Cantante, attrice, regista e produttrice cinematografica. Una donna, mille mestieri. Un'artista unica che ha dato il suo contributo all'arte americana, dimostrando un eclettismo straordinario, e la capacità di mantenere decoro ed eleganza, sotto le luci dei riflettori come nella vita privata. È la prima donna al mondo ad aver ricevuto numerosi premi prestigiosi nel corso della sua carriera: due Oscar, sei Emmy Award, undici Golden Globe, dieci Grammy Award, un Tony Award, due David di Donatello e trenta album diventati dischi di platino negli Usa.
Le origini e il debutto come cantante
Nata e cresciuta nel quartiere di Brooklyn, la giovane Barbra Streisand perde il padre dopo poco più di un anno di vita. La tragedia la segna profondamente tanto da non farle accettare la presenza del patrigno, con il quale avrà sempre un rapporto difficile. Il suo debutto nel mondo della musica avviene in un bar di Manhattan nel 1960, dove ottiene subito un incredibile successo. Comincia così a salire quegli scalini che la porteranno a diventare un mito della musica internazionale: nel 1962 esce con il suo primo album "The Barbra Streisand Album", grazie al quale vince due Grammy Award. Mentre le sue canzoni svettano nelle classifiche del botteghino, anche il palcoscenico di Broadway la porta alla ribalta: protagonista assoluta del musical "Funny Girl" ottiene il favore della critica più efferata. Nel frattempo anche la televisione la vuole e di lì a poco i duetti con Judy Garland, andati in onda nella seconda metà degli anni Sessanta sulla CBS, le faranno vincere l'ambito Emmy Award.
Il successo al cinema
Nello stesso periodo esordisce nella versione cinematografica del musical Funny Girl (1968), per il quale vince l'Oscar come migliore attrice, anche se condiviso con la collega Katharine Hepburn. Ogni prodotto artistico toccato dalla Streisand diventa un gioiello prezioso. Seguono film drammatici, musical e commedie di varia importanza (da segnalare la collaborazione con Herbert Ross in Il gufo e la gattina e il monumentale Hello, Dolly). Dopo l'intensa interpretazione di Ma papà ti manda sola? (1972) di Peter Bogdanovich, diventa un mito anche in campo cinematografico quando recita a fianco di Robert Redford in Come eravamo (1973) di Sydney Pollack. Costretta, da contratto, a recitare in Funny Lady (1975), decide in quel momento di dedicarsi anche alla regia, per poter lavorare sempre in ambienti scelti e sereni.
Regista di eccellenza
Dopo il progetto di È nata una stella (1976), che ottenne un immediato riscontro e che la fa vincere il secondo premio Oscar per la miglior canzone dell'anno ("Evergreen"), passa dietro la macchina da presa e dirige Yentl (1983), film dalle implicazioni autobiografiche che parla di una donna ebrea costretta a travestirsi da uomo per accedere ad una scuola di studi religiosi. Mentre debutta con eleganza e bravura alla regia, la sua carriera musicale prosegue senza intoppi. Pubblica album su album che contengono canzoni passate alla storia come "No More Tears", "Woman in Love", "The Way We Are". Con "The Broadway Album" ritorna alle origini e rimane in classifica nella prima posizione per tre settimane.
Musica e risate in sala
Lavora a stretto contatto con Ryan O'Neal e produce, dirige e interpreta Il principe delle maree (1993), per il quale ottiene numerose nomination all'Oscar. Nel 1996, dopo aver ricevuto il Grammy Award per la carriera e l'album "Higher Ground", firma la regia de L'amore ha due facce che segna il suo debutto come commediografa. Prosegue poi la carriera con discrete conferme sia nel campo musicale che in quello cinematografico. Ogni suo contributo artistico corrisponde a un record femminile. Al cinema la rivediamo poi nei panni di un'estrosa madre di famiglia nella commedia campione d'incassi Mi presenti i tuoi? (2004) di Joay Roach, seguito da Vi presento i nostri (2010) di Paul Weitz.
«L'ultima nave è salpata da un pezzo»: con un ferale articolo, diffuso nel Palais poche ore prima dell'arrivo di Johnny Depp e Penelope Cruz a Cannes, la rivista Screen ha platealmente stroncato il quarto capitolo dei Pirati dei Caraibi, pellicola fuori concorso al cinema dal 18 maggio e primo sequel del franchise interamente in 3D. Un'opinione confermata dalla tiepida risposta ricevuta dal film in sala e persino dai suoi interpreti, attesi come star sul tappeto rosso della Croisette ma accolti con freddezza dalla stampa: scarsa la chimica tra i protagonisti Depp e Cruz, distanti sullo schermo come nella vita, ben poco carismatici (anche) dal vivo i nuovi acquisti della saga, Sam Claflin e la francese Astrid Berges-Frisbey, nell'ingrato ruolo di rimpiazzo dei transfughi Orlando Bloom e Keira Knightley