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Space Monkeys e il coraggio della forma. Il film di Aldo Iuliano è un unicum nel cinema italiano di oggi

L’opera prima del regista calabrese è un film dalle tante anime – un racconto morale, uno spaccato della generazione Z, un ambizioso lavoro con il digitale –  dove la tecnica assume un ruolo certamente non secondario, sorreggendo e dando un senso alle varie situazioni. In programma lunedì 28 novembre al cinema Adriano di Roma.
di Roberto Manassero

domenica 27 novembre 2022 - Focus

Coprodotto da Freak Factory e Rai Cinema e diretto da Aldo Iuliano, regista esordiente nel lungometraggio da anni impegnato come docente di regia e scrittura per il cinema, Space Monkeys è un film che non nasconde le proprie ambizioni. Di ritratto generazionale, prima di tutto, ma anche di racconto morale pronto a librarsi oltre i confini della Terra ed entrare nel regno delle stelle.

La tecnica esibita ed elaborata del film, a cominciare dai movimenti avvolgenti della macchina da presa di Daniele Ciprì (qui libero di giocare con i colori e le luci come raramente si è visto), più che rivelare un talento, mostra una volontà evidente di sfruttare a fondo le potenzialità del digitale e dell’alta definizione. In questo senso, da un punto di vista meramente tecnico, Space Monkeys è un’operazione quasi unica nel panorama del cinema italiano.

Se il racconto ha la struttura di un viaggio al termine della notte, compreso nei confini temporali del passaggio dal tramonto all’alba e in quelli spaziali del castello fuori dal mondo (con la spiaggia in apertura e chiusura a fare da cornice), la forma prova in tutti i modi ad allargare i limiti del film. I piani sequenza mobili, i cerchi disegnati dalla camera, il passaggio da una dimensione reale a una fantastica, quando non proprio fantascientifica, provano ad aumentare l’esperienza sensoriale dello spettatore, in linea con i desideri dei giovani protagonisti.

Le sfide sempre più pericolose che i protagonisti s’impongono l’un l’altro diventano un banco di prova anche per il regista, che sembra testare la propria abilità nel gestire le varie situazioni con la messinscena, alternando il movimento e l’immobilità, il viaggio nel cielo e il ritorno sulla terra, il buio della notte e le fantasie di mille colori.

Il rischio è quello di un’esibizione (soprattutto se la sceneggiatura del regista, di Severino Iuliano e Alessandro Giulietti non regge il peso delle immagini), ma il coraggio della forma non è un aspetto secondario del film. Lo sballo del divertimento, dell’ubriacatura e dell’estasi si traduce in uno sballo sensoriale di immagini e suoni.

Space Monkeys è un film dalle tante anime – un racconto morale, uno spaccato della generazione Z, un ambizioso lavoro con il digitale – che sovrappone universi tematici e formali provando a farli interagire. Come i suoi personaggi, sempre in contatto con presenze invisibili e virtuali (dall’intelligenza artificiale che ricorda Hal 9000 ai follower su Instagram), il film costruisce mondo molteplice, ambiguo e drammatico. Un metaverso, come si dice oggi, che sembra pronto ad accogliere il lavoro di Iuliano e proiettarlo oltre il cinema.


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In foto una scena del film Space Monkeys.
In foto una scena del film Space Monkeys.
In foto una scena del film Space Monkeys.
In foto il regista Aldo Iuliano.
In foto Daniele Ciprì sul set di Space Monkeys.

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