Una mini-serie con Nicole Kidman, basata sul best seller internazionale "The Expatriates" scritto da Janice Y. K. Lee. Espandi ▽
Margaret è un'americana che vive a Hong Kong, segnata da una terribile tragedia. Insieme al marito e ai due figli cerca di andare avanti, organizzando la festa per il cinquantesimo compleanno del coniuge. Lo stress è però opprimente e quando intravede l'americana coreana Mercy tra i camerieri, Margaret perde il controllo. A soccorrerla dopo la crisi c'è la vicina di appartamento Hilary, che a sua volta vive una situazione difficile con il marito: questi, dopo un periodo di sobrietà, ha infatti ricominciato a bere. Mercy, fuggita dalla festa per evitare il confronto con Margaret, a sua volta accusa la pressione, sente infatti di essere colpevole della tragedia che ha investito la famiglia della donna.
Una ambiziosa miniserie sul mondo dei ricchi immigrati americani a Hong Kong e sul loro privilegio. Un'opera che mostra un'umanità ferita e difettosa con una regia accorta, naturalista ma pure lirica e ingegnosa. Si tratta della prima serie televisiva per la regista Lulu Wang, che dirige tutti gli episodi inclusa una quinta puntata della durata di oltre un'ora e mezza, un vero e proprio lungometraggio che lascia la parola ai ceti meno abbienti, alla servitù degli abbienti “expats” del titolo e pure alla cosiddetta Rivoluzione degli Ombrelli del 2014 a Hong Kong. Expats è mirabile per il modo in cui si cala in un ambiente reale, capace come pochissimi altri titoli di presentare senza semplificazioni una molteplicità di classi sociali e culture. Recensione ❯
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Con un mix giusto tra azione e umorismo, il film di Taylor sprigiona la sua energia. Grazie soprattutto a John Boyega. Azione, Commedia - USA2023. Durata 124 Minuti.
Una serie di eventi inquietanti mette un trio improbabile sulle tracce di un terribile complotto governativo. Espandi ▽
Fontaine è uno spacciatore che vive alla giornata in una cittadina fatiscente. Abita con la madre a cui chiede ogni giorno se vuole qualcosa da mangiare e non si è ancora ripreso dalla morte del fratellino Ronald. Slick è un magnaccia che, secondo le sue parole, era considerato come il migliore nel suo campo nel 1995 e Yo-Yo è una prostituta che lavora per lui. Una sera Fontaine viene ucciso da colpi di arma da fuoco, ma la mattina dopo però si risveglia nel suo letto. In realtà è stato clonato. Così, assieme a Slick e Yo-Yo inizia ad indagare per capire cosa gli è successo. I tre entrano in una casa abbandonata da dove, attraverso un luminoso ascensore, arrivano a un laboratorio sotterraneo dove scoprono cosa c'è dietro la clonazione di Fontaine; il governo sta infatti facendo degli esperimenti sulla popolazione nera.
Nella sua apparente mancanza di punti di riferimenti, Hanno clonato Tyrone trova invece molti provvisori approdi e riesce a sprigionare la sua energia a cominciare da John Boyega, forse la vera reincarnazione di Kevin Bacon da Verhoeven.
Taylor fonde il fantasy con il giallo, recupera echi tra polizieschi della blaxploitation degli anni Settanta e li mescola con The Walking Dead (la scena della macchina circondata) e lascia emergere anche un sottotesto politico nella rivolta dei neri. Recensione ❯
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Quando la religione è finita e la lotta contro il Male è lasciata a specialisti senza una fede particolare. Espandi ▽
I fratelli Pedro e Jimmy sentono nella notte degli spari provenire dal bosco vicino alla loro fattoria. All'alba trovano il cadavere devastato di uno sconosciuto. Le carte che aveva con lui li spingono in direzione di una fattoria vicina dove una donna ammette che il morto era un "pulitore" e lo aspettava da tempo perché facesse ciò che va fatto riguardo a Uriel, il suo figlio maggiore che è "posseduto". Il brusco vicino Ruiz decide di prendere in mano la situazione e, nonostante vi siano delle ferree regole da rispettare con i posseduti se si vuole evitare che il male si sparga, preleva Uriel con l'aiuto di Pedro e Jimmy con l'intenzione di abbandonarlo a centinaia di chilometri di distanza dalle loro fattorie.
Ma durante il viaggio, i tre perdono il corpo e all'arrivo non lo trovano più. Giudicando d'averlo comunque perso a sufficiente distanza, tornano alle loro vite pensando d'aver risolto il problema. Ma si sbagliano. Ruiz trova una strana capra vicino al suo recinto e, nonostante la moglie incinta lo implori di non farlo, le spara. La moglie allora lo abbatte con un'ascia che poi rivolge ripetutamente verso di sé. Ed è solo l'inizio.
Ambientato nella campagna argentina in una realtà molto realistica eppure allo stesso tempo irreale e distopica, quando la religione è finita e la lotta contro il Male è lasciata a specialisti senza una fede particolare, il film rappresenta uno sguardo in gran parte nuovo e originale su uno dei temi più usati nel cinema horror, quello della possessione diabolica. Recensione ❯
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Il mercenario australiano sotto copertura Rake riceve l'incarico di un'altra missione letale. Espandi ▽
Sopravvissuto a stento all'apocalisse metropolitana scatenata a Dacca, ma gravemente ferito, Tyler Rake viene sistemato in un remota residenza in montagna dove riprendersi e forse godersi il riposo dalle sue imprese da mercenario. Presto però arriva un individuo misterioso a offrirgli un incarico che non può rifiutare: è infatti la ex moglie di Tyler, Mia, a chiedere il suo aiuto per salvare la sorella Ketevan e i suoi figli. Questi sono imprigionati insieme al fratello di un pericoloso criminale georgiano, così ossessionato dall'idea di controllare la moglie che preferisce averla con sé in galera insieme ai figli piuttosto che in libertà. Per affrontare l'impresa, Tyler tornerà ad avvalersi dell'aiuto di Nik e di suo fratello Yaz.
Tyler Rake 2 conferma l'alto livello di virtuosismo di riprese, stunt ed effetti speciali del precedente capitolo, spingendosi ancora oltre, ma perdendo di vista la compattezza del racconto.
Il regista è di nuovo l'ex stuntman Sam Hargrave, che nell'intervallo tra il primo e il secondo film non si è dedicato ad altro, cosa comprensibile vista la complessità della messa in scena.
È interessante rilevare che, nel replicare la formula del primo film, dopo un elaborato piano sequenza, per tenere alta la tensione, inizi a scorrere il sangue e si moltiplichino le ferite e i sacrifici dei personaggi, come se l'estetica potesse arrivare solo fino a un certo punto. Recensione ❯
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Il dettagliato resoconto di un interrogatorio trasforma una storia vera in un pezzo di teatro. Drammatico, USA2023. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La ricerca di Reality Winner partendo dalle registrazioni dell'FBI. Espandi ▽
La regista Tina Satter presenta un'istantanea della storia recente degli Stati Uniti e, utilizzando dialoghi originali inediti tratti da una registrazione dell'FBI, rievoca la ricerca del 2017 della casa dell'informatrice Reality Winner. Recensione ❯
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Il ritorno al cinema di una penna sempre originale che sa raccontare con freschezza l'inconsueto e il surreale. Commedia, Drammatico - USA2023. Durata 102 Minuti.
Una commedia sull'amore in tutte le sue forme che intreccia le storie di di vari personaggi residenti a New York. Espandi ▽
Che piacere ritrovare l’originalità della penna di Rebecca Miller, autrice letteraria e sceneggiatrice che negli anni ha firmato diversi film come regista, con l’ultima opera di finzione, Il piano di Maggie, risalente ormai a quasi dieci anni fa. Un tempo abbastanza lungo da consentirci di riscoprire con freschezza la sua capacità di raccontare l’inconsueto e il surreale attraverso piccoli dettagli dei personaggi, qui altrimenti immersi in un contesto semi-realistico nonché molto inflazionato come la vita borghese/altolocata delle famiglie newyorchesi. Eppure neanche uno dei “beat” drammatici o di caratterizzazione in She Came to Me sa di già visto, prendendo piuttosto i contorni della favola (grazie all’impianto in stile Romeo e Giulietta il cui sentimento alla base è sempre preso sul serio) o dell’arguta satira esistenziale. Recensione ❯
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La migliore interpretazione di Rachel Weisz in una miniserie altamente efficace che riporta l'orrore al suo stato naturale. Drammatico, Horror, Thriller - USA2023. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'attrice premio Oscar Rachel Weisz interpreta il doppio ruolo di Beverly ed Elliot Mantle nella rivisitazione contemporanea dell'omonimo thriller psicosessuale di David Cronenberg. Espandi ▽
Elliott e Beverly Mantle sono due brillanti ginecologhe; gemelle inseparabili, entrambe sono tra le più audaci esperte del campo, con una grande ambizione: quella di rivoluzionare l'intero settore. La più piccola delle due, Beverly, sogna di aprire un centro specializzato all'avanguardia; Elliott ha un sogno pari ma distinto: il suo fine ultimo è giungere a nuovi livelli di sperimentazione scientifica. L'equilibrio, già instabile a livello ideale, sarà interrotto definitivamente con l'incombenza di due nuove figure nella loro vita, che porteranno a una totale perdita di controllo.
Con Dead Ringers siamo di fronte alla migliore interpretazione di Rachel Weisz, che porta al massimo le sue capacità attoriali.
La serie mostra immagini forti in quanto estremamente reali: lo sguardo testimoniale sul parto diventa orrorifico grazie ai toni più violenti del rosso che impattano su un'atmosfera asettica e mantenendo, quasi con sadismo, la sua attenzione sui parti, sulle immagini di feti abortiti, su una natura allontanata dal nostro sguardo perché ritenuta oscena, e perciò insopportabile. Recensione ❯
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L'influenza de Il mago di Oz su Lynch: un'analisi critica che incuriosisce, una collezione di suggestioni messa al servizio della ricerca. Documentario, USA2022. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Alexandre O. Philippe indaga i legami tra Il mago di Oz (1943) di Victor Fleming e l'universo
inquietante e fiabesco di David Lynch. Espandi ▽
Tra gli autori di cinema più amati dal pubblico e studiati dalle accademie, David Lynch ha ammantato la sua opera, già pervasa di un forte senso di inquietudine, del mistero più fitto. Con un movimento contrario, il regista Alexandre O. Philippe ripassa la filmografia lynchiana come lo si potrebbe fare solo in una sala di montaggio, per dimostrare il suo stretto e duraturo debito di ispirazione con un classico statunitense del 1939, altrettanto ricco di significati e livelli di lettura: Il Mago di Oz di Victor Fleming.
A sostegno di un'idea e di un testo di riferimento comune, il film può dispiegare così, nell'arco di oltre 100 minuti, un considerevole numero di immagini e suggestioni. E grazie allo split screen, la tecnica che moltiplica lo schermo in più parti, anche lo spettatore meno informato può apprendere con chiarezza i rimandi visivi e tematici.
Incorniciato in un'ambientazione teatrale mimetica di quell'immaginario, in un'ossessione cinefila al quadrato, se da una parte Lynch/Oz dà per scontata la conoscenza profonda dell'autore di Missoula e di un titolo fortemente allegorico come Il mago di Oz, dall'altra senz'altro incuriosisce a scoprirli o riscoprirli. Si pone, più che uno studio, come una collezione di suggestioni messa a servizio della ricerca. Recensione ❯
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Un processo per ammutinamento ai danni di un ufficiale della marina americana mette in luce la fragilità delle istituzioni e l'ambiguità degli uomini. Espandi ▽
Sotto gli occhi della corte marziale della Marina degli Stati Uniti, si tiene il processo contro Stephen Maryk, ufficiale della nave militare Caine accusato d'ammutinamento nei confronti del capitano Queeg, giudicato psichicamente instabile e incapace di garantire la sicurezza dell'imbarcazione durante una tempesta nel Golfo Persico. A difendere Maryk è chiamato l'avvocato Greenwald, anch'egli membro della marina, che nonostante non condivida le azioni del suo cliente lo difende con intraprendenza. Fragile e instabile, Queeg arriverà a rendersi ridicolo di fronte alla corte e al procuratore Katherine Challee: ma chi è veramente da biasimare in un caso delicato come quello dell'ammutinamento del Caine? Recensione ❯
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Un documentario originale che racconta la storia di una donna che ha scalato montagne, sfidando il patriarcato. Documentario, USA2022. Durata 71 Minuti.
Il 12 aprile 1993 Pasang Lhamu Sherpa diventava la prima donna nepalese che aveva raggiunto la vetta dell'Everest. Espandi ▽
La storia e la tenacia della prima donna nepalese giunta sulla vetta dell'Everest viene raccontata in un documentario che non si limita a narrarne le imprese alpinistiche ma le contestualizza all'interno di una società ancora fortemente dominata dal patriarcato.
Pasang Lhamu Sherpa. Un nome finora sconosciuto ai più che merita di essere annoverato tra quelli delle donne che hanno mutato le condizioni della società in cui vivevano.
Spesso i documentari che si occupano di imprese alpinistiche si concentrano sulla preparazione e sulla realizzazione delle suddette imprese mettendone magari in luce lo spirito agonistico oppure di sfida degli scalatori nei confronti di se stessi. Questo ovviamente non è un difetto però in questo documentario ci viene offerto un panorama più ampio che finisce con il costituire la differenza. Recensione ❯
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Un film che può sembrare imprigionato ma che proprio nella sua monotonia riesce a trovare uno sguardo originale sul cinema sentimentale. Drammatico, Gran Bretagna, USA2023. Durata 113 Minuti.
Un'allegoria surreale che prova a rovistare negli umani desideri di certezza e nella dipendenza dalla tecnologia del mondo moderno. Espandi ▽
Anna e Ryan sono una coppia felice e hanno ottenuto il documento che certifica l’autenticità del loro amore. Ora la ragazza decide di andare a lavorare presso l’istituto d’amore che esamina se due persone sono fatte per stare insieme oppure no. Lì conosce Amir che le dice di avere una relazione stabile. I due lavorano sempre in coppia e con il passare del tempo è sempre più attratta da lui. Ci sono macchine perfette, calcoli precisissimi, statistiche. Poi ci sono le persone. Che in Fingernails. Una diagnosi d’amore sono come robot di carne. Sono come corpi generati dalle app. Sembra un futuro vicino invece è il nostro presente. Nell’insistenza di una persistente monotonia si assiste a delle mutazioni che non sono mai rivelazioni. E allora è proprio la prova apparentemente fredda di Buckley e Ahmed che, nel corso del film, nella ripetizione delle loro espressioni, trova la sintonia giusta. Nella dimensione sensoriale del film c’è tutta la paura per la dipendenza dalla tecnologia e dell’amore tra due persone che può essere generato anche da un’intelligenza artificiale. Recensione ❯
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Un testa a testa tra due ottimi interpreti per una black comedy sulla diffusa insoddisfazione dei nostri tempi. Commedia, Drammatico - USA2023. Durata 30 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un muratore in crisi e un'imprenditrice insoddisfatta rimangono coinvolti in un incidente causato dalla rabbia al volante. La faida che segue fa emergere i loro istinti più cupi. Espandi ▽
Danny cerca di restituire alcuni acquisti in un grande magazzino della catena Forsters, ma non ha la ricevuta e si deve riportare a casa gli scatoloni. Nel parcheggio, da un suv bianco, qualcuno gli suona violentemente il clacson e poi se ne va mostrandogli il dito medio dal finestrino. Danny non ci sta e dà inizio a un inseguimento in mezzo al traffico. È l'inizio di una faida tra lui e Amy, uno proletario con una piccola impresa di costruzione e riparazione e l'altra con un business prossimo a essere acquisito per una importante cifra proprio dalla catena Forsters. La rabbia che entrambi covano dentro rischia di portare le loro vite a una irreversibile implosione. Prodotta da A24, come Euphoria e il super premio Oscar Everything Everywhere All at Once, Lo scontro è prima di tutto un testa a testa tra due ottimi interpreti. Sono infatti Steven Yuen e Ali Wong a tenere banco per tutti gli episodi con il loro “Beef” - la traduzione italiana non rende il titolo originale, che indica più una prolungata faida in cui cova il rancore che non semplicemente Lo scontro. Recensione ❯
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Dalla mente musicale di John Carney, un film che esplora il legame tra una madre e un figlio in un viaggio verso una nuova armonia. Espandi ▽
Dublino. Flora è una ragazza divenuta madre troppo presto. Dopo essersi dimenticata del compleanno del figlio Max, Flora prova a riscattarsi regalandogli una chitarra, recuperata tra i rifiuti e rimessa a nuovo, ma al ragazzo non interessa affatto. Flora decide così di imparare da sola a suonare, attraverso un corso di lezioni online: il suo insegnante, Jeff, musicista un po' fallito ed essere umano ferito e vulnerabile, la impressiona subito per onestà e fragilità. Tra i due nasce un'intesa reciproca, che sembra restituire alla ragazza l'entusiasmo smarrito tra i disagi del quotidiano.
Con un occhio ai kitchen sink movies di Ken Loach e Mike Leigh e i piedi ben piantati nel sottogenere della romcom musicale che lui stesso ha contribuito a creare, John Carney (Tutto può cambiare, Sing Street) è una garanzia per la sua ristretta cerchia di fan.
Una voce e una chitarra possono questo, sollevare il mondo e fermarlo per qualche minuto. Nel suo piccolo, nella sua dimensione di consapevole semplicità, anche Flora and Son può infondere un po' di speranza, divertendo e coinvolgendo durante il cammino. Recensione ❯
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Un doc che riesce a portare nella realtà dell'isola-carcere di Gorgona con la giusta discrezione e il necessario equilibrio. Documentario, Italia, USA2022. Durata 91 Minuti.
Un sguardo sull'isola-carcere della Gorgona, unico esempio europeo di questo tipo di penitenziario. Espandi ▽
Sull'isola di Gorgona, che si trova a 19 miglia dalle coste della Toscana, c'è un penitenziario del tutto particolare che è concepito come una colonia agricola dove i detenuti svolgono diverse attività come quella, per esempio, di coltivare l'orto, fare il pane oppure occuparsi del bestiame. Sul posto non c'è praticamente nulla. L'unica residente è Luisa Citti, discendente di una delle famiglie che hanno vissuto nel luogo dall'Ottocento. Nella casa di reclusione c'è il direttore Carlo Mazzerbo che dialoga con i detenuti. A Gorgona non possono essere ammessi chi fa parte della criminalità organizzata né chi ha problemi di tossicodipendenza.
Sembra un film fermo nel tempo. Gorgona però non è, soltanto, né un documentario carcerario, né sul luogo. Emergono piuttosto le persone che si trovano lì. I volti, le attività quotidiane già raccontano molto della loro storia, integrata poi dai racconti davanti la telecamera.
Premiato come miglior documentario al 63°Festival dei Popoli, Gorgona porta dentro la realtà dell'isola-carcere con la giusta discrezione, il necessario equilibrio. Il documentario, il cinema, sono però soltanto un passaggio temporaneo. Ciò che sembra contare, per Tibaldi, è mostrare un'esperienza che resterà per sempre. Recensione ❯
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Una serie ingegnosa che costruisce un intricato mosaico tra presente e passato. Ottimi gli attori e un tema musicale di grande livello. Azione, Drammatico, Thriller - USA2023. Durata 88 Minuti.
Tra thriller e spy story, una serie con Kiefer Sutherland protagonista di una fervida battaglia per la democrazia. Espandi ▽
John Weir (Kiefer Sutherland) è un maestro dell'inganno nel mondo dello spionaggio aziendale. Almeno fino a quando viene incastrato per omicidio da forze potenti con la capacità di influenzare e controllare la popolazione. Recensione ❯
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