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                ci vorrebbero molte parole o, forse, ne basterebbero poche per descrivere questo film. la storia ci dice poco, ma l'interpretazione di Clint, le riflessioni e i messaggi  sul quale il film ci induce a riflettere, quelle si che sono enormi. Ogni frase, ogni immagine, ogni simbolo ci portano a riflettere, a riflettere sul mai dire mai, sull'immenso piacere che induce il rispetto (anche verso il diverso), sulla meravigliosa cultura orientale, sul sacrificio anche ultimo, per amore del prossimo, sul come si diventa veri uomini senza essere bulli o violenti (anzi rifiutando proprio la violenza) e, infine, su come la guerra crea mostri anche dopo anni di ricerca di normalità. Uccidere è la missione del soldato, ma uccidere non è la missione degli uomini e questo, vuoi o non vuoi, te lo porti dietro per sempre. La bellezza del finale di questo film (per quanto triste) è che Kovalski, negli ultimi momenti della sua vita, è riuscito a provare il piacere e la gioia della condivisione, dell'affetto, del calore umano, della possibilità di far diventare un ragazzino, uomo e, soprattutto, la possibilità del riscatto finale da tutte le atroci cose che è stato costratto a fare in guerra. Davanti a tutto ciò è impossibile non commuoversi fino alle lacrime!!
             
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