The Caine Mutiny Court-martial

Film 2023 | Drammatico 108 min.

Regia di William Friedkin. Un film Da vedere 2023 con Kiefer Sutherland, Jason Clarke, Jake Lacy, Monica Raymund, Lance Reddick. Cast completo Genere Drammatico - USA, 2023, durata 108 minuti. - MYmonetro 3,22 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento domenica 3 settembre 2023

Un processo per ammutinamento ai danni di un ufficiale della marina americana mette in luce la fragilità delle istituzioni e l'ambiguità degli uomini. Il film ha ottenuto 2 candidature a Critics Choice Award, In Italia al Box Office The Caine Mutiny Court-martial ha incassato 854 .

Consigliato sì!
3,22/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,65
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un film processuale teso e ancorato alle parole. Ultima opera del compianto William Friedkin.
Recensione di Roberto Manassero
domenica 3 settembre 2023
Recensione di Roberto Manassero
domenica 3 settembre 2023

Sotto gli occhi della corte marziale della Marina degli Stati Uniti, si tiene il processo contro Stephen Maryk, ufficiale della nave militare Caine accusato d'ammutinamento nei confronti del capitano Queeg, giudicato psichicamente instabile e incapace di garantire la sicurezza dell'imbarcazione durante una tempesta nel Golfo Persico. A difendere Maryk è chiamato l'avvocato Greenwald, anch'egli membro della marina, che nonostante non condivida le azioni del suo cliente lo difende con intraprendenza. Fragile e instabile, Queeg arriverà a rendersi ridicolo di fronte alla corte e al procuratore Katherine Challee: ma chi è veramente da biasimare in un caso delicato come quello dell'ammutinamento del Caine?

William Friedkin è scomparso lo scorso 7 agosto, all'età di 87 anni, pochi mesi dopo aver terminato il suo ultimo film: un progetto a lungo atteso, in linea con altri suoi film processuali (Regole d'onore, l'adattamento televisivo di La parola ai giurati) e concepito come un lavoro da camera teso e rarefatto.

Al centro del cinema di Friedkin c'è sempre stata la natura contraddittoria dell'essere umano, la tensione irrisolta e drammatica fra forze contrapposte, a cominciare da quella decisiva per la cultura americana fra natura e cultura, crimine e legge.

Friedkin ha sempre raccontato storie ambigue di uomini ambigui, fedeli alle regole del sistema ma spinti dalle circostanze a violarle. La grandezza dei suoi film migliori è sempre stata racchiusa nell'irrisolta tensione fra poli contrapposti; nella mancanza di una verità certa e univoca per storie dall'andamento irrisolto; nella voluta confusione fra buoni e cattivi, criminali e forze dell'ordine, a lungo andare - e con sempre minor lucidità - fra un pensiero reazionario, da un lato, e una naturale visione democratica, dall'altro.

Il dramma in due atti The Caine Mutiny Court-Martial, scritto per il teatro da Herman Wouk nel 1951 a partire da un suo romanzo, portato al cinema nel 1955 da Edward Dmytryk e poi adattato varie volte per la tv (tra cui la versione del 1988 firmata da Robert Altman), era il testo perfetto per il cinema inevitabilmente tardo di Friedkin: ambientazione racchiusa in un'aula di tribunale; ritmo serrato dettato dall'andamento del processo; personaggi contrapposti dai rispettivi ruoli (avvocato difensore, procuratore, giudice della corte, imputato, testimoni); tensione che emerge poco alla volta, in opposizione alla fissità teatrale della messinscena.

Tutto questo si ritrova in effetti in The Caine Mutiny Court-Martial: stretto dai limiti produttivi dell'operazione, Friedkin ricorre a uno stile statico ma di innegabile tensione, usando il montaggio con attenzione e rinunciando al commento musicale. Il risultato è un court drama efficace, visivamente piatto ma attento a restare ancorato alle parole e alle loro conseguenze.

A emergere sono soprattutto la follia della vita militare e il groviglio di regole che spingono gli uomini a decidere fra obbedienza e ribellione, rispetto e ammutinamento; ma anche la retorica uguale e contraria di accusa e difesa, i meccanismi non proprio irreprensibili dell'avvocato Greenwald, uomo d'intelletto, contro l'ingenuità dei militari, principalmente uomini d'azione.

Se però il testo originale degli anni Cinquanta nasceva in un momento storico in cui era ancora vivissimo l'eroismo di migliaia di soldati morti in guerra, la clamorosa coda del racconto, che una volta terminato il processo vede Greenwald protagonista di una scena che ribalta giudizi e punti di vista, non si adatta certo alla recente storia degli Stati Uniti (nella finzione gli eventi rimandano all'anno 2022) e al ruolo della marina americana nelle questioni internazionali.

Il Caine di Friedkin opera nel Golfo Persico e la presunta grandezza di un folle come Queek, il cui coraggio di militare viene comunque opposta allo snobismo liberal di Maryk e dei suoi compagni, non ha nessun riscontro con la realtà. A meno di pensare che l'America sia ancora oggi impegnata in una giusta battaglia contro i suoi nemici.

In questa sua ultima opera, dunque, Friedlkin sembra aver voluto usare il testo di partenza come un'occasione per ribadire la sua visione disincantata delle vicende umane, salvando il pensiero democratico agli occhi della legge, ma celebrando gli uomini di armi in nome del loro eroismo. Ma quale eroismo, oggi? In che mondo, in quale guerra?

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 19 gennaio 2024
AlbeJ

Film essenziale, teso, ben recitato, da guardare consapevoli che Friedkin ha sempre cercato il realismo. Qui lo si trova nella scelta di rimuovere i flashback, e non risparmiando le litanie delle procedure legali. Siamo giudici di testimonianze in aperta contraddizione e non sappiamo quale sia la verità. La regia non ci influenza e, alla fine, ribalta le cose.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 4 gennaio 2024
Alberto Crespi
La Repubblica

L'ammutinamento del Caine fu un popolarissimo film del 1954, girato subito dopo l'adattamento teatrale che lo scrittore Herman Wouk aveva tratto dal suo stesso romanzo. Avvenne tutto nell'arco di due anni, dal 1952 al 1954, sull'onda delle memorie ancora vive della Seconda guerra mondiale e nel tourbillon emotivo della Guerra fredda, della morte di Stalin e dell'impegno militare degli Usa in Corea. [...] Vai alla recensione »

giovedì 4 gennaio 2024
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

L'importante è finire, cantava Mina. Per finire, suo malgrado, William Friedkin ha scelto l'usato sicuro, ovvero L'ammutinamento del Caine: Corte Marziale (The Caine Mutiny Court-Martial), celebre romanzo (1951) premio Pulitzer e quindi opera teatrale dello statunitense Hermon Wouk, portato infinite volte sul palcoscenico e a più riprese adattato per lo schermo - anche da Robert Altman nel 1988.

martedì 26 dicembre 2023
Rocco Moccagatta
Film TV

Si è quasi naturalmente sempre tentati di leggere l'ultimo film di un (grande) regista come se dovesse svelare chissà quali verità su di lui e dare un senso a una vita e a una carriera. È inevitabile che accada anche con un maverick come William Friedkin, dalla filmografia complessa, stratificata, affascinante nella sua irregolarità, sempre ambigua in ogni titolo, persino il peggiore.

venerdì 15 settembre 2023
Enrico Azzano
Quinlan

È intrisa di nostalgia la visione del limpido, rigoroso, ottimo The Caine Mutiny Court-Martial. Salutiamo per l'ultima volta William Friedkin e, in un bizzarro intreccio di vita e morte, ritroviamo la rinata Republic Pictures, storica casa di produzione. Un tuffo nel passato, non solo per Friedkin e Republic: The Caine Mutiny Court-Martial ci riporta infatti alla nettezza di certe produzioni televisive [...] Vai alla recensione »

martedì 12 settembre 2023
Roberto Silvestri
Film TV

«Ho voluto mantenere l'equilibrio tra il bene e il male il più ambiguo possibile», ha dichiarato il regista sul suo film postumo, il remake di L'ammutinamento del Caine di Edward Dmytryk (dal romanzo premio Pulitzer 1952 di Herman Wouk), congegnato nella cupa atmosfera maccartista. Bogart era Queeg, il dittatoriale comandante di dragamine, durante la Seconda guerra mondiale, rimosso dagli ufficiali [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 settembre 2023
Alberto Libera
Cineforum

Se paragonato a quello di altri maestri della renaissance hollywoodiana degli anni Settanta e Ottanta, il percorso del recentemente scomparso William Friedkin è, in fondo, il più contraddittorio. Da liberale e autore di uno straordinario documentario contro la pena di morte come The People vs. Paul Crump (1962), al giro di boa dell'età reaganiana il suo orientamento ideologico ha impresso una decisa [...] Vai alla recensione »

martedì 5 settembre 2023
Davide Di Giorgio
Duels.it

Rivista in prospettiva, la carriera di William Friedkin risalta non solo per il valore assoluto delle singole opere, ma anche e soprattutto per l'eclettismo dei linguaggi e dei formati di volta in volta impiegati. Assente dal grande schermo dal 2011 dello splendido Killer Joe, il regista di Chicago ha continuato fino all'ultimo a dirigere episodi di serie televisive, documentari e prodotti direct-to-stream, [...] Vai alla recensione »

lunedì 4 settembre 2023
Gianluigi Negri
La Gazzetta di Parma

«Sapevo di voler creare uno scenario teso e pressurizzato, che si muovesse rapidamente come un pipistrello fuori dall'inferno». Aveva le idee chiare, anzi chiarissime, William Friedkin. Era consapevole di non avere ancora molto tempo a disposizione, quando, lo scorso gennaio, girò «The Caine Mutiny Court-Martial», remake de «L'ammutinamento del Caine» (diretto nel 1954 da Edward Dmytryk e con Humprey [...] Vai alla recensione »

lunedì 4 settembre 2023
Marina Pavido
Asbury Movies

Come ben sappiamo, lo scorso 7 agosto - poco meno di un mese prima della Mostra - il grande William Friedkin (che giusto dieci anni fa era stato insignito, proprio al Lido, del Leone d'Oro alla Carriera) se n'è andato. Se n'è andato, però, lasciandoci in dono un'altra delle sue opere, che, a visionarla alla luce di quanto recentemente accaduto, lascia inevitabilmente l'amaro in bocca.

domenica 3 settembre 2023
Pietro Masciullo
Sentieri Selvaggi

"Non mangio il tuo cibo e non rimango alla tua festa, bevo solo l'ultimo bicchiere e me ne vado". Nello sguardo disilluso e onesto, lucido e provocatorio, ferito e arrabbiato di Jason Clark/Barney Greenwald riconosciamo tutte quelle istanze contraddittorie a cui William Friedkin ha cercato di dare una forma nella sua magnifica carriera. Il cinema come spazio immaginario che riconfiguri le più radicali [...] Vai alla recensione »

NEWS
MOSTRA DI VENEZIA
domenica 3 settembre 2023
Roberto Manassero

Un film del tutto in linea con il cinema del regista scomparso lo scorso 7 agosto. Fuori Concorso a Venezia 80. Vai all'articolo »

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