò nelle sale ben 3,7 milioni di spettatori.
Ma è tuttavia raro che la quantità si accompagni alla qualità. E, sempre facendo riferimento alla Azuelos, questa piccola verità si fa ancora più certa.
La Azuelos, pur riuscendo a scalfire il box office con interessanti storie, spesso incentrate sui rapporti familiari o amorosi, e a venire distribuita anche nei mercati stranieri (come quello italiano) non va comunque incontro a recensioni positive da parte della critica.
Il pubblico apprezza indubbiamente opere come Selfie di famiglia e si sente coinvolto, per esempio, nelle vicende di una madre che deve far fronte, a modo suo, all'inevitabile uscita dal nido dell'ultima figlia. Vive le stesse contrastanti emozioni che questo evento mette in evidenza. Recupera le proprie tenere esperienze e magari le condivide con gli altri, alzandosi dalla poltrona. Si ritrova nella paura di una casa improvvisamente vuota e in quel guardarsi indietro, che diventano però motori nocivi in una relazione che si sta ancora svolgendo. Ma la critica non sembra riuscire a perdonarle la superficialità con la quale queste importanti dinamiche e percezioni psicologiche sono narrate.
Un'accusa e un divario che furono ancora più marcati con Dalida, il biopic sulla nota cantante, che aveva suscitato, proprio da parte della critica, enormi polemiche. Il pubblico ne fu affascinato. Gli addetti ai lavori, in difesa dei fans, ne rimasero invece indignati.
La pellicola, che ne ripercorreva la giovinezza tra Egitto, Italia e Francia, e i suoi fasti musicali, non affrontava con seria profondità la malinconica infanzia, le storie d'amore imperfette e tormentate, la musica come fragile ma sicuro rifugio dal dolore e, soprattutto, le tragedie personali che furono causa del suo suicidio. Quell'insopportabilità esistenziale che la portarono all'età di 54 anni all'autodistruzione.
Le intenzioni erano buone, nessuno lo mette in dubbio. Chiarissima era la volontà della Azuelos di raccontare l'anima semplice di una ragazza di origini modeste, che cercava solo amore e che ripetutamente, non trovandolo, tentava di darsi alla morte. Ma il peso della lenta atmosfera creata e la mancanza di alcuni essenziali elementi sono lacune che nemmeno l'eterea estetica e l'uso delle sue canzoni in sostituzione di dialoghi superficiali poterono colmare. Dalida, insomma, mancava di troppi aspetti per costituire una buona biografia e un buon film.
Si tratta dunque di questo. La trascuratezza. Quel carattere approssimativo con il quale la Azuelos si immerge in narrazioni filmiche, che poi rappresenta in modo empaticamente generico, nonostante mostri tutto, ma come si mostrerebbe un'antologia di momenti scollegati fra loro.

Giorni neri
Figlia della cantante e attrice Marie Laforêt e dell'uomo d'affari marocchino Judas Azuelos, figura molto vicina al socialista Mehdi Ben Barka, la regista cresce assieme al fratello minore Mehdi (così chiamato proprio in onore del suddetto politico).
Lisa è però un nome che l'amministrazione anagrafica marocchina rifiuta categoricamente ai genitori, i quali sono così costretti a far figurare nel suo atto di nascita il nome di Élise. Solo successivamente, trasferitasi in Francia e con la modificazione del suo stato civile, formalizzerà anche il cambio del nome, trasformandolo in Lisa.
A soli due anni, assiste alla disgregazione della sua famiglia. I genitori si separano e lei viene affidata alla madre, che però non considererà mai umanamente vicina. La donna, infatti, si libererà molto presto dei due bambini, iscrivendoli al collegio svizzero Les Sept Nains, dove però subiranno maltrattamenti fisici e psicologici. Quando la vicenda uscirà fuori, saranno poi mandati a vivere in una casa del piccolo villaggio di Sarthe, nella regione della Loira, con una governante.
Queste saranno poi le validissime ragioni che la porteranno, all'età di dodici anni, a scegliere di andare a vivere con suo padre. Una decisione che non solo le permetterà di conoscere la sorellastra Deborah, ma anche di scoprire la propria cultura sefardita. L'uomo, spronerà la figlia in molti modi, talvolta instradandola verso il suo stesso mondo. Non a caso, dopo il diploma, la Azuelos decide di iscriversi al corso di Scienze commerciali presso l'Università Paris IX - Dauphine. Diventata una portfolio manager di grandissimo successo, lascerà però il proprio lavoro dopo il Lunedì nero del 1987. Uno dei più grandi crolli finanziari dell'intera storia economica e lo scongiurato rischio di una nuova "grande depressione" le fecero realizzare la gracilità dell'ossatura del mondo degli affari.

Gli inizi come sceneggiatrice
Iniziò così una seconda carriera nel cinema. Sfruttando i suoi contatti, riesce a conoscere Luc Besson, che le acquista una sceneggiatura. Lo script non diventerà mai un film, ma è un evento che le rafforzerà la sensazione di aver intrapreso la strada giusta.
Nel 2001, scrive 15 agosto - Non sarà una vacanza per tutti, poi diretto da Patrick Alessandrin. La penna della Azuelos tratteggia le divertenti sventure di un terzetto di mariti, che si ritrovano in una casa vacanze senza le rispettive mogli (improvvisamente e inspiegabilmente scomparse) e una bisognosa prole cui badare. Il soggetto ha un'ottica interessante ed è capace di far emergere, con sincerità e disinvoltura, quelle che sono le titubanze, le leggerezze e le difficoltà di un uomo moderno di fronte ai suoi status di marito e padre, nonché la necessità di una distesa comunicazione all'interno del nucleo familiare. Un buon esordio, non c'è dubbio, che la spingerà ambiziosamente a passare dietro la cinepresa.

Il debutto da regista
Nel 2006, rende omaggio alla propria comunità, quella degli ebrei sefarditi parigini, dirigendo Troppo bella!. Usando i suoi felici ricordi con la nonna e le zie paterne, realizza un'opera molto buona, che poi la spingerà a creare una propria società di produzione, la Bathsheba Mucho. In onore della sua bisnonna paterna, Bathsheba Azuelos.

Il successo di LOL - Il tempo dell'amore
Tre anni più tardi, impone Sophie Marceau e Christa Theret nel suo più grande successo, LOL - Il tempo dell'amore. Arrivata a questo punto, cerca un nuovo soggetto da realizzare. Sembra quasi trovarlo quando il produttore Orlando, fratello di Dalida, le chiede di realizzare un film biografico sulla sorella scomparsa. Dello stesso parere è la fotomodella marocchina Nadia Farès, che si propone come produttrice. Purtroppo, saranno proprio le divergenze con quest'ultima a far naufragare il progetto, poi ripreso anni dopo.

I flop
Prima di arrivarci, infatti, dovrà fare i conti con le prime contrastanti critiche per Due destini (2014) con una ritrovata Marceau e François Cluzet. E dopo il cortometraggio Noctambule (2015) con Jean-Baptiste Maunier, subisce il fardello di un ennesimo fallimento con il remake americano di LOL - Il tempo dell'amore, da lei diretto. LOL - Pazza del mio migliore amico, con Demi Moore e Miley Cyrus, è un tale flop da non poter ripagare nemmeno le spese. Ma lei accusa lo studio Lionsgate di non aver promosso abbastanza il film, anche alla luce del fatto che avrebbe dovuto scontrarsi con The Avengers, uscito lo stesso giorno. In realtà, come dimostra ampliamente la stessa Storia del Cinema, un remake americano di un film europeo è raramente un'opportunità di successo. Spesso i risultati sono dubbi e sconfortanti. Si preferisce l'originale per autenticità e il sapore di già visto impasta troppo gli occhi. Nel contempo, ritorna alla sceneggiatura (e masochisticamente ai remake) con Un momento di follia, diretto da Jean-François Richet. La liaison dangereux tra una diciassettenne e l'amico di suo padre, durante una vacanza in Corsica, era già stata portata sui grandi schermi da Claude Berri nel 1977 con Un moment d'égarement e l'opera verrà descritta esaustivamente come un "petardo bagnato".
Archiviato anche questo fiasco, finalmente arriva il biopic su Dalida. Una giovane modella italiana, Sveva Alviti, viene scelta per interpretare il ruolo della protagonista, ma nonostante l'esordiente attrice sia molto convincente e il film venga ben accolto dal pubblico, come già scritto fa storcere il naso alla critica.

Lavoriamo con e per i figli
Intanto, la Azuelos dirige con Thierry Teston il videoclip per la canzone "Immobile" della cantante e attrice Louane e co-produce l'esordio cinematografico della figlia Carmen Alessandrin, Interrail. Solo nel 2019, dieci anni dopo LOL, torna alla commedia drammatica e ai rapporti tra madre e figlia con Selfie di famiglia, con Sandrine Kiberlain, Victor Belmondo (nipote del mitico attore Jean-Paul Belmondo) e, soprattutto, la figlia Thaïs Alessandrin. Seppur i critici francesi ancora non siano pienamente convinti, il film ha comuque esiti positivi. Parallelamente, la Azuelos realizza anche il documentario YOLOVE, incentrato sulle relazioni tra teenagers nelle scuole, sollevando il problema delle molestie sessuali.

Vita privata
Lisa Azuelos era sposata con il regista Patrick Alessandrin, dal quale ha avuto tre figli: Carmen, Illan e Thaïs. Il matrimonio è durato undici anni e si è concluso con un divorzio.

Ultimi film

Commedia, (Francia - 2019), 87 min.

Focus

FOCUS
sabato 21 settembre 2019
Ilaria Ravarino

In Selfie di famiglia di Lisa Azuelos, Héloise, madre single pragmatica e apparentemente realizzata, si trova a fare i conti con uno stato di angoscia e insicurezza scatenato da un evento largamente previsto: la partenza della figlia più piccola per il Canada, dove andrà a studiare all'università. Oltre a essere un efficace escamotage narrativo, capace di innescare un potente meccanismo di identificazione, la sensazione avvertita dalla donna corrisponde, in realtà, a un disagio patologico delle famiglie over 40: la sindrome del nido vuoto

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martedì 17 settembre 2019
Giovanni Bogani

Accidenti. Accidenti se Lisa Azuelos sa raccontare che cos'è una donna. Racconta una madre, che però è anche una figlia, che però è anche un'amica che ha voglia di ballare con le sue amiche, che è capace di finire a letto con un tipo con il quale ha scambiato tre parole; e che però è capace di svegliarsi, con sensi di colpa grandi come ciambelle, e correre a casa dai figli. E che è capace di accettare la vita, assorbirla, assorbirne le sconfitte e trovare un rimedio, un modo per aggiustare, per metterci una pezza, per fare in modo che la vita vada avanti

CELEBRITIES
domenica 15 settembre 2019
Fabio Secchi Frau

Figlia della cantante e attrice Marie Laforêt e dell'uomo d'affari marocchino Judas Azuelos, Lisa Azuelos cresce assieme al fratello minore Mehdi. Dopo un'infanzia difficile e tormentata, verrà spronata dal padre a seguire le sue orme. Diventata una portfolio manager di grandissimo successo, lascerà però il proprio lavoro dopo il Lunedì nero del 1987. Uno dei più grandi crolli finanziari dell'intera storia economica e lo scongiurato rischio di una nuova "grande depressione" le fecero realizzare la gracilità dell'ossatura del mondo degli affari

News

La regista racconta il rapporto madre-figlia nella commedia Selfie di famiglia. Dal 19 settembre al cinema.
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