Space Monkeys

Film 2022 | Drammatico, 90 min.

Regia di Aldo Iuliano. Un film con Souad Arsane, Amanda Campana, Haroun Fall, Riccardo Mandolini, Ambrosia Caldarelli. Genere Drammatico, - Italia, 2022, durata 90 minuti. Uscita cinema lunedì 28 novembre 2022 distribuito da Freak Factory. - MYmonetro 3,39 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento domenica 4 dicembre 2022

Il film fotografa la Generazione Z alle prese con la scoperta dei propri sentimenti. In Italia al Box Office Space Monkeys ha incassato 8,1 mila euro .

Consigliato sì!
3,39/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,63
PUBBLICO 4,54
CONSIGLIATO SÌ
Stile ricercato e sequenze spettacolari. L'opera prima di Aldo Iuliano è un progetto ambizioso che racconta desideri e derive della generazione Z.
Recensione di Roberto Manassero
venerdì 25 novembre 2022
Recensione di Roberto Manassero
venerdì 25 novembre 2022

Al termine di un'estate al mare, la sera prima di tornare a Parigi, la ragazza francese Justine viene convinta controvoglia a seguire le amiche Dani e Marta e i loro fidanzati Balo e Ste nella proprietà di quest'ultimo, un castello allestito a spazio d'arte contemporanea. Introversa e amante del disegno, meno appariscente delle amiche che passano il tempo a farsi ammirare sui social, Justine è testimone di una notte di follie dominata dall'esuberante e vanesio Ste. Tra alcol, droga e sfide di coraggio stabilite da Able, l'intelligenza artificiale che governa la casa-museo, l'avventura finirà in tragedia.

Space Monkeys è l'ambizioso progetto dell'esordiente Aldo Iuliano, che racconta desideri e derive della cosiddetta generazione Z con uno stile ricercato ed esaltato dall'alta definizione.

Dalla terra al cielo, e ritorno. È questo il destino ideale dei quattro protagonisti di Space Monkeys, anime alla deriva che desiderano salpare verso altri universi - spaziali, virtuali, immateriali - e al termine di una notte di follia si ritrovano violentemente precipitati a terra. La storia di Justine, Dani, Marta, Balo e Ste, ragazze e ragazzi di oggi, capricciosi, viziati, superficiali, vitali, sempre pronti a sfidare la propria resistenza, è una parabola di ascesa e caduta che attraverso lo sguardo di un'estranea (la francese Justine, così diversa dalle coetanee e per questo additata come sovrappeso e depressa) acquisisce un aspetto moralista.

Il film si offre come ritratto generazionale, un tentativo d'inquadrare la fluida e sfuggente generazione Z («Penso sempre a te», dice Justine a Diana: «Non so se è perché mi piaci o perché vorrei essere come te»). Gli interpreti noti al pubblico delle piattaforme (Amanda Campana viene da Summertime, Ambrosia Caldarelli da Circeo, Riccardo Mandolini da Baby, Haroun Fall da Zero, mentre Souad Arsane è un volto della tv francese) e la trama che sfrutta la moda delle challenge caratterizzano un racconto che parla soprattutto a giovani e giovanissimi, con le forme, però, di un cinema da e per adulti.

Un aspetto, quest'ultimo, non necessariamente negativo, dal momento che Iuliano gira con uno stile così elaborato da portare la vicenda su un piano che da ordinario si fa audace, non sempre controllato ma coraggioso. Merito anche del direttore della fotografia Daniele Ciprì, che dentro la casa-museo, tra opere d'arte, installazioni, luci metalliche e colori primari, muove la macchina da presa con arditi piani sequenza che riproducono gli incroci sentimentali e gli scontri fisici fra i protagonisti.

Il rimando più evidente dello stile derivativo di Iuliano è a quegli autori che in questi anni hanno utilizzato l'alta definizione sfruttandone soprattutto l'agilità di movimento e l'espressività: Kornel Mundruczó, Victor Kossakovsky, Alejandro González Iñárritu, vale a dire registi la cui tecnica è al tempo stesso una sperimentazione che testa i limiti dell'immagine digitale e una gratuita esibizione di talento. Iuliano non si tira indietro e nella lunga parte della festa confeziona sequenze spettacolari (un volo ideale nello spazio, uno sballo che diventa estasi prima di precipitare nell'incubo) che aprono il film a una dimensione metafisica.

Space Monkeys arriva così a richiamare soprattutto 2001: Odissea nello spazio, a partire da alcuni elementi inappellabili: il titolo, il computer parlante, le forme circolari, il viaggio fra le stelle... E se la hybris è forse troppa, è in fondo il ruolo di Justine a rivelare il senso del film. Innamorata di Dani, la ragazza straniera è l'unica a esprimersi senza la mediazione della tecnologia, attraverso il disegno, le mani e il pensiero. E anche per questo è l'unica a sapere amare. Il suo percorso è inverso a quello della scimmia di Kubrick, dalla navicella all'osso, dalla tecnologia alla mano. Dall'infinito delle stelle a quella realtà dolorosa e terribile che i mondi virtuali provano inutilmente a nascondere.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 8 febbraio 2024
Riccardo_C

Si dice sempre che il cinema sia in declino e che stiamo vivendo un'epoca non paragonabile ai tempi in cui tutti i registi italiani sembravano toccati da una grazia divina che fece primeggiare il cinema italiano nel mondo intero. Non c'è nulla di più vero. L'Italia contemporanea è un paese nel quale vige un nepotismo sfrenato, uno statalismo burocratico e una affilizione [...] Vai alla recensione »

martedì 27 febbraio 2024
Pietrocegora

ho apprezzato in particolare il modo in cui il film cattura l'essenza della Generazione Z e le sue esperienze.

giovedì 8 febbraio 2024
LucaMilano34

Le challenge, le fragilità, l'intelligenza artificiale. Un film più attuale che mai. Da vedere

martedì 6 febbraio 2024
Vertigine66

 La troupe ha fatto un lavoro eccezionale nel trasformare ogni stanza in un palcoscenico. Bravi gli attori, belli i colori.

martedì 6 febbraio 2024
Simonevalilama

Un viaggio leggendario in una generazione elettronica.Una storia che è un percorso, un percorso che è la storia della vita stessa. Un film intelligente che non scende a compromessi con niente perché è il film stesso un compromesso impossibile tra vari mondi e visioni.Il concentrato dell'universo in una piscina circolare. Che filmone. VATBIN

lunedì 5 febbraio 2024
marta salandi

Ho appena visto il film, ben riuscito, che tratta tematiche adolescenziali in una maniera originale. Ogni luogo diventa spazio per una sfida che coinvolge. Fotografia spaziale, Ciprì garanzia! Film attuale vista anche la presenza dell'intelligenza artificiale. Lo consiglio!

venerdì 27 ottobre 2023
aleandro u cem

il film non porta a niente; deplorevole arroganza del regista, troppo confusionario(neanche il regista sa di cosa parlava, storia vera ) .[0 stelle ma 1 giusto perche c'era bisogno]

FOCUS
INCONTRI
lunedì 27 febbraio 2023
Luigi Coluccio

Una spiaggia. L’estate che finisce. Dei ragazzi attorno ad un falò. Inizia così Space Monkeys di Aldo Iuliano, opera prima di un regista, sceneggiatore, storyboarder e fumettista con già all’attivo corti visti e premiati da tanti festival e pubblici diversi – come il suo lavoro precedente, Penalty.

Questo lungo d’esordio, prodotto da Andrette Lo Conte per Freak Factory con Rai Cinema e il contributo della Fondazione Calabria Film Commission, è il suo all-in di apertura, tra fantascienza minimal e contemporaneità opprimente, un film che sta avendo il suo percorso indipendente in alcune sale selezionate: mercoledì 1 marzo alle 20.30 sarà al Cinema delle Provincie di Roma, venerdì 3 marzo alle 21.00 sarà mostrato gratuitamente a Spazio scena, mentre sempre venerdì è in programma un freak party all'Hotel Parraiso, a Trastevere, dalle 21.30 in poi. 

Abbiamo incontrato Aldo Iuliano per una lunga e appassionata intervista.

Diciamo innanzitutto cosa non è Space Monkeys, perché tolta l'aura retro-futuristica, il tema dei social media e delle intelligenze artificiali, la spruzzata di thriller, quello che rimane è il suo vero cuore, cioè, semplicemente, un film con dei ragazzi su una spiaggia.
È il punto da cui sono partito, perché mi affascinava questa indagine dei loro sentimenti. Dalla Generazione Z in poi si tratta, come mi piace sempre dire, di una “nuova umanità”, dove questi ragazzi non percepiscono più il confine tra reale e virtuale. Quindi la mia domanda è: allora anche l’essere o non essere ha altri significati? E proprio nel momento in cui ho fatto questa riflessione sul loro tumultuoso mondo interiore, che è proprio dell’adolescenza perché l’adolescenza non ha tempo, mi sono domandato quale possa essere la chiave cinematografica più interessante nel mostrare tutto questo.

Forse immergermi completamente in questo mondo dove non c’è un confine tra reale e virtuale? Da lì mi sono sentito ancora più libero di fare un’opera prima dove cavalcavo anche i miei sentimenti da autore. Ho fatto una lunga indagine con gli sceneggiatori innanzitutto nel capire il perché avvengono determinati episodi legati al tema delle challenge, perché questi adolescenti provano a giocare con la morte per sentirsi vivi, anche se è una cosa che si è sempre fatta dall’alba tempi, erano solo giochi con nomi diversi. Però la mia urgenza autoriale era quella di mostrare come l’umanità intera si ritrova senza strumenti nel leggere quello che accade, e gli adolescenti sono lo specchio più evidente.

Cosa sentono, chi sono, la loro crisi identitaria, il rapporto con la famiglia, l’incomunicabilità con le generazioni precedenti, sono tutte tematiche che mi hanno portato ad affrontare questa notte insieme a loro, perché tutto il film è stare dentro quel gruppo. Volevo che lo spettatore stesse con loro, giocasse con loro, con i ritmi e la velocità di internet, e poi improvvisamente quando arriva la realtà tutto si ferma.

Il tuo film ha una grande costruzione visiva, che va dal disegno grafico del logo ai numerosi piani sequenza, dalle scenografie curatissime agli effetti visivi. E quello che sorprende sono i soli trenta giorni di riprese effettuate e il low budget a disposizione. Vorrei capire quanto lavoro di preparazione c'è stato dietro, tra storyboard, prove, pianificazione ecc.
Quei trenta giorni sono il frutto di tutta la preparazione precedente. E non riuscirei a fare un film senza preparazione, innanzitutto perché ho sempre pensato che quando firmi un’opera parli alle persone, quindi hai una grande responsabilità. C’è un lavoro di sceneggiatura molto lungo anche se lo script sembra invisibile, perché è ovvio che uno spettatore è affascinato dall’impianto visivo, ma ad esempio le backstory sono state volutamente nascoste. Quindi a partire dalla scrittura abbiamo fatto un lavoro di storyboard quasi matematico, considerando la circolarità del film che riflette l’assenza del tempo. Durante la lavorazione pensavo sempre su come togliere il tempo, perché il tempo ti distrae, e invece non volevo alternare degli accadimenti ma far continuamente provare delle cose.

Quindi quei trenta giorni sono un’ottimizzazione del budget, di ciò che avevamo a disposizione, e così sono riuscito a fare quello che avevo in mente. Certo i compromessi sono presenti, avevamo dei piani sequenza più lunghi, alcune soluzioni artigianali da cinema da battaglia ci sono, però è stato molto divertente, creativo, perché nelle situazioni di necessità tiri fuori le soluzioni migliori. Anche nella scena della piscina, ad esempio, non riuscivamo a portare un crane molto grande proprio lì quindi mi sono dovuto inventare questa sequenza dove il controcampo l’ho inserito nel campo. Sono stati trenta giorni pienissimi, sia da un punto di vista tecnico che attoriali, perché anche agli attori ho chiesto un lavoro immersivo molto duro e loro sono stati pazienti. Diciamo che mi svegliavo la mattina e mi dicevo ‘devo rientrare in questi trenta giorni e fare il film che voglio’.
 

La sceneggiatura a firma tua, di tuo fratello Severino e Alessandro Giulietti fa una grande lavoro di caratterizzazione dei giovani della Generazione Z, tra iper-esposizione sui social media, sfide tribali delle varie challenge e momenti di bruciante intimità. In questo c'è qualcosa che ti aiuta grazie al tuo lavoro, che porti avanti da tempo, come insegnate e professore alla Rea Film Academy, all'Università di Teramo, alla DAM Film Academy?
Assolutamente. E ci tengo a precisarti questa cosa, insegno regia come puro spirito di restituzione. Sono andato via dalla Calabria a diciotto anni desideroso di conoscere meglio il mondo dei fumetti, del cinema, quindi ho grande entusiasmo nel condividere con i ragazzi di quell’età l’esperienza che faccio sul campo perché a me questo è mancato. Nessuno mi veniva a dire guarda ci si comporta così, guarda la situazione di mercato è questa, guarda l’immagine si compone in questo modo...

 

FOCUS
domenica 27 novembre 2022
Roberto Manassero

Coprodotto da Freak Factory e Rai Cinema e diretto da Aldo Iuliano, regista esordiente nel lungometraggio da anni impegnato come docente di regia e scrittura per il cinema, Space Monkeys è un film che non nasconde le proprie ambizioni. Di ritratto generazionale, prima di tutto, ma anche di racconto morale pronto a librarsi oltre i confini della Terra ed entrare nel regno delle stelle.

La tecnica esibita ed elaborata del film, a cominciare dai movimenti avvolgenti della macchina da presa di Daniele Ciprì (qui libero di giocare con i colori e le luci come raramente si è visto), più che rivelare un talento, mostra una volontà evidente di sfruttare a fondo le potenzialità del digitale e dell’alta definizione. In questo senso, da un punto di vista meramente tecnico, Space Monkeys è un’operazione quasi unica nel panorama del cinema italiano.

Se il racconto ha la struttura di un viaggio al termine della notte, compreso nei confini temporali del passaggio dal tramonto all’alba e in quelli spaziali del castello fuori dal mondo (con la spiaggia in apertura e chiusura a fare da cornice), la forma prova in tutti i modi ad allargare i limiti del film. I piani sequenza mobili, i cerchi disegnati dalla camera, il passaggio da una dimensione reale a una fantastica, quando non proprio fantascientifica, provano ad aumentare l’esperienza sensoriale dello spettatore, in linea con i desideri dei giovani protagonisti.

Le sfide sempre più pericolose che i protagonisti s’impongono l’un l’altro diventano un banco di prova anche per il regista, che sembra testare la propria abilità nel gestire le varie situazioni con la messinscena, alternando il movimento e l’immobilità, il viaggio nel cielo e il ritorno sulla terra, il buio della notte e le fantasie di mille colori.

Il rischio è quello di un’esibizione (soprattutto se la sceneggiatura del regista, di Severino Iuliano e Alessandro Giulietti non regge il peso delle immagini), ma il coraggio della forma non è un aspetto secondario del film. Lo sballo del divertimento, dell’ubriacatura e dell’estasi si traduce in uno sballo sensoriale di immagini e suoni.

Space Monkeys è un film dalle tante anime – un racconto morale, uno spaccato della generazione Z, un ambizioso lavoro con il digitale – che sovrappone universi tematici e formali provando a farli interagire. Come i suoi personaggi, sempre in contatto con presenze invisibili e virtuali (dall’intelligenza artificiale che ricorda Hal 9000 ai follower su Instagram), il film costruisce mondo molteplice, ambiguo e drammatico. Un metaverso, come si dice oggi, che sembra pronto ad accogliere il lavoro di Iuliano e proiettarlo oltre il cinema.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 29 novembre 2022
Fiaba Di Martino
Film TV

Survival game con intelligenza artificiale. Quattro amici (insomma...), e una outsider (per status sociale, nazionalità, orientamento e appetibilità sessuale) bullizzata. Un castello a far da palcoscenico austero per il gioco (le challenge) al massacro. Tutti gli spauracchi, nell'ottica adulta, della generazione Z: cinismo sopra le righe, cupio dissolvi, senso d'onnipotenza digitale, brama di follower [...] Vai alla recensione »

lunedì 28 novembre 2022
Gianlorenzo Franzì
Cinematographe

in sala dal 28 novembre 2022 Space Monkeys, il primo lungometraggio di Aldo Iuliano, pluripremiato autore di diversi corti (ricordiamo Tatoo e Penalty): cinque adolescenti in una festa di fine estate giocano con un'intelligenza artificiale, Able. Lo scopo del gioco è superare delle challenge sempre più pericolose, in una corsa al brivido che non potrà che sfociare in tragedia.

lunedì 28 novembre 2022
Fabio Fulfaro
Sentieri Selvaggi

Generazione Z. Nati tra la fine degli anni '90 e il primo decennio del 2000. Generazione di sconvolti cibernetici, high tech e low touch, che non hanno più santi né eroi. Per la sua opera prima Aldo Iuliano (classe 1980) pone un parallelismo tra questi ragazzi e le Space Monkeys, le scimmie che nel 1959 fecero il loro primo viaggio spaziale. Una notte d'estate un gruppo di cinque adolescenti si ritrova [...] Vai alla recensione »

venerdì 25 novembre 2022
Gianluca Arnone
La Rivista del Cinematografo

Dunque, si può fare. Del cinema sui ragazzi che ce li restituisca per come sono e non per come dovrebbero essere. Un film italiano sulla generazione Z che non sia una commedia borghese, romantica, un affresco generazionale, un dramma di periferia, un romanzo criminale. Space Monkeys non è nulla di tutto questo. Ed è già questa una rivendicazione identitaria.

NEWS
CELEBRITIES
venerdì 25 novembre 2022
Fabio Secchi Frau

Rivelazione del cinema francese, è tra i giovani protagonisti di Space Monkeys. Dal 28 novembre al cinema. Vai all'articolo »

VIDEO
martedì 22 novembre 2022
 

Su MYmovies una clip tratta dall'atteso teen drama di Aldo Iuliano. Al cinema da lunedì 28 novembre. Scopri il filmGuarda la clip »

NEWS
giovedì 17 novembre 2022
 

Il film fotografa la Generazione Z alle prese con la scoperta dei propri sentimenti. Vai all'articolo »

TRAILER
lunedì 7 novembre 2022
 

Ispirato a fatti di cronaca, un film che mostra la solitudine degli adolescenti contemporanei nel proprio percorso di crescita individuale. Guarda il trailer »

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