L'angelo e la luna
Trasposizione dell'omonimo e struggente romanzo di Valentina Lippi Bruni, Il soffio dell'anima diventa un film di promozione sociale diretto da Victor Rambaldi e interpretato dai "televisivi" Flavio Montrucchio e Dario Ballantini, e dalla "vacanziera" (sul Nilo) Lucrezia Piaggio. Alex è un giovane uomo costretto alla dialisi e a una vita mai spesa, fino a quando le arti marziali e l'amore di Luna non lo esorteranno a espandere il suo spirito e a vivere pienamente l'esistenza. Alex è un angelo (caduto), portatore di un disagio che incontra e innamora un'altra "debolezza", quella di Luna, figlia devota di una madre dializzata. Il film di Rambaldi si pone nei confronti del suo protagonista con un atteggiamento di ascolto e di attenzione, finendo per assolvere a quella funzione materna che la società dimentica di svolgere, in preda alla paura, all'incertezza, al disinteresse. A Roma per presentare il suo film, Rambaldi ci racconta il suo ritorno a casa e il suo desiderio di rendere partecipi gli spettatori della "particolare" realtà rappresentata.

Nessun posto è come casa tua
Victor Rambaldi: Uno dei motivi per cui sono davvero felice di avere girato Il soffio dell'anima è che mi ha permesso di tornare a casa, in Emilia, dopo trent'anni di "esilio" americano. Ho ascoltato di nuovo il mio dialetto e ho sentito ancora una volta il profumo del gelso. Nella vita accadano cose curiose e a volte il nostro destino sembra scritto. Quando lessi il romanzo di Valentina, scoprendo che la sua storia era ambientata a Imola, decisi che l'Emilia doveva essere la location del mio film e che sarei finalmente tornato alle mie origini. Il romanzo è diventato un segno che ho interpretato in maniera positiva e che andava in una precisa direzione.

Trasposizione
Victor Rambaldi: Quando lessi il libro di Valentina venni sopraffatto dal livello emozionale del racconto, scritto quando l'autrice aveva soltanto diciassette anni. "Il soffio dell'anima" era prima di tutto una storia d'amore che conteneva potenzialità dinamiche tipiche del mezzo di comunicazione per immagini. Dopo la prima lettura decisi di dargli una forma cinematografica, in qualche modo di adattarlo al racconto cinematografico. C'erano emozioni ed episodi che mio malgrado fui costretto a scartare senza però venire meno alle intenzioni e alle valenze emotive del testo di partenza. Mi avventurai in una sorta di scaletta che poi sviluppai in una sceneggiatura compiuta e idonea a servire il cinema. Uno dei cambiamenti più sostanziali è senza dubbio l'inserimento di Enzo, il personaggio interpretato da Dario Ballantini, che mi ha permesso con il suo talento e la leggerezza del suo spirito di equilibrare il mood del film, altrimenti sbilanciato e troppo incline al dramma.

Un uomo fortunato
Flavio Montrucchio: Quando mi venne offerto il ruolo di Alex rimasi basito e perplesso. Avevo conosciuto l'uomo che aveva ispirato il romanzo e la vita di Valentina Lippi Bruni e non credevo in nessun modo di poterlo interpretare sullo schermo. Io e Alex eravamo lontanissimi e vivevamo esistenze distanti, io mi sentivo in qualche modo fortunato, dalla vita avevo avuto tutto: amore, salute, lavoro, successo. Alex invece viveva un'esistenza difficile, fin da ragazzino era stato costretto a frequentare gli ospedali e a fare la dialisi, come avrei potuto capire la sua vita, sentirmela addosso e restituirla attraverso la recitazione? Poi ci siamo conosciuti meglio, dentro e fuori dal set, e ho capito che dovevo accettare. Vedevo in lui la voglia di raccontare la sua storia per incoraggiare altre persone a non mollare e a cercare in se stessi la forza di andare avanti. Grazie a questo ruolo e a questo film ho potuto esplorare un mondo che non conoscevo e di cui, a torto, non mi ero mai curato.