Fai bei sogni

Film 2016 | Drammatico, +13 134 min.

Regia di Marco Bellocchio. Un film Da vedere 2016 con Valerio Mastandrea, Bérénice Bejo, Guido Caprino, Nicolò Cabras, Dario Dal Pero. Cast completo Titolo internazionale: Sweet Dreams. Genere Drammatico, - Italia, Francia, 2016, durata 134 minuti. Uscita cinema giovedì 10 novembre 2016 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,20 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 7 novembre 2017

Dopo aver attraversato un'infanzia difficile, il giornalista Massimo continua a convivere con il ricordo lacerante della madre scomparsa. Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto 2 Nastri d'Argento, 10 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Fai bei sogni ha incassato 1,4 milioni di euro .

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Consigliato sì!
3,20/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 2,90
PUBBLICO 3,21
CONSIGLIATO SÌ
Marco Bellocchio traspone il bestseller di Gramellini e accetta con umiltà il ruolo di narratore accessibile a grandi e piccini.
Recensione di Paola Casella
Recensione di Paola Casella

A nove anni Massimo perde la mamma per un infarto improvviso - o almeno così gli dicono i parenti, riluttanti a renderlo partecipe della morte della donna. Dopo un'infanzia solitaria e un'adolescenza difficile Massimo diventa un giornalista affermato ma continua a convivere con il ricordo lacerante della madre scomparsa, nonché con un senso di mistero circa la sua improvvisa dipartita. Solo alla fine scoprirà come sono andate esattamente le cose, e troverà il modo di risalire alla luce.
Marco Bellocchio si cimenta con uno dei più grandi successi editoriali degli ultimi anni, il romanzo autobiografico "Fai bei sogni" scritto da Massimo Gramellini, giornalista de La Stampa. Come molto del cinema di Bellocchio, Fai bei sogni narra la storia di un'assenza: un sorriso negato, una porta chiusa con tanto di catenaccio, la rinuncia alla cura da parte di chi vi è preposto, la nostalgia bruciante di quella accoglienza assoluta e inesauribile che una madre dovrebbe (poter) dare ad un figlio amato.
Fai bei sogni, il libro come il film, è imbevuto di un rimpianto inconsolabile, e se il romanzo di Gramellini era strutturato come una sorta di detective story, il film di Bellocchio è un horror in cui Nosferatu e Belfagor sono i migliori alleati del piccolo Massimo, mentre i nemici indossano una maschera sociale spaventosa per non dover dire la verità ad un bambino: in assoluto, l'atto di coraggio più grande.
L'atto di coraggio principale di Bellocchio è invece quello di prendere il testo di Gramellini, sceneggiato dal regista insieme ad Edoardo Albinati e Valia Santella, nella sua accezione (e il suo valore) di narrazione popolare equivalente a quella delle canzonette che da sempre catturano l'essenza dell'Italietta, più dei saggi di antropologia culturale. Bellocchio, capace di vertiginose astrazioni e di altissimi afflati filosofici, racconta la storia di un salto nel vuoto attraverso i tuffi di Cagnotto e la caduta dell'aereo del Grande Torino sopra la collina di Superga, non mettendosi mai al di sopra di quelle "ovvietà che sconvolgono" e che sono la forza primordiale del romanzo di Gramellini perché parlano a tutti accantonando il comune senso del pudore (ma anche la spocchia da intellettuale) come si fa quando ci si scioglie nel ballo, rendendosi ridicoli e irresistibili nello stesso magico e imbarazzante istante. Le raffinate musiche di Carlo Crivelli sottolineano invece la presenza costante di un battito nascosto che viaggia in direzione contraria rispetto alla melodia di facciata, irrazionale e ingestibile come un attacco di panico, rivelatore di una verità che nessuna glassa superficiale può tenere nascosta.
Il contesto è quello della Torino dei tardi anni '60 e poi di fine anni '90, ugualmente caratterizzate da quella "falsa cortesia" e quell'abitudine a "negare, negare tutto" che sono imposizioni sociali ma anche scelte di vita. Un'Italia perbenista e perbene in cui circolano i finanzieri senza scrupoli dalla straniante enunciazione bellocchiana (attraverso la magnifica voce impostata di Fabrizio Gifuni), o i preti che insegnano astronomia riconducendo i loro alunni più inquisitivi al mistero della Fede. Sono loro le uniche eccezioni metaforiche ad una galleria di personaggi più quotidiani e reali di quelli cui Bellocchio ci ha abituato, senza sottotesti metafisici ma con segreti da nascondere prima di tutto a se stessi.
In questa favola nera dove non si sa dove siano finiti i bambini e dove nascondino diventa (come in fondo è sempre stato) un gioco crudele di sottrazione dell'affidabile e del certo, in questo non luogo dove tutti sono orfani e Pollicino non trova più la strada nemmeno se rimane inchiodato al lettino di casa, si diventa grandi "nonostante" le assenze e le disillusioni. Bellocchio accetta con umiltà il suo ruolo di narratore accessibile a grandi e piccini, correndo il rischio di incontrare quel seguito popolare che tormenta Gramellini da quando ha messo da parte la vergogna per permettere a milioni di lettori di fargli tana.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 15 novembre 2016
kimkiduk

Dunque .... non è facile scrivere di questo film. Bellocchio non mi affascina completamente e non ho letto il libro. Dopo la visione si capisce però chiaramente il perchè della scelta di tradurre in film il libro di Gramellini. Ha tutto quello che piace a Bellocchio, mistero, follia, ricerca della verità, psicanalisi. Un film che si dibatte tra parti inutili o quasi, immagini sicuramente non eccelse, [...] Vai alla recensione »

domenica 13 novembre 2016
robroma66

Il 31 dicembre 1969 Massimo, ad appena nove anni, si sveglia nel sonno e vede il padre sorretto da due uomini. La mamma è morta. Un paio di decenni più tardi: Massimo è un giornalista affermato, va in Bosnia come inviato durante la guerra, incontra Elisa. Ma il ricordo della sua mamma si allunga, costante, come un'ombra tormentata e non riesce a fargli chiudere i conti con il passato, finché non scopre [...] Vai alla recensione »

domenica 13 novembre 2016
FabioFeli

Massimo (Nicolò Cabras) nel 1969 ha nove anni e vive a Torino con i genitori in una casa borghese a due passi dallo stadio Filadelfia, il campo dei mitici granata. E’ l’epoca di Canzonissima e degli sceneggiati televisivi: la madre fantasiosa e vivace stimola Massimo ad esprimere la sua fisicità elegante nel ballo del twist e segue con lui le puntate di Belfagor in Tv, abbracciandolo stretto e coprendogli [...] Vai alla recensione »

giovedì 17 novembre 2016
Filippo Catani

Torino. Un bambino rimane presto orfano di madre e crescerà insieme al padre che gli trasmetterà la passione per il Torino. Divenuto adulto e giornalista della Stampa, l'uomo cerca di fare un po' i conti con la sua infanzia e il suo rapporto con la madre. Tratto dall'opera di Gramellini, il film di Bellocchio appare decisamente confuso e troppo pesante.

giovedì 24 novembre 2016
Maxime Dubois

Se volete svegliare e scuotere un po’ I vostri punti emotivi e personali, magari addormentati dal ritmo cittadino della vita moderna e da un sacco di computer e faccine, allora questo film è un bel boccone. Questo film scuote qualcosa dentro di noi perchè parla del tema della perdita, di quanto è dura perdere qualcuno che si ama e che ci ama. Mastandrea è bravissimo nel mostrarci la sofferenza di Simone; [...] Vai alla recensione »

venerdì 18 novembre 2016
Flyanto

 Tratto liberamente dall'omonimo romanzo di Massimo Gramellini, il film racconta della tragedia, avvolta in un mistero, che colpì il protagonista (lo stesso Gramellini) quando era un bambino di circa 8 anni: la morte prematura dell'amata madre. Da quel momento terribile il bambino vivrà sempre la propria esistenza come se fosse un poco "disagiato", col timore di [...] Vai alla recensione »

martedì 25 luglio 2017
Lupo67

Voto 6 Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico, questo film parla dell’eleborazione di un lutto. Massimo, il protagonista, perde la mamma a nove anni, e da quel  momento in poi non sarà capace di interiorizzare la perdita, di attenuare il dolore a ricordo. Il regista (Marco Bellocchio) ci porta a conoscere Massimo, ma lo fa intimamente, dall’interno di quel dolore, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 8 febbraio 2017
parte ripario

Non so con precisione quando la mia ammirazione per Massimo Gramellini e i suoi buongiorno su “La Stampa” sia scemata, né perché. Credo cinque o sei anni fa e forse perché gli ho scritto un paio di volte e non mi ha risposto, forse perché seguire uno che ha sempre ragione dopo un po' annoia, forse perché non sbrocca mai.

domenica 20 novembre 2016
francesca50

Il film ben condotto e recitato al di là del libro che non ho letto e del giudizio su Bellocchio, del quale riconosco i dubbi di fede e una certa critica  alla religione, che vorrebbe ma non può consolare le anime da un dolore inspiegabile, è uno dei pochi film italiani che mi è piaciuto. Esso fa riflettere semplicemente su come le figure mitizzate non scompaiono mai. [...] Vai alla recensione »

domenica 20 novembre 2016
antoniobruno

Domenica scorsa impossibile trovare parcheggio in tempo per andare a vedere il film di Marco Bellocchio “FAI BEI SOGNI” tratto da un libro di Massimo Gramellini. Oggi ce l’abbiamo fatta anche se l’auto l’ho lasciata nei pressi di San Cesario di Lecce. Mi chiedo a quando una navetta ogni 30 minuti dall’incrocio con il Fazzi a Lecce? Lascerei la macchina al parcheggio [...] Vai alla recensione »

lunedì 8 maggio 2017
yarince

Altro che "uccidere metaforicamente la madre", Bellocchio le madri le uccide veramente! Matricidi, suicidi, malati di mente, bestemmiatori. La famiglia non è mai il nido caldo della tradizione pascoliana (volgarmente detta del mulino bianco), ma una placenta soffocante da cui liberarsi per sopravvivere. Famiglie borghesi disfunzionali, rapporti patologici e folli, ipocrisie cattoliche: [...] Vai alla recensione »

domenica 26 marzo 2017
Eletra

  Che peccato. C’erano tutte le premesse per realizzare un piccolo capolavoro. Un testo di partenza ricco e profondo, una storia emozionante, un cast di attori strepitosi, un regista affermato, mica noccioline. Eppure. Il racconto parte benissimo, con piccoli interpreti di straordinaria bravura, la giusta tensione sentimentale senza sbavature, una leggera ansia che percorre i silenzi [...] Vai alla recensione »

giovedì 17 novembre 2016
fabriziog

Sono d’accordo con Niccolò Ammaniti: “Ogni lettore si fa un proprio film con il libro che sta leggendo”. “Fai bei sogni”, libera trasmigrazione filmica di Marco Bellocchio del bellissimo romanzo autobiografico di Massimo Gramellini, probabilmente non è la pellicola che avrei tirato fuori io, anche se inonda di emozioni violente lo spettatore. Il libro di Gramellini tratta un tema tragico in maniera [...] Vai alla recensione »

lunedì 6 marzo 2017
serialwatcher

Avendo già letto il libro, sapevo cosa aspettarmi. Certo ero sicura di non rimanere troppo entusiasta dopo la visione del film e in effetti è stato così. A mio parere vi sono stati troppi tempi "morti" che rendevano la narrazione pesante, ma l'idea di fondo è arrivata e soprattutto dopo la pubblicazione della lettera a Simone trovo che la qualità del [...] Vai alla recensione »

domenica 13 novembre 2016
Emanuele 1968

Sono orfano dall'età di 3 anni, mio padre non resse, e ritorno subito al suo paese, mori quando avevo 14 anni, hai miei compagni di scuola dicevo che abitava molto lontano, in realtà erano solo 30 chilometri. Più di una volta volevo uscire dal cinema, tante somiglianze con la mia vita, e non volevo scrivere nulla su questo film, ironia della sorte tengo pure la macchina uguale alla sua, quante volte [...] Vai alla recensione »

martedì 16 luglio 2019
rmarci 05

Tratto dall’acclamato romanzo autobiografico Caso letterario scritto dal giornalista Massimo Gramellini, che Marco Bellocchio adatta con lo scopo di rielaborare alcune delle tematiche a lui più care, come il disagio psicologico, con tanto di allucinazioni e momenti onirici, che deriva dall’elaborazione del lutto. Da questo punto di vista, il film funziona solamente nella prima [...] Vai alla recensione »

domenica 13 novembre 2016
no_data

Non avendo letto il libro mi devo limitare alla valutazione del lavoro cinematografico. Pur trattando un tema molto doloroso il film riesce a coinvolgere e a raccontare col sorriso la storia tragica di Massimo (Gramellini). Il film convince ed avvince. Ci regala momenti di grande intensità: l'incontro col prete, l'insegnante di astronomia che lo spinge ad affrontare il dolore,il momento del ballo, [...] Vai alla recensione »

martedì 29 novembre 2016
joecondor

Una soria letta  dalla lente di Bellocchio e trasformata in un film che regala emozioni.Bravissimi Mastandrea e la Benjo , le 2 anime del film.

lunedì 28 novembre 2016
ManfrediNino

Bellocchio gira una storia difficile...ma trova sulla strada un grande interprete Valerio Mastandrea perfetto nel reincarnare il dolore di un dramma nel suo personaggio...Girato bene ,interpreti azzeccati...un colpo al cuore ma l'emozione c'è.Da vedere

lunedì 28 novembre 2016
ManfrediNino

Bellocchio gira una storia difficile interpretata a suo modo...ma riesce a regalare emozioni e...ci riesce.Gran merito và anche ai 2 interpreti principali Benjo che incarna la gioia e Mastandrea ...la sofferenza di un dramma.Bravi , ma il compito più difficile di quest'opera erano di Bellocchio e Mastandrea e ci riescono nella direzione e nell'interpretazione ottima e sofferente [...] Vai alla recensione »

domenica 6 agosto 2017
ralphscott

Ben girato,ben recitato da tutti,annaquato forse dalle insicurezze di Massimo,eccessive per uno spettatore medio che pur apprezzerà gli intermezzi buffi. Il comportamento del ragazzino appare qua e là poco credibile,sebbene la recitazione sia di livello anche quando l'orfanello è alto un soldo di cacio. E' la sceneggiatura a non convincermi appieno,con le scene di un bimbo [...] Vai alla recensione »

venerdì 24 febbraio 2017
pier delmonte

Bellocchio porta sul grande schermo la vita di Massimo Gramellini, operazione riuscita a meta’, corrette le atmosfere con un credibile Mastandrea e i momenti toccanti mamma e bimbo, non efficace nella traduzione cinematografica dei tormenti di un ragazzo orfano di un grande affetto, insomma il tema principale viene sviluppato non in maniera chiara.

lunedì 16 gennaio 2017
ManfrediNino

Era difficile come impresa ...io ho letto il libro e, volevo vedere il film.Bellocchio l'ha riletta e, realizzata cinematograficamente bene...senza sbavature...era difficile molto difficile e da lettore a spettatore...ero perplesso.Operazione riuscita...grazie al volto e l'interpretazione di Mastandrea...del bambino fenomenale e di 2 partecipazioni veramente esemplari di Gifuni ed Herlitska.

giovedì 8 dicembre 2016
aurash

Filmone. Solo Marco Bellocchio è in grado, oggi, nel 2016 di entrare nell'intimità della storia delle persone con una speranza, tutta umana, che gli permette di leggerne anche i risvolti più drammatici e dolorosi, quelli che nessun regista se non lui, ad oggi, è capace di raccontare, con profondità e verità.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Dal romanzo di Gramellini al film di Marco Bellocchio, una tranche de vie formato famiglia, con registro memoriale e interrogativo esistenziale: come possiamo conoscere noi stessi se non sappiamo degli altri? Valerio Mastandrea interpreta Massimo, oggi giornalista di successo, un tempo bambino felice, fino all'improvvisa morte della madre. Mentre si prepara a vendere l'appartamento avito, gli sovviene: [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Un bambino come tanti cresce segnato da un dolore segreto in un'Italia che molti ricordano ancora. Quando aveva solo 9 anni sua madre è morta misteriosamente, o forse di misterioso e malsano c'è solo il silenzio che circonda da sempre quella morte improvvisa e mai spiegata. Così il bambino cresce nel rancore e nel sospetto, diventa grande, si scopre giornalista, viaggia, vede il mondo, racconta la [...] Vai alla recensione »

Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

La menzogna del padre e dei parenti sul 'salto nel vuoto" della mamma malata, comprensibile in infanzia, protratta per decenni ha minato identità e affettività del giornalista Massimo, che nel corridoio (del tempo) del suo appartamento rivive "sogni infranti" fino all'"addio al passato". Da mezzo secolo, dolce ossessione ("I pugni in tasca" 1965, "La balia" 1999, "L'ora di religione" 2002, "Vincere" [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Cinquant'anni dopo aver metaforicamente ucciso la madre nel ribellistico I pugni in tasca, Bellocchio chiude i conti con i suoi demoni interni ispirandosi a un romanzo, Fai bei sogni, scritto da Massimo Gramellini sull'esigenza opposta di esorcizzare il trauma della perdita della mamma, scomparsa lui bambino; e di riconciliarsi con quell'evento che ha gravato a lungo sulla sua vita.

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Massimo Gramellini è uno dei giornalisti italiani di maggior notorietà della sua generazione (classe '60). Torinese, entrato nel mondo dell'informazione attraverso le sue passioni sportive per poi, alla Stampa, passare alla politica negli anni 90 di Tangentopoli e della Bosnia. Vicedirettore della testata, titolare di una fortunata rubrica in prima pagina, infine romanziere.

NEWS
GALLERY
venerdì 13 maggio 2016
 

Sono due attori di primissimo piano - George Clooney e Julia Roberts - quelli che Jodie Foster ha riunito per il suo Money Monster. I due hanno animato ieri il red carpet di Cannes tra i flash dei fotografi e di numerosissimi fan presenti.

CANNES FILM FESTIVAL
giovedì 12 maggio 2016
 

"Ho intravisto nella sua storia qualcosa che mi apparteneva profondamente" dice Marco Bellocchio che apre la Quinzaine des Realizateurs con Fai bei sogni, film tratto dall'omonimo bestseller di Longanesi scritto da Massimo Gramellini.

winner
miglior scenogr.
Nastri d'Argento
2017
winner
miglior montaggio
Nastri d'Argento
2017
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