Guzman racconta le proteste di piazza del 2019 in Cile attraverso lo sguardo delle donne. Documentario, Cile2022. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia recente del Cile che portato alla riscrittura della costituzione. Espandi ▽
Nell’ottobre del 2019 qualcosa di enorme accade di nuovo in Cile, dopo tanti anni. Un movimento di massa nuovo, apartitico e senza leader di sorta, porta in piazza un milione e mezzo di persone. Giovani, soprattutto, ma non solo. Domandano rispetto dei diritti umani, sostegno dallo stato, in una parola democrazia. È la seconda rivoluzione cilena e, per il regista, la realizzazione inaspettata di un desiderio profondo. Per raccontare gli eventi dell’autunno del 2019 a Santiago, e ciò a cui hanno portato, c’erano tanti modi possibili e tante, tantissime immagini a disposizione. Patricio Guzmán decide di leggerli da una prospettiva ben precisa, quella femminile. Attraverso le loro narrazioni, il regista pone la questione delle donne a monte e a valle di tutto ciò che è avvenuto e sta avvenendo, suggerendo che la condizione di povertà ed urgente necessità delle madri in Cile sia stata tra le micce più incendiarie della protesta popolare, a tutti i livelli sociali, dalle università alle baraccopoli, che la loro rabbia abbia motivato e raccolto le tante anime del movimento, e che non ci sia un destinatario più urgente e centrale delle donne, nello scacchiere sociale, cui il nuovo corso politico dovrà guardare e rispondere. Recensione ❯
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Un film sul ricordo e sui rimpianti, in cui l'intimità discreta ma partecipe di Bigoni trova corrispondenze col cinema di Soldini. Drammatico, Italia2022. Durata 83 Minuti.
I limiti di un amore, l'esaurirsi del tempo a disposizione, la fine. Cinque stanze si infila nei meandri della vita di una coppia e ne svela le fragilità, giocando con il tempo e con gli spazi. Espandi ▽
K, un uomo ormai prossimo alla pensione, sta leggendo una lettera che gli ha scritto la moglie Lara, gravemente malata, prima di andarsene di casa. I due sono stati sposati per circa trent'anni. All'inizio della loro relazione si sono amati intensamente ma la morte della loro figlia di quattro anni ha condizionato per sempre la loro vita. Da quel momento K si è allontanato da Lara. Negli ultimi sei mesi poi l'uomo ha iniziato una nuova relazione con Silvia. Non si rende conto del suo stato di salute. Quando accade, è già troppo tardi.
Cinque stanze oltrepassa la sua innegabile organizzazione dello spazio della scena e, attraverso la fotografia di Italo Petriccione, racconta molto dei suoi personaggi attraverso i primi piani, i silenzi.
Da parte di Bigoni, c'è una cura esemplare nel disegnare gli stati d'animo 'provvisori quasi d'amore' che avvicinano i suoi protagonisti a quelli del cinema di Soldini. Qui non hanno la possibilità di fuga, di provare a reinventarsi una vita. Ma nel finale, proprio nell'ultima stanza, il film respira e trasforma la sua rabbia in tenera malinconia. Recensione ❯
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Un doc struggente che rende giustizia alle storie di tre donne italiane. Documentario, Italia2022. Durata 55 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
1941: l'Italia fascista precipitava nella guerra, ma le donne si affannavano per partecipare al concorso
ideato da Zavattini e raccontare la loro vita. Per farne un film: questo... Espandi ▽
Nel 1941 l'imprenditore Giuseppe Visconti di Modrone chiese ad un celebre pubblicitario, Dino Villari di concepire una campagna promozionale per una nuova cipria prodotta dalla sua azienda. Villari ingaggiò lo sceneggiatore Cesare Zavattini, e insieme lanciarono il concorso "I film della vostra vita", cui le italiane avrebbero potuto partecipare raccontando la loro vera storia. Le storie più belle sarebbero state pubblicate e radiosceneggiate, e la migliore sarebbe diventata addirittura un film.
La scelta dei volti femminili è particolarmente interessante, perché quei volti (e corpi) contengono un'idea di modernità, un principio di emancipazione. Attraverso di loro Cipria racconta una storia d'Italia in parte declinata al femminile
Cipria, come dice il sottotitolo del film, non è solo il racconto delle vite di tre donne che non ci sono più, ma il film della nostra vita di italiani e italiane, immortalata nella sua dimensione quotidiana da un'angolazione non assurta in precedenza all'onore della Storia. Recensione ❯
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Un'opera che affronta il tema dell'identità sessuale e ci ricorda che i condizionamenti sociali sono difficili da sormontare. Drammatico, Belgio, Paesi Bassi, Francia2022. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ragazzo deve fare i conti con la separazione dal suo più caro amico. Espandi ▽
Lukas Dhont dopo Girl torna ad affrontare il tema dell'identità sessuale contestualizzandolo all'interno di un rapporto di profonda amicizia. Il regista belga si dimostra ancora una volta estremamente abile nel portare sullo schermo le sensibilità di chi vive una fase di mutamento nella propria vita. Questa volta sotto la lente di ingrandimento ci sono due ragazzini che vivono con spensieratezza, ma non con superficialità, una delle fasi più complesse dell'esistenza umana. La tensione che in Girl accompagnava lo spettatore sin dalle battute iniziali qui si viene a creare progressivamente intaccando la gioia di un legame che il contesto di una vita agreste e ricca di note di colore (si vedano in proposito le immagini del lavoro in campagna) contribuiva a rendere totalmente naturale. Dhont torna così a ricordarci (e continua ad essercene bisogno) che i condizionamenti sociali a tutti i livelli costituiscono purtroppo ancora un ostacolo difficile da sormontare. Recensione ❯
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Con un audace dispositivo metacinematografico, il regista ci consegna un atto d'amore per il cinema denso di gag e di riferimenti alla golden age coreana. Drammatico, Corea del sud2023. Durata 135 Minuti.
Un regista tenta di riaprire il set di un suo film per finire il progetto che nel frattempo ha cambiato totalmente forma. Espandi ▽
Noto per le architetture narrative e scenografiche di vasta portata, non poteva che essere Kim Jee-woon a farsi carico dell’onere di sintetizzare in maniera spettacolare vizi e virtù della stagione più importante del cinema sudcoreano. Con un audace dispositivo metacinematografico, Kim ripercorre l’epoca della cosiddetta golden age, movimento occorso tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’70 e composto da due generazioni di cineasti, intente a iniettare modernità in un’industria condizionata pesantemente dal pregiudizio e dal potere politico. Un’operazione densa di gag e di riferimenti interni alla storia del cinema coreano, che Kim Jee-woon ha il grande merito di riuscire a padroneggiare e rendere fruibile anche per un pubblico del tutto ignaro in fatto di golden age. Un atto d’amore per il cinema spinto fino al suo lato più meschino e insieme un monito sul presente, visto che l’eredità della dittatura è tutt’altro che estinta e si rigenera sotto varie forme, con periodiche minacce mirate a standardizzare e regolamentare il sistema produttivo sudcoreano. Recensione ❯
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Nel 1993, il giovane Loris Riccardi è l'art director del locale notturno destinato ad essere il più trasgressivo d'Italia: il Cocoricò. Creò il concetto di locale-notturno-teatro trasformando la pista da ballo in un luogo di provocazione. Espandi ▽
Gli anni '90 sono iniziati con la caduta del muro di Berlino e si sono conclusi con gli attentati dell'11 settembre. Anni di creatività e distruzione, in cui tutto sembrava possibile e allo stesso tempo prossimo al collasso. Erano anche gli anni d'oro del turismo italiano: la costa adriatica era la meta di una generazione che rispondeva al richiamo della musica dance. E lì apparve l'iconica discoteca a forma di piramide chiamata Cocoricò. Il Cocoricò non era solo una discoteca, era un tempio del divertimento, un teatro di espressioni artistiche, politiche e sociali: un luogo che accoglieva le emozioni e le angosce dei tempi passati e presenti. Cocoricò Tapes è la sua storia raccontata attraverso i filmati inediti di quegli anni e attraverso le parole - di oggi e di allora - dell'ex direttore artistico Loris Riccardi, del suo staff e di coloro che ogni settimana frequentavano il locale in un rito collettivo. Recensione ❯
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Lo spettacolare e imperdibile live di ottobre 2022 a Buenos Aires, più un mini doc extra: Chris Martin e soci danno tutto. Musicale, Gran Bretagna2023. Durata 138 Minuti.
Una speciale edizione cinematografica dello spettacolare concerto della band Music Of The Spheres World Tour, filmato alla fine dello scorso anno durante le dieci serate sold out allo stadio River Plate di Buenos Aires. Espandi ▽
A fine ottobre 2022 lo stadio River Plate è stracolmo di corpi e di schermi di smartphone accesi. La temperatura, dei corpi e delle emozioni in gioco, è altissima. Non è un caso che la band britannica abbia deciso di aprire e chiudere il tour mondiale Music of the Spheres proprio nella capitale argentina, dove le dieci date previste hanno fatto il tutto esaurito: il calore, la risposta entusiasta dei fan superano quelli di ogni altra data. È il grande ritorno dal vivo dopo la risaputa pausa pandemica. La voglia e l'energia del tornare in contatto con il pubblico, di abbracciarlo con ogni senso, è palpabile.
E così Music of the Spheres, spettacolo programmaticamente improntato alla sostenibilità ecologica e all'inclusività, adotta ogni mezzo possibile per raggiungerlo: i voli accelerati delle macchine posizionate su bracci e soprattutto dei droni che ruotano vorticosamente attorno all'enorme arena esaltano al massimo le proiezioni in 3D, i massicci effetti speciali, i fuochi d'artificio e la partecipazione degli spettatori.
Il repertorio parla da sé: aiuto reciproco, accettazione della fragilità, sprone a non buttarsi giù, a credere nell'umanità. Il menu è ricco, la performance è di quelle in cui il gruppo non si risparmia, vuole dare tutto. Recensione ❯
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Un fuoco d'artificio di idee e di incubi notturni, oltre che un sofisticato atto d'amore del regista per sua figlia. Drammatico, Francia2022. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una teenager con un super potere speciale riesce a trascinarci all'interno dei suoi sogni, e anche dei suoi incubi. Espandi ▽
Coma è un film 'dedicato', una lettera aperta di Bertrand Bonello a sua figlia, condannata all'inoperosità nella sua camera. Perché fuori una pandemia infuria e il mondo si è fermato. Il film comincia con un testo che scorre sulla parte bassa dello schermo commentando l'estinzione di ogni attività umana a causa del Covid. Tutto il mondo è sospeso in un limbo, solo in faccia a se stesso, chiuso in casa, preso da futili occupazioni, imbarcato a bordo del proprio secolo come dentro un sogno.
Bonello realizza un film cupo, ansiogeno e magnifico per potenza e invenzione. Un film del nostro tempo e per il nostro tempo che teorizza un'altra arte, un altro cinema, un'altra maniera di esistere in sala o altrove. Guardato oggi, dal mondo del post Covid, Coma assomiglia al suo titolo, è una perdita di coscienza, una maniera di fluttuare tra le sue parti, di inventarsi sotto ai nostri occhi.
Semplice e sofisticato, il film è un atto d'amore del regista per sua figlia, un film fisicamente confinato in una stanza ma esteticamente aperto a tutti gli spazi mentali e digitali che affollano l'immaginario di un'adolescente. È un fuoco d'artificio di idee e di incubi notturni che riflette sulla maniera di creare (e di filmare) in un momento in cui sembrava tutto impossibile. Recensione ❯
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De Angelis rivendica con ambizione e coraggio il soccorso come valore fondante dell'identità italiana. Drammatico, Italia2023. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina che durante la Seconda Guerra Mondiale contravvenne agli ordini del suo comando per portare in salvo i 26 uomini che avevano provato ad affondarlo. Espandi ▽
1940, Seconda Guerra Mondiale. Salvatore Todaro è un comandante della Marina Militare con un destino inscritto nel nome, a capo del sommergibile Cappellini nonostante un incidente gli abbia provocato forti dolori alla schiena che lo autorizzerebbero ad accettare la pensione di invalidità (come la moglie Rina, stanca di saperlo lontano e in pericolo, vorrebbe che facesse). Ma il comandante Todaro non sa stare lontano dai flutti. Durante la sua ennesima missione avvista una nave belga che, malgrado il Belgio sia formalmente neutrale, attacca il sommergibile italiano. Il comandante e la sua squadra rispondono al fuoco e affondano la nave. Ma Todaro decide di mettere in salvo i naufraghi, agganciandoli al suo sommergibile per trascinarli verso il porto neutrale e sicuro di Santa Maria delle Azzorre, e accettando il rischio di navigare in emersione fino a destinazione: perché la legge del mare per lui conta di più della legge della guerra. Recensione ❯
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Un esordio alla regia già maturo per uno dei ritratti di rapporto fraterno più intensi del cinema recente. Drammatico, Malesia2023. Durata 115 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due fratelli dal temperamento molto diverso si trovano a dover affrontare un incidente che sconvolgerà le loro vite e il loro rapporto. Espandi ▽
Abang e Adik sono due giovani cresciuti orfani e fuori dal sistema, e per giunta costretti a sbarcare il lunario tra mille difficoltà nei bassifondi di Kuala Lumpur. Nonostante il legame tra loro sia così profondo da averli fatti divenire a tutti gli effetti fratelli, Abang e Adik differiscono nel modo di affrontare la vita: il primo, sordomuto, cerca di rimanere nella legalità mentre lotta per ottenere l’agognata carta d’identità, mentre il secondo si accontenta di documenti falsi e pericolosi traffici per conto di un gangster locale. Strappalacrime ma con criterio, questa storia di una fratellanza speciale si “sdoppia” tra un vivace esempio di cinema sociale, che mette in mostra la proibitiva disuguaglianza nella società malesiana, e una svolta brusca dai toni più intimisti, che arriva al cuore autentico dell’appassionante rapporto tra i due protagonisti. La prossimità e al tempo stesso la radicale diversità dei due rende Abang e Adik uno dei ritratti di rapporto fraterno più intensi del cinema recente. Recensione ❯
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Un crime come non se ne vedevano da tempo. Spiazzante, teso, con personaggi sempre sul punto di esplodere. Drammatico, Italia2023. Durata 99 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un action movie sulla storia di vendetta e riscatto di una poliziotta infiltrata in una banda criminale. Espandi ▽
La prima regia cinematografica di Patitucci è orgogliosamente dentro il genere, in questo caso il crime, in un modo così diretto da essere perfino sprezzante. Un crime, dicevamo, come non ne vedevamo da tempo da queste parti, tirato, sottopelle, duro più nei sentimenti che nei corpi. Corpi, poi, sempre sul punto di esplodere, ma mai davvero ottusamente pompati, piuttosto induriti controvoglia, piagati non sull’epidermide ma più a fondo. La Ragonese è tutta spigoli, Arcangeli quasi felpato, e se la prima ti respinge con i silenzi e i vuoti della sua vita, il secondo ti fa avvicinare con la sua voglia di cambiare e il suo progetto di fuga. Patitucci cerca uno sguardo per narrare tutto questo e lo trova. Non calcando la mano sul lato più action della vicenda ma tirando su, con pazienza e precisione, un film più d’atmosfera che di movimento, creando la tensione non con lo scontro ma con la minaccia. Recensione ❯
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Un racconto post-apocalittico, ma anche una satira del presente. Azione, Avventura, Drammatico - Corea del sud2023. Durata 130 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
I sopravvissuti a un violento terremoto lottano per una nuova vita a Seoul. Espandi ▽
Un devastante terremoto investe Seoul come un'ondata di roccia. Rimane in piedi un solo condominio, dove vivono il dipendente pubblico Min-sun e la sua compagna infermiera Myung-hwa. I residenti dell'edificio si ritrovano presto alle porte disperati in cerca di asilo e, dopo un'iniziale accoglienza, decidono di ricacciarli a vivere tra le macerie. Guidati da Yeong-tak, istituiscono il principio che il condominio è solo per i residenti e tutti devono aiutare al recupero e alla distribuzione di risorse, razziate dalle rovine circostanti. La comunità trova un suo equilibrio, ma questo viene destabilizzato dal ritorno al proprio appartamento una giovane residente, che ha viaggiato nella devastazione circostante ed è disgustata - come pure anche Myung-hwa - dall'osceno divario tra chi vive in modo relativamente agiato è chi è precipitato nella più nera miseria.
Racconto post-apocalittico e satira del presente, discesa nella follia di una comunità agiata e metafora del capitalismo, Concrete Utopia è stato, meritatamente, tra i maggiori successi dello scorso anno in Corea del Sud.
Candidato per il Paese agli Oscar, il film di Um Tae-hwa è la trasposizione largamente riscritta della seconda parte di un webtoon, un fumetto digitale, intitolato Pleasant Outcast. Recensione ❯
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Una ventata di internazionalità in uno scenario mediterraneo. Con due ottimi attori. Drammatico, Italia2023. Durata 82 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film racconta di due anime gemelle che si rincontrano dopo nove anni ad una festa di matrimonio a Tropea. Espandi ▽
Il film racconta di due anime gemelle che si rincontrano dopo nove anni ad una festa di matrimonio a Tropea. Nonostante siano entrambi impegnati in una relazione si lanciano con cinica spensieratezza in una scappatella segreta che diventa presto un disperato tentativo di recuperare il tempo perduto. Recensione ❯
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Un documentario sincero sul calcio femminile. Per dire che questo sport deve essere di tutti. Documentario, Gran Bretagna2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
1971, Messico. A distanza di un anno esatto dalla Coppa del Mondo di calcio, stravinta dal meraviglioso Brasile di Pelé, il sole torna a battere forte sullo Stadio Azteca di Città del Messico, illuminando oltre centomila appassionati tifosi. L'atmosfera è quella dei grossi eventi sportivi, una festa calcistica fatta di colori, bandiere, mascotte, sponsor e ogni tipo di gadget, per non parlare della massiccia copertura mediatica. Potrebbe apparire come un evento tipico di questo sport, ma quello di Messico '71 è qualcosa di mai visto prima. A giocarsi la Coppa del Mondo, infatti, sono sei squadre (Francia, Messico, Italia, Inghilterra, Argentina e Danimarca) composte tutte da donne: giovani calciatrici che hanno consegnato alla storia il primo Mondiale femminile, nonostante non fosse riconosciuto come ufficiale. Recensione ❯
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Un uomo attraversa la malavita di Teheran con il suo cane. Spacciando droga e cura anime tormentate. Espandi ▽
Amir vive a Teheran ed è una creatura della notte. Quando si separa dal suo adorato cane, unica compagnia del quotidiano, si muove in auto per le strade deserte lavorando come spacciatore di droga e vendendo ai clienti più disparati. Ma per gli abitanti di questa vita che scorre parallela alla normale routine della capitale, Amir è molto di più: guaritore, punto di riferimento e sostegno spirituale. Ahmadzadeh realizza un prezioso documento storico-culturale: sempre in dialogo con la tradizione cinematografica del paese, ma rivelatorio di un Iran come raramente lo abbiamo visto. Tutto è filtrato nella visione del regista, dai toni della fotografia ai riverberi del sound design (di particolare eccellenza), corrispettivo dal forte impatto estetico di un rifugio cercato negli stupefacenti per smussare le frustrazioni e la rabbia. Amir Pousti dà vita a un protagonista-avatar e diventa simbolo della disconnessione tra il privato domestico e il tessuto sociale all’esterno, in una città deserta e ostaggio della notte che ci ricorda di essere in procinto di esplodere. Recensione ❯
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