Il soffio dell'anima

Film 2009 | Drammatico, +16 108 min.

Regia di Vittorio Rambaldi. Un film con Flavio Montrucchio, Lucrezia Piaggio, Yang Yu Lin, Raffaello Balzo, Dario Ballantini. Cast completo Genere Drammatico, 2009, durata 108 minuti. Uscita cinema venerdì 13 marzo 2009 distribuito da Iris Film Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 2,56 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 12 febbraio 2010

Il film ha ottenuto 1 candidatura al Festival di Giffoni, In Italia al Box Office Il soffio dell'anima ha incassato 4,2 mila euro .

Consigliato nì!
2,56/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 3,11
CONSIGLIATO NÌ
Un film di promozione sociale disposto a prendersi "cura" degli altri .
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 12 marzo 2009
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 12 marzo 2009

Alex è un giovane uomo costretto alla dialisi e a una vita mai spesa, fino a quando le arti marziali e la filosofia orientale non lo esorteranno a espandere il suo spirito e a godere pienamente la sua esistenza. Figlio di un padre autoritario che vorrebbe proteggerlo dalla vita e da un destino avverso, Alex è portatore di un disagio che incontra e innamora un'altra "debolezza", quella di Luna, figlia devota di una madre dializzata. Deciso a confrontarsi con la paura e la malattia, Alex si ritira dal mondo per allenare il suo spirito e preparare il suo corpo a una competizione agonistica. Assistito da un amico premuroso e "nutrito" da una misteriosa donna orientale che coltiva orchidee e pratica la meditazione, Alex scenderà sul tatami, abbattendo i nemici con il soffio dell'anima.
Trasposizione dell'omonimo romanzo di Valentina Lippi Bruni, Il soffio dell'anima diventa un film di promozione sociale diretto da Victor Rambaldi e interpretato dai "televisivi" Flavio Montrucchio e Dario Ballantini, e dalla "vacanziera" (sul Nilo) Lucrezia Piaggio. Il film presenta una situazione di disagio e si pone nei confronti del suo protagonista con un atteggiamento di ascolto e di attenzione, finendo per assolvere a quella funzione materna che la società dimentica di svolgere, in preda alla paura, all'incertezza, al disinteresse. Al centro del racconto c'è Alex, una persona che vive una condizione di debolezza e di svantaggio e che esprime un ruolo positivo, una sorta di cartina tornasole reattiva rispetto al resto della società e della comunità in cui è inserito. Il protagonista mette nudo e denuncia le vere situazioni critiche: l'incapacità di leggere il carico di dolore dentro gli altri e di alleviarlo. Ma se la sua condizione costituisce una critica (e un esempio) per l'universo (poco) umano che lo circonda, è pur vero che le relazioni dialettiche che Alex sperimenta con le due protagoniste femminili (Luna e Tai Ping) rappresentano anche un'indicazione di metodo per affrontare le situazioni problematiche. Nel corso della vicenda Alex compirà un rito di passaggio, un percorso di riaffermazione della propria dignità: bambino e poi adulto "ammalato", ha vissuto da sempre nella condizione di chi è sulla soglia tra uno stato e un altro.
Il soffio dell'anima termina sul transito, da quel punto in poi non sappiamo più nulla ma possiamo supporre che Alex sarà più consapevole circa il proprio ruolo nel mondo e avrà maggiore considerazione da parte del mondo in cui vive. L'impianto del film è piuttosto tradizionale, lo stile risulta più televisivo che cinematografico (vengono decisamente privilegiati i primi piani rispetto ai campi lunghi) ma alcune scene hanno il merito di portarci dentro allo straniamento di Alex. La percezione degli spazi interni (clinica, appartamento, ospedale) è connotata da una evidente claustrofobia, che bene esprime il disagio del protagonista rispetto agli ambienti della degenza e del "ricovero". Di contro gli spazi esterni, luminosi e armoniosi, sono la dimensione autentica a cui affidare la sua esuberanza individuale e la sua attività onirica. Nonostante Il soffio dell'anima sia un inventario di luoghi comuni sulla malattia (al cinema) e si muova all'interno di ambiti fin troppo prevedibili e scontati, ha il pregio di trattare un'umanità disposta a prendersi "cura" degli altri. Se l'atteggiamento delle persone è quello della cura (la vita e il libro di Valentina Lippi Bruni sono in questo senso un esempio rilevante), anche l'esperienza sfavorevole può entrare a far parte del percorso umano.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 30 marzo 2009
v.l.b.

Al giornalista de "Il giornale"! Prima di scrivere una recensione almeno bisognerebbe guardare il film. Quando si scrivono commenti negativi ci può stare ma quando si capisce che sono stati scritti per non si sa quali motivi, il tutto diventa ridicolo, specialmente se si sbaglia nella trama. Luna (lucrexia piaggio) non è un'altra malata come scritto.

venerdì 15 luglio 2011
luis79

la trama sembra buona.....ma il film è banalissimo.....pessimi gli attori.....alla fine il protagonista diventa karate kid.......

Frasi
Chi non ama cammina.
Chi odia si trascina.
Chi ama vola in paradiso.
Tai Ping (Yang Yu Lin)
dal film Il soffio dell'anima - a cura di Sandra104
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Francesco Alò
Il Messaggero

Ménage à trois: arte, impegno e commercio. Difficile far contenti tutti. Il soffio dell'anima di Victor Rambaldi (negli '80 si chiamava Vittorio e faceva horror finto americani come Primal Rage e Nightmare Beach) ci prova raccontando la storia di Alex (Flavio Montrucchio dal Grande fratello), trentenne in dialisi che sogna di vincere un torneo di arti marziali con la tecnica da lui inventata "Il soffio [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Dal romanzo di Valentina Lippi Bruni, Il soffio dell'anima (Giunti), Victor Rambaldi ha tratto il film omonimo dove la tecnica di ripresa è buona, ma non lo è la recitazione, per l'origine televisiva degli interpreti e la dizione dialettal-romana di alcuni di loro. Personaggio principale, un giovane (Flavio Montrucchio) che vuol curare i reni malati con l'etica delle arti marziali, non col riposo del [...] Vai alla recensione »

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