Città feticcio di autori e registi, coreografi e scrittori, Parigi ha attraversato la storia del cinema. Ecco i migliori film ambientati sotto la Tour Eiffel.
di Ilaria Ravarino
La Torre Eiffel, la Senna, il Louvre. Ma anche la valle della Loira, i musei di Lione, i mercati coperti e le rovine romane in Provenza. Tutte le strade, in Francia, portano a Parigi: ma Parigi - è bene ricordarlo - non è tutta la Francia.
Traguardo finale del viaggio, meta agognata (ma anche no), la capitale francese è al centro dei pensieri del feel good movie di Eleanor Coppola Parigi può attendere, in sala dal 15 giugno: un on the road con Diane Lane, Arnaud Viard e Alec Baldwin in cui la moglie americana di un impegnatissimo produttore hollywoodiano accetta uno strappo da un collega, diretto in capitale.
Sette ore di viaggio che diventano due giorni interi, trascorsi tra escargot e formaggi, vini rossi ed eleganti euro-clichè, lungo i 900 chilometri che separano Cannes, la vetrina istituzionale del cinema, da Parigi, la città più amata dal grande schermo.
Città feticcio di autori e registi, coreografi e scrittori, Parigi ha letteralmente attraversato la storia del cinema, occupando un posto particolare nella cinematografia francese. È per le strade della capitale di Francia che si ambienta gran parte de I quattrocento colpi di François Truffaut, girato nel 1959 nei confini del IX arrondissement: nei pressi della metro Pigalle si possono ancora oggi ritrovare gli esterni della casa del protagonista Antoine Doinel e immaginare gli interni di quella dell'amico del cuore, nell'appartamento del cineasta Claude Vermorel.
Sono gli Champs Élysées - e con loro l'Arco di Trionfo, il cinema Mac Mahon, il ristorante Le Select in Rue Campagne Première - a fare invece da sfondo al film manifesto della Nouvelle Vague, Fino all'ultimo respiro di Jean-Luc Godard: stesse location scelte per il musical Funny Face di Stanley Donen, con Audrey Hepburn e Fred Astaire, che nella scena Bonjour Paris ballano proprio tra l'Arco di trionfo e Place de la Concorde.
Grande amante di Parigi, Bernardo Bertolucci l'ha immortalata in due film, The Dreamers del 2003, ma soprattutto nel 1972 con Ultimo tango a Parigi. Celeberrima la scena girata a cavallo del Ponte Bir Hakeim (lo stesso su cui Ellen Page e DiCaprio piegheranno, qualche anno dopo, le leggi della fisica in Inception di Christopher Nolan) in cui Marlon Brando, ubriaco, si propone creativamente a Maria Schneider.
Se L'odio di Mathieu Kassovitz, girato fra le banlieu della periferia parigina, ci mostra una faccia della città più moderna e aspra, è invece una Parigi da cartolina quella scelta da Woody Allen per Midnight in Paris, in cui uno sceneggiatore alla ricerca d'ispirazione torna indietro nel tempo finendo nella Parigi di inizio '900: dal Musée Rodin al Pont Alexandre III, dall'Église Saint-Étienne-du-Mont al Louvre (location simbolo de Il Codice da vinci di Ron Howard), Allen esplora la Parigi che ogni turista (americano) conserva nel cuore.
Sono gli Champs Élysées - e con loro l'Arco di Trionfo, il cinema Mac Mahon, il ristorante Le Select in Rue Campagne Première - a fare invece da sfondo al film manifesto della Nouvelle Vague, Fino all'ultimo respiro di Jean-Luc Godard: stesse location scelte per il musical Funny Face di Stanley Donen, con Audrey Hepburn e Fred Astaire, che nella scena Bonjour Paris ballano proprio tra l'Arco di trionfo e Place de la Concorde.
Grande amante di Parigi, Bernardo Bertolucci l'ha immortalata in due film, The Dreamers del 2003, ma soprattutto nel 1972 con Ultimo tango a Parigi. Celeberrima la scena girata a cavallo del Ponte Bir Hakeim (lo stesso su cui Ellen Page e DiCaprio piegheranno, qualche anno dopo, le leggi della fisica in Inception di Christopher Nolan) in cui Marlon Brando, ubriaco, si propone creativamente a Maria Schneider.