Sonatine

Film 1993 | Drammatico 94 min.

Regia di Takeshi Kitano. Un film Da vedere 1993 con Aya Kokumai, Tetsu Watanabe, Takeshi Kitano, Masanobu Katsumura. Genere Drammatico - Giappone, 1993, durata 94 minuti. - MYmonetro 3,74 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Condividi

Aggiungi Sonatine tra i tuoi film preferiti
Riceverai un avviso quando il film sarà disponibile nella tua città, disponibile in Streaming e Dvd oppure trasmesso in TV.



Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.


oppure

Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.

Ultimo aggiornamento giovedì 26 gennaio 2017

Murakawa è uno yakuza che sta per ritirarsi e viene inviato in missione a Okinawa. Lì giunto gioca sulla spiaggia con i suoi aiutanti e incontra una r...

Sonatine è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING Compra subito

Consigliato assolutamente sì!
3,74/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,48
CONSIGLIATO SÌ
Il film-manifesto dello yakuza eiga secondo Kitano Takeshi.
Recensione di Emanuele Sacchi
Recensione di Emanuele Sacchi

Il boss Murakawa viene inviato dal proprio superiore per imporre una tregua agli scontri tra due clan prima affiliati e ora rivali. L'accoglienza a suon di piombo ricevuta induce Murakawa e i suoi più fidati compagni a ritirarsi in un'isola delle Okinawa, in attesa che il capo decida come risolvere la situazione creatasi. Quando d'improvviso un comico popolare si trasforma in un regista stimato.
L'uscita di Sonatine rappresenta uno shock per chi conosceva Kitano come l'ideatore di "Takeshi's Castle", show demenziale della Tv giapponese. In patria l'accoglienza è tiepida, mentre per l'Europa nasce un nuovo autore (e non solo, visto che Tarantino si affretterà a distribuirlo in America). Dopo i notevoli Violent Cop e Il silenzio del mare, in Sonatine la poetica di Kitano Takeshi raggiunge la sua formulazione compiuta e forse il suo apice inarrivabile. Una sintesi essenziale e feroce dell'uomo di cinema che non sente il bisogno di dimostrare il suo valore attraverso piani sequenza mirabolanti o sensazionalismi.
Sono i silenzi, gli sguardi e i cenni di intesa il valore aggiunto di uno yakuza eiga che mostra di amare l'era della Nikkatsu o le saghe di Fukasaku Kinji, senza scimmiottare né l'una né le altre. Banditi gli stereotipi, non c'è spazio per bromance né per giochi di guardie e ladri: i gangster sono tali per una scelta, o per un obbligo, che non serve spiegare. A contare è la loro natura di uomini e il loro cuore di fanciulli, infine libero di esprimersi nel limbo della non-vita di una tregua artefatta nella guerra tra bande. Già consapevoli del proprio destino, Murakawa e i suoi ingannano il tempo, violano regole non scritte e si prendono gioco del mondo. È il secondo segmento di un'opera in tre atti (introduzione di genere, limbo, showdown) a rappresentare il suo elemento rivoluzionario, il momento in cui il ritmo e le convenzioni del linguaggio cinematografico saltano per osservare un tempo infinito in cui i pensieri, quasi palpabili, si sostituiscono a parole e azioni.
L'ambientazione yakuza diviene quindi ideale in virtù del suo inusuale trattamento, per esaltare i tratti grotteschi di un'esistenza vissuta sul filo della paura e nell'incapacità di godersi la vita - come il protagonista confessa alla ragazza, che vede in lui un duro -, consapevoli che per gli strumenti del sistema non esiste un domani che valga la pena di essere atteso. Un nichilismo di fondo che contrasta con lo humour dominante: la mimica irresistibile di Beat Takeshi e le velocizzazioni da cinema muto, il carrello orizzontale che non devia dal suo percorso per tenere in campo i volti degli yakuza, accentuando la loro natura di giullari. L'assurdità di situazioni tra Keaton e Tati viene spezzata solo dalla violenza, improvvisa e inevitabile, che veste i panni di un umile pescatore.
E il mutamento di scenario dal set urbano agli esterni insulari corrisponde allo scarto tra i piani americani che inquadrano i personaggi a panoramiche e campi lunghissimi, dalla violenza priva di senso all'astrazione di chi sa e può prendersi gioco di questa insensatezza. Una riflessione sul genere così originale e profonda da rappresentare una nuova visione etica dello stesso, sorretta da uno stile bizzarro e ondivago come il suo creatore. Un oggetto inconsueto e inspiegabile, che si trasformerà negli anni in modello irraggiungibile, nonostante gli innumerevoli tentativi di imitazione (anche dello stesso Kitano).

Sei d'accordo con Emanuele Sacchi?
Powered by  
PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 26 settembre 2017
laurence316

Finalmente scoperto anche in Italia grazie al successivo Hana-Bi (1997), Kitano, non solo regista ma anche attore, sceneggiatore, montatore, scrittore, pittore, showman e autore televisivo, ha uno stile inconfondibile: i suoi film sono lenti, spesso con dialoghi ridotti all'osso e sovente sconcertano lo spettatore con repentini cambi di registro.

martedì 29 giugno 2010
Paola Di Giuseppe

“Il cinema è un enigma inesplicato o un enigma insolubile.Creo l’enigma che il pubblico può risolvere nella maniera che vuole.” (Kitano) Sonatine offre al pubblico un enigma che inizia dal titolo. Nella trascrizione katakana è (traslitterato)"Sonachine",musica folk di Okinawa al quale Joe Hisaishi si ispira per la colonna sonora. Murakawa è un boss yakuza stanco della vita pericolosa che conduce,ha [...] Vai alla recensione »

lunedì 1 giugno 2009
claudus

Ecco Takeshi Kitano,in versione : follia leopardiana. Film de-stabilizzante come tutte le opere d'arte geniali...Infastidiscono,sono ruvide,disarmoniche. Questa pellicola mi parla degli argini dell'arte. La bambola impazzita di Takeshi da un lato canzona le mafie,dall'altro ne parla con una forza tale da risultare congelante. Mi mostra la freddezza omicida, l'autorevolezza necessaria,il fascino [...] Vai alla recensione »

venerdì 27 dicembre 2013
Jean Remi

 Takeshi Kitano,  conosciuto anche con il nome d’arte di Beat Takeshi, regista, sceneggiatore, montatore e attore protagonista di questo suo film, raggiunge forse l’apice delle sue capacità cinematografiche proprio in “Sonatine” strano titolo che è riferito ai tre momenti filmici che contraddistinguono anche un’esecuzione musicale detta appunto [...] Vai alla recensione »

giovedì 6 dicembre 2012
davide chiappetta

Assieme a 'Violent Cop' il capolavoro assoluto del geniale Takeshi Kitano, in seguito ha diluito il suo talento e non ha saputo più ripetersi, tant'è vero che il bellissimo 'Hana-Bi' sebbene il più premiato, a mio avviso non è altro che una fusione di questi due capolavori. Lucidissimo ed emozionante gangster-movie che si trasforma in un tenero e intimo [...] Vai alla recensione »

giovedì 15 settembre 2011
Viola96

Tracciare linee guida per questa immensa opera di Takeshi Kitano non è facile.Di certo si può partire dal titolo.La Sonatina è una forma di composizione musicale che indica letteralmente una piccola sonata. Questo termine non ha di per sé un significato rigoroso, ma è piuttosto applicato dal compositore ad un pezzo che conserva nella sua struttura la "forma-sonata&quo [...] Vai alla recensione »

sabato 17 luglio 2010
Luca Scialo

Aniki Murakawa è uno yakuza che ha molto successo nel suo quartiere, facendo incrementare gli affari della famiglia di cui fa parte. Anzichè essere premiato dal suo Boss, però finisce per inimicarselo. Ma non ha fatto i conti con la sua freddezza, il suo saper beffare e ghignare la morte con rara capacità. Quarto film di Takeshi Kitano, bravo come pochi a saper mescolare [...] Vai alla recensione »

lunedì 24 ottobre 2011
blackredblues

Storia di mafia giapponese, di guerre e di violenza, vendetta e tradimento. Non ho amato questo film e non sono un cultore del cinema nipponico. Tutto ciò che dirò sarà irrimediabilmente legato al mio punto di vista culturale un po' ottuso e refrattario. Tecnicamente le inquadrature sono statiche, l'uso della luce trasmette una certa piattezza alle immagini.

giovedì 19 novembre 2009
paride86

Storia di Murakawa, gangster stanco della sua vita che decide di ritirarsi. Lo stile di Kitano è inconfondibile: dialoghi ridotti al minimo, umorismo grottesco a spesso furi luogo, colori accesi e muti ritratti psicologici. Solo se si accettano queste regole si può penetrare il film. Musiche bellissime, degne di menzione.

sabato 3 ottobre 2009
Turkish

Film che mostra un altra realtà/cultura completamente differente da quella occidentale.la morte è vista in un altra maniera è affrontata in faccia senza giocare a nascondino.Formidabile kitano nelle riprese e sopratutto nel montaggio delle sequenze, ottime gli scenari di Okynaia la spiaggia e il l'habitat incontaminato fanno da pendant con il mostrare un altra sfaccettatura più umana-scherzosa del [...] Vai alla recensione »

martedì 24 aprile 2012
biscotto51

Una stella é fin troppo in questo....chiamiamolo film, va',  sono fin troppo buono, in cui la trama é oscura, i dialoghi da asilo infantile (ma all'asilo sono molto più comprensibili), gli avvenimenti e le scene si susseguono senza una comprensibile logica. Il più brutto...film (e dagli!) mai visto.

Frasi
"…è incredibile che tu non abbia paura quando spari ad una persona. Questo significa... che non hai paura neppure quando spari a te stesso? Sei un duro. Mi piacciono gli uomini duri!"
"Se fossi un vero duro, porterei una pistola con me?"
"Ma tu spari con facilità…!"
"Perché mi spavento con facilità"
"Ma, tu non hai paura di morire…"
"Quando hai avuto paura della morte per troppo tempo, cominci a desiderarla"
"Io non ce l'ho…"
Dialogo tra Miyuki (Aya Kokumai) - Aniki Murakawa (Takeshi Kitano)
dal film Sonatine - a cura di SOn
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Un grande pesce azzurro in primo piano, è sullo sfondo un cielo che s’accende nel rosso del tramonto: questo gioco antinaturalistico d'immagine e colore apre il quarto film di Takeshi Kitano. Inizialmente, il suo titolo sarebbe dovuto essere Okinawa Pierrot, omaggio a Pierrot le fou di Jean-Luc Godard(Il bandito delle undici, 1965). D'un bandito, appunto, racconta Sonatine.

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Forse il capolavoro di Takeshi Kitano, il più sanguinario, nostalgico e violento dei registi giapponesi. Scritta, diretta, interpretata, montata da lui, è la storia di uno yakuza (un mafioso) ormai stanco della sua vita rischiosa, che con i suoi uomini compie un'ultima spedizione a Okinawa. Lì scopre d'essere vittima d'un tradimento, d'una trappola, e s'avvia alla morte con l'eroismo laconico e sardonico [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

L'ultimo film di Takeshi Kitano uscito in Italia è di... sette anni fa! Così va la distribuzione: l'attore-regista giapponese si è finalmente fatto un nome anche da noi (specialmente dopo HanaBi) e quindi arriva in sala qualcosa della sua produzione precedente. Ma non è affatto un fondo di magazzino, piazzato nella marginalissima stagione estiva: Sonatine è un’opera che contiene, in sintesi, la poetica [...] Vai alla recensione »

Vai alla home di MYmovies.it
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati