Gran Torino |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Christopher Carley.
continua»
Azione,
durata 116 min.
- USA 2008.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 15 novembre 2021.
MYMONETRO
Gran Torino
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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CLINT & DOSTOEVSKIJ 2di ciccio capozziFeedback: 0 |
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lunedì 16 marzo 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
(segue) Ma quali sono i valori di Clint? Parrebbe quelli tradizionali, soprattutto Patria e Famiglia. Ma sulla Patria ha fatto ben due film sulla Guerra ai Musi Gialli, in cui si è interrogato sulla retorica della vittoria (“Flags of Our Fathers”, 06), e di come questa possa essere usata in una forma manipolatrice; e con “Lettere da Jwo Jima” (06) ha addirittura posto al sua attenzione ai perdenti, con una comprensione della loro umanità. Addirittura i due film erano stati concepiti in un unico dittico. Sulla famiglia riflette che le vere aggregazioni si formano sulla base delle scelte e sull’amore costruito insieme: “Million dollar Baby” (04),nonché questo “Gran Torino” (08). Nel film Oscar dello 04 affronta, sempre in termini di grande compassione umana il tema spinosissimo dell’eutanasia; e nell’ultimo, il tema del sacrificio. C’è una grande polifonicità di temi e di approcci: ma la compassione sembra essere una cifra che lo coinvolge profondamente, intensamente. Tutto ciò mi fa pensare al sommo scrittore russo Fedor M. Dostoevskij (1821-1881). Anch’egli era considerato un destro, perché si era riavvicinato alla religione ortodossa, anche se in modi assolutamente liberi: si pensi solo al paradosso del “Grande Inquisitore”, per cui se Cristo ridiscendesse in terra, sarebbe boicottato dalle stesse autorità ecclesiastiche; e si era allontanato da quelle visioni anarchiche della sua gioventù, anche senza mai ripudiarle. Anzi, aveva affinato le tecniche della lettura sociale riportandole strettamente a quella individuale senza inutili, roboanti dichiarazioni ideologiche o di principio. Ma la caratteristica fondamentale del suo possente stile, di una linearità ottocentesca, non sperimentale, era quella di scandagliare con un’acutezza senza eguali nel profondo dell’abisso delle motivazioni individuali, le più complesse e anche le più spregevoli. Ma aveva un cuore pulsante la sua scrittura: la compassione. Essa vibrava con un’intensità che fa ancora oggi fa ammutolire il lettore contemporaneo. Per cui, all’interno della capacità di leggere ben oltre la banalità delle motivazioni addotte, quelle esteriori, che socialmente distinguono le classi di appartenenza, i ruoli coperti, il plauso che ne viene dall’accettazione sociale, essa ci svelava le anime, il loro complesso mistero. Ed è questo il miracolo del cinema del grande vecchio Clint , che si rinnova ogni volta in modi sempre, per lo spettatore, lietamente diversi.
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