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Rita Hayworth

Rita Hayworth (Margarita Carmen Dolores Cansino) è un'attrice statunitense, è nata il 17 ottobre 1918 a New York City, New York (USA) ed è morta il 14 maggio 1987 all'età di 68 anni a New York City, New York (USA).

L'Infelice Atomica

A cura di Fabio Secchi Frau

Il mito di Rita Hayworth inizia con una scena iconica. Il film è Gilda. Ma anche lei è Gilda, la donna del boss che, ubriaca e infelice, canta "Put the Blame on Mame", spiata da dietro le persiane di una bisca di lusso di Buenos Aires da Glenn Ford, il suo Johnny.
A figura intera e al centro dell'occhio di buio, Gilda si agita appena davanti ai tavoli dei clienti. Poi basta un gesto per far capitolare noi e loro. La testa si volta di scatto e fa ricadere la folta chioma (che dovrebbe essere rossa per scelta degli esperti visagisti di Hollywood, ma in quel bianco e nero lucidissimo è solo luminosamente chiara) all'indietro. Un primo piano ci regala il suo volto che, con un altro scatto, si libera di parte dei capelli che la coprivano, lasciando l'altra parte nascosta. Gilda continua a ballare così. Selvaggia. Inebriata di una provocante allegria. Johnny si fa avanti nella piccola folla per vederla meglio, appena in tempo per osservarla mentre sta addirittura cantando coi capelli all'ingiù. E dopo un altro piano nel quale si tiene i capelli alzati, comincia lo spogliarello. Prima il lungo guanto nero, lentamente arrotolato, mentre racconta del povero Dan McGrew del Klondike. Fa in tempo a farlo roteare e poi la canzone finisce... ma non lo spogliarello. "I'm not very good with zippers!", dirà a un certo punto, giustificando il fatto di non potersi togliere di dosso l'abito da sera. Quando chiede aiuto, due uomini si lanciano verso di lei. Quasi litigano per poterla denudare. Ma la portano via. Solo uno schiaffo di Johnny la farà rinsavire dalla sua sbronza vendicativa.
L'Atomica è appena esplosa uccidendo tutti gli uomini e le donne in sala.
Atomica non solo perchè era una bomba sexy, ma perchè la sua foto e il nome di quel suo personaggio, la capricciosa Gilda, vennero incollati sulla bomba atomica sganciata sull'Isola di Bikini. Un gesto che la offese profondamente.
Fece impazzire gli uomini di tutto il mondo con le forme sinuose del suo corpo e una cascata di capelli color fuoco. Ma chi si sarebbe mai aspettato che un tristissimo declino avrebbe portato via il sogno di legioni di uomini in tutto il mondo? Eppure, il grande mito è rimasto ed è giunto sino a noi, costruito su poche definizioni, pochi gesti. Uno di questi era proprio quel guanto nero sfilato con esasperante sensualità. E quelle mani sulla testa che scompigliano i capelli.
Tanto cinema per Rita Hayworth. Più di 60 film, ma non sempre tutti buoni. In gran parte di questi, era puro corpo. Un corpo esibito nel ballo, perchè la danza di Rita Hayworth era un momento magico. Una sospensione narrativa in cui lo sguardo doveva trarre piacere dalla visione, trascinato da ritmi sudamericani, dal fandango, dalle danze gitane o dei sette veli. Rita la ballerina, dunque, prima ancora di Rita la tentatrice del cinema americano Anni Quaranta. Forte e fragile insieme. Femmina torbida al di là della sua stessa volontà. Così tanto che persino il Presidente Roosevelt la definì "una formidabile istituzione".
James Cagney, Fred Astaire, Gene Kelly lavorarono con lei (spesso preoccupati per l'incredibile altezza) e contribuirono, talvolta, a soprannomi come "la Dea dell'Amore" o "Ruggine" (sempre per via dei capelli fulvi). Furono tra i pochi cui fu concesso di baciare cinematograficamente quelle labbra che furono votate come le migliori del mondo e subito messe sotto contratto per Max Factor (promuovendo rossetti come Tru-Color o trucchi Pan-Stik).
Il fascino benedetto e maledetto. Benedetto perchè la trasformò da ragazzina ispanica di Brooklyn a pin-up, nascondendo tristemente le sue origini come prezzo dell'ammissione alla Hollywood bianca. Maledetto perchè la spinse all'alcolismo e a quella sensazione di non essere amata per ciò che veramente era dentro, ma solo per ciò che l'apparenza o il mito del cinema dicevano di lei. In tanti ci cascarono. Il principe Aly Khan, figlio dell'Aga Khan III, che era allora leader dei musulmani Ismaili e considerato discendente diretto del profeta Maometto. Ma prima ancora di lui anche l'attore e regista Orson Welles. Solo una donna riuscirà a comprenderla fino in fondo e a prendersi teneramente cura di lei quando l'Alzheimer le consumerà ogni ricordo, felice o triste, che lei abbia avuto. Quella donna era una principessa. Yasmin Aga Khan, sua figlia...

Margarita
Rita Hayworth nacque a New York nel 1918. Il suo vero nome era Margarita Carmen Cansino (e c'è chi giura che il famoso cocktail prenda il nome proprio da lei). I suoi genitori erano due ballerini, Eduardo Carnsino e Volga Hayworth. Lui, spagnolo ed estremamente affascinante, era figlio dell'inventore del bolero, Antonio Cansino, uno dei più grandi maetri di ballo di tutta Madrid. Lei, americana, era tanto bella da entrare nelle Ziegfeld Follies. Oltre a Rita, ebbero altri figli: Eduardo Jr. e Vernon.
Rita non fu la sola attrice di famiglia. Anche lo zio materno, Vinton Hayworth, lavorava davanti alla cinepresa. E fu lui e i genitori che la spinsero verso il debutto, fin da bambina. "Da quando avevo tre anni e mezzo... appena ho potuto stare in piedi da sola, mi hanno dato lezioni di danza. A tredici anni, mi facevano ballare sulle tavole dei night club messicani. Non mi è mai piaciuto molto... Ma non ho mai avuto il coraggio di dirlo a mio padre, così ho continuato a farlo. Prove, dopo prove, dopo prove. Fino a quando non è arrivata la mia femminlità". Le prove erano quelle in una sala della Carnegie Hall, sotto lo sguardo severo dello zio Angel Cansino.
Già al suo quinto compleanno si esibiva con Four Cansinos a Broadway, mentre a otto partecipò a La fiesta, un corto della Warner Bros. Ma New York non era abbastanza. I Cansino volevano conquistare Hollywood. Così decidono di trasferirsi a Los Angeles, dove aprono una scuola di ballo che avrà come alunni il già nominato Cagney e Jean Harlow. Purtroppo, con la Grande Depressione, l'impresa fallisce e, nel 1931, il padre ripiega su spettacoli di danza con Rita, che allora ha solo 12 anni. Ma la legge della California parla chiaro: Rita è troppo giovane per ballare nei locali notturni. Il padre non si fa scrupoli. La famiglia ha bisogno di mangiare. Ci sono troppe bocche da sfamare. Così porta con sé Rita e insieme entrano nel confine messicano. La Tijuana degli Anni Trenta è piena di ricchi turisti, specialmente produttori cinematografici. Ci sono solo buone occasioni per la sua Rita. La sua povera, piccola Rita che è costretta a lavorare e alla quale le viene impedito di studiare. Non si diplomerà mai.

Rita
Attira l'attenzione di Winfield Sheehan, il potente produttore della Fox Film Corporation, che è in vacanza in Messico e spera in una sbronza al Caliente Club. Sheehan le organizza un'audizione la settimana dopo ed è talmente impressionato dalla fotogenia della giovane Margarita da metterla sotto contratto per sei mesi. Rita Cansino diventa un'attrice. Sono ruoli insignificanti all'inizio. Una gavetta costruita da parti da esotica straniera in Cruz Diablo (1934) o Follia messicana (1935), dove ha l'occasione di vedere il suo idolo Dolores del Río. A sedici anni, balla accanto a Spencer Tracy in La nave di Satana (1935), poi farà l'argentina in Il gaucho nero, l'egiziana in Il segreto delle piramidi (della serie Charlie Chan) e la russa in Paddy O'Day. Il film del lancio, quello definitivo, quello che avrebbe dovuto renderla famosa come il suo mito Dolores del Río, doveva avvenire con il technicolor di Ramona(1936). Ma la fusione della Fox con la 20th Century porta ad alcuni cambiamenti. Sheenan viene sostituito da Darryl F. Zanuck in veste di produttore esecutivo e quest'ultimo non ha particolare simpatia per la giovane Rita Cansino. "Loretta Young è meglio. Loretta Young sì che è una vera attrice", dice ai dirigenti. E il ruolo da protagonista in Ramona va alla ragazza secca dello Utah, mentre a quella di Brooklyn non viene rinnovato il contratto e si trova tutte le sue scene accanto a Barbara Stanwyck in Messaggio segreto (1936) tagliate.
Solo il ricco petroliere Edward C. Judson vede ancora del potenziale in Rita. Ha qualche aggancio nella Columbia Pictures e offre a colei che diventerà sua moglie una possibile strada per il successo. Così è ancora gavetta e Rita comincia tutto daccapo. Prima il giallo Meet Nero Wolfe (1936), poi un contratto di sette anni, voluto personalmente dal direttore dello Studio, Harry Cohn. Ma il boss impone qualche cambiamento. La sua immagine era troppo mediterranea. Un fattore che la limitava ai ruoli esotici e non erano più i tempi di Vilma Bánky, Anna May Wong, Renée Adorée o Pola Negri. Ma soprattutto non erano più i tempi di Dolores del Río. Rita deve cambiare. Si parte dal suo cognome. Troppo spagnolo. Judson, su consiglio di Cohn, le suggerisce di diventare Rita Hayworth, usando il cognome della madre da nubile. Un affronto per la famiglia Cansino, soprattutto per il padre che, pentito di ciò verso cui l'ha spinta, vede la figlia maggiore diventare finalmente ciò che lui aveva sempre voluto, ma diversa da loro. Diversa a tal punto che le cambieranno anche il colore dei capelli. Da corvino a rosso scuro e la sottoporranno all'elettrolisi per sollevarle l'attaccatura dei capelli e ampliarle la fronte.

La Hayworth
Sono gli anni in cui è ancora confinata in film di serie B, ma Cohn lavora sodo e fa pressione sul regista Howard Hawks perchè usi la Hayworth in uno dei suoi film. Ci riesce nel 1939, quando realizza Avventurieri dell'aria con Cary Grant e Jean Arthur, un dramma dell'aviazione in cui Rita è una moglie inquieta. Il film è un successo al botteghino. Ci sono persone che scrivono ogni giorno alla casella postale della Columbia per chiedere di lei. Lo Studio capisce che si trova davanti a una miniera d'oro. Music in My Heart, Seduzione e Angeli del peccato ne aumentano la notorietà, fino a una copertina sulla rivista LIFE. La Metro-Goldwyn-Mayer la chiede in prestito per farla apparire in Peccatrici folli con Joan Crawford. Similmente, accadrà nel 1941 con Warner Bros. e il loro Bionda fragola di Raoul Walsh. E poichè il film frutterà milioni, la Warner cercherà addirittura di comprarla dalla Columbia, ma senza risultati. Il 1941 è anche l'anno di Sangue e arena con Tyrone Power e Linda Darnell, prodotto dalla Fox. Sarà uno dei suoi ruoli più importanti. Quella Doña Sol des Muire, avvenente e sensuale rovinafamiglie, è il prototipo del tipo di ritratto femminile che interpreterà per gran parte della sua carriera.

I musical
Nel mezzo, ci sono i musical. Non sei mai stata così bella, Stanotte e ogni notte, Bellezze in cielo e L'inarrivabile felicità sono tra i film più costosi che la Columbia Pictures avesse mai realizzato. Il magnetismo tra lei e Fred Astaire, sebbene di gran lunga minore rispetto a quello tra lo stesso attore e Ginger Rogers, porta la gente al cinema. Ma non è tutto oro ciò che luccica. I rapporti con la sua casa di produzione cominciano a farsi tesi. Nel 1943, viene sospesa senza paga per nove settimane perchè si era rifiutata di apparire in L'ottava meraviglia. Non lo aveva fatto per capriccio. Solo un cieco non avrebbe visto che era la loro gallina dalle uova d'oro e lei quelle uova in oro le pretendeva anche per sé. "Harry Cohn mi considerava una delle persone che poteva sfruttare e guadagnava un sacco di soldi... E io ho fatto un sacco di soldi per lui, ma non molti per me!". Il suo secondo marito, Orson Welles è con lei. Per questi motivi, nel 1947, le venne modificato il contratto. Rita Hayworth avrebbe avuto uno stipendio di 250.000 dollari più il 50% degli incassi di ogni film. Intanto, era arrivato il noir Gilda (1946) di Charles Vidor, la romantica "Amado mio", il guanto in satin nero, la liberazione e il mito mondiale. L'inarrivabile dark lady diventa più grande di Dolores del Río. Carnale e mendace, bugiarda e traditrice, poco importa se il film ha una trama improbabile e strana. In quel triangolo, c'è una donna bisognosa d'amore e di tenerezze che persino un filosofo come Edgar Morin riuscirà a intravedere: "Ha l'apparenza di una prostituta o di una vamp. Ma il film ci rivela un'anima candida, un cuore che non cerca altro che il grande amore". Ma lei non è felice di tutto questo. "Gli uomini vanno a letto con Gilda, ma si svegliano con me. Nessuno può essere Gilda 24 ore al giorno", dirà.

Addio chioma rossa
L'altra performance che segnerà la sua carriera sarà quella di fredda assassina accanto a Welles che la dirigerà in La signora di Shanghai. Rita Hayworth è acclamata dalla critica, malgrado il fallimento del film al botteghino. Per Welles e per quel ruolo, compirà il sacrificio più sadico: tagliarsi i capelli rossi e tingerseli di biondo platino. Una mossa che non piacque a Cohn, che bloccò il film per ben due anni, preoccupato per il danno d'immagine arrecato alla sua attrice di punta. Nel frattempo, arriva il film che la riunirà a Glenn Ford, Gli amori di Carmen (1948), coprodotto dalla Columbia e dalla casa di produzione creata dalla stessa Hayworth, la Beckworth Corporation (un omaggio a Rebecca, sua figlia).

Sua Altezza Rita Hayworth
Negli Anni Cinquanta, Rita Hayworth era così famosa che persino un principe le mette gli occhi addosso, quando la conosce sulla Costa Azzurra. Aly Khan la vuole in moglie e lei accetta (dopo aver divorziato da Welles), lasciando Hollywood e trasferendosi in Europa. Sua Altezza non vuole più essere un corpo. Non lo accetta. Vuole essere una mente, decidere del proprio destino, decidere i propri film. Purtroppo, neanche il matrimonio la libera degli uomini che vogliono possederla e farle fare tutto a modo loro. Ne aggiunge semplicemente uno alla lista. Sebbene diventava madre per la seconda volta e felice di una nuova vita all'estero, non riuscì mai a integrarsi con le rigide regole di corte imposte alla dinastia degli Aga Khan. Le amicizie di sangue blu la indispettivano. Le difficoltà a parlare e scrivere in francese erano troppe. In più, c'erano i tradimenti del marito. Continui e plateali come quello con Joan Fontaine. La Hayworth resiste chiusa in una gabbia d'oro parigina finchè può. A volte, è completamente sola. Lui non c'è mai. In giro per mesi o settimane in ogni parte del mondo, a fare ciò che vuole, dietro i cavalli e le scommesse. Una situazione insostenibile per lei, che prende la decisione di tornare in America portando con sé le figlie. Lui la segue poco dopo, nel tentativo di una riconciliazione, ma dopo un brevissimo periodo è divorzio.

Il ritorno sul set
Deve tornare a lavorare. E siccome non c'è due senza tre, è di nuovo sul set con Gleen Ford in Trinidad di Vincent Sherman. La coppia incassa un milione in più rispetto a Gilda, malgrado il Club delle Donne Americane propose di boicottare tutti i suoi film, accusandola di screditare nel mondo l'immagine della donna americana con il suo comportamento scandaloso. Ma il successo economico dura poco. Gli anni aumentano e lei non è più una ragazzina. La sua carriera subisce un tracollo. Seguono altre nozze, altre delusioni sentimentali, tra cui il tumultuoso matrimonio con il cantante Dick Haymes. Fa giusto in tempo a recitare in Salomè e in Pioggia, poi scompare per quattro anni.

La causa contro la Columbia
Rita Hayworth è stanca, persa, malinconica in una Hollywood che non è più interessata a lei. Ora, è Kim Novak la nuova dea del cinema. Comincia a bere. Ma quella libertà che lei ha sentito con i divorzi da uomini orribili, la vuole sentire ancora. Diventa tutto ciò che conta, quella sua libertà. Così nel 1955, cita la Columbia in giudizio per rescindere dal suo contratto, testimoniando la sua condizione psicologica di donna che veniva posseduta da un'azienda personificata dal temibile Harry Cohn. "Era molto possessivo nei miei confronti come persona. Non voleva che uscissi con nessuno, che avessi degli amici. Nessuno può vivere in quel modo. Quindi l'ho combattuto... Vuole sapere che cosa penso di Harry Cohn? È un mostro", dirà. "Volevo studiare canto, ma continuava a dire 'Chi bisogno ne ha?' e che lo studio non avrebbe pagato nulla. Mi hanno intimidito così tanto che non avrei potuto farlo lo stesso. Diceva sempre: 'Oh no! Non possiamo lasciartelo fare. Non c'è tempo per quello. Lo faremo in un altro momento'. Ero sotto contratto e basta".

Gli ultimi film e il ritiro
Tornerà sul grande schermo con Fuoco nella stiva. Siamo nel 1957, ormai. Avventura, mistero e giallo, portano a galla una Rita Hayworth che è ancora bellissima e sexy, pronta a diverare uomini e Dei... anche se lei si accontenta dai personaggi interpretati da Robert Mitchum e Jack Lemmon. Il film rappresenta l'ultima commemorazione alla sua immagine. Le offrono Pal Joey, un ultimo musical, poi Tavole separate (1958) con Burt Lancaster e David Niven, Cordura con Gary Cooper e Inchiesta in prima pagina (1960). Troppo poco e troppo poco incisivi. Pensa a Broadway, a ciò che potrà fare tornando alle origini. Magari al ballo, ma lo spettacolo "Step on a Crack" viene cancellato per i suoi motivi di salute. RIta l'alcolista sta prendendo il sopravvento. Neanche il buon amico Glenn Ford con The Money Trap (1964) riuscirà a salvarla. Accetta delle apparizioni in tv (Laugh In, The Carol Burnett Show), poi il film di Duccio Tessari I bastardi (1968) fino al suo ultimo film La collera di Dio del 1972. Non doveva essere il suo ultimo film, ma con l'alcolismo era arrivato anche il morbo di Alzheimer e fu per lei impossibile rimanere sul set di un film come Delirious - Il baratro della follia.

Morte
Nel 1981, viene dichiarata incapace di interndere e di volere e la sua tutela passa all'ultima figlia, l'amorevole Yasmin. Yasmin le compra un appartamento proprio accanto al suo, nel complesso San Remo, di fronte a Central Park. Le mette accanto infermiere e un personale di servizio che possa accudirla continuamente, ma che non la privasse minimamente della propria libertà. Le restituisce in vecchiaia e in malattia ciò che tutti (persino se stessa) hanno cercato di toglierle quando era giovane e sana: la dignità. Ai più curiosi, che le chiedevano come stesse sua madre, Yasmin rispondeva sempre: "È ancora bella, ma è un guscio vuoto". Riconosceva i suoi compagni di lavoro appena, per questo, durante una cena alla Casa Bianca del 1983, quasi fece fatica a ricordare Orson Welles quando le si presentò davanti: "Dopo circa quattro minuti in cui parlammo, ritornò in sé e si rese conto di chi ero. Cominciò a piangere senza smettere di sorridermi. Era ancora una delle donne più carine e dolci che siano mai esistite". Nel febbraio del 1987, Rita Hayworth cade in un semicoma. Morì tre mesi dopo, a 68 anni, per complicazioni associate al morbo di Alzheimer, il 14 maggio 1987, nella sua casa. Ricardo Montalbán, Glenn Ford, Cesar Romero, Anthony Franciosa, il coreografo Hermes Pan e un amico di famiglia, Phillip Luchenbill vollero portare personalmente la sua bara, mentre la sua migliore amica Jane Withers lesse l'elogio funebre e sulla sua lapide Yasmin scrisse: "Alla compagnia di ieri e alla riunione di domani".

I matrimoni
Rita Hayworth si sposò cinque volte. La prima volta, a 18 anni e a Las Vegas, con il già nominato Edward Judson. Lui aveva il doppio della sua età ed era passato da suo fan a suo manager. Prepotente e astuto, l'aveva aiutata con la sua carriera, per prendersi poi tutte le sue proprietà acquistate, con continue minacce fisiche. Denunciato per crudeltà, divorziò da lui nel 1942. Segue il matrimonio con Orson Welles, dal quale nacque Rebecca. Lei lo definì uno spirito libero, molto indipendente e autonomo, ma anche il più grande amore della sua vita. Purtroppo, era del tutto estranea al modo di vivere dell'incredibile regista e così divorziarono l'anno successivo. Neanche il matrimonio con il principe Aly Khan fu un'unione felice, tanto da spingerla a un divorzio per estrema crudeltà di natura mentale, dopo la nascita della sua seconda figlia Yasmin. Durissima la lotta per la custodia della figlia. Il principe la voleva musulmana, la Hayworth cristiana. L'attrice rifiutò persino un assegno da un milione di dollari se avesse acconsentito a far crescere Yasmin con lui. "Pur rispettando la fede musulmana e tutte le altre fedi, è mio sincero desiderio che mia figlia cresca come una normale sana ragazza americana [...] Non c'è niente al mondo che possa essere paragonato alla sacra possibilità di farlo e io darò a Yasmin questa possibilità, indipendentemente da ciò che costa".
Rita Hayworth, che per tutta la vita era stata soggetta al maschilismo dei suoi partner lavorativi e affettivi, non volle che la sua seconda figlia dovesse subire ciò che lei subì e la instradò, fin da subito, all'emancipazione femminile. Seguirono il matrimonio con l'indebitato e manesco cantante Dick Haymes e quello con il produttore James Hill che non furono meno spietati degli altri.

A chi scriveva di lei, era solita dire: "Qualsiasi cosa tu scriva di me, non renderla triste". Una missione impossibile, vi assicuro.

Ultimi film

Avventura, (USA - 1972), 111 min.
Drammatico, (Italia - 1969), 94 min.
Avventura, (Italia - 1967), 105 min.
Poliziesco, (USA - 1966), 92 min.

I film più famosi

Drammatico, Noir, Sentimentale - (USA - 1946), 110 min.
Drammatico, (USA - 1941), 123 min.
Commedia, (USA - 1958), 98 min.
Avventura, (USA - 1959), 121 min.
Avventura, (USA - 1972), 111 min.
Drammatico, (USA - 1939), 121 min.
Musicale, (USA - 1957), 111 min.
Avventura, (Italia - 1967), 105 min.

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