Da Modigliani a Corrado
Dietro l'abile mascheramento di un trasformista è difficile poter cogliere una sensibilità artistica che vada oltre la tradizionale vis comica dell'imitatore. Così è per Dario Ballantini, caratterista dall'incredibile talento mimetico, tale da tenere celato una seconda carriera come pittore stimato anche da grandi maestri e critici dell'arte figurativa.
Di origini livornesi, Ballantini acquisisce passione per l'arte dal nucleo familiare, attraverso un padre e degli zii che sono stati dei discreti pittori neorealisti e post-macchiaioli. Al liceo sperimentale della sua città coltiva le doti trasmesse per via ereditaria, assieme ad una naturale tendenza a far ridere amici e conoscenti negli angusti teatri scolastici, arrivando così a sviluppare due vere e proprie vite parallele, tendenti a mantenere rigorosamente separate la pittura con il teatro. Perfino i fondamentali passi di svolta all'interno del duplice percorso artistico arrivano quasi in contemporanea: quando nel 1984 comincia ad esibire le sue prime opere (ispirate al conterraneo Modigliani e all'espressionismo tedesco) nelle piccole gallerie toscane e, nel medesimo frangente, si fa notare come cabarettista nello show per debuttanti di Corrado "Ciao Gente".
Le imitazioni di successo
L'artigianale trasformismo della sua fisicità fa sì che la sua espressione più brillante risulti essere l'arte dell'imitazione e nello show di Corrado, fra i vari talenti allo sbaraglio, il suo spicca particolarmente per le imitazioni d'ambito calcistico di Bearzot e Falcao. Dopo aver vinto nel 1989 il concorso per giovani talenti del programma televisivo "Star 90" viene notato contemporaneamente da Alessandro Benvenuti e da Antonio Ricci. Il primo lo scrittura per una piccola parte che condivide assieme a tanti caratteristi toscani di successo come Pieraccioni, Ceccherini e Alessandro Paci nel film Zitti e mosca; il secondo, astutissimo ideatore di programmi comici, decide di portare le sue imitazioni all'interno del tg satirico "Striscia la notizia".
La straordinaria capacità mimetica ed il gusto per le gag facilmente assimilabili al tormentone, gli portano uno straordinario successo, rendendolo presto uno dei componenti cardine della popolarità della trasmissione. Grazie al notevole responso di gradimento che ottiene ad ogni performance della sua interminabile galleria di personaggi (su tutti, si ricordano in particolar modo lo stilista Valentino, Gianni Morandi, Vasco Rossi, Nanni Moretti e Valentino Rossi), diviene il nuovo Alighiero Noschese e capita spesso che anche le sue imitazioni più celebri vengano confuse per l'originale.
Oltre "Striscia"...
Come ogni vero clown, tende a tenere celato il suo vero animo d'artista e per questo non sfrutta mai la propria popolarità per tutti i numerosi progetti di ambito non televisivo. Ripercorre in teatro il varietà d'avanspettacolo di Ettore Petrolini e si dedica ad interpretazioni cinematografiche di natura sia comica (Svitati di Ezio Greggio; Il pesce innamorato di Pieraccioni) che più impegnata (Festival di Pupi Avati e L'uomo proiettile di Silvano Agosti). Contemporaneamente al mondo dello spettacolo, Dario Ballantini non dimentica la sua altra identità di artista delle inquietudini pittoriche e, grazie anche ai consigli di Achille Bonito Oliva e agli apprezzamenti di artisti di notevole prestigio come Folon e Pietro Cascella, si dedica con passione all'arte ed espone in gallerie sempre più importanti.
Ad eccezione dei personaggi fedelmente reinterpretati per "Striscia", sono molto limitate le partecipazioni televisive di questo poliedrico caratterista. Fra queste, una delle più rilevanti è l'interpretazione dell'appuntato brontolone ma generoso Giorgio Orlandini nella settima serie della fiction Carabinieri.