Gran Torino |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Christopher Carley.
continua»
Azione,
durata 116 min.
- USA 2008.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 15 novembre 2021.
MYMONETRO
Gran Torino
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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dramma della vita e della morte.di annalinagrassoFeedback: 2171 | altri commenti e recensioni di annalinagrasso |
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martedì 14 luglio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con Gran Torino Eastwood sembra aver realizzato,insieme a “Mystic River” e a “Million Dollar Baby”una trilogia di film sulla responsabilità dei padri verso i figli, sulla possibilità di trasmettere dei valori etici come moderatori dei comportamenti umani e sembra raggruppare i principale aspetti dei suoi precedenti personaggi:tutti uomini tormentati dal passato,Kowalski ha lo stesso sguardo dell’ispettore Callaghan e la fierezza del texano dagli occhi di ghiaccio,l’ironia di Frankie Dunn ,ma è più complesso,vive un dramma che va ben oltre i pregiudizi razziali,il suo essere un uomo americano tutto d’un pezzo, apparentemente senza sentimenti ed insensibile,conservatore integerrimo (di origine polacca) e cattolico,la sua predilezione per le macchine americane e il suo tenere sempre accanto a sé un fucile. In Kowalski c’è un dolore nascosto,inespresso ma che vive dai tempi della guerra in Corea:è un uomo che non vuole mostrare le proprie fragilità e paure, che cerca di dare un senso proprio verso la fine della sua vita,al suo non essere padre con i suoi figli e nonno con i suoi nipoti e a non parlare con nessuno delle sue ferite di guerra,in una società attuale come la nostra dove ci si confronta e soprattutto ci si scontra continuamente con il “diverso”,con “l’altro”. Gran Torino è semplicemente un capolavoro, capace di fare emozionare, commuovere e allo stesso tempo riflettere lo spettatore senza facili sentimentalismi e dialoghi strappalacrime, in quanto assume come polo di riferimento l’essere umano,la sua vulnerabilità,la sua precarietà e la revocabilità,connesso alla sfera della responsabilità: l’uomo non è in nulla superiore agli altri esseri viventi e ai suoi simili,eccetto che per poter essere solo lui il responsabile per la salvaguardia del loro essere fini a sé stessi;l’archetipo di ogni responsabilità è quello dell’uomo per l’uomo intesa come un valore unilaterale (per citare la teoria sulla responsabilità del filosofo Jonas).E Kowalski si sacrifica per garantire la felicità a Thao e alla sua famiglia, ma la garanzia per il raggiungimento della felicità, richiede la presenza di un diritto in grado di tutelare la libertà dell’uomo che la garantisce. La massima libertà umana quindi deve essere fondata su leggi e valori morali in grado di tutelare questa stessa libertà che costituisce un limite alla libertà del singolo a favore degli altri. E nel caso di Kowalski la libertà è fondata in primis dal valore e dal senso di giustizia molto forte in lui, (ed ovviamente è in relazione al sincero affetto che nutre per Thao),dal quale restano fuori la legge e i precetti cristiani (rappresentati da Padre Janovich). Il film infatti mostra l’impotenza del messaggio religioso che non può trovare accoglimento nella rabbia, nella frustrazione e nell’intransigenza di Kowalski e della legge che dovrebbe provvedere a garantire il rispetto delle proprie regole in una Detroit che potrebbe essere qualsiasi città multirazziale del mondo, i cui quartieri periferici sono territori di conquista da parte dei più forti. Il tutto raccontato in maniera immediata, senza retorica, violenza gratuita e con coerenza stilistica che rispecchia perfettamente la coerenza morale del protagonista; quello stile ormai inconfondibile,lo stile eastwoodiano.
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