Nessuna pietà per Ulzana

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Un film di Robert Aldrich. Con Bruce Davison, Burt Lancaster, Jorge Luke, Richard Jaeckel.
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Titolo originale Ulzana's Raid. Western, durata 90 min. - USA 1972. - Universal Pictures MYMONETRO Nessuna pietà per Ulzana * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
giovanni morandi venerdì 7 ottobre 2022
lancaster/aldrich accoppiata vincente giovanni mor Valutazione 4 stelle su cinque
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 'Odiare gli indiani sarebbe come odiare il deserto perché non c'è acqua." In questa frase pronunciata da Machintosh (Burt Lancaster bravo come sempre) all'interrogazione morale che tormenta il suo giovane tenente che dirige un plotone di soldati Usa che si trovano due compiti molto difficili: trovare il Capo Apache Ulzana, fuggito dalla riserva in Arizona, e, portare al sicuro una donna, superstite di uno dei vari massacri, che gli indiani hanno fatto nella loro fuga. [+]

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elgatoloco martedì 1 marzo 2016
memorabile Valutazione 0 stelle su cinque
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Senza essere un"antiwestern", senza essere scalfito dalla moda"spaghetti-western"leoniana e di altri, senza cedere alla moda degli"Indiani buoni"(pellirossa, indios, nativi  americani, certo andrebbe meglio, ma...)presente in film precedenti come"Soldato Blu", Bob Aldrich in questo"Ulzanas' Raid"realizzava un film feroce sulle incomprensioni(tra Bianchi e "Indiani", tra il vecchio e il giovane cavalleggero, tra le persone in genere, con una concezione semplicemente omaggiante e molto"traditional"della donna...), ma anche sull'incomprensibilità della vita, servendosi di audaci quanto efficaci primi piani, ma anche di "panoramiche"e di piani-sequenza di indubbio rilievo. [+]

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domenico rizzi mercoledì 18 giugno 2014
la ragione non e' mai da una parte sola Valutazione 5 stelle su cinque
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"Ulzana's Raid" venne diretto da Robert Aldrich nel 1972 mentre era in corso la guerra del Vietnam e il western andava in cerca di nuovi spunti che lo rilanciassero sugli schermi di tutto il mondo. Un film revisionista, senz'altro, ma con qualche eccesso, ammesso e non concesso che il conflitto contro i Vietcong c'entrasse qualcosa con gli Apache. Poco importa che Ulzana sia stato realmente un condottiero di questo popolo - o meglio, di una delle sue tante bande isolate che combattevano per conservare un costume di vita non del tutto condivisibile secondo l'etica moderna - e che non abbia fatto la fine descritta nel film, dal momento che visse fino al 1909. Dopo questa premessa, va detto che quello di Aldrich,  regista de "L'ultimo Apache" nel 1954, è un ottimo lavoro, che interpreta benissimo i sentimenti della gente impegnata nella conquista delle aride distese del Sud-Ovest statunitense, si tratti di giovani sottotenenti inviati a compiere una missione impossibile, guide indiane come Kenitay o smaliziati esploratori al servizio dell'esercito quale è Mc Intosh, interpretato da un anziano ma sempre eccezionale Burt Lancaster. [+]

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dario venerdì 22 giugno 2012
epico Valutazione 4 stelle su cinque
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Grande cinema, con contenuti veri, appassionati, sinceri e partecipati. Ritmo lento, solenne, animato da umanità autentica e profonda. Bravissimo Lancaster e Aldrich in solendida forma. Dolente, malinconico: fa riflettere e vergognare di essere uomini a metà.

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johngarfield venerdì 30 settembre 2011
western classico e "adulto" Valutazione 4 stelle su cinque
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Western classico, anche se alcuni elementi inducono a ritenere che l’ambientazione western sia solo un pretesto per porre alcune questioni di tipo socio-politico. Aldrich, si sa, non è uno “yes man”, cerca sempre di sottrarsi alle ferree regole imposte dagli studios. E’ un personaggio scomodo che spesso si è trovato a pagare personalmente la sua libertà d’espressione, che troppo spesso non collimava con le esigenze della fabbrica dei sogni.
Stavolta ha provato a produrre un film, aiutato in questo (e un po’ condizionato) da Burt Lancaster, che desse ai più l’idea di un buon film western, ma suggerisse ai più avveduti delle similitudini con questioni molto più moderne quale la guerra in Vietnam (siamo nel 1972). [+]

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pierluigi venerdì 29 agosto 2008
purtroppo.......... Valutazione 4 stelle su cinque
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Il problema reale delle copie sul mercato,è quello del sonoro, ovvero il rimbombo causato dalla versione stereofonica-dolby. I film che nascono mono devono essere sentiti in mono per conservare tutto il loro sonoro in maniera apprezzabile. Questo film, purtroppo, non lo conserva.

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titiro profeta domenica 30 dicembre 2007
nessuna pietà, ma per chi... Valutazione 4 stelle su cinque
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La narrazione è perfetta (quasi): gli eventi, le cose, persino i pensieri, si vedono davvero; cose che capitano a persone, con le reazioni giuste in situazioni scolpite, in una parte del mondo, entro rapporti di conflitto e cooperazione -un microcosmo che ci dà una versione di come funziona l'universo. Narrazione "quasi" perfetta, perchè ogni tanto sbuca il bisogno di spiegare questa antropologia, nè ottimistica, nè pessimistica, con rimandi rozzi e tuttavia pretenziosi. La regia è di chi sa dirigere davvero, e gli attori -fino all'ultima comparsa- sanno come farsi guidare e rendono al meglio in ogni scena. Recitano bene anche i cavalli.

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nathan martedì 20 febbraio 2007
cronaca della sopravvivenza nel far west Valutazione 3 stelle su cinque
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Uno dei film western più oggettivi della storia.Non c'è bene e male,non ci sono buoni e cattivi,il conflitto tra pellerossa e soldati viene raccontato con un taglio cronachistico e realistico.Molto bella l'ambientazione,quasi claustrofobica.Dietro ogni roccia può esserci un pericolo,la morte è dappertutto,e tutti sono costretti a conviverci,elaborando raffinate strategie di sopravvivenza,(la stessa sopravvivenza che spinge gli indiani alla guerra),strategie anche estreme.Impressionante la scena nella quale il soldato che accompagna la famiglia del contadino sul carro,attaccato dagli apache,conscio dell'impossibilità della vittoria,uccide la donna egli stesso e poi si spara in bocca per evitare di finire vivo nelle mani degli indiani che lo avrebbero torturato. [+]

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stefy sabato 23 dicembre 2006
come si scrive una recensione. Valutazione 4 stelle su cinque
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scrivere le recensione va bene.Raccontare la trama per sommi capi pure.ma scrivere come finisce e proprio un'infamata. Buone feste stefy.

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