Nato povero fa molti mestieri, fra questi l'acrobata insieme a un amico, Nick Cravat. I due, in seguito, appariranno insieme in un paio di film. Si sa di certo che è in guerra, in Africa e in Italia. Un produttore della Paramount si scontra con lui entrando in ascensore, è la fine del '45, l'anno dopo Lancaster è già protagonista de I Gangsters, da Hemingway, ed è un successo. Definisce in pochi anni il suo primo personaggio, l'eroe più buono che cattivo del genere nero. Diventa uno di più credibili protagonisti in quel senso, con personaggi come Bogart, Mitchum e Ladd. Lancaster è una vera forza della natura: molto alto, atletico, biondo, occhi cerulei, faccia da canaglia, sorriso irresistibile, migliora nella recitazione di film in film. È anche un uomo avveduto, e intelligente, riuscendo presto a liberarsi dei pesantissimi vincoli contrattuali che le majors imponevano e diventando anche un produttore indipendente. Quando il noir tramonta Lancaster sceglie il western e l'avventura. Nel ruolo del pirata del Corsaro dell'isola verde e di una sorta di Robin Hood ne La leggenda dell'arciere di fuoco Lancaster dà corpo e volto a personaggi nuovi, complessi e ironici, un passo avanti rispetto al grande avventuriero Errol Flynn. La più bella istantanea generale dell'attore viene da quei due film. Ne L'ultimo apache Lancaster anticipa la stagione dei western dalla parte degli indiani e non era piccola intuizione nel 1951. Due anni dopo in Da qui all'eternità gareggia in bravura con Montgomery Clift, ritenuto un genio della recitazione. Successivamente si adegua all'emotività di una Magnani ne La rosa tatuata. Lancaster si pone orizzonti sempre nuovi, non si ferma mai su un clichè. È sempre più bravo. Accanto a Kirk Douglas, da sempre suo grande amico, disegna un Wayatt Earp silenzioso e intensissimo in Sfida all' O.K. Corrall. Lancaster è ormai pronto per l'Oscar, che arriva nel '60 con Il figlio di Giuda. Eccolo affrontare nuovi ruoli, impegnativi e complessi come quello del giudice nazista Janning in Vincitori e vinti. Ed ecco una nuova evoluzione, davvero importante, quando nel '63 l'attore diventa il principe di Salina ne Il Gattopardo di Visconti, col quale collabora anche in Gruppo di famiglia in un interno. Legittimato dunque da uno dei massimi autori europei Lancaster è ormai uno dei più grandi attori del cinema del mondo. Continuerà ad alternare ruoli, anche d'azione, fino alla tarda età, tornerà in Italia, con la Cavani, per La pelle. Lancaster ha mostrato una capacità straordinaria di aderire a qualsiasi tipo di personaggio, al massimo livello. Nessuno è stato altrettanto duttile e credibile. Per la magnifica presenza, per la simpatia, per quel quanto non misurabile che produce un divo fuoriclasse, per l'irresistibile identificazione che sapeva generare, Burt Lancaster ha riempito il cinema come pochissimi altri.