Nessuna pietà per Ulzana |
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Un film di Robert Aldrich.
Con Bruce Davison, Burt Lancaster, Jorge Luke, Richard Jaeckel.
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Titolo originale Ulzana's Raid.
Western,
durata 90 min.
- USA 1972.
- Universal Pictures
MYMONETRO
Nessuna pietà per Ulzana
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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mercoledì 18 giugno 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Ulzana's Raid" venne diretto da Robert Aldrich nel 1972 mentre era in corso la guerra del Vietnam e il western andava in cerca di nuovi spunti che lo rilanciassero sugli schermi di tutto il mondo. Un film revisionista, senz'altro, ma con qualche eccesso, ammesso e non concesso che il conflitto contro i Vietcong c'entrasse qualcosa con gli Apache. Poco importa che Ulzana sia stato realmente un condottiero di questo popolo - o meglio, di una delle sue tante bande isolate che combattevano per conservare un costume di vita non del tutto condivisibile secondo l'etica moderna - e che non abbia fatto la fine descritta nel film, dal momento che visse fino al 1909. Dopo questa premessa, va detto che quello di Aldrich, regista de "L'ultimo Apache" nel 1954, è un ottimo lavoro, che interpreta benissimo i sentimenti della gente impegnata nella conquista delle aride distese del Sud-Ovest statunitense, si tratti di giovani sottotenenti inviati a compiere una missione impossibile, guide indiane come Kenitay o smaliziati esploratori al servizio dell'esercito quale è Mc Intosh, interpretato da un anziano ma sempre eccezionale Burt Lancaster. Gli Indiani attaccano insediamenti, uccidono, torturano in maniera barbara e violentano le donne, ma per il vecchio uomo della Frontiera, conscio di trovarsi di fronte ad una realtà che non si può modificare, odiarli sarebbe come "odiare il deserto perchè non c'è l'acqua". Inoltre, perchè "la ragione non è mai completamente da una parte". Il racconto prosegue con una lentezza a volte esasperante, che accentua la suspense mettendo a dura prova i nervi dei protagonisti, fino a quando, grazie ad uno stratagemma, l'astuto e spietato Ulzana non si decide ad attaccare la piccola scorta rimasta isolata in un avvallamento. Rimasto solo e inseguito dal cugino-rivale Kenitay, ingaggiato come scout dalla cavalleria, si renderà conto che il suo cammino è ormai giunto alla fine, offrendosi alla giustizia dell'avversario. Lo stesso fatalismo, per certi aspetti ammirevole, di Mc Intosh, che, ferito in diverse parti del corpo durante il combattimento, rifiuta di essere trasportato al forte, chiedendo all'attonito tenente De Buin (Bruce Davison) di confezionargli una sigaretta. E' la dignitosa resa dell'uomo di fronte ad una natura ostile e ingrata e all'ineluttabile decisione della sorte. "Nessuna pietà per Ulzana" è assai meno apologetico di "Soldato Blu", perchè Bianchi e Pellirosse, pur obbedendo a logiche differenti, sono entrambi vittime di qualcosa che li sovrasta, da accettare con la rassegnazione dimostrata dall'anziano scout e dal capo Apache.
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