Un classico senza età: un dolente apologo sul senso della vita e sulle occasioni perdute. Drammatico, Giappone1952. Durata 143 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Un classico di Kurosawa, una metafora che parte da un caso individuale e suggerisce il malessere del Giappone del dopoguerra. Espandi ▽
Kanji Watanabe è un grigio impiegato comunale di Tokyo, che trascorre giornate indistinguibili in un ufficio in cui le pratiche sono accumulate senza nessuna volontà di portarle a termine. Quando scopre di avere ancora pochi giorni di vita, diserta il posto di lavoro e si ubriaca con un amico scrittore, prima di scoprire che il senso ultimo della sua esistenza potrebbe trovarsi in un ultimo atto di generosità.
La riflessione filosofica su Watanabe rappresenta l'architrave del film, ma a Kurosawa interessa soprattutto ritrarre il cinismo e i pettegolezzi che circondano il protagonista e che non accennano a spegnersi anche dopo la sua trasformazione spirituale e la sua dipartita.
A dare un volto a Watanabe è Takashi Shimura, attore ricorrente nei film di Kurosawa, che - spesso ripreso in primi piani frontali - accentua i tratti da clown triste, caricando l'espressività del volto come ai tempi del cinema muto. Un'interpretazione indimenticabile per un classico che non conosce età. Recensione ❯
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Un racconto serratissimo. Uno sguardo dall'altra parte dello schermo dell'attentato delle Olimpiadi del 1972. Drammatico, Germania2024. Durata 91 Minuti.
Il racconto della copertura mediatica in diretta degli eventi che videro gli atleti israeliani presi in ostaggio durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972. Espandi ▽
Il 5 settembre 1972, durante le Olimpiadi di Monaco, un commando di militanti palestinesi assalta gli appartamenti della delegazione israeliana uccidendo due persone e prendendone in ostaggio nove. La tv americana ABC si ritrova a raccontare la tragedia in diretta. Un film televisivo sul potere della televisione che osserva la storia dalla cabina di regia, sancendo l’unione tra testimonianza, giornalismo e spettacolo. Gli studi della ABC diventano una trincea e il racconto si fa serratissimo, con l’unico difetto di lavorare fin troppo di ellissi nei tempi narrativi (e ovviamente il pregio di avere interpreti straordinari: John Magaro, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Leonie Benesch). Per il resto, il racconto riesce a dare di ogni personaggio un ritratto rapido ed esauriente, come nella migliore tradizione del cinema televisivo americano, riprendendo i tipici passaggi del genere giornalistico e mostrando implicitamente come la tv ha finito per condizionare la nostra percezione del reale, un po’ per dovere di cronaca e un po’ per compiacere gli sponsor. Recensione ❯
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Il film liberamente tratto dal romanzo "La Strada degli Americani", scritto dallo stesso regista con Bruno Oliviero e Francesco Di Leva. Espandi ▽
Da un anno Ciro si aggira per Napoli di notte, andando sempre a parare nel luogo dove sua moglie Flavia ha perso la vita in un incidente d'auto. Ciro va in giro a cercare l'auto rossa che ha buttato Flavia fuori strada, con il desiderio di punire i colpevoli della sua disperazione. In queste scorribande notturne lo accompagna il figlio Luigi, che si infila nella sua macchina a tradimento.
Rosario, un amico di famiglia, offre a Ciro un lavoro come elettricista per aiutarlo a risollevarsi dal lutto subìto. Ma il fratello di Rosario, Carmine, ha un altro lutto da affrontare: il suocero ha tentato il suicidio per essere stato licenziato in tronco dalla fabbrica dove ha lavorato tutta la vita. Anche Carmine è rimasto per strada, e ora medita vendetta.
Nottefonda è un piccolo congegno ad orologeria, una storia che si vorrà rivedere una volta arrivati alla fine, un viaggio nell'elaborazione del lutto e nel senso di colpa di chi sopravvive. Tutto è a fuoco e allo stesso tempo fuori fuoco, tutto è ricordo e allo stesso tempo presente crudele, e il peregrinare notturno di Ciro è un viaggio a vuoto in un girone dantesco che la presenza di Luigi rende allo stesso tempo più sopportabile e meno gestibile. Recensione ❯
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In un'atmosfera fiabesca e fuori dal coro, un film intenso che ci fa soffermare sul lato umano delle relazioni. Drammatico, Francia2023. Durata 94 Minuti.
L'incontro di due personaggi completamente agli antipodi ma similmente meravigliosi e intriganti. Espandi ▽
Raphaël, non più giovane e con un occhio solo, lavora come custode di un castello nobiliare nel nord della Francia vivendo con la madre nella casa di servizio della grande dimora. L'arrivo in piena notte dell'unica proprietaria del castello, l'artista Garance, sconvolge la vita di Raphae¨l: tormentata e affascinante, Garance convince l'uomo a posare per una grande scultura d'argilla e così facendo libera in lui l'animo del sognatore, avvicinandosi per la prima volta in vita sua all'amore e al piacere.
L'opera prima di Anaïs Tellenne, presentata nel 2023 nella sezione Orizzonti Extra della Mostra di Venezia, svela il lato sconosciuto di un'opera d'arte: l'origine del suo soggetto, la vita nascosta dietro la materia plastica modellata.
In fondo, Garance e Raphaël non sono così distanti, almeno fisicamente: lui è segnato dalla sua menomazione, lei, sfidando i preconcetti della società patriarcale, in passato si è fatta tatuare sulla pelle i tagli di carne dei macellai e si è distesa dentro un bancone alimentare. Garance e Raphaël diventano qualcosa d'altro, di diverso: non necessariamente di autentico, ma di unico e irripetibile. Come un'opera d'arte da osservare bene, superando l'impressione del primo sguardo e soffermandosi sulle pieghe del materiale. Umano, nel caso del film. Recensione ❯
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Un pilota è incaricato di trasportare un agente federale e il suo prigioniero al processo. Espandi ▽
Winston, ex-contabile della potente famiglia criminale dei Moretti, si è rifugiato al motel Igloo in Alaska dopo essere diventato informatore di giustizia. Lì viene rintracciato e arrestato dal maresciallo dell'aeronautica Madolyn Harris che viene incaricata di scortarlo da Anchorage a New York per farlo testimoniare contro i suoi ex-datori di lavori. Noleggia così un piccolo aereo. Durante il viaggio Winston nota che sotto il sedile di fronte a lui c'è la licenza di Darryl, ma la fotografia è diversa. Cerca di avvertire Madolyn ma lei non può sentirlo perché indossa le cuffie. Ben presto però Darryl rivela la sua vera identità di sicario.
Il respiro da B-movie, teso ed efficace, anima il sesto film da regista di Mel Gibson, realizzato a nove anni dal bellico La battaglia di Hacksaw Ridge. Flight Risk concentra gran parte della vicenda quasi tutta sul volo con soli tre personaggi ad alta quota.
Ma è Mark Wahlberg la vera sorpresa. Perfido, senza scrupoli, gioca con la morte ad alta quota come se quel viaggio fosse una sfida alla roulette russa. Qui è in uno dei rarissimi ruoli negativi della sua carriera. Recensione ❯
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Un ritratto dei ventenni di oggi, alla ricerca di utopie e speranze che non gli sono state concesse, della loro voglia di vivere e amare e della loro grande infelicità. Espandi ▽
Bianca ha 23 anni, dovrebbe frequentare l’università, ma non ci va mai. Ha poche ossessioni: il tempo che passa, la droga e Angelica. Da quando vivono insieme, tutto corre più veloce. Anche la loro amicizia, tra amore e dipendenza. Bianca ha un quaderno su cui scrive appunti per i suoi libri, ma vorrebbe annotarci altro: che perdiamo tutto continuamente e che alla fine, forse – tra le strade notturne di Roma e l’albero che si intravede, muto, dalla finestra di casa – niente andrà perduto. L’opera prima di Sara Petraglia convince per la sua naturalezza nel raccontare due ragazze poco più che ventenni in cerca di se stesse. Uno dei pregi maggiori dell’opera prima di Sara Petraglia – sì la figlia dello sceneggiatore Sandro e non se ne parli più – è la schiettezza, sic et simpliciter. Perché è un pregio? Perché raccontare con semplice naturalezza, senza approcci moralistici, senza giudicare, due donne di vent’anni o poco più, Bianca e Angelica, è qualcosa di inedito e, in certa misura, di scandaloso. Certo la riuscita del film, che si muove su corde che è un attimo pizzicare male, è dovuta alla naturalezza della sceneggiatura ma, soprattutto, all'adesione totale ai personaggi delle due interpreti, Tecla Insolia, sempre più sorprendente e Carlotta Gamba in un ruolo fantasmatico. Recensione ❯
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Una donna cinese vive per sé in silenzio, celebrando la prospera Belle Epoque con canti e danze. Espandi ▽
Autoreferenziale fino all'ermetismo, Caught by the Tides è un film per iniziati: senza conoscere la filmografia di Jia Zhang-ke, grande regista della sesta generazione cinese e vincitore di un Leone d'oro con Still Life, è difficile seguire i risvolti della trama di un film con pochissimi dialoghi. È come se Jia rivisitasse in continuazione la propria filmografia e la ripercorresse per estrarre nuovi significati e leggere in tralice la storia della Cina. Era stato così per I figli del fiume giallo, in cui riannodava i fili lasciati in sospeso da Unknown Pleasures e Still Life per raccontare una nuova storia d'amore tradito. Ma se allora il regista si serviva del reenactement - rimettendo sostanzialmente in scena la stessa storia, osservata da nuove angolazioni - in Caught by the Tides Jia eleva il dispositivo a sistema, riutilizzando elementi dei suoi film precedenti come found footage per raccontare venti anni di trasformazione della Cina. Recensione ❯
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In una tranquilla comunità abitata da alcune delle persone più importanti del mondo la serenità va in frantumi quando si verifica uno scioccante omicidio e si apre un'indagine ad alto rischio. Espandi ▽
L'agente speciale Xavier Collins, prima guardia del corpo del Presidente degli Stati Uniti Cal Bradford, deve indagare sul brutale omicidio di quest'ultimo. Il Presidente non si trovava però alla Casa Bianca, bensì in una villa, al centro di una piccola comunità, che si scoprirà presto essere il rifugio di quel che resta della popolazione americana: il mondo è stato infatti sconvolto da una inizialmente imprecisata catastrofe e pare caduto in un inverno nucleare.
Dopo la morte del Presidente il potere viene preso in mano da "Sinatra", una ricchissima donna decisa a tutto pur di proteggere la sua famiglia e la comunità che ha creato. È lei a scegliere il nuovo Presidente, a tenere sotto controllo il resto dell'oligarchia dei miliardari e a gestire i segreti e gli assassini che lavorano in città.
La nuova serie dell'autore di This Is Us ha ancora una volta una struttura che incastra ingegnosamente presente e passato, spostandosi però nel genere della fantascienza distopica. L'eco dell'attualità americana, con Elon Musk onnipresente, risuona fortissima in Paradise e ha reso la serie uno dei titoli più commentati dalle pubblicazioni statunitensi, velocemente rinnovata per la seconda stagione. Recensione ❯
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Dopo il torbido A snake of June, Tsukamoto è capace di reinventare ancora una volta il suo cinema e consegna alla storia un film complesso e affascinante, tutto ambientato in una morgue. Espandi ▽
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Dag Johan Hauguerud conclude la sua trilogia sulle relazioni, offrendo ai personaggi spazio per raccontarsi. Drammatico, Norvegia2024. Durata 119 Minuti.
Nuovo capitolo della trilogia che esplora la sessualità, il desiderio e la trasgressione nella società nordica moderna. Espandi ▽
Tor è un infermiere che utilizza spesso un traghetto per procurarsi incontri occasionali con uomini. Marianne è la dottoressa del suo reparto che ha, nei confronti delle relazioni con l’altro sesso, un atteggiamento che la sua migliore amica mette in discussione.
Dag Johan Hauguerud conclude la trilogia sulle relazioni con un film che affronta aspetti diversi del rapporto amoroso. La regia si avvicina ai personaggi offrendo ad ognuno lo spazio per raccontarsi in un film in cui i dialoghi hanno una forte presenza e lo fa mostrando come ognuno finisca con il cercare un proprio significato alla parola amore senza che a questo sentimento ci si possa permettere di dare regole rigide e valide una volta per tutte. Recensione ❯
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Una serie che vede una famiglia precipitare in un incubo quando il figlio tredicenne viene arrestato per l'omicidio di una sua compagna di scuola. Espandi ▽
È l'alba, e nella cittadina inglese dove vivono i Miller la polizia irrompe in casa, sconvolgendo la famiglia. Gli agenti non cercano il padre, Eddie, ma il figlio tredicenne Jamie, arrestato per omicidio. Portato in centrale, il ragazzo subisce un duro interrogatorio, via via scoprendo una serie di eventi impensabili, mentre una psicologa incaricata di valutarlo scopre i lati inquietanti della sua personalità e le influenze tossiche che ne hanno segnato la crescita, facendo emergere un quadro oscuro sull'adolescenza e sulle insidie digitali.
La serie affronta temi di grande rilevanza sociale e psicologica, ponendo interrogativi profondi sulla radicalizzazione maschile, sul potere pervasivo dei social media nella formazione dell'identità giovanile - a prescindere dal background e dalle stesse possibilità educative (buone di base) di una coppia di genitori allibiti - e sull'incapacità degli adulti di comprendere la nuova realtà generazionale.
Adolescence è una miniserie da vedere, forse da portare nelle scuole, ma non per gli studenti, bensì per i loro insegnanti. Così come il piano sequenza impedisce di distogliere lo sguardo dagli eventi, la miniserie costringe lo spettatore adulto (e soprattutto lo spettatore maschio) a confrontarsi con domande scomode e prive di risposte facili. Recensione ❯
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Una cura formale raffinatissima e colma di pietas accompagna questo racconto dell'orrore in cui non si perde del tutto speranza. Drammatico, Giappone2023. Durata 95 Minuti.
Tsukamoto torna su un tema a lui caro, le conseguenze della guerra sugli esseri umani. Espandi ▽
Il regista giapponese Shinya Tsukamoto torna a raccontare l’impatto devastante della guerra sugli esseri umani, creando un racconto dell’orrore attraversato dall’anima pura, benché avvezza agli stratagemmi della sopravvivenza, di un bambino ancora pronto ad affidarsi e a manifestare empatia verso gli adulti che lo circondano e che tuttavia non sanno proteggerlo, perché non sanno proteggere nemmeno se stessi. Rimanendo essenziale ed economico senza mai rinunciare ad una cura formale raffinatissima, il regista trova nel piccolo protagonista (lo straordinario Oga Tsukao) un centro morale mai edulcorato. Tsukamoto non abbandona mai i suoi personaggi e li accarezza con uno sguardo (e una luce) colmi di pietas. Ma non abbassa lo sguardo rispetto alla devastazione sistemica della guerra, che rade al suolo corpi e costruzioni e incendia anime, oltre che città. Recensione ❯
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Basato su una storia vera, il film racconta di come due fratelli sono cresciuti da soli nella foresta, vivendo come animali selvatici, e il loro incontro molti anni dopo. Espandi ▽
Ispirato alla vera storia di due bambini di 5 e 7 anni che, abbandonati dalla madre nel 1948, fuggono nella foresta. Sopravviveranno per sette anni e stringeranno un legame che li unirà per sempre.
Decenni dopo, i due fratelli, dopo anni di distacco, si ritroveranno. Ma il passato e i segreti li raggiungeranno, anche dall'altra parte del mondo. Recensione ❯
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Un'opera che affronta il tema della cementificazione delle coste della Corsica. Espandi ▽
Joseph è rimasto l'ultimo pastore a gestire un ovile di capre sulla costa in Corsica. Il suo terreno è necessario per completare un progetto di speculazione edilizia che trasformi quell'area in zona turistica. Joseph non vuole vendere. La mafia locale prova ad intimidirlo senza esito sino a quando, in una colluttazione, il boss locale viene ucciso dal pastore. Il quale è costretto alla fuga. Da poco però lo aveva raggiunto la nipote Vannina che, attraverso i social, ne sostiene l'innocenza e la lotta.
Frédéric Farrucci affronta il tema della cementificazione delle coste della Corsica prendendo spunto dalla realtà e trasformandola in necessaria leggenda.
La realtà, grazie ai social, diventa leggenda alla velocità della luce e in questo caso si finisce con il compiere un'opera utile a tenere viva la coscienza sociale di un popolo (nello specifico quello corso) che sente il peso del controllo francese nonché della malavita che si mette a disposizione di interessi che risiedono altrove. Recensione ❯
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Un divertissement di enorme valore sulla fortunata parabola del genere jidaigeki in Giappone. Drammatico, Giappone1962. Durata 96 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Nato sull'onda del successo di pubblico e critica di La sfida del samurai - Yojimbo, una sorta di sequel eponimo. Espandi ▽
Un gruppo di giovani samurai, guidato da Iori, crede che il ciambellano Mutsuda - zio dello stesso Iori - sia corrotto e cospiri contro il daimyo locale e così si affida al sovrintendente Kikui per risolvere la faccenda. Ma come il ronin senza casa né padrone Sanjuro capisce subito, è vero l'esatto opposto: è Kikui la mela marcia, e i ragazzi stanno per finire in una trappola mortale. Con i suoi modi spicci e la sua lingua poco forbita, Sanjuro guadagna in breve tempo la fiducia dei giovani e decide di guidarli verso la difficile risoluzione della faccenda, complicata dalla massiccia truppa di spadaccini assemblata da Kikui.
Nato sull'onda del successo di pubblico e critica di La sfida del samurai - Yojimbo, Sanjuro è una sorta di sequel eponimo.
Sanjuro sembra una sorta di divertissement, in cui si sprecano le gag comiche - il prigioniero che esce dall'armadio per esprimere un parere - e le situazioni caricaturali in genere. Una visione non altrettanto imprescindibile del capostipite, quindi, ma di enorme valore per comprendere meglio la fortunata parabola del genere jidaigeki in Giappone e la grandezza del binomio Kurosawa-Mifune al suo apice. Recensione ❯
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