Cobweb

Film 2023 | Drammatico 135 min.

Regia di Jee-woon Kim. Un film Da vedere 2023 con Song Kang-ho, Yeo-bin Jeon, Woo-sung Jung, Kim Min-jae, Jeong-se Oh. Cast completo Genere Drammatico - Corea del sud, 2023, durata 135 minuti. Valutazione: 3,5 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento giovedì 15 giugno 2023

Un regista tenta di riaprire il set di un suo film per finire il progetto che nel frattempo ha cambiato totalmente forma.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
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Con un audace dispositivo metacinematografico, il regista ci consegna un atto d'amore per il cinema denso di gag e di riferimenti alla golden age coreana.
Recensione di Emanuele Sacchi
venerdì 26 maggio 2023
Recensione di Emanuele Sacchi
venerdì 26 maggio 2023

Il regista Kim Ki-yeol sembra avere perso il tocco, dileggiato dalla critica e obbligato a firmare produzioni di routine per non scontentare i committenti. A seguito di un incubo, si convince a rigirare il segmento finale di Cobweb, certo di aver ritrovato l'ispirazione perduta. Ha così inizio un caotico tentativo, fatto di sotterfugi e inganni, per convincere la produzione a riaprire il set e la commissione politica ad accettare i radicali cambiamenti della trama.

Noto per le architetture narrative e scenografiche di vasta portata, non poteva che essere Kim Jee-woon a farsi carico dell'onere di sintetizzare in maniera spettacolare vizi e virtù della stagione più importante del cinema sudcoreano.

Con un audace dispositivo metacinematografico, Kim ripercorre l'epoca della cosiddetta golden age, movimento occorso tra la fine degli anni '50 e l'inizio dei '70 e composto da due generazioni di cineasti, intente a iniettare modernità in un'industria condizionata pesantemente dal pregiudizio e dal potere politico. La necessità di ottenere un nullaosta dalla censura, per tutto ciò che poteva essere considerato sovversivo o disturbante, spingeva i registi dell'epoca a intraprendere un ambiguo gioco narrativo, fatto di doppi sensi e di finali dalla morale esplicita, per raggirare - e quindi accontentare - le commissioni politiche, rassicurandole sul rispetto dello status quo.

Ne sono esempi molti lavori di Shin Sang-ok e Kim Ki-young, tra cui il più celebre titolo di quest'ultimo, The Housemaid. Kim Jee-woon ripropone i due autori sotto mentite spoglie (tra Kim Ki-yeol e Kim Ki-young l'assonanza è evidente), come simboli delle due generazioni che hanno reso grande la golden age: sul secondo (Kim Ki-young) costruisce liberamente il ruolo del cineasta protagonista di Cobweb, interpretato da Song Kang-ho; sul primo (Shin) quello del maestro di questi, tragicamente scomparso in seguito a un incidente sul set (dato biografico di pura invenzione, benché la realtà sia ancora più surreale, visto il rapimento subito dal vero Shin Sang-ok ad opera del regime nordcoreano).

Un'operazione densa di gag e di riferimenti interni alla storia del cinema coreano, che Kim Jee-woon ha il grande merito di riuscire a padroneggiare e rendere fruibile anche per un pubblico del tutto ignaro in fatto di golden age.

Merito di un comparto tecnico allo stato dell'arte, come da prassi per il regista di Bittersweet Life e I Saw the Devil: le parti al tempo presente, a colori, ricreano il chiassoso spirito dei '70 e lo rappresentano con un rocambolesco set cinematografico, in cui i colpi di scena - gravidanze, tradimenti - sono quasi pari a quelli di Cobweb, il film nel film.

Ma sono soprattutto le parti in bianco e nero, in cui abbiamo modo di vedere l'esito di quanto girato e montato da Kim Ki-yeol, a sorprendere per la perfezione con cui riproducono tempi, ritmi, idiosincrasie e impostazione del cinema di Kim Ki-young e dell'epoca a lui coeva. Chi ha familiarità con quegli autori si ritroverà immerso nei propri ricordi di celluloide; gli altri non vedranno l'ora di approfondire una stagione imprescindibile della storia del cinema, anche e soprattutto nelle sue goffaggini e nei suoi eccessi, qui splendidamente ricreati.

Tra i mille momenti climax di una trama condotta con il piede perennemente sull'acceleratore si nascondono anche tematiche politiche e richiami a un'era in cui per accontentare la produzione e la commissione censoria era sufficiente una verniciata di anticomunismo, spesso del tutto pretestuosa e insincera, visto che i registi erano in gran parte di sinistra.

Kim Jee-woon ci consegna un atto d'amore per il cinema spinto fino al suo lato più meschino e insieme un monito sul presente, visto che l'eredità della dittatura è tutt'altro che estinta e si rigenera sotto varie forme, con periodiche minacce mirate a standardizzare e regolamentare il sistema produttivo sudcoreano. Proprio da quei maestri Kim Jee-woon ha imparato la lezione e si muove astutamente tra le molte scatole cinesi aperte e chiuse e i molteplici livelli di lettura, celando il segreto della complessità di Cobweb sotto le sembianze di una godibile forma di intrattenimento.

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CANNES FILM FESTIVAL
venerdì 26 maggio 2023
Emanuele Sacchi

Un'opera esilarante che restituisce vizi e virtù delle produzioni tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’70. Fuori Concorso. Vai all'articolo »

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