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Takeshi Kitano

Takeshi Kitano (Kitano Takeshi). Data di nascita 18 gennaio 1947 a Tokyo (Giappone).
Nel 2003 ha ricevuto il premio come premio speciale per la regia al Festival di Venezia per il film Zatôichi. Takeshi Kitano ha oggi 77 anni ed è del segno zodiacale Capricorno.

Un regista e il suo cinema di contrasti

A cura di Tirza Bonifazi

Quando nel 1997 Takeshi Kitano vinceva il Leone d'Oro a Venezia con Hana-Bi (Fiori di fuoco) aveva già alle spalle una lunga filmografia e un'ottima reputazione nel suo paese come attore televisivo specializzato in stand-up comedy con il nome d'arte di Beat Takeshi.

La nascita del cinema di Kitano
Nato nel Giappone del dopoguerra, e con un padre - il pittore e decoratore Kikujiro - alcolizzato e violento, Takeshi si trasferisce presto con la madre e i fratelli a Senju, uno dei quartieri più poveri di Tokyo. Le difficoltà incontrate in questo periodo segnano fortemente il futuro cineasta e definiscono quelli che sarebbero divenuti alcuni dei temi affrontati nei suoi film. Infatti sul grande schermo Kitano porta il linguaggio cinematografico a estremi di assoluta libertà creativa per esporre la sua particolare visione del mondo, utilizzando la violenza come asse centrale delle sue inquietudini. Con uno stile inconfondibile, è capace di passare da una profonda quiete a frenetiche esplosioni nella stessa scena, senza transizione alcuna, rallentando il tempo in primi piani fissi e ieratici, e utilizzando il fuori campo e la ellissi per rendere più potente l'irruzione di questa violenza contenuta che, secondo lo stesso cineasta, "come nella realtà è essenzialmente dolorosa".

Il debutto come regista
Kitano esordisce dietro la macchina da presa nel 1989 con Violent Cop, un thriller poliziesco che lo vede nel duplice ruolo di direttore e attore. Come nelle più belle delle storie, il debutto è frutto del caso. Il suo primo lavoro come regista - di un film nel quale originariamente era previsto solo come protagonista - gli viene infatti dato nel momento in cui Kinji Fukasaku abbandona il progetto a causa delle sue cattive condizioni di salute. Il produttore Kazuyoshi Okuyama, a capo degli studios Shochiku, pensa che avrebbe avuto un po' di pubblicità in più se la sua stella fosse passata alla regia. E così succede. Kitano dirige e stravolge il film e registra un esordio da puro autodidatta sostituendo un maestro del genere yakuza. Molti anni più tardi Kitano avrebbe affermato: "La differenza fra i miei film e gli altri film di yakuza è il peso di ogni proiettile di pistola". Il brusco e freddo detective Azuma di Violent Cop, non è il primo ruolo serio che interpreta Kitano. Come attore aveva già impressionato il pubblico internazionale negli abiti di Hara, il brutale sergente di un campo di prigionia del dramma bellico di Nagisa Oshima Furyo e aveva perfezionato il profilo di yakuza nel film di Yasuo Furuhata Yasha - Demon. In più aveva recitato in vari ruoli drammatici anche sul piccolo schermo. Sul finire degli anni Ottanta perciò il pubblico era abituato a vedere Kitano come un attore serio. Quanto al suo lavoro come regista, se la sceneggiatura di Violent Cop non gli aveva permesso grandi cose, Kitano fa un buon lavoro e sebbene inizialmente l'idea era che sarebbe stata la sua unica volta come regista, la buona accoglienza da parte della critica lo convince a dirigere l'anno successivo un altro film, del quale sarebbe anche stato responsabile dello script.

Il successo internazionale
L'opera seconda di Kitano è meno coesa rispetto alla prima e manca di un personaggio centrale ben definito. Invece di concentrarsi sulla regia, il cineasta inizia a sperimentare con il processo di montaggio e per tutti questi motivi, e a causa di una sceneggiatura debole, Boiling Point risulta un fallimento che porta il regista a lasciare gli studi Shochiku per aprire la sua propria casa di produzione. Il primo film che presenta con la sua Office Kitano è Il silenzio sul mare - forse l'opera più minimalista di Kitano - e, nonostante il budget ridotto, ottiene un discreto successo. Il successivo impegno dietro la macchina da presa sarebbe dovuto essere, per decisione del produttore Kazuyoshi Okuyama che lo finanziava, la versione giapponese di Die Hard - Trappola di cristallo, ma è chiaro che Kitano non ha alcuna intenzione di dirigere un film di questo tipo, così si ritira su un'isola che si può raggiungere solo in aereo e in gran segreto filma un adattamento di Pierrot le fou - La gang del parigino di Jean-Luc Godard che intitola Sonatine. Nonostante le previsioni di Okuyama, Sonatine si rivela una produzione di successo e offre a Kitano il primo assaggio del successo internazionale.

Il suicidio artistico e la svolta
Sebbene Kitano stia avendo riconoscimento come cineasta, la sua vita privata è in discesa. È diventato un alcolizzato, come suo padre, e quando è ubriaco parla di suicidio e di morte. Dopo Sonatine dirige la commedia dell'assurdo Getting Any?, con la quale non solo tenta di dare una nuova svolta alla sua carriera per evitare di essere incasellato in un genere, ma si prende gioco delle sue stesse battute. Qualche tempo dopo, Kitano lo descrive come un "suicidio artistico", ammettendo in qualche modo le sue tendenze suicide. Dopo questo periodo buio della sua vita, che include anche un incidente d'auto che lo costringe a un mese in terapia intensiva e lo lascia sfigurato e con la parte destra del volto paralizzata, il regista rivaluta vita e carriera. Per dimostrare a se stesso e al pubblico che si sta riprendendo, indossa gli abiti di un assassino a pagamento nel film di Takashi Ishii Gonin e si rimette dietro la macchina da presa per dirigere Kids Return, basato sull'omonimo libro dello stesso Kitano. È una tra le sue opere più insolite, in primo luogo perché è autobiografica (molte delle scene sono basate sulla sua infanzia) e perché è la prima in cui il protagonista non muore. Infine, mostra un nuovo uso del colore. Dopo l'incidente Kitano ha iniziato a dipingere come parte della terapia con lo scopo di ripristinare le capacità motorie e grazie a questo nuovo hobby è diventato più consapevole dell'uso dei colori.

Il leone d'oro e la pittura
Hana-Bi è considerato il pezzo centrale della filmografia di Kitano. È l'opera più acclamata del regista, vincitore del Leone d'Oro al Festival del Cinema di Venezia e di una serie di altri premi. Kitano interpreta Nishi, un uomo tormentato dalla misteriosa morte di sua figlia di cinque anni e per il cancro terminale che ha colpito la moglie. Quando lei sta per morire, Nishi decide di fare un ultimo viaggio attraverso il Giappone. È il film più riflessivo del regista. Come Kids Return, anche Hana-Bi è incentrato sull'andare avanti quando si pensa che la propria vita sia finita. Inoltre parla di smettere di vivere nel passato per concentrarsi sul presente. Con questo film sembra che Kitano si sia liberato dai suoi demoni. Non ha più paura di invecchiare, né teme la critica che per tanti anni ha disprezzato il suo lavoro. In più, i dipinti che fino ad allora realizzava come hobby hanno la loro importanza nella storia. Kitano li utilizza per creare i personaggi, le loro emozioni e il mondo in cui vagano. Le sue opere sono così potenti che il regista è ormai considerato un grande pittore in Giappone.

Kitano 2000-2012
Kitano chiude il millennio portando alla luce del proiettore (e al festival di Cannes) Kikujiro e l'anno successivo gira il suo primo film negli Stati Uniti, Brother che chiude il periodo contemplativo del regista iniziato con Return Kids e dimostra che la sua riabilitazione è finalmente finita. Nei due anni che passano tra Brother e la successiva produzione (Dolls), il regista giapponese è omaggiato con due documentari: Cinema del nostro tempo: Takeshi Kitano, l'imprevedibile, di Jean-Pierre Limosin, e Il silenzio sul mare: Takeshi Kitano di Louis Heaton. Mentre Dolls è un'opera composta da tre storie basate sul tema dell'amore eterno, con Zatoichi Kitano ricostruisce il mito dello spadaccino cieco e vince il Leone d'Argento a Venezia. Dopo essersi cimentato in un piccolo ruolo nel film di Takashi Miike, Izo, e lavorato in vari programmi televisivi, il cineasta firma la trilogia sulla figura dell'artista composta da Takeshis', Glory to the Filmmaker! e Achille e la Tartaruga. Nel 2010 Kitano torna ad immergersi nel mondo della yakuza con Outrage - presentato in concorso al Festival di Cannes - che, per ammissione dello stesso regista, è un prodotto di puro intrattenimento. Due anni dopo è la volta del festival di Venezia e del sequel Outrage Beyond che come il suo predecessore è pieno di quell'umorismo nero divenuto la sua cifra stilistica. Se c'è qualcosa che possiamo dire per certo è che Kitano continuerà a sorprendere piacevolmente il suo pubblico con un cinema pieno di contrasti. In fondo, a proposito di contrasti forti, è lui stesso a dire che "la violenza è come la comicità, ci colpisce improvvisamente, senza preavviso".

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