Rabbit Hole

John Weir lavora nello spionaggio industriale e non si fa scrupoli a danneggiare multimilionari, che probabilmente si rifaranno fin troppo presto di quello che hanno perso. Ha però un passato di grave sindrome paranoica, che gli rende difficile riconoscere ciò che è reale da ciò che non lo è. L'unica persona di cui sente di potersi fidare è l'amico d'infanzia Valence, che dopo anni di separazione lo contatta per affidargli un nuovo lavoro sporco. Tutto sembra andare bene, ma poco dopo il completamento della missione John si ritrova accusato dell'omicidio di un uomo che ha solo fatto fotografare, inoltre il suo studio esplode in una palla di fuoco e anche Valence non può aiutarlo...

Thriller cospirativo sui temi della sicurezza, della privacy e dei big data, Rabbit Hole è ingegnoso nel costruire un intricato mosaico tra presente e passato e soprattutto è interpretato da alcuni ottimi attori e accompagnato da un tema musicale elettronico di grande livello.

La musica noise è firmata da Siddhartha Khosla, già noto per This Is Us e Only Murders in the Building, ma lo score di Rabbit Hole è molto più originale e spinto, la sua traccia elettronica ha un beat pulsante e innerva le scene di suspense di una tensione che monta costantemente. Davvero una scelta vincente questa degli showrunner Glenn Ficarra e John Requa, due sceneggiatori e registi dal curriculum incostante e caratterizzato per lo più da commedie. Qui si cimentano nel thriller anche al comando della macchina da presa di molti episodi e regalano almeno una buona e tesa sequenza di operazioni di spionaggio in ogni puntata.

L'idea di fondo che la democrazia americana sia minacciata da un potente individuo che, attraverso la tecnologia, ricatta gli alti vertici e manipola i flussi di opinioni non è niente di nuovo, ma lo sviluppo non è dei più banali. La serie è architettata con una narrazione per lo più al presente, ma che ricorre ai flashback per mostrare come quello che credevamo di aver capito sia in realtà falso e manipolato, dai protagonisti o dai loro antagonisti. Il susseguirsi di colpi di scena, artificiosi o meno che siano, è costante e movimenta le otto puntate della stagione scadendo solo in qualche occasione in situazioni improbabili.

Inoltre Rabbit Hole gioca con le aspettative del pubblico: Kiefer Sutherland interpreta una figura per certi versi vicina al mitico Jack Bauer ma in realtà ne è quasi il contrario. Certo è determinato, ma è molto meno sicuro di sé, cosciente dei limiti che gli impone la propria paranoia, inoltre è assai meno indistruttibile e infallibile: non è il migliore a sparare né a combattere corpo a corpo e pure nel leggere le persone può facilmente cadere in errore.

Gli accade infatti di sbagliarsi subito con la bella Hailey, una donna che crede sia stata assoldata per spiarlo e che maltratterà non poco prima di farne una sorta di spalla. Hailey per altro è più abile di lui nel corpo a corpo, ma non è l'unica: anche il giovane agente dei suoi rivali, con il suo volto da ragazzo imberbe, pesta tranquillamente il povero John. Sul fronte degli intrighi a dominare la scena è poi il personaggio interpretato da Charles Dance, un operativo CIA vecchia scuola, che non ha scrupoli a uccidere e che sa cavarsela decisamente bene nelle sparatorie (anche se alla fine entrerà in scena una personaggio ancora più micidiale). Dance si conferma un attore sopraffino e i suoi frequenti duetti con Sutherland elevano la recitazione anche di quest'ultimo, così come alza il livello anche Rob Yang, il Lawrence Yee delle prime stagioni di Succession. Senza dimenticare che hanno una piccola parte pure due volti iconici del cinema anni Ottanta: Peter Weller e Lance Henriksen.

Tutti questi elementi fanno sì che Rabbit Hole non sia l'ennesimo thriller televisivo con un complotto sopra le righe e una squadra di eroi geniali e muscolari che lo sventa, bensì una produzione sopra la media per qualità estetiche e in particolare ritmiche. È ancora ignoto se la serie sarà rinnovata per una seconda stagione, ma di certo lo meriterebbe ben più di titoli affini ma inferiori, come Citadel, Fubar, Reacher e via dicendo. 