Titolo originale | Caught By the Tides |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Cina |
Durata | 111 minuti |
Al cinema | 20 sale cinematografiche |
Regia di | Jia Zhangke |
Attori | Zhao Tao, Zhubin Li, You Zhou, Xu Changchu, Maotao Hu . |
Uscita | giovedì 17 aprile 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Tucker Film |
MYmonetro | 3,93 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 9 aprile 2025
Una donna cinese vive per sé in silenzio, celebrando la prospera Belle Epoque con canti e danze. Generazione Romantica è 30° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 1.140,00 e registrato 1.022 presenze.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Datong, Shanxi, 2001. Una comunità locale di lavoratori frequenta un locale per divertirsi, cantare e ballare techno. Intanto il progetto della diga delle Tre Gole incombe e Guo Bin, speculatore edile, vuole approfittarne per fare affari. Si separa quindi dalla sua ragazza, la modella Qiaoqiao, promettendole di fare ritorno presto. Ma non sarà così e Qiaoqiao riuscirà a incontrarlo solo dopo una lunga ricerca, per poi lasciarlo definitivamente. Venti anni dopo, nel 2022, la Cina vive ancora i postumi della pandemia da Covid-19: i due si incontrano nuovamente a Datong.
Autoreferenziale fino all'ermetismo, Caught by the Tides è un film per iniziati: senza conoscere la filmografia di Jia Zhang-ke, grande regista della sesta generazione cinese e vincitore di un Leone d'oro con Still Life, è difficile seguire i risvolti della trama di un film con pochissimi dialoghi.
È come se Jia rivisitasse in continuazione la propria filmografia e
la ripercorresse per estrarre nuovi significati e leggere in tralice la storia della Cina. Era
stato così per I figli del fiume giallo, in cui riannodava i fili lasciati in sospeso da Unknown
Pleasures e Still Life per raccontare una nuova storia d'amore tradito. Ma se allora il
regista si serviva del reenactement - rimettendo sostanzialmente in scena la stessa storia,
osservata da nuove angolazioni - in Caught by the Tides Jia eleva il dispositivo a sistema,
riutilizzando elementi dei suoi film precedenti come found footage per raccontare venti
anni di trasformazione della Cina.
L'occasione per guardare nuovamente indietro - e poi in
avanti - è offerta dalla pandemia. Jia ha ripreso così materiale girato nell'arco di venti
anni, e in particolare nel 2001 a Datong, e lo ha collocato come incipit di un nuovo film in
cui mescola vorticosamente stili e contenuti, documentario e finzione, 16mm e artificio
digitale con utilizzo di IA. Nell'intreccio di immagini alterate e rivisitate per l'occasione
rivivono così stralci di vita popolare e quotidiana, sullo sfondo di un mélo volutamente
stereotipato, quasi a ribadire come il focus del regista sia collocato altrove. Al centro di
questo nuovo racconto c'è ancora Zhao Tao, sua attrice e musa, in un ruolo che al
contempo è e non è quello interpretato in lavori precedenti di Jia: un'amante tradita e
abbandonata da un piccolo gangster che insegue sogni di ricchezza e specula sulla
trasformazione di un paese.
Ancora una volta si ripercorre la costruzione della diga delle Tre Gole e il suo impatto devastante sullo Shanxi cinese, ma a cambiare è la chiusura del cerchio, con la pandemia a resettare tutto e a mettere fine all'ellissi narrativa: gli amanti si incontrano di nuovo, invecchiati e coperti dalle mascherine, inizialmente non si riconoscono e poi timidamente si riavvicinano, per misurare la perdita di una vita non vissuta. Gli SMS di Qiaoqiao su un Nokia dell'epoca traslano nel dominio degli smartphone odierno e la sua laconica comunicazione verbale diviene quasi un prodromo di quel che sarà il futuro, ovvero il nostro presente, in cui parlare con il prossimo è l'ultima scelta rispetto alla comunicazione indiretta, mediata dalla tecnologia. Intanto la Cina avanza, incessante e incurante delle moltitudini che la popolano, come la massa di corridori della maratona conclusiva esemplifica visivamente. Cinema esoterico, ad uso e consumo di soli iniziati. Ma comunque grande cinema, che si flette e si adatta al cambiamento tecnologico rimettendosi instancabilmente in discussione.
Cambiano città, mestieri, umori e rapporti di forza i due amanti struggenti Qiao Qiao (da modella a cassiera) e Bin (da imprenditore mezzo gangster a poveraccio) in una Cina anch'essa in transizione. Generazione romantica di Jia Zhang-ke racconta il loro travagliato rapporto dal 2001 al 2022. Ciò che è incredibile nelle mani di questo giovane maestro cinquantaquattrenne è l'inusuale metodologia registica. [...] Vai alla recensione »
2001, Datong, Cina settentrionale, lui e lei, una relazione turbolenta e spensierata. È la gioventù che si apre alla vita. Ma è anche la nuova gioventù di un paese che si apre al mondo: mentre gli altoparlanti annunciano l'entrata nella World Trade Organization, vecchie sale da ballo rinascono al ritmo di luci psichedeliche e danze forsennate. Poi lui parte per affari torbidi e non ritorna.
Lasciatevi suggerire un approccio alla visione: provate a concepire Generazione romantica più come un film da ascoltare che uno da guardare. Non fraintendiamoci, è chiaro che il film del regista cinese Jia Zhangke, al cinema dal 17 aprile con Tucker Film, mantenga nell'atto della visione un carattere fondamentale, e se ne dirà dopo. Ma la traccia guida è nella corrente musicale che lo percorre da cima [...] Vai alla recensione »
Se Coppola inserisce i dati del suo cinema elaborandoli come una AI fuori controllo e se Schrader separa la verità dell'artista dal senso autonomo dell'opera, Jia lavora sulla propria memoria in un found footage spettrale e sentimentale: riprende e rilavora scarti e scene (soprattutto di canto e ballo: un musical) dei suoi film con protagonista la moglie Zhao Tao, facendo di quel corpo che si muove [...] Vai alla recensione »
21 anni nel XXI secolo, in Cina: Jia Zhang-ke dilaga nel tempo, fluido come le maree che evoca nel titolo e come gli strumenti che utilizza. Minimale e trasparente come le storie che racconta, i personaggi che segue. In Concorso a Cannes77 c'è Caught by the Tides (Feng Liu Yi Dai), scansione di un ventennio che prometteva il futuro e, nella prospettiva cinese, ha riscritto destini e equilibri.
Film di finzione o d'immagini documentarie? Guardando il nuovo film di Jia Zhangke si rimane, per lo meno all'inizio, abbastanza spiazzati e ci si aspetta quasi con ansia di capire cosa, nelle quasi due ore di immagini, decida di fare il regista. Sì, perché, se la partenza del film è senza dubbio una messa in scena e troviamo il protagonista Guao Bin (Li Zhubin) con la sua motocicletta - un'autocitazione [...] Vai alla recensione »
Jia Zhangke rappresenta meglio di ogni altro il cinema cinese tornato da tempo a essere vessato dagli imperativi del regime. A distanza di sei anni dal trascurato La cenere è il bianco più puro torna a Cannes con Caught by the Tides, odissea di una giovane donna decisa a ritrovare le tracce dell'amante partito senza lasciare indirizzo. Dietro alla storia d'amore di personaggi che si cercano, si perdono [...] Vai alla recensione »
Una storia di amore (finita male) lungo vent'anni, dall'inizio di questo millenni di storia della Cina. E insieme un viaggio nel cinema di Jia Zhang-ke che a essa si intreccia sin dall'esordio, con Pickpocket (Xiao Wu,1997), documentando nei destini sentimentali e storici dei suoi personaggi un paesaggio collettivo che muta insieme a loro, che è distruzione e costruzione rapide, costanti, implacabili. C'è [...] Vai alla recensione »
Come si racconta il presente? E prima ancora: come lo si individua? Quali sono i suoi confini? Che forma ha? Quale immagine? Jia Zhang-ke sembra voler rispondere a quesiti come questi con Caught by the Tides. Un film che non somiglia a niente di quello che ha fatto finora, ma che allo stesso tempo è fatto di tutti i suoi film precedenti. Ciò che il regista mostra infatti, in una forma completamente [...] Vai alla recensione »
Fin dal 1998, quando Xiao Wu fece la sua apparizione sugli schermi di Forum alla Berlinale, apparve chiaro come l'allora esordiente Jia Zhangke fosse interessato a riprendere e raccontare la Cina in trasmutazione, quell'enorme corpo che da solo occupa una parte non indifferente del planisfero che era in sommovimento, spinto verso l'accettazione definitiva del capitalismo e delle sue regole pur piegate [...] Vai alla recensione »
Uno dei migliori registi cinesi in circolazione, un regista che ci racconta da sempre la trasformazione incontrollata della Cina, da arcaico paese rurale a nazione moderna dominata dal profitto e dall'edilizia selvaggia, che sacrifica territorio, natura e villaggi. Una trama stringata, ma una libertà di sguardo, una capacità di fondare l'immagine a seconda di canoni diversi a cavallo dei decenni, una [...] Vai alla recensione »
Forse un giorno lanceremo i film di Jia Zhangke nello spazio, a beneficio di quella razza aliena che volesse conoscere cos'era, una volta, la civiltà umana. Caught by the Tides - con cui torna in concorso a Cannes sei anni dopo I figli del fiume giallo - è il testamento nella capsula, una diapositiva in movimento. Un viaggio nel viaggio di un paese.
Come i ricordi, i film mutano nel tempo, quando non li guardi, sedimentano, quando ci torni su ti sembrano sempre dei nuovi cut: quand'è che il regista ha aggiunto, tagliato, rigirato o allungato queste scene? Quando li lasci stare in un posto oscuro dell'anima (in cui, diceva Fitzgerald, sono sempre le tre di notte), i film si parlano tra di loro, di certo non hanno bisogno di noi, dei nostri occhi, [...] Vai alla recensione »