Ho visto il film quando uscì nelle sale, ma sapevo già da prima (avendo letto qualcosa sul film) che qui non si trattava di una semplice storia di un "reduce di guerra" che diventa "giustiziere della notte", ma che invece il film dava una "chiave di lettura" diversa del problema dell'immigrazione: volevo appunto vedere come la pellicola affrontava la questione.
Un vecchio (ex reduce di guerra ed ex operaio della Ford), rimasto vedovo ed i cui figli (e nipoti) lo trascurano (causa vita stressantissima e lavoro troppo "competitivo"... tra i mali della società americana?), soffre la sua solitudine, rimanendo a vivere nella sua casa con i suoi ricordi e le sue vecchie cose (tra cui l'amata auto sportiva "Ford" modello "Gran Torino" che è lo stesso modello reso noto dalla serie "Stursky ed Hutch", malgrado quella del telefilm sia una "variante" diversa).
Il quartiere in cui l'anziano abita subisce repentinamente un radicale cambiamento, perchè le case (liberate dai suoi anziani coetanei che muoiono) sono tutte occupate da immigrati (qui prevalentemente asiatici), che sono dall'anziano poco amati.
La scarsa simpatia del vecchio per gli immigrati deriva sia dai suoi ricordi di guerra (combattuta proprio contro altri asiatici), sia dal degrado e dagli usi diversi che queste persone hanno (cambiando l'ambiente circostante), ma soprattutto da una certa delinquenza (anche giovanile), diretta dagli stessi asiatici (con gang che agiscono anche contro i propri connazionali).
Avendo scoperto di essere gravemente ammalato (e prossimo alla morte) e rimasto nuovamente deluso dai suoi parenti (dei quali intuisce solo l'interessamento al suo patrimonio) ed anche per una serie di "casuali eventi" (soprenderà il giovane vicino intento a rubare..in una prova di ammissione nella gang), il vecchio si avvicina sempre di più alla famiglia dei vicini ed in particolare al giovane, cui tenta di dare una mano ad inserirsi nel lavoro e più in generale nella vita: il giovane asiatico diverrà poi il suo erede (ai danni dei parenti ingrati).
Infine per vincere contro la gang di immigrati (che ha pure violentato la giovane sorella del ragazzo) il vecchio (anzichè usare le armi) si immolerà nel finale con un gesto utile ad incastrare (per omicidio) il capo dei delinquenti, ma "non violento"....e quindi "politically correct"
Il film sembra dunque dire (....semplifico e banalizzo) allo spettatore: il Mondo va così (....ovvero gli immigrati arrivano inevitabilmente), occorre adattarsi ai cambiamenti (...anche a quelli oggettivamente e non per pregiudizio assai molesti), anche noi abbiamo le nostre colpe (del passato), la violenza (anche per difendersi)è da immaturi. Tutte cose vere (....entro certi limiti).
Ma il film NON entra mai nel merito di altri problemi (importanti e connessi proprio al tema dell' immigrazione e dell'integrazione): a chi fa comodo che gli immigrati entrino e lavorino? chi li sfrutta? Perchè si creano dei ghetti? Fino a che punto è lecito adattarsi (com quali limiti di decenza)? Quali sono i difetti della società e del lavoro che logorano le famiglie autoctone? ecc, ecc , ecc
A queste domande non si accenna e non si danno risposte, limitandosi il film a "giocare" (ed a suscitare abilmente commozione) sulla "non violenza" da parte di un vecchio che prima era troppo combattivo (impuganndo il suo vecchio fucile "Garand", simbolo forse anche della sua giovinezza e della società americana del passato, piena a sua volta di vecchie "colpe" da cui emendarsi) e che ora ama i "bastoncini primavera". ....
Il film appare giustamente critico degli (eccessivi) "pregiudizi" verso i nuovi arrivati, ma NON parla dei difetti della società USA attuale (...vorrei dire del capitalismo e del liberismo sfrenati, quando non sono adeguatamente "temperati"), della quale condanna SOLO le vecchie colpe di guerra, MA NON l'attuale sistema CHE "importa" gli immigrati (a chi servono?), causando problemi. Film ben fatto, ma (per me) carente dal punto di vista sociologico e assai troppo "buonista" (nei confronti degli immigrati): giudizio che va dato visto che il film ha (e non velatamente) l'ambizione di non essere solo un semplice film di intrattenimento.
Infine va ricordato che gli Stati Uniti sono nati sin dall'inizio con l'immigrazione (nel caso degli africani forzata, causa schiavitù) in secoli ('800 e '900) in cui serviva molta manodopera, mentre oggi, in Europa (con poco lavoro e cultura diversa), la questione è ancor più complessa............
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