Gran Torino |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Christopher Carley.
continua»
Azione,
durata 116 min.
- USA 2008.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 15 novembre 2021.
MYMONETRO
Gran Torino
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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SACRIFICARSI PER UN NOBILE SCOPOdi DOMENICO RIZZIFeedback: 7134 | altri commenti e recensioni di DOMENICO RIZZI |
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venerdì 16 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E’ doloroso accorgersi, quando la vita è giunta quasi al termine e la salute è minata da un male incurabile, che gli unici amici rimasti sono soltanto le persone che disprezzavi, nella fattispecie una comunità di rumorosi asiatici che il protagonista, reduce dalla guerra di Corea, chiama spregiativamente “musi gialli”. Walt Kowalsky (Clint Eastwood) la cui unica passione è rappresentata dall’automobile Ford modello “Gran Torino” custodita gelosamente nel proprio garage, è rimasto solo dopo la perdita della moglie e rifiuta decisamente l’amicizia e l’aiuto di un giovane parroco, padre Janovich (cristopher Carley) che gli fa visita molto spesso. I suoi nuovi vicini, una comunità Hmong originaria della Cina meridionale, lo tengono in continua tensione; i famigliari – Walt ha due figli, entrambi sposati – insistono per relegarlo in una casa di riposo, mirando, più che al suo bene, ai suoi beni. Dopo avere allontanato dei delinquenti – pure di derivazione orientale – dalla sua casa, fornendo un involontario aiuto ai Hmong, questi ultimi lo ricevono nella loro abitazione come un eroe, il rapporto – prima condizionato dai pregiudizi razziali di Kowalsky - si fa sempre più disteso e amichevole e Walt si prende a cuore il ragazzo Thao (Bee Vang) e sua sorella Sue (Ahney Her). Allorquando Sue viene violentata dai teppisti, il vecchio Walt, già a conoscenza dell’esito fatale delle analisi che lo riguardano, escogita un piano tanto originale quanto manifestamente suicida, presentandosi disarmato nel quartiere in cui alloggiano i teppisti. Il suo gesto di prendere un accendino dalla giacca è interpretato da questi come tentativo di impugnare un’arma: Kowalsky viene crivellato di colpi, ma la polizia potrà arrestare i criminali per omicidio. Dopo l’apertura del testamento, lo sconcerto dei parenti dell’uomo è generale, perché Walt li ha diseredati, lasciando la sua “Gran Torino” – fortemente ambita da una nipote - al giovane Thao. Superba interpretazione di Eastwood, che è anche regista, produttore e autore della colonna sonora del film. L’attore con l’incedere degli anni (ne ha 78) ha ormai rinunciato da tempo alle parti che lo hanno reso celebre, ma ne conserva l’essenza, trasferendo l’azione dal suo campo preferito – il western – alla periferia di una moderna città americana. Anche la sua vendetta, un tempo compiuta a suon di pistolettate, si adegua ora alle esigenze del momento. L’eroe non è più quello che spara, ma colui che si fa uccidere; il suo movente non è più il denaro, ma l’amore verso la gente “diversa” inizialmente disprezzata; lo scopo si riassume, anziché nella giustizia sommaria attuata dall’ispettore Callaghan, un gesto autolesionistico che metterà in moto la giustizia legale. Escluso dagli Oscar e con una sola nomination al Golden Globe per la musica, “Gran Torino” si rifà con il National Board of Review Award, che lo classifica fra i migliori 10 film del 2008, assegnando la miglior sceneggiatura a Nick Schenck e classificando Eastwood come miglior attore protagonista. Nel 2009 arrivano anche il David di Donatello (miglior film straniero) e il Nastro d’Argento (miglior film non europeo) oltre ad una serie di altri riconoscimenti. Entusiastica l’accoglienza del pubblico tanto in America e in Europa, quanto nel resto del mondo, che frutta ad Eastwood circa 270 milioni di dollari, pari ad 8 volte la somma spesa per realizzare la pellicola. L’intramontabile Clint, discepolo di Sergio Leone e Don Siegel, per l’ennesima volta dà un saggio convincente delle sue capacità recitative e di regia, interpretando magnificamente il disagio dell’Americano tradizionalista a contatto con le nuove problematiche derivanti dalla promiscuità etnica. Inoltre, dimostra, con un film non molto distante nella dinamica da un contemporary western, come il cinema si debba fare con sentimento.
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