Questo è un paese per vecchi (e un po'rintronati per giunta).
Non saprei come altro commentare il diluvio di immeritate lodi riversato
sull'ultima operina dell'ispettore callaghan in pensione.
E badiamo bene, si sbagliano anche rari detrattori,
che purtroppo, come ai tempi di aristarco e della guerra fredda,
vanno la cinema come se andassero in curva sud.
Qui non si tratta di cattiva "politica culturale" (non c'è la stoffa)
ma solo di non saper raccontare una storia. Come le chiamava
Sir Alfred "fotografie di gente che parla". Una sequenza ininterrotta
di snodi narrativi scontati fino al letargo del neurone (tipo fiction di canale5), confezionati per rassicurare un pubblico narcotizzato e disarmato da far tenerezza.
Dopo 10 minuti chi il cinema lo frequenta ha già capito tutto
e resta riverso a farsi massaggiare. Per non parlare dell'abuso
di soggetti lacrimevoli, che Clint e i suoi accorti finanziatori
usano come armi improprie (da Million Dollar Baby e Changeling),
ma che il botteghino sembra assaporare con gusto.
Forse la furbizia l'ha imparata da Sergio,
altro sopravvalutato Leone dei tempi d'oro.
Auguri.
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goldy
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mercoledì 25 marzo 2009
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curiosità
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Sqarei curiosa di sentire il titolo di qualche film (se ce ne sono) limitatamente agli ultimi dieci anni che ti sono veramente piaciuti. Così per tanto per capire il senso di quello che scrivi.
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robert
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mercoledì 25 marzo 2009
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coma irreversibile di spirito critico
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Sarà anche un paese per vecchi,anagraficamente parlando,ma io, personalmente(penso lo stesso per tanti altri, come me,"colpevoli" di aver visto "Gran Torino" e di averlo apprezzato),non sono né avanti con gli anni né membro onorario del Club dei "Rinco Boys".Per cui,come già sollecitato altrove,ti invito ad avere maggior rispetto per le opinioni difformi dalla tua,senza ricorrere a logori slogan ed etichettature improbabili.Non so chi siano i Grandi Maestri del Cinema cui ti ispiri né di dove sia sortita questa tua autorevolezza critica da recensore iconoclasta e,francamente,non mi interessa saperlo.Al tuo posto non mi sentirei neppure così sicuro che i frequentatori di sale cinematografiche,escluso te,beninteso,siano tutti lobotomizzati reduci inebetiti da maratone televisive a base di fiction.
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Sarà anche un paese per vecchi,anagraficamente parlando,ma io, personalmente(penso lo stesso per tanti altri, come me,"colpevoli" di aver visto "Gran Torino" e di averlo apprezzato),non sono né avanti con gli anni né membro onorario del Club dei "Rinco Boys".Per cui,come già sollecitato altrove,ti invito ad avere maggior rispetto per le opinioni difformi dalla tua,senza ricorrere a logori slogan ed etichettature improbabili.Non so chi siano i Grandi Maestri del Cinema cui ti ispiri né di dove sia sortita questa tua autorevolezza critica da recensore iconoclasta e,francamente,non mi interessa saperlo.Al tuo posto non mi sentirei neppure così sicuro che i frequentatori di sale cinematografiche,escluso te,beninteso,siano tutti lobotomizzati reduci inebetiti da maratone televisive a base di fiction.Mi dispiace che il prodotto-Eastwood non sia all'altezza di gusti così raffinati,ma solo un misero ordìto di istantanee sfocate di "gente che parla", e a vanvera.Coraggio, ti rifarai a breve,magari con il monumentale "Che" di Steven Soderbergh (sempre che non mostri i limiti del suo essere comunque "made in USA")!Male che vada, ti resta sempre l'imperituro capolavoro di fantozziana memoria:"La corazzata Potëmkin" del grande EjzenÅ¡tejn!
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guido69
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giovedì 26 marzo 2009
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intellettualoidi lontani dalla gente...
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...e te pareva se non spuntava fuori...addirittura la critica a Leone, l'uomo di c'era una volta in America, ovvero la personificazione del cinema...
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malamento
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martedì 1 dicembre 2009
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bravo
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Sono veramente contento che ci siano persone capaci di non uniformarsi. Ravviso però una preoccupante mancanza di ciccia nelle tue osservazioni. Non capisco cosa significhi, "non saper raccontare una storia". Mi sbaglierò sicuramente ma molte opere che ho amato, coprendo con molte lacune dagli anni 30 a oggi, avevano una storia banale, scontata per lo spettatore. Che sia un film invecchiato per i cambiamenti mondiali, o che fosse recentissimo, poco importa; bene o male lo spettatore può intuire la strada che il regista gli propone, ma tutto cambia nel viaggio. Proprio il racconto, pacato anche nella estrema violenza verbale, lieve e grave insieme, mi ha conquistato. Penso, anche se non c'entra nulla con questo film, a una pellicola stranota, frivolona ma irresistibile, come "Il cielo può attendere".
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Sono veramente contento che ci siano persone capaci di non uniformarsi. Ravviso però una preoccupante mancanza di ciccia nelle tue osservazioni. Non capisco cosa significhi, "non saper raccontare una storia". Mi sbaglierò sicuramente ma molte opere che ho amato, coprendo con molte lacune dagli anni 30 a oggi, avevano una storia banale, scontata per lo spettatore. Che sia un film invecchiato per i cambiamenti mondiali, o che fosse recentissimo, poco importa; bene o male lo spettatore può intuire la strada che il regista gli propone, ma tutto cambia nel viaggio. Proprio il racconto, pacato anche nella estrema violenza verbale, lieve e grave insieme, mi ha conquistato. Penso, anche se non c'entra nulla con questo film, a una pellicola stranota, frivolona ma irresistibile, come "Il cielo può attendere". Anche quando uscì, credo che la trama fosse una mera formalità. Sono le battute, i personaggi, l'atmosfera, l'ambiente che si riesce a creare. Oppure mi sovviene un libro che ho riascoltato da poco, dopo averlo letto anni fa, "Sorelle Materassi". Se si legge il riassunto della storia è di una banalità infinita, riaffiora alla mente la commedia latina. Ma sono le parole che, ovviamente, fanno la differenza. Il soggetto del pittore è poi così importante? Non credo. Se mi dicevi, non mi piace come il regista affronta il tema, non mi piace questo e quest'altro, lì è fiacco, qui non socrre ecc. ti avrei potuto capire, invece spari a zero su tutto ciò che ti capita, mettendo a confronto tre film tutt'altro che fotocopia, in cui ci sono, è vero, fortissime somiglianze (mi pare ovvio, ammetteremo pure che un regista posegga uno stile...), ma che mantengono una marcata e profonda unicità. Io la vedo così. Saluti
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